Come detto sopra, è importante valutare anche "chi" presenta la richiesta, ovvero, mettere a fuoco bene che cosa si vuole fare. Esemplifico:
- proporre al Comune che fra i vari interventi "culturali" preveda e costruisca una stazione meteo
- chiedere di poter costruire una propria stazione meteo (ma in questo caso, diviene un fattopersonale e il problema non si pone...)
- offrire al Comune la possibilità di avere una stazione meteo - adeguatamente gestita e la cui utilità e risultati ricada su tutta la comunità - a fronte di un finanziamento unatantum o di un qualche altro tipo di sostegno economico (es. concessione di un'area comunale specifica, di cui il Comune stesso si accolli il pagamento dell'affitto a sè stesso... fa ridere, ma formalmente il giro spesso è questo).

Quest'ultimo caso richiede in genere l'azione da parte di un'Associazione Culturale regolarmente costituita e riconosciuta no-profit (accertati bene su questo punto perché la normativa è abbastanza precisa, ma molti non la conoscono), che abbia fra gli scopi statutari un'attività a cui la stazione meteo possa ricondursi (al limite anche solo scopi didattici e di divulgazione della cultur scientifica, o cose del genere).

Si tratta quindi di entrare in un'Associazione adatta, e partire da lì. Per esperienza, non è facile.
Le associazioni sono piccoli universi a se stante, in genere con pochi fondi, e quindi un nuovo socio che entra per proporre subito un'idea costosa può essere guardato male. tanto più che, in fase di progetto, occorre mettere in conto la possibilità di non avere un sostegno economico al 100%, e quindi occorre anche che l'associazione abbia i fondi.

Molto più semplice è, secondo me, trovare un gruppo di persone interessato all'argomento, e fondare un'associazione no-profit apposita (tipo "Amici della meteorologia", o cose del genere), che abbia quindi fra gli scopi statutari anche quello di rilevare e divulgare dati meteorologici relativi al territorio comunale e/o provinciale. Meglio sottolineare anche la posisbilità di mettere in relazione i dati con quelli di altre stazioni per ricavare un'utilità per un'area più vasta, tipo appunto la provincia, in modo da porre le basi per risultare "più interessanti": oggi si tende a promuovere l'associazionismo che "fa rete", ovvero collabora in strutture più articolate, anziché i singoli piccoli gruppi isolati.

Fare un'Associazione Culturale no-profit non è difficile e comporta costi ridotti: intanto si dà luogo a una diffusione dell'idea, e si suscita interesse anche in altre persone, che da sole non ci avrebbero pensato, ma magari così scoprono un mondo: un'associazione infatti può offrire ai soci momenti di approfondimento, lezioni, conferenze etc. quindi avvicinare all'osservazione meteo le persone più disparate.
Creato un solido gruppo di interessati, e proponendosi ufficialmente (in genere l'associazionismo è monitorato dagli enti pubblici; oltre agli albi provinciali esistono comunque speso elenchi nei Comuni delle associazioni accreditate), si può poi avanzare progetti specifici e chiedere sostegno.
Un'unica raccomandazione, nel caso optassi per questa via: cura molto bene lo statuto che regola l'associazione, perché è lì, in quelle regole base che è la chiave dell'attribuzione della qualifica di no-profit (il TUIR, articolo 148, comma 8, elenca nello specifico le frasi che devono essere riportate nello statuto per essere definiti no-profit).