Vorrei capire però cosa intendi con mondo dell'informazione. I media italiani? Proclami sensazionalistici su Facebook?
Quella non è informazione scientifica. Nel settore energetico (quello che si basa su dati, sulla letteratura scientifica) l'energia nucleare viene presa in considerazione da tempo in quanto fondamentale nel mix energetico per la decarbonizzazione. Persino l'IPCC, con le sue resistenze all'utilizzo di tale tecnologia, nei 4 scenari possibili previsti nei prossimi anni vede un aumento necessario dell'ordine di qualche centinaio di punti percentuale (lo scenario più probabile è un aumento, se non ricordo male, intorno al 260%, aumento comunque ampiamente sotto-stimato dato che non tiene nemmeno in conto i reattori modulari, e considerati gli ostacoli politico-sociali).
Qualche giorno fa è anche uscito un altro report contenente un'analisi dell'UNECE, che ribadisce la totale impossibilità di raggiungere gli obiettivi prefissati senza l'ampio utilizzo di tale tecnologia. Non parla quindi di ritardi, di difficoltà, di costi, ma di una reale impossibilità. E' una presa di posizione molto pesante e sicuramente più netta rispetto ad altre agenzie internazionali, che ne evidenziano spesso soltanto i benefici, senza sbilanciarsi a definirlo fondamentale. Ma dalla scienza e dai numeri non si scappa, ed è questione di tempo
International climate objectives will not be met if nuclear power is excluded, according to UNECE report | UNECE
quindi secondo te quel link che posti sopra arriva all'opinione pubblica?
Gli ostacoli politico-sociali sono rappresentati dai media:
Allarme clima: 'La temperatura aumentera fino alla meta del secolo' - Clima - ANSA.it
Co2 record da 2 milioni di anni, l'allarme dell'Ipcc - Ultima Ora - ANSA
Si parla di soli tagli invece di parlare di cattura del carbone che è 10 volte meno costosa.
Senza tagliare le emissioni virando verso metodi di produzione che garantiscono un impatto molto contenuto (es. nucleare e rinnovabili aleatorie), che senso ha il sequestro di carbonio?
Stai forse dicendo di continuare a bruciar combustibili fossili ad oltranza e nel frattempo tamponare con CCS e simili? Scusami ma è una gran cavolata. Si tratta di tecnologie altamente energivore, che necessitano di energia pulita per il funzionamento altrimenti non ne vedo il senso.
E poi non ho capito una cosa. Mica sostenevi che l’impatto umano sul riscaldamento globale è praticamente nullo? A cosa serve quindi il sequestro di carbonio dall’atmosfera?
Infatti le abbiamo tagliate e le stiamo tagliando.
Il punto non è demonizzare quella o quell’altra soluzione ma attribuire a tutte il giusto ruolo nella nostra strategia ambientale.
non ho scritto questo, quello che abbiamo fatto dobbiamo ovviamente continuare a farlo e demonizzare il combustibile fossile non è la soluzione.
il punto è che l'imparro umano è sempre esistito o si entra nell'ordine delle idee che la risorsa migliore del pianeta e la risorsa umana oppure continuiamo a fare karakiri come Greta e AlGore che si limitano a chiosare che abbiamo fatto poco.
Sono 30 anni che stiamo sbagliando completamente la direzione della strategia demonizzando l'una o l'altra cosa.
Ultima modifica di Alessandro(Foiano); 17/08/2021 alle 17:13
Ma la CO2 non è rimasta sempre costante per poi aumentare nell’era industriale, anzi ha avuto alti e bassi, quindi vuol dire che la natura riesce a smaltirla, con i suoi tempi ma lo fa.
Al tempo stesso, per cause naturali potrebbe pure aumentare.
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Insomma, oggi l'81% dell'energia a livello mondiale viene generata tramite i combustibili fossili. Considerando questi dati, già postati in un'altro thread, non capisco il ruolo che debbano avere in una transizione ecologica. Come già dicevo forse avrebbe senso una piccola percentuale di gas (ma nell'ordine del 5%) soltanto per coprire gli eventuali picchi.
- Eolico: 12g CO2 per ogni kWh
- Nucleare: 12g CO2 per ogni kWh
- Solare: 45g CO2 per ogni kWh
- Gas: 490g CO2 per ogni kWh
- Carbone: 820g CO2 per ogni kWh
Il problema dei media non è la demonizzazione dei combustibili fossili, quanto la mancanza di un'analisi critica nei confronti del tema. E' più pericoloso far credere che le sole rinnovabili aleatorie possano compensare l'eventuale spegnimento di centrali a carbone, dato che poi ci si scontra con la realtà (Germania). E' un problema di cultura scientifica.
E sicuramente la strategia non è nemmeno quella di negare che l'aumento di CO2 sia di origine antropica. Dal punto di vista fisico non è molto distante dal sostenere che la terra sia piatta.
Più che altro nell'informazione bisogna entrare nell'ordine delle idee che la risorsa umana è stata utile a sprecare meno risorse possibili del pianeta, negare questo significa che utilizzando i combustibili fossili non abbiamo ridotto le emissioni.
L'impatto umano è sempre esistito prendiamo per esempio gli incendi,in parte causati da esseri umani:
quando mai l'informazione diffonde notizie che oggi nel mondo ci sono minori aree incendiate(e quindi meno emissioni da incendi) e che ci sono più foreste?
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The Collection 6 MODIS burned area mapping algorithm and product - ScienceDirect
Remote Sensing | Free Full-Text | Satellite Leaf Area Index: Global Scale Analysis of the Tendencies Per Vegetation Type Over the Last 17 Years | HTML
https://www.nature.com/articles/nclimate3004
Tra l'altro sulla vegetazione non mi pare mai di aver letto sui lanci dell'ANSA che le simulazioni sottostimino parecchio la capacità di questa, specialmente alle alte latitudini, di assorbire anidride carbonica:
https://www.nature.com/articles/s41467-019-08633-z
"This, together with another recent study, suggests that most models are underestimating photosynthetic carbon fixation by plants and thus possibly overestimating atmospheric CO2 and ensuing climatic changes."
Quando si cerca di sostenere che scienza e media non coincidano con l'informazione, qualcuno dovrebbe spiegarmi perchè per esempio, a proposito della deforestazione in Brasile, la maggior parte del suolo rubato finisce per essere coltivato a biocarburanti, per soddisfare le strane voglie di privarsi dell’uso dei combustibili fossili anche dei paesi europei, i cui scienziati però chiedono contestualmente alle Nazioni Unite di intervenire proprio con il Brasile per ridurre la deforestazione:
https://www.ansa.it/canale_ambiente/...e10fcfb33.html
Tutto ció che citi, nel problema del climate change, purtroppo ha una rilevanza marginale. La soluzione al problema non è la riforestazione (che, ripeto, ha un senso in contesti locali, e quindi parliamo ancora di micro e non di macro) come ampiamente giá dimostrato nella letteratura scientifica.
In una transizione energetica i combustibili fossili non possono avere alcun ruolo, se non quello di causare un aumento di morti precoci per inquinamento ogni anno. L’esempio della Germania, con l’aumentato utilizzo di carbone, è eclatante in tal senso (+1100 morti all’anno). Ah peró, la stessa risorsa umana, come la definisci tu, sta anche ricorrendo sempre più all’uso di lignite.
Le tecnologie per rimpiazzare questo scempio esistono, e molti sono anche settori in cui la ricerca è davvero promettente.
Se peró vogliamo tenerci i 9 milioni di morti all’anno per inquinamento, il costante aumento delle temperature globali con i problemi annessi, allora basta dirlo. Ma la discussione è chiaro debba finire qui
Mi sembra un pò troppo ottimistica questa valutazione, dagli incendi alle aree boschive. Forse bisognerebbe vedere se l'algoritmo che calcola queste misurazioni è ben tarato. Magari aree arboree miste ad aree erbacee vengono computate più o meno allo stesso modo, per non parlare poi delle foreste allo stato naturale ancora non degradate e la perdita della biodiversità. Ad ogni modo sottoscrivo l'ultimo periodo del tuo discorso, in nome di una ipotetica riduzione di CO2 si fanno scelte folli a volte, con in più il risultato che la CO2 aumenta ancora di più. I biocarburanti è l'idea peggiore che si possa immaginare, anche perchè tralasciando aspetti sociali e di biodiversità nefasti, si favorisce un ciclo accelerato della CO2 che finisce per accrescere la porzione di CO2 in atmosfera rispetto a quella conservata nell'humus, cosa che avviene invece per quest'ultima nelle aree forestali.
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