Molto interessante notare come si sia propagata verso ENE e non abbia invece interessato omogeneamente il territorio circostante così come viene erroneamente rappresentato quando si ha una scossa (con cerchi concentrici simili ad un sassolino dello stagno).
Sarebbe anche opportuno capire che tipo di sottosuolo c'è nei pressi di Giulianova visto che è stata in pratica "protetta" ad E con pochi effetti in superficie.
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Esattamente Tore. Proprio quello che scrivevo , qualche giorno fa, sul fatto che una Magnitudo da sola non spiega proprio tutto. Per quanto riguarda i sottosuoli , avevo letto che non siamo ad un livello di conoscenza molto elevato.
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...interessante notare anche come ci siano state delle "amplificazioni" (rispetto alle zone circostanti) nella piana del Fucino, piana di Rieti e la zona Perugia-Foligno-Spoleto-Terni. E anche lungo tutto il corso del Tevere si notano valori più elevati rispetto alle zone immediatamente adiacenti.
Altitudine: 274m
Potrebbe essere davvero utile per rivedere la mappa della sismicità italiana.
Sarebbe utile davvero poter generare dei piccoli terremoti strumentali (bassa Ml) e studiare il comportamento del suolo senza dover aspettare un evento piu o meno importante o catastrofico.
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Intanto un'altra scossa di 3.9. Dalla mezzanotte sono ben 6 le scosse superiori a 3 nelle due zone attive a nord dell'epicentro!
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Ma il comportamento del suolo è già noto, basta prendere una mappa geologica per vedere la composizione del terreno sottostante.
Ora non so fino a che quota lo si sia studiato ma credo che ogni comune abbia una mappa dettagliata del sottosuolo.
Ciò che manca è la cultura e la legge. Forse sarebbe il caso di inasprire i controlli sugli edifici presenti su zone sabbiose e addirittura vietarne la costruzione di nuovi se non disposti di tutti gli adeguamenti necessari.
È cosa nota che i terreni "soffici" non rocciosi (come i sedimenti fluviali o lacustri) creino effetti di amplificazione.
“Sopra le nuvole il meteo è noioso”
Mi spiego meglio, ad oggi viene presa in considerazione l'area sottoposta al raggio d'azione della faglia.
In alcune zone "lontane" da quest'area, ritenute quindi più sicure, non è raro vedere aree colpite maggiormente proprio a causa della tipologia del sottosuolo.
Nella mappa proposta da @Nico, è in netto risalto come, ad esempio la valle del Teverone accentui le onde sismiche.
Altro esempio è il terremoto di Tuscania, un "banale" 4.46Ml che ridusse in macerie la cittadina.
Oppure quello terribile del 1693 della Val di Noto che, a discapito di una maggiore distanza dall'epicentro, vide l'antica cittadina di Occhiolà completamente distrutta.
Quindi è opportuno inserire anche questo fattore nelle tante considerazioni del rischio terremoto.
Anche nel terremoto dell'Emilia ci furono danni grossi a Carpi o Bastiglia che erano piuttosto distanti dall'epicentro. Ricordo benissimo di aver visto a Rovereto un lato della strada con le case crollate e dall'altro lato nulla nemmeno un graffietto!
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