Se non si era capito, non mi accanisco contro la notizia in sé... che vera o falsa è tutta da vedere, magari con fonti più autorevoli, e specialmente magari ascoltando anche l'altra campana - condizione INDISPENSABILE per trarre dei giudizi, non scordatevelo mai.
Io mi accanisco solo contro la fonte, credibile come le farneticazioni di un fanatico. E ve lo dice uno che ha commesso l'errore gravissimo di farne parte.
Per inciso: i blog su internet, specie quelli degli opinionisti, sono le ultime cose di cui mi fido al mondo. Mai vista la realtà essere più piegata e distorta per aderire forzatamente a questo o quel credo (vedi blog di Simon).
"You are not entitled to your opinion. You are entitled to your informed opinion. No one is entitled to be ignorant." (Harlan Ellison)
Capisco la tua prudenza Fenrir, hai pienamente ragione, anche io ho una certa diffidenza verso le dichiarazioni ufficiali di greenpeace, Al Gore, o exxon mobile, shell, chevron o altro. Altrettanto verso blog sul sole e il clima come quello di Simon ( anche io lo considero troppo di parte, sopratutto per quel che riguarda le considerazioni meteoclimatiche in esso riportate ) o altri blog della rete che seguo con una certa continuità.
La prudenza è una buona cosa.
Io, certo da non esperto, e quindi neppure lontanamente al livello delle competenze di Steph ( che saluto sempre con ammirazione ), mi sono fatto le mie idee soppesando varie fonti di informazioni e le mie competenze (scarse nel mio caso, in fatto di clima), e questo è lecito e auspicabile avvenga per tutti.
La mia idea è che alcune compagnie petrolifere hanno in passato boicottato le fonti di energie rinnovabili, e pagato alcuni scienziati per diffondere informazioni rassicuranti su un riscaldamento climatico non di origini antropiche, al fine di avere un forte ritorno economico dagli investimenti nelle costosissime infrastrutture di estrazione, trasporto e raffinazione del petrolio. Il loro obiettivo è di vedere rendere il più possibile il loro modello di businness (naturalmente), ma a questo punto sono le stesse compagnie petrolifere ad iniziare a diffondere notizie sulla depletion sempre più evidente, e sulla necessità di informare i governi ( è notizia di appena pochi giorni fa di un meeting avvenuto in UK, al riguardo, in cui si è confermato che la scarsità inizierà in modo serio tra 3-4 anni ) sulla fine del petrolio a buon mercato e la necessità di ricorrere ad altre fonti di energia ( carbone, rinnovabili, biomasse ). Il prezzo attuale del petrolio è un prezzo "politico" pari al costo di estrazione del barile del giacimento tra i più marginali oggigiorno utilizzati, l'obiettivo è quello di spremere gli ultimi giacimenti più remunerativi fino all'ultima goccia. Al contrario però si stà gia incominciando a preparare la popolazione alla prossima scarsità di petrolio e alla crisi energetica ormai alle porte, e si è influito sulle proiezioni dell'IPCC, testimoniato dallo scandalo del Climate Gate.
Ultima modifica di domenicix; 06/04/2010 alle 10:55
Che le compagnie petrolifere abbiano tentato in ogni modo di mettere i bastoni tra le ruote alle ricerche sulle energie rinnovabili è un dato di fatto (uno dei pochi).
Considerando poi quanto sono legate ai governi di praticamente tutti i paesi dell'occidente industrializzato, si capisce quanto una collaborazione simile sia estremamente efficace, a discapito della ricerca scientifica che ne esce ancora una volta con le ossa rotte. La divulgazione poi ultimamente è diventata ancora più difficile perché nell'era di internet in tantissimi si sono improvvisati scienziati dall'oggi al domani sfogliando qualche pagina di wikipedia e un bignami online, e hanno intasato letteralmente la rete con opinioni spesso dubbie o totalmente errate, che fanno proseliti però tra coloro che vogliono credere per partito preso a determinate teorie, indipendentemente dalla loro veridicità (e nel mio piccolo me ne accorgo quando parlo della Scandinavia *reale* e dalle risposte che ricevo).
EEergo, quel che dice Greenpeace per ora mi sembra la solita sparata sensazionalista il cui grado di veridicità è tutto da vedere, al cui fondo però c'è un fatto - quello della corporazione cattiva che uccide il pianeta per trarne guadagno - che già al tempo delle canzoni dei Beatles era un fatto trito e ritrito.
Se proprio è tutto così vero e lapalissiano, basta con il gommone accanto alle baleniere, basta con gli articoletti su internet di cui tutti si scorderanno agli squilli di tromba dell'inaugurazione dei mondiali di calcio.
Vogliamo fatti. Denunce. Gente che si muove. Voglio Erin Brokovich o come diavolo si chiamava. Processi istantanei per tentato sterminio di massa e tentata ecatombe ambientale. Voglio vedere la corte marziale nelle sedi di tutte queste industrie colpevoli. Il solito bla bla bla bla che come scopo ha un "ve l'avevo detto io" quando (e se) la ehm... "cacca" verrà a galla per me vale 0.
Ultima modifica di Fenrir; 06/04/2010 alle 10:48
"You are not entitled to your opinion. You are entitled to your informed opinion. No one is entitled to be ignorant." (Harlan Ellison)
Soldi buttati via, in quanto si deve presupporre che il riscaldamento globale (che ESISTE, non è questione di negarlo o meno) sia antropogenico, cosa che è ancora dibattuta e soprattutto non dimostrata
Il problema è che la teoria dell'AGW ha lavato talmente tanti cervelli che ora si ritiene che tutti coloro che hanno un idea difforme dal consenso o siano pagati dalla ExxonMobile o siano dei "negazionisti", come gli ufficiali delle SS
Si, condivido; forse la stampa generalista, sempre alla ricerca della "sensazione" ha visto che si può creare interesse dicendo anche cose meno grossolane e più documentate.
I finanziamenti di certe compagnie alla disinformazione sui cambiamenti climatici sono arcinoti, ormai fatti e cifre sono riportate anche sulle enciclopedie....
Naturalmente sono le cose che i blog di parte tacciono.
Marco Pifferetti Albinea - Reggio E.
http://marcopifferetti.altervista.org/index.htm
Io credo che le "compagnie petrolifere" se ne strafreghino di cosa scrivono i giornali sul clima e tanto meno pagherebbero per scrivere questa o quella cosa. L'indolenza ambientale della popolazione occidentale che vota governi ambientalmente indolenti è la loro tranquillità e la loro forza, unitamente alla certezza che i governi dei paesi emergenti mettono oggi le tematiche ambientali all'ultimo posto delle proprie agende.
Io comunque per molto meno nego qualsiasi cosa; nego verbalmente, per telefono ma anche per e-mail e per fax, basta che ci mettiamo daccordo sul prezzo.
Non sono sprovveduti, se investono e continuano a farlo, certamente il tornaconto c'è e forse non è nemmeno tanto nascosto.
Poi che il riscaldamento globale sia prevalentemente di origine antropica sappiamo che non è verità assoluta, però sappiamo anche che ha una solida spiegazione teorica ed è confermato da molti dati osservativi.
Nessuno può attendere le certezze assolute, probabilmente nemmeno le compagnie petrolifere, che mentre si preparano ad investire anche sulle rinnovabili, non smettono di tirare l'acqua al mulino delle esauribili, e non è cosa che debba stupire.
Marco Pifferetti Albinea - Reggio E.
http://marcopifferetti.altervista.org/index.htm
Però bisogna dire una cosa
La stampa citata da Andrea Corigliano è la stessa che al contrario tenta di dimostrare il GW con i termometri assolati delle farmacie che indicano 47 °C
Io personalmente, per mia indole, tendo a condividere le posizioni aperte
Ci sono molti ricercatori che prendono in considerazione sia le forzanti naturali (non come l'IPCC), che il possibile contributo antropico
Io, da ignorante che sono, da quel poco di informazione che ho recepito, propendo decisamente per le cause naturali del cambiamento climatico in atto
Penso che l'attività antropica (deforestazione in primis), possa influenzare il microclima di una certa zona, ma sia inefficace ad incidere su scala globale, dove predominano incontrastate le forzanti naturali
Ad ogni modo ritengo disgustante la campagna di ostracismo attuata dall'IPCC nei confronti delle teorie "alternative"
Per quanto è innegabile che la green economy sia necessaria nel prossimo futuro (e lo dico con convinzione......), allo stesso tempo è innegabile che l'ecocatastrofismo sia diventato un business
Sai bene che il discorso è lungo e complesso non è probabilmente questa la sede più adatta per riprenderlo; solo uno spunto di riflessione al di là del dibattito scientifico; leggendo la storia del clima a puntate sul sito di Andrea Giuliacci troviamo che in ogni momento della storia climatica del pianeta l'effetto serra è sempre stato uno dei fattori determinanti per il clima globale; è davvero ragionevole pensare che un aumento di gas serra prodotti (per la primsa volta non in modo naturale ma dalle attività antropiche), sia davvero ininfluente sul clima globale?
Sito ufficiale del meteorologo e climatologo - Andrea Giuliacci
Marco Pifferetti Albinea - Reggio E.
http://marcopifferetti.altervista.org/index.htm
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