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  1. #341
    Vento fresco L'avatar di Stefaninos
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    Predefinito Re: Romagna dal 16 al 22 settembre 2024

    Citazione Originariamente Scritto da giofelix Visualizza Messaggio
    hai scelto te di abitare a rimini.... A savignano è stata tutta neve fin dal primo giorno e si andava da 80 cm periferia sud a 120 cm periferia nord, 150 cm allo stadio
    Idem a Ravenna.. in quanto a neve il 2012 qui non ha eguali. Poi ovvio che non posso paragonarlo al 1985 che fu un evento epocale, soprattutto per termiche e durata

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    ​Aequam memento servare mentem

  2. #342
    Vento forte L'avatar di Tarcii
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    Predefinito Re: Romagna dal 16 al 22 settembre 2024

    Citazione Originariamente Scritto da Kojakteam Visualizza Messaggio
    Spero di non annoiarvi ma ho letto sulla pagina di Emilia Romagna Meteo su Fb questo post che è un po' lungo ma credo ne valga la pena leggerlo in quanto è una ottima analisi delle problematiche del Ns territorio:

    POST LUNGO. Ma doveroso, quindi... buona lettura.

    L'ennesima alluvione in Emilia Romagna, con quantitativi di acqua caduta con picchi perfino superiori al disastro del 2023, riportano alla luce le solite questioni sulla pulizia dei fiumi. Al netto dell'evento eccezionale ecco quindi molte risposte.

    MANUTENZIONE. La manutenzione, che è sacrosanta, va bene per far fronte ad eventi moderati. Quello in atto è tutto tranne che moderato. Se non si analizza il problema partendo da questo fatto, sarà difficile trarre qualche ragionamento serio. Evidentemente il sistema di scolo delle acque, con fiumi ristretti nel tempo, i cui tratti arginati sono stati costruiti molto tempo fa, non sono più sufficienti a far defluire questi carichi idraulici. C’è poco da fare, con questo assetto territoriale, la questione è diventata ingestibile, soprattutto nei confronti dell’attuale e futuro regime di precipitazioni piovose.

    PULIZIA FIUMI. E sulla pulizia dei fiumi quindi?
    Questo concetto precotto, che ogni volta viene ripetuto fino allo sfinimento, trae la sua origine in una distorsione storica, ovvero che “una volta” si facesse manutenzione. In realtà non è così, ma molto semplicemente “una volta” i fiumi godevano di maggior rispetto da parte dell’uomo, come il territorio ad essi circostante.
    Dal secondo dopoguerra in poi, i fiumi sono stati visti come cave a cielo aperto per inerti, sabbie e ghiaie, e aree di scolo in cui far transitare il più velocemente possibile le acque dai rilievi al mare.

    Questo ha fatto si che, soprattutto relativo alle gigantesche estrazioni di sedimenti in alveo, i fiumi iniziassero un processo di incisione dell’alveo stesso, attraverso il fenomeno di erosione che si manifesta sia in maniera regressiva, ovvero a monte di dove io ho estratto i sedimenti, che progressiva, a valle del punto di estrazione.
    I fiumi sono andati incontro quindi ad un processo di canalizzazione innaturale che ha portato numerosissimi problemi con sé, tra cui: aumento della velocità della corrente, aumento dell’incisione, minor espansione e, soprattutto, minor ricarica delle falde acquifere. Perché le falde acquifere più ricche nel sottosuolo sono rappresentate dalle conoidi alluvionali dei fiumi le quali si alimentano attraverso il contatto idraulico diretto con il fiume sovrastante. Se noi trasformiamo il fiume in un canale che cerca la massima velocità, la ricarica del sottosuolo per infiltrazione è ridotta al minimo. Avrete capito che questa problematica è strettamente correlata con le problematiche di siccità degli ultimi anni.

    FIUMI DI PIANURA.
    I nostri fiumi sono notoriamente detti pensili, in quanto l’alveo del fiume è in quota più alto delle campagne circostanti. L’uomo per difendersi ha iniziato a costruire argini, iniziando una lotta infinita, ovvero si alza il fiume ed io alzo l’argine.
    Gli argini sono manufatti vecchi che soffrono per tanti fattori: qualità ed epoca costruttiva, lunghi periodi siccitosi, manutenzione, tane di animali… Quasi mai però leggo, o sento, qualcuno che si soffermi sul parametro più importante: la sezione idraulica. I fiumi/torrenti sono ridotti a canali sopraelevati in pianura estremamente stretti, e questa è un’eredità pesantissima che ci portiamo dal passato. Su questi argini è necessaria la manutenzione, in quanto questi abbiamo e al momento come difesa passiva abbiamo loro.

    Abbiamo però soprattutto sezioni idrauliche ridotte all’osso, argini enormi costruiti in più riprese, e al piede dell’argine manufatti come case ed aree industriali. Se avviene una piena devo quindi pensare in primis alla pulizia? Eh, direi di no in quanto come ha mostrato il Lamone (anche nell’evento maggio 2023), le sezioni di questi “fiumi” non sono in grado di fare defluire forti colmi di piena.

    La pulizia risolve tutto? Bisogna definire cosa si intende per pulizia: l’unica pulizia fluviale che ha senso è la rimozione del legname secco in quanto quello viene subito preso in carico dalle piene e potrebbe creare sbarramenti in sezioni critiche come, ad esempio, ostruire la luce di un ponte. Il resto, sono leggende metropolitane.
    Gli alberi “vivi” rappresentano una difesa idraulica passiva, in quanto sono in grado di far rallentare la corrente idraulica. Pensate che dove non ci sono, vengono impiantate delle opere di ingegneria con la stessa funzione degli alberi, detti pennelli.
    Il cavare sedimento “a mo’ di pulizia” è quanto di più sciocco si possa fare, come dimostrato sopra: aumento velocità, erosione e il sano trasporto solido dei fiumi. Si sano, perché i fiumi portano a mare quel sedimento fondamentale per il mantenimento dei nostri litorali: i fiumi portano sedimento, le correnti marine lo distribuiscono lungo costa e così si sono sempre mantenute le nostre coste. Almeno fino a 70 anni fa, perché poi le pesanti estrazioni di sedimento in alveo hanno rotto questo equilibrio dei fiumi, ed infatti noi emiliano-romagnoli paghiamo una ditta tedesca che, ogni anno, draga la sabbia a 40-60 m dalle coste dell’Adriatico per fare il ripascimento delle nostre spiagge. Geniale no? Ma l’abbiamo cercata noi.

    Le sezioni dei fiumi, quindi, appaiono sempre più insufficienti, in primis perché noi le abbiamo ristrette all’osso, ed in seconda battuta perché il territorio, fortemente cementato e antropizzato è andato incontro all’impermeabilizzazione. Questa strana parola racchiude in realtà uno degli aspetti più critici. Se io ho, ad esempio, un’area di 1 km quadrato a terreno naturale, questa assorbirà le precipitazioni in funzione ovviamente delle litologie di cui è composta, ovvero terreni più permeabili e terreni meno permeabili.
    Se di quel km quadrato metà lo perdo perché ho cementato, asfaltato, rendendo di fatto impermeabile metà della mia area pilota, dove andrà l’acqua che piove? Non verrà mai assorbita e finirà velocemente nelle reti scolanti, quindi nei canali ed infine nei fiumi.
    Si, quei fiumi che già li abbiamo ristretti e poi caliamo giù l’asso come surplus idrico da gestire. E le precipitazioni intense, concentrate, degli eventi estremi mettono la ciliegina sulla torta.

    Quindi quando sentite dire da qualcuno “bisognerebbe dare spazio, o meglio, ridare lo spazio che abbiamo tolto ai fiumi e qualcosina di più ..” non è un pazzo, non è un “verde”, non è un “ambientalista”.
    E’ uno che ha capito come funzionano i fiumi.
    La pulizia radicale non risolve uno stupro al territorio che si è perpetrato per 60 anni.
    Soluzioni possibili? Quando si dice “dare spazio ai fiumi” in molti criticano, storcono il naso, perché non hanno idea delle soluzioni proposte. Nessuno dice di lasciare, soprattutto in pianura, i fiumi al naturale come migliaia di anni fa. Bisgogna concentrarsi su aree di intervento dove qualcosa è effettivamente possibile applicare: devono essere interventi organici e mai interventi spot o puntuali, quelli non servono a nulla.

    Il sistema va "allargato" in maniera da far riprendere di norma certe aree golenali ai fiumi. Inoltre, ci sono le fasce tampone dei fiumi, perse grazie all'incisione, che sono importantissime in in ottica di ricarica idrogeologica e per la biodiversità. Si deve fare in modo di ripristinare i canali abbandonati dalle nostre opere siano ripresi dai corsi d'acqua che tornano a situazione multicanale e non a canale singolo modello "canale scolante" come li vediamo ora.
    In alcuni casi sono stati progettati anche gli arretramenti di argine e/o eliminazione degli stessi. Se riusciamo a fare questo in maniera organica la sezione si allarga e tutto ne trae beneficio. In alcune aree si dovrà giocoforza andare in contro ad espropri, non lo nego, ma i nostri errori di pianificazione li stiamo pagando a caro prezzo.
    In aree critiche dobbiamo prevedere e realizzare aree di laminazione, come casse di espansione e/o aree appositamente allagabili.

    Se non capiamo questo concetto sarà sempre peggio: la cementificazione e il cambiamento climatico comportano un notevole surplus idrico che i fiumi, ristretti fino all'osso, non riusciranno mai a smaltire.

    Foto allegata: da un mio progetto di lavoro comparazione Torrente Enza 1958 (foto aerea IGM - sinistra) e 2022 (immagine satellitare - destra), zona Montecchio Emilia (RE).

    P.s. il Torrente Enza, per i motivi sopra descritti, si è autoinciso di oltre 11 metri.

    Testo di Giulio Torri, geologo


    Allegato 632593
    Intervento davvero interessante, tra l'altro mi sono reso conto dalle immagini dei telegiornali di aver effettivamente visto gli argini del fiume Lamone, dal raccordo autostradale, questo luglio. Rimasi colpito da quanto fosse ristretta la sezione del fiume tra un argine e l'altro, in un tratto pensile, in cui nemmeno c'era troppa acqua.

    In Lombardia non abbiamo situazioni simili, se non nelle basse pianure, ma lì ricordavo come gli argini fossero più vicini ai paesi, lasciando aree golenali alberate. Temo però che questa cosa derivi dalla paura del "grande fiume", visto che alluvioni storiche cancellarono letteralmente interi paesi (nel pavese). Non avendo il problema dei fiumi, però, rischiamo tanto per le frane, molti posti sono a rischio, un esempio è quanto successo al Pizzo Cengalo, poco oltre confine.

    Rimane il fatto che le piogge cadute in questi giorni in Romagna hanno superato pure quanto temevo, ero pessimista ma ho l'impressione che l'Adriatico caldo abbia giocato un evidente ruolo. Adattarsi a questa situazione però è molto complicato in un territorio del genere, così pianeggiante.
    dalla storia si impara che non si impara dalla storia

  3. #343
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    Predefinito Re: Romagna dal 16 al 22 settembre 2024

    Citazione Originariamente Scritto da Marco_bz Visualizza Messaggio
    Beh, le sfighe possono colpire ovunque... a parte Bolzano, dove meteorologicamente parlando non succede mai niente il che potrebbe anche non essere un male

    Sono abbastanza tranquillo, vedo che la bassa Romagna resta sempre ai margini di questi disastri anche perché, come detto, i fiumi in zona hanno un corso più breve e non sono pensili. A parte che a Misano passa solo qualche rio, il Conca è un pelo più in giù
    Certo che se avessi intenzione di trasferirmi nelle zone che hanno subito due alluvioni in un intervallo di tempo risibile, qualche pensierino lo farei Che dispiacere vedere questa gente che perde tutto in un attimo
    Io sono nato qui anche se non sono sempre vissuto qui.Da 0 a 20 anni vivevo a Genova,e passavo qui 4 e piu mesi all'anno(vacanze scolastiche).In liguria ho assistito a piu alluvioni,di cui una catastrofica(1970),quando venivo in romagna i fenomeni meteo problematici potevano essere forti temporali in estate(ma non tornado come lo scorso anno,qualche tromba marina che toccava terra,niente di piu),qualche ghiacciata pesante sulle strade,dovuta a nevicate perlopiu' scarse ma non rare,o a per galaverne ecc.,e soprattutto la nebbia,fenomeno affascinante quanto pericoloso,onnipresente in inverno.Ma roba catastrofica,come gravi terremoti o alluvioni,era assiomatico che inromagna non succedessero,o cosi' credevo forte del ricordo di decenni di calma.Evidentemente qualcosa nel clima si e' rotto,e il territorio non regge piu.
    Onore a tutti i fratelli caduti nella lotta contro il potere e l'oppressione.

    "nel fango affonda lo stivale dei maiali..."

  4. #344
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    Predefinito Re: Romagna dal 16 al 22 settembre 2024

    Buonasera...

    Gionata soleggiata con qualche cumulo sparso.Temperatura gradevole...

    Massima + 22.3°C...

    Minima + 15.6°C...

    Temperatura attuale + 18.1°C...

    Pressione 1020.3 hpa...

    Vento da n 0.0 km/h...

    Umidità 86%...

  5. #345
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    Predefinito Re: Romagna dal 16 al 22 settembre 2024

    Ieri giornata a tratti variabile minima +14.5 max +22.6.

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  6. #346
    Burrasca forte
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    Predefinito Re: Romagna dal 16 al 22 settembre 2024

    +13 nebbia a Gallo di Petriano come da foto.

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  7. #347
    Burrasca forte
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    Predefinito Re: Romagna dal 16 al 22 settembre 2024

    Citazione Originariamente Scritto da mirco Visualizza Messaggio
    +13 nebbia a Gallo di Petriano come da foto.Immagine


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    Mentre scattavo partito leprotto a 4 metri da me Romagna dal 16 al 22 settembre 2024

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  8. #348
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    Predefinito Re: Romagna dal 16 al 22 settembre 2024

    Cielo quasi velato qui a Boncellino (RA), vento assente e temperatura minima di +11,3°c.

    Ieri, temperatura massima di +24,7°c.

  9. #349
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    Predefinito Re: Romagna dal 16 al 22 settembre 2024

    Buongiorno e buona domenica...

    Soleggiato con velature...

    Minima 15.9°C...

    Temperatura attuale + 17.4°C...

    Pressione 1018.7 hpa...

    Vento da n 1.6 km/h...

    Umidità 81%...

    Italia Centrale ed Appennino Autunno 2024-webcam.jpg

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