Novembre: mese caldo con massime record e secco.
Autunno 2015 chiude con t° leggermente sopra le medie.
Novembre 2015 entra negli annali per essere il piú secco della storia. In oltre 150 anni di dati presso la rete idro, per la conca di Bolzano solamente nel 1924 si registrava un novembre senza precipitazioni.
In tutta la provincia e in regione e lungo tutto l´arco alpino meridionale sono mancate le precipitazioni. In molti tratti delle vallate piú basse, Adige, Isarco, Venosta, non ha piovuto per oltre 30 giorni.
A S.Valentino alla Muta, 1450mt., in Alta Venosta sono caduti 10mm, facendo della asciutta stazione venostana la zona maggiormente piovosa del mese in A.Adige.
Le temperature medie mensili sono molto miti, rispetto alla media storica in uso 1981-2010, questo novembre i valori medi sono da +1.5°C a bassa quota, a +2°C oltre le temperature di riferimento.
A contribuire al netto sopra media ha giocato un ruolo importante la forte risalita di aria calda dal Nordafrica ad inizio mese e durante la prima parte.
19.4°C la t°max registrata a Bolzano, l´8 novembre.
23.6°C la t°max registrata a Silandro, il 9 novembre: a causa del forte föhn da Nord, nel capoluogo venostano la t°max ha segnato il nuovo record assoluto per novembre in A.Adige.
Sempre attorno al 9-10 del mese, in alta quota si sono segnati altri due nuovi record di t°max:
+5.5°C sulla Cima Signal a 3400mt., +13.5°C sul Corno del Renon a 2260mt.
Da quando si raccolgono dati, mai prima era stato tanto caldo in novembre.
La temperatura minima del mese a basse quote viene segnata a Monguelfo in Pusteria, il 28, con -11.9°C, dai 1200mt., verso fine mese, le minime sono scese fino a -13°/-14°.
La totale assenza di fronti perturbati durante il mese risulta un´anomalia.
L´autunno 2015 rispetto alle medie trimestrali risulta leggermente mite, da +0.2° a +0.5° rispetto al periodo 1981-2010.
Il novembre 2014 era stato il piú caldo da quando si registrano dati, con oltre +4°C di anomalia termica.
Ad un settembre leggermente sotto le medie, piovoso e fresco, seguiva un ottobre nelle medie sia per temperature che per precipitazioni, seguito poi da un novembre mite e asciutto. Solo verso il 22.11 masse di aria artica interessano l´Europa continentale e le Alpi.
La stagione autunnale era cominciata con un settembre dinamico, instabile e leggermente piú fresco delle medie.
Ottobre proseguiva un surplus di precipitazioni che aiutava il suolo dopo la siccitá di luglio e il gran calore estivo.
Il 17.10 intense nevicate dai 1200mt. e fino a oltre 25cm a 2000mt., interessavano per la prima volta nella stagione le Alpi e le Dolomiti.
Il 29.10 transita un ultimo fronte perturbato, dopodiché il forte afflusso di aria stabile e mite dal Mediterraneo trasforma il mese di novembre in una lunghissima estate di S.Martino, con giornate estremamente calde in quota per via delle masse d´aria di origine nordafricane.
Proiezioni precipitazioni in dicembre.
Anno 2015 destinato a chiudere sotto le medie di precipitazione. Dopo tre anni consecutivi, complice un inverno secco ed un aprile ventoso e asciutto, i terreni delle vallate hanno riassorbito molta pioggia caduta nel corso del 2014.
Parz. mese di ottobre alla rete idro a 96.2mm, sopramedia del 30% - parz. annuo a 550.4mm, leggermente sottomedia per il periodo.
Parz. mese di novembre a 0mm, parz. annuo fermo a 30 giorni fa: circa 150mm di pioggia dovrebbero cadere in dicembre: tanta pioggia nel mese invernale con una media storica di 35mm non ne ha mai fatta, se non nel 2009 e 2014, annate anomale appunto.
Secondo i meteorologi locali almeno fino alla Immacolata la situazione non cambia, assenza di fronti piovosi e addirittura di aria fredda.
(report idro mese novembre ´15 - fonte: Stol.it: Nachrichten für Südtirol )
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-4.9°C minima del primo di dicembre alla staz. della rete MTAA
-4.2°C minima del primo di dicembre alla staz. della rete idro.
Inutile ricordi a voi tutti cosa accadde il 01.12 di 5 o di 7 anni fa.
Target non ce ne sono, al momento.
Parziale rimonta termica con valori +3°/+4° sopra le medie storiche, continua a restare asciutto:
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Luca Sticcotti, un utente e giornalista bolzanino, ha una galleria di immagini del 01.12.2010 che furono scattate tutte nel clou del richiamo meridionale. Snow-rate sui 7-9cm/h, visibilitá ridotta sotto i 250mt. e bianco ovunque.
https://www.flickr.com/photos/467579...7625380647519/
H 22:30 - beccato con le stazioni l´ultimo sbuffo di föhn da N-NW. Qui, Sachsen, 51esimo nord, le tempeste dall´Atlantico transitano ancora, aria mite ed umida. Il fronte caldo finale, prima della rotazione da sud delle correnti in quota, ha rimbalzato sulle creste alpine e scivolando nelle vallate meridionali ha smosso l´aria passando velocemente, immortalato anche dal grafico aggiornato alle H 22:00 della differenza di hPa fra Bozen ed Innsbruck:
E in realtá a ben vedere un bello sbuffo di brezza di föhn verso le 22:30 pare sia transitato su tutto il territorio alpino meridionale: ogni stazione della rete ha avuto questo scossone termico notturno.
Siamo nel clou del mite afflusso di aria oceanica, dal 4 si inizia a calare in quota, fino alla +1°C, forse un fronte freddo sui versanti nordalpini. Poi dal 6 riprende a gonfiarsi la bolla anticiclonica e rigirano masse d´aria miti oceaniche, con questa curvatura generale.
Poi la pentola a un certo punto salta: oltre i 40 giorni di pattern bloccato si arriva a situazioni estreme. Il nr. 40 poi ha a che fare con la Bibbia.
Inizio inverno termicamente e per la pluviometria, in quota, non dissimile dalle peggiori annate degli ultimi 30 anni: 2011/2012, 2006/2007, 1989/1990..
T°min 02.12:
-2.1° Bz sud, rete Mtaa
-1.8° Bz ovest, rete idro.
Che roba, il dicembre scorso mi aveva mandato in bestia per il fatto che fino a metá mese mancavano le minime sottozero da inversione, ci risiamo!!
Allucinante la vista a inizio dicembre con le Dolomiti completamente a nudo. Nemmeno lo scorso anno era tanto magra la situazione: il 24.11 una veloce passata da NW con gelo a seguire aveva spolverato tutte le vette.
Allucinante, la parola adatta.
29.10.´15 -> 02.12.´15 oggi, conteggio dei giorni senza prp, siamo a 34.
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Stando ai dati di un meteo-amatore di Tn Sud, il @cutoff Flavio, lui raccolse la trafila di giornate secche negli inverni orrendi inizio anni ´90, qui un elenco:
1988-1989: 77 gg senza prp fra il 6/12 e il 21/2;
1989-1990: 36 gg senza prp fra il 23/12 e il 27/1;
1991-1992: 25 gg senza prp fra il 25/11 e il 20/12 (21/12/91 neve da sfondamento a Sondrio, Merano e Bolzano);
1992-1993: 80 gg senza prp fra il 10/12 e il 27/2.
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Dopo aver localmente superato i +7°C a 850 hPa, la colonna di aria lentamente si raffredda e lungo i bordi settentrionali della campana anticiclonica premono e siaddensano depressioni con aria molto fredda.
La Groenlandia lungo tutta la sua costa orientale ha finora giovato di LP in Islanda che aspiravano aria gelida dagli altopiani interni della immensa isola.
Magari fra seconda e terza decade del mese ci scappa qualcosa?
Unico target credo sia il rientro in media di t° e magari qualche jolly termico per il 09...
Si va a indovinelli. Come nel desolante dicembre scorso, ora mancano sia nevi in quota che arie fredde a portata. Assurdo. Nel 2013 il dicembre non era stato troppo diverso, una sferzata artica al 25.11 aveva inzuccherato i monti e portato aria molto fresca, poi un anticiclone oceanico prese a dilatarsi con le forze fisiche in atto in atmosfera, e rimase sul continente europeo per oltre tre settimane. Verso il 19-20 cambiavano le ridistribuzioni energetiche di questo emisfero.
Poi infatti avvenne che in Europa si generava una JS che ridistribuiva enormi quantitá di aria mite in risposta al gelo nel Nord Est degli USA: nelle isole Svalbard, dicembre ´13, gennaio e febbraio ´14 sono i tre mesi che maggiormente si discostano dalle t°medie storiche con anomalie positive oltre i +7°/+8°C.
Un inverno allucinante, inesistenti le gelate, permafrost alpino delle alte quote pressoché condannato in pochissimi decenni.
Il paesaggio sta lentamente cambiando?
[Qua nel 51esimo parallelo nord, in una ampia ansa del fiume Elba, Dresda, il clima dopo la veloce sfreddata dalla Scandinavia, ha ripreso ad esser mite, cieli coperti, non brina né gela il suolo al mattino, aria molto mite ed umida.
Inverno lontano dal continente europeo. Anomalo: vastissime regioni boschive, agricole, insediative e urbane nel Nord delle Alpi non hanno memoria di tanta assenza del freddo.
E non hanno nemmeno mai vissuto in modo tanto esteso e prolungato un caldo bruciante come il luglio - agosto 2015, Europa continentale riarsa: prati ingialliti per migliaia di kmq.
Le tempeste autunnali qui sono passate comunque, anche in ripetizione. Nessun evento record, raffiche oltre i 160km/h in Danimarca.
E scendendo dal Circolo Polare, entrando nel cuore del subcontinente europeo, le Alpi subiscono le intemperie registrandone il calore aumentato, arie spesso molto calde, molto a lungo insistenti. E di conseguenza i millenari ghiacci, guardiani antichissimi forse di quei regni a quote alte, sono condannati dal nuovo clima. Le Alpi rivivono per il terzo inverno negli ultimi 4 anni una forte ablazione dei ghiacciai, bilanci di massa negativi ed entrambi i versanti senza albedo assente fino ad alta quota. Anomalia registrata anche nel 2014 e nel 2011.
Il clima sta cambiando e in poche decine di anni ha visto la dilatazione di masse di aria calda dalle zone subtropicali verso le fasce temperate e subpolari. Le vaste ondulazioni emisferiche della Jet Stream, la corrente a getto sparata in alta quota oltre i 10km, ondulano spingendo enormi masse di aria a bilanciare gli apporti energetici lungo tutte le altezze e lunghezze della atmosfera. Per via della termologia, ovvero per il fatto che il calore specifico del liquido chiamato acqua ricoprente il 70% del pianeta, le zone costiere del globo hanno vissuto stagioni del rilascio energetico da parte dei mari, gli autunni, molto movimentate. Non questo giro 2015 nel Mediterraneo e in Mitteleuropa.
Motivo per cui la configurazione climatica degli inverni europei vede la formazione di arie fredde dalla stessa legge della termologia che spiega la nascita degli anticicloni termici da continente asiatico: dalla Siberia, dalla Russia europea. Il clima europeo in inverno si dota del freddo o dalle regioni interne delle pianure asiatiche, o dal Nord del Circolo Polare, Scandinavia o Nord-Atlantico con Groenlandia o senza. Queste le fonti principali. Non esiste qui come altrove un NW, un Ovest capace di apportare freddo continentale crudo. Avendo un oceano tempestoso ad Ovest, poche arie fredde, e raffreddate da suoli gelidi, scenderanno da un oceano. Le interazioni di masse di aria diverse fra continente eurasiatico e il Nord-Atlantico possono portare gelo e freddi estesi lungo il subcontinente europeo, il suo arco alpino a volte verrebbe lambito da lente arie congestionate cariche di nubi dense, tipo i cut-off, a volte verrebbe attraversato da forti ondulazioni delle masse di aria emisferica.
Se saltano questi rapporti, cambiano flora e fauna nel giro dei decenni sul territorio europeo. Duemila anni fa un clima mite, ma non tantissimo, permetteva ai popoli mediterranei di estendersi nel Nord ed apportare nuove tecniche, come la civilizzazione, il mercato, il capitale. Duemila anni dopo il pianeta ha completamente cambiato aspetto.]
Aumentata nettamente la presenza di vapore acqueo nella colonna di aria, in quota ieri transitava la componente + calda di aria di origine marocchina!
-0.5°C alla rete idro, minima negativa ricavata a forza.
-2.6°C alla rete Mtaa, minima che conferma la notevole stratificazione data dalle inversioni oggi: 3/5mt. possono fare la differenza anche di oltre 1°C!
Foto pescate dal forum Mtaa, dove un utente che lavora a Bozen attraversa la famosa ´Siberia´, quartieri che da questo periodo in poi, inizio dicembre fino a inizio gennaio ca., non vedono luce solare diretta per giorni.
Luoghi dove la brina accumula, resiste tutto il giorno e riprende a stratificarsi la sera:
Bz Nord, ciclabile del Lungo-Isarco, direzione Est, albeggia in quota, la zona produttiva si trova accanto, sulla riva Nord del fiume, a sx della ciclabile, intervallata da vigneti e campi.
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Dalla confluenza fra Talvera, che scende N-S dalla Val Sarentino, e fiume Isarco che curva da E a W per buttarsi poi nel fiume Adige, inizia la cosiddetta ´Siberia´, la zona ombrosa con brina cumulante.
Questo il sottopasso con fiume Isarco in curva, ponte Loreto e ponte ferroviario.
Notare le rive asciutte del fiume Isarco! La posizione dei versanti a Nord del Colle, il monte sudorientale della conca e notare anche le rose e le lavande delle aiuole ancora in fiore....
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Dalla webcam-reflex del Macaion a 1860mt., non credo sia difficile ritrovare questa zona adombrata della conca:
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La seconda zona fotografata ha salutato il sole il 24 novembre e lo rivedrà già il 2 gennaio con 4 min di sole diretto.
Mentre la zona della prima foto praticamente Ponte Campiglio ha salutato il sole da un bel pezzo il 24 ottobre il e lo rivedrà il 17 febbraio! E c'è di Peggio tutte le case nei pressi della funivia del colle sono senza sole dal 3 ottobre al 10 marzo!!!!!
qui intanto -0.5° la brina all'ombra non si è mossa anche se la massima è arrivata a 12°
Eccomi ragazzi, in attesa di salire per le festivita' natalizie vengo a fare due chiacchiere sulla linea di tendenza natalizia che vedo estremamente secca per ora... e' dal 2009 che non passo un natale invernale a merano (nel 2009 c'era neve al suolo in abbondanza viste le nevicate dei giorni precedenti, anche se poi il giorno di natale ha diluviato).
Sara' il solito natale sotto hp? in 15 natali passati a merano, ne avro' fatto 3/4 con tempo non anticiclonico![]()
"...Lasciamo perdere poi il 1985, chi non c'era non può capire: la neve la mattina dell'8 coi i primi fiocchi a -16°C, il cielo buio con i lampioni accesi anche di giorno, le uova crepate nel pollaio, gli schiocchi dei tronchi delle piante da frutto che scoppiavano, etc. etc." Gigiometeo
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