Groenlandia est e isole artiche, ultimi 100 anni:
Greenland est e isole artiche|Global Warming, monitoraggio Clima
Grazie della segnalazione, sono stato via tutto il mese, per buona pate in montagna a fare trekking e qualche tour su qualche ghiacciaio (), ma anche partecipando ad un interessante seminario sulle variazioni del ciclo del carbonio in relazione al suo più grande serbatoio: l'oceano. Sono usciti spunti molto aggiornati ed interessanti e ho visto anche qualche poster davvero interessante. Riferirò qualcosa più avanti.
Il paper che hai postato l'ho letto di sfuggita: non mi pare che aggiunga molto, il climate shift di fine anni 70 è ben noto e d'altra parte gli autori dimenticano aspetti imho significativi, come la transizione dal dimming al brightening che avviene all'incirca in quel periodo o poco dopo.
Avevamo poi già discusso a lungo sull'impossibilità, da parte dei modelli, di prevedere la principale sorgente di variabilità interannuale, l'ENSO.
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Sto notando che ci sono notevoli incongruenze per quel che riguarda la probabile (ma non ancora sicura) prossima fase di Nino. Mentre le SST del Pacifico equatoriale sono già da 3 mesi in stato Nino-like, l'atmosfera sembrerebbe "opporsi" e inibire l'emergenza del fenomeno, rimandendo fino a poco fa ancora in stato prettamente Nina-like. L'indice SO neutro/positivo (pur se in ribasso) e, ad es., la persistente fascia di HP sul pacifico sudorientale al largo del Sudamerica ne sono una testimonianza. Con tutte le possibili conseguenze teleconnettive e termico/idrodinamiche tropicali del caso......credo che anche in Europa qualcosina, questa strana situazione, abbia potuto portare. Come già lo scorso inizio inverno, assistiamo insomma ad un inizio di "Nino oceanico" ma al momento è ancora ben lungi dall'esserlo dal punto di vista atmosferico.
Mi sorge il sospetto che, se non sarà una stagione di transizione in neutralità, il possibile prossimo Nino potrebbe essere davvero deboluccio.
Eviterei, quindi, fuorvianti paragoni con annate come il 1997 (atmosfera e oceani assai diversi) o anche il 2002. Anche il 2006 fu cmq diverso, perché quell'intenso ma effimero colpo di Nino fu chiaramente "abortito" quasi sul nascere dalle altissime SSTA+ indiane.
~~~ Always looking at the sky~~~
Comunque sebbene il Soi sia in ribasso, ormai prossimo alla neutralità, la Pacific Decadal oscillation sta ritornando verso valori negativi dopo il rialzo che ha avuto a giugno. Quindi secondo me, sebbene il Soi lascia presupporre ad un rinforzo del Nino, i valori della Pdo ne potrebbero determinare un indebolimento se non addirittura una neutralizzazione. L'atmosfera si sta opponendo al Nino in maniera non indifferente come un linfocita T-killer nei confronti di un virus o batterio. Con ciò significa che l'episodio di Nino potrebbe essere abortito: se nei mesi di agosto e di settembre vi continuerà ad essere tale opposizione, si tratterà di aborto. Se la Pdo continuasse a scendere, il Nino non arriverebbe a Natale !!! Si vedrà l'evoluzione nei prossimi mesi.![]()
Attendo ansiosamente !
Steph, il brightning ha riguardato solo una piccola parte di globo, europa, USA est e quindi probabilmente l'Atlantico settentrionale. Non credo che abbia un peso notevole globalmente. Ma se hai dati a riguardo postali !
Ho notato anche io le incongruenze ENSO e segnalato varie volte queste stranezze (credo nell'altro Forum).
Situazione veramente strana, con AO record in giugno e probabilmente Luglio, fase di AAO- impressionante anche se questa c'e' stata altre volte nell'inverno antartico (esempio 2007 ancora + forte) ma non con anomalie al suolo di quel tipo (+4° medi in due mesi) !!!
Intanto spunti sempre interessanti e saggi, anche se, a mio avviso ovvi, arrivano da Roger Pielke:
Climate Science: Roger Pielke Sr. Research Group News The Importance Of Regonal Climate Forcings
This post provides a brief overview of why regional climate forcings are first order in terms of affecting atmospheric circulation patterns which are the reason for such weather events as droughts, floods, tropical cyclones and so forth. A global average radiative forcing, such as emphasized in the 2007 IPCC report, fails to capture these forcings, and indeed, obscures their significance.
In pratica una critica al modo di affrontare le cose dell'IPCC.
Alaska, il GW e la PDO:
Alaska, il GW e la PDO|Global Warming, monitoraggio Clima
GW ? No grazie, PDO !![]()
PDO? Certo, come dire: GW!
http://forum.meteonetwork.it/meteoro...ndo-gw-26.html
Post #254, terzo punto.
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~~~ Always looking at the sky~~~
Puoi dire cio' che vuoi ma la realta' dei dati dell'Alaska e' quella, senza alcun dubbio, e potra' pure esserci il trend di fondo di uscita dalla PEG (o AGW o quello che vuoi) anche sulla PDO secolare ma i dati parlano chiaro:
PDO:
Alaska:
Tu concludevi:
Si, certo, non e' la PDO a costruire il trend di fondo ma le grandi oscillazioni climatiche di medio termine SI !La PDO non causa il GW, non lo forza, essendo essa stessa parte del fenomeno.
Probabilmente, pur essendo l’area soggetta alla PDO molto vasta, il fatto di essere cmq una sottoarea e quindi con un dataset temporale più ridotto rispetto a quello globale, fa in modo che la PDO appaia più esposta al “rumore di fondo” rispetto alla serie temporale delle T globali.
Io ti rispondevo:
Questi fenomeni, interni al sistema Oceano-atmosfera, distribuiscono o assorbono calore in atmosfera per il tramite di calore e umidita' e loro feedback (albedo principalmente, terrestre e atmosferico).La PDO non e' che un segnale di un cambio di qualcosa che impatta:
- L'area ENSO innanzi tutto
- La forma delle Rossby medie
- La zona nord atlantica
Non ho MAI detto che abbia a che fare con il trend di fondo (oceanico) che invece io associo prevalentemente a questo fenomeno:
- forcing solare di lungo periodo
- lieve contributo radiativo atmosferico (1-10%)
Ma io ti chiedo una cosa:
- ma SE la PDO ha un impatto cosi' potente su una zona cosi' importante per il VP del NH e anche per l'artico (essendone a ridosso), come puo' questo non essere forte attore di tutto il GW del NH e globale nel medio periodo ?![]()
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