Arome fino alle 8.00 di mercoledì.
Tempo un’altro run e finiamo nel buco anche stavolta
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La mia stazione meteo su Wunderground: https://www.wunderground.com/dashboa...21-07-27/daily
La mia stazione meteo su Ecowitt: https://www.ecowitt.net/home/index?id=24356
Questa per la zona urbana:
www.meteofaenza.it - HOME
o le stazioni ARPA per le zone circostanti:
Tabelle climatologiche — Arpae Emilia-Romagna
Temporali in discesa dall'alto adriatico
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Aequam memento servare mentem
Post esemplare di Randi,lo cito:
Questo è il boundary più rognoso nei bassi strati, intendendo per boundary un “confine” tra due correnti che hanno direzione, caratteristiche termo-igrometriche e intensità diverse, e che confluiscono lungo una stretta fascia di territorio; una arriva da ovest-nord-ovest (entro lo strato limite); l’altra da est-nord-est (sinottica).
Se facciamo confluire due flussi in prossimità del suolo, l’aria è costretta a salire verso l’alto, non ha alternative.
Se poi l’atmosfera è già instabile su scala maggiore, allora i moti verticali diventano ampi e profondi e si sviluppano celle convettive (nubi a forte sviluppo verticale insomma), foriere di forti rovesci) “affogate” nel resto della nuvolosità che porterà la depressione, con fronte occluso annesso, che sta arrivando.
Se quella linea, o quel confine, si muove poco, la produzione dei rovesci può continuare per ore rimanendo semi-staazionaria.
Una volta che le linee di rovesci si formano, le correnti sopra lo strato limite (diciamo in quota, via) che saranno da est-nord-est, le faranno “sbattere” sull’Appennino quasi blocandole, aggiungendo forti rovesci alle precipitazioni frontali e orografiche già presenti.
Questo è un esempio di come una forzante alla mesoscala possa appesantire i fenomeni già causati dalle dinamiche a scala più estesa (fino a quella sinottica.
Problema: quella mappa con il boundary in colore giallo che separa i due flussi confluenti, è centrata a metà giornata di mercoledì e si muoverebbe assai poco durante la giornata stessa.
Tuttavia è una simulazione da modello numerico (ICON D2), ovvero non si ha la certezza che si organizzi proprio lì, con quell’assetto e che rimanga poco mobile.
Ecco perché c’è ancora incertezza sugli accumuli di pioggia e sulle aree più interessate.
Chiaramente, in linea generale, la fascia appenninica, pedecollinare e le pianure limitrofe sembrano poter essere quelle più esposte.
Di più nin zo.
Per le allerte seguire quelle della Protezione Civile nazionale e regionale, e chiunque altro le emetta, me compreso, commette un reato, quindi me ne guardo bene.
Anzi, non date credito a chi strombazza, urla e si dimena sul web, per click et similia, vaneggiando catastrofi epocali.
Mi limito a seguire l’evoluzione meteo e stop.
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Post di Pierluigi Randi.
Pensate l'adrenalina se il peggioramento prossimo venturo si presentava in inverno ed era in ballo una potenziale nevicata. Notti insonni a gogo.
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Monitoriamo.
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