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Chiaro che è una visiona catastrofica ma non è di certo così remota.
La stagione comincia tra 3 mesi? ufficialmente inizia il 1° di giugno
ti elenco alcuni uragani che sono entrati nel golfo di messico tra giugno e luglio.
Dolly 20-25 luglio 2008
cindy 3-7 luglio 2005
Dennis 4-13 Luglio 2005
Emily 11-21 luglio 2005
Claudette 8-17 luglio 2003
Danny 16-26 luglio 1997
Bertha 5-14 luglio 1996
Cesar 24-29 luglio 1996
Allison 3-6 giugno 1995
Erin 31 luglio 1995
Gli esperti parlano di almeno 3 mesi per sistemare la falla, poi se la sistemano prima tanto meglio ma per ora le informazioni a mia disposizione sono queste.
dunque in 15 anni abbiamo 10 uragani passati nel Golfo del Messico prima della fine di luglio, quindi c'è circa il 67% che un uragano passi nel Golfo entro luglio.Poi alcuni anni ce ne sono stati adirittura 3 ma questo si sarebbe catastrofismo
Non ho tenuto conto delle decine di tempeste tropicali che si sono abattute in quanto ho appunto citato uragani ma di certo una tempesta in quelle zone non farebbe bene.
Basta leggere quello che scrivo completamente, invece di fermarti alla singola parola togliendola dal proprio contesto
Se leggi bene, l'ho chiamato "sputacchio" in relazione a un "disastro apocalittico" in grado di distruggere la terra, non perché lo trovo un evento ininfluente di per sé. E' più chiaro ora?
Noto negli ultimi anni una forte voglia di "dramma a tutti i costi" nell'umanità.
"You are not entitled to your opinion. You are entitled to your informed opinion. No one is entitled to be ignorant." (Harlan Ellison)
Alessandro Tarable
La mia stazione Netatmo: https://weathermap.netatmo.com/?stat...ee:50:a5:a6:98
Io ho sentito alla tv italiana che infatti ci vorranno circa 3 mesi per spostare sul luogo dell'incidente altre piattaforme galleggianti e trivellare lo stesso giacimento di profondità da cui ora c'è la perdita di greggio, e depressurizzare così in parte il giacimento stesso, e poi intervenire con una non meglio precisata colata di calcestruzzo ( mai provata prima a tale profondità marina di circa 1,5 km ) sui tubi che perdono petrolio attualmente. In bocca al lupo a tutti gli abitanti degli stati costieri che si affacciano sulla zona del disastro ecologico in atto!!
Sarà molto probabilmente un evento pernicioso per l'ecosistema acquatico e rivierasco di quelle zone, e per l'economia turistica e della pesca, ma è anche il rischio implicito nell'autorizzare le trivellazioni offshore ( tra l'altro costose e quindi a basso EROEI ).
Spero che quest'anno non arrivino neanche uragani in quella zona e sopratutto prima che la fuoriuscita sia stata tamponata in qualche modo e la marea nera sia stata aspirata alla men peggio, per lo meno.
Non voglio nemmeno pensarci ai gravissimi danni che potrebbe causare una combinazione di eventi così estremi da te ipotizzati, e non di certo fantasiosa e peregrina per il Golfo del Messico.
Ma un incidente del genere e' gia' capitato prima oppure siamo dei debuttanti ?
Quello che mi preoccupa e' che non e' il solito incidente con la petroliera contenente una quantita' nota di greggio, qui non si sa ancora quanto ne uscira' alla fine (sempre che non ci sia da aspettare che smetta da solo).
Altra cosa, una patina oleosa sempre piu' estesa sulla superficie del mare non interferira' con l'evaporazione naturale dell'acqua e di conseguenza in qualche modo con il clima ?
- Una volta eliminato l'impossibile, ciò che resta, per quanto improbabile, dev'essere la verità -
Stazione meteo: Denitron Meteo
Uragano o non uragano, è importante definire due cose:
1) gli idrocarburi galleggiano perché sono più leggeri dell'acqua;
2) gli idrocarburi non si mischiano con l'acqua nemmeno con il mixer: originano al più solo delle emulsioni, dopo un certo tempo siamo al punto di partenza con la cappa di idrocarburi che riveste la superficie marina.
Mettete 3/4 cucchiai d'olio da cucina in 3 dita d'acqua: mischiate quanto vi pare, dopo qualche ora rivedrete comunque la cappa d'olio in cima e l'acqua in fondo.
Questo è il problema.
Apocalisse?
Sì, se si guarda al tutto non da un punto di vista mondiale ma locale (si dice approccio lagrangiano) ovvero riferendo gli eventi al sistema Nordamerica (che non è poco):
1) si tratta di una delle principali zone di pesca del Nordamerica;
2) il delta del Mississippi è una delle zone umide più importanti del globo, oltreché protetta da numerose convenzioni internazionali (Ramsar in primis) che potrebbero far passare un brutto quarto d'ora ai responsabili del disastro anche in sede di causa civile e risarcimento;
3) la città di New Orleans sarà interessata raggiunta dagli idrocarburi (e anche dall'olezzo, che vi assicuro non è poco, vi rammento che si tratta di composti carcinogeni di primo grado).
Se la marea raggiunge le paludi, resterà lì 20-30 anni, perché questi sono i tempi di metabolizzazione naturale degli idrocarburi da parte dei batteri.
Si tratta del principale ecosistema (quelle delle paludi del Golfo del Messico) non solo nordamericano ma mondiale.
Per gli americani è la prima volta che si verifica un collasso di una piattaforma in un bacino chiuso: le altre erano in aperto oceano, dove le dimensioni del contesto aiutavano sia a circuire la chiazza sia a digerirla con batteri introdotti appositamente.
Vi ricordo che, parlando di causa civile, non siamo in Italia:
esiste una legge che permette di condannare chiunque (cittadino o grandi multinazionale che sia) a risarcire i danni ambientali se questi coinvolgono una specie in via di estinzione e a bloccare la linea di produzione che li ha originati.
Handyman, c'è da rabbrividire per i danni potenziali di questo disastro, e tutto questo per la corruzione generale da parte delle mutinazionali verso i governi e per la protervia e l'avidità degli azionisti, e degli amministratori e managers con le stock options!!!
Purtroppo questi sono i tempi. E questo è il rischio di andare a raschiare il "fondo del barile", ossia i giacimenti profondi o più marginali o il petrolio non convenzionale.
Sarebbe interessante capire se e come la pellicola impermeabile di olio sulla superficie del golfo potrebbe interagire nella termodinamica dell'eventuale uragano.
“Sopra le nuvole il meteo è noioso”
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