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  1. #1
    Vento forte L'avatar di Daniele_Bianchino_rm
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    Question I morsi veleniferi del Latrodectus in alcune calde estati di fine '700 e del dopo guerra:

    Salve amici, volevo porvi una domanda;
    Facendo una ricerca su Tarantismo e Latrodectismo per un sito, mi sono imbattuto in alcuni anni metereologici particolari;
    Vi ricordo che il Latrodectismo e' la sindrome da avvelenamento della vedova nera mediterranea (Latrodectus tredecimguttatus) chiamata popolarmente malmignatta, argia, arza, ragno volterrano. I suoi morsi veleniferi erano spessi attribuiti alla piu' grande e nota tarantola o taranta (Lycosa tarantula), che divenne a sua volta simbolo del Tarantismo.

    Secondo il Toti ed altri autori, iL Ragno, diventerebbe infestate nelle estati piu' calde.
    Toti, nella Memoria sul Falangio di Volterra riferisce, nelle sue osservazioni compiute durante il periodo dal 1786 al 1827, che nell'anno 1786, nella zona di Volterra, furono segnalati 16 casi di latrodectismo e nel 1787 ben 23 casi (1 vittima). Numerossisimi furono anche i casi dell'anno 1788. Secondo il Toti mai si era notata una frequenza cosi' alta di ricoverati, per il morso di questo ragno, nell'ospedale di Volterra; Negli anni successivi il numero dei morsicati comincio' a diminuire. Dall'estate 1789 all' Estate del 1818 furono 17 le persone totali offese dal ragno fra le pendici volterrane, numero relativamente basso in 30 anni se si considera che furono 23 i casi nel solo anno 1787. Fuori da questo territorio si segnalarono tre morsi fatali in Toscana, nel 1789, nel 1810 e nel 1818 (una incerta nel 1819). Sembra che il numero dei Ragni e delle persone offese sia successivamente tornato al livello primitivo in seguito alle temperature eccezionalmente basse registrata negli inverni 1788-89 e 1802-03, per sparire completamente entro il 1827.
    " Entrando L'Inverno dell'anno 1789 si sperimentarono freddi cosi' intensi di aver poche memorie di altri a questi uguali. Dal 26 Dicembre 1788 al Gennaio 1789 arrivo' il mio termometro a discendere di -4°C e -9°C sotto lo Zero. Diverse Accademie ne hanno fatto opportuni dettagli. Questo gelo cosi' intenso, e costante, fu la causa per la quale morirono moltissimi di questi Falangi Volterrani.. " .
    Casi di Latrodectismo numerosi vengono anche descritti da Bettini S. nelle province di:
    Grosseto, (aumento considerevole negli anni 1946-48, con punta massima nel 47)
    Viterbo, (aumento considerevole negli anni 1946-48, con punta massima nel 47)
    Roma e Latina, (aumento considerevole negli anni 1946-48, con punta massima nel 48)
    Altri casi di Latrodectismo avvenero nel Lazio e in Liguria nell' estate del 1987

    Le estati implicate sono quelle del 1785, 86, 87, 88 (e i loro inverni)
    Gli inverni 1788-89 e 1802-03
    Le estati del 1946-47-48
    (e i loro inverni)
    L'estate del 1987 (e il precedente inverno)

    E' possibile sapere in qualche modo quanto furono calde quelle estati e freddi quegli inverni?
    A mio avviso, un gran numero di questi Ragni, era dato non solo dall'estate calda presente, ma dall' inverno che l'ha preceduta. Un inverno mite infatti consentirebbe un alto tasso di sopravvivenza dei piccoli nelle ooteche; Non a caso, come descritto dal Toti, nei gelidi inverni descritti, erano morti sia i ragni adulti che i piccoli ragni negli ovisacchi.
    Visto che sto completando alcune cartine di distribuzione, se qualcuno abbia mai visto questo ragno, segnalatemelo in questo post o sull'email del sito:
    RAGNI E SCORPIONI, CENNI SUL LATROdeCTISMO E TARANTISMO IN ITALIA
    Grazie,
    Daniele
    Ultima modifica di Daniele_Bianchino_rm; 08/07/2016 alle 12:04
    .."Ma una parte di me ascoltava il silenzio di quel bosco,di tutti quegl'esseri nascosti,e pensavo..esiste anche questo intorno a noi,cio' che non verra' mai toccato,nè visto da tutti gli uomini comuni..solo da quelli che vivono davvero..

  2. #2
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    Predefinito Re: I morsi veleniferi del Latrodectus in alcune calde estati di fine '700 e del dopo guerra:

    Citazione Originariamente Scritto da Daniele_Bianchino_rm Visualizza Messaggio
    E' possibile sapere in qualche modo quanto furono calde quelle estati e freddi quegli inverni?
    Dati diretti di Volterra non saprei, tuttavia puoi trovare delle serie, per una prima e rapida consultazione, qui per Milano e Roma:

    Temperaturmonatsmittel MILANO/LINATE 1763- 1990

    Temperaturmonatsmittel ROMA/FIUMICINO 1811- 1993

    Naturalmente da confrontare con le medie delle stazioni di riferimento.

  3. #3
    Vento fresco L'avatar di paolo zamparutti
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    Predefinito Re: I morsi veleniferi del Latrodectus in alcune calde estati di fine '700 e del dopo guerra:

    i 10 inverni successivi al laki, pertanto dal 1784 in avanti, sono stati fra i piu' freddi che si ricordino a livello europeo e nel nord italia, è possibile che per particolari posizionamenti delle basse pressioni ,parte del sud italia abbia avuto fasi insolitamente calde
    le estate andarono a estremi, alcune molto calde.
    ho i dati di milano e padova, praticamente giornalieri, ma non del sud italia, forse roma si trova
    whatever it takes

  4. #4
    Vento forte L'avatar di Daniele_Bianchino_rm
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    Predefinito Re: I morsi veleniferi del Latrodectus in alcune calde estati di fine '700 e del dopo guerra:

    Grazie Amici. Volterra sta in Toscana, centro Nord diciamo. Se il Toti parla di inverni eccezionalmente freddi questi devono aver avuto ampiezza regionale-continentale, sicuramente non locale; L'ideale sarebbero le temperature di Firenze nel primo caso, di Roma nel secondo-
    per ora l'estate del 1947 per roma risulta effettivamente piu' calda del normale. Questo sembra in accordo con con le punte massime di latrodectismo nelle province di Grosseto, Viterbo e Roma fra il 47 e il 48.
    Anche l'este del 1987 sembra piuttosto calda, soprattutto in Agosto e Settembre.
    Ultima modifica di Daniele_Bianchino_rm; 08/07/2016 alle 17:02
    .."Ma una parte di me ascoltava il silenzio di quel bosco,di tutti quegl'esseri nascosti,e pensavo..esiste anche questo intorno a noi,cio' che non verra' mai toccato,nè visto da tutti gli uomini comuni..solo da quelli che vivono davvero..

  5. #5
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    Predefinito Re: I morsi veleniferi del Latrodectus in alcune calde estati di fine '700 e del dopo guerra:

    Citazione Originariamente Scritto da Daniele_Bianchino_rm Visualizza Messaggio
    Grazie Amici. Volterra sta in Toscana, centro Nord diciamo. Se il Toti parla di inverni eccezionalmente freddi questi devono aver avuto ampiezza regionale-continentale, sicuramente non locale; L'ideale sarebbero le temperature di Firenze nel primo caso, di Roma nel secondo-
    per ora l'estate del 1947 per roma risulta effettivamente piu' calda del normale. Questo sembra in accordo con con le punte massime di latrodectismo nelle province di Grosseto, Viterbo e Roma fra il 47 e il 48.
    Anche l'este del 1987 sembra piuttosto calda, soprattutto in Agosto e Settembre.
    L'estate 1987 a livello italiano è stata sicuramente un'estate calda, anche in Liguria è risultata complessivamente calda ma meno di altre estati del decennio 1981/1990 come la 1983 o la 1982, inoltre è stata meno calda di molte estati del periodo 1998-2015. 29 anni fa l'andamento meteorologico della stagione estiva fu tutt'altro che stabile e ci furono fasi di marcata instabilità atmosferica, alternate a promontori alto pressori, a carattere perlopiù mobile, che riuscirono a stabilizzare il tempo per diversi giorni, caratterizzati da condizioni di forte calura ma comunque le fasi calde non furono mai di lunga durata e le maggiori anomalie positive, bariche e di geo-potenziale, interessarono Balcani, pianura danubiana ed Egeo, lasciando quindi la Liguria in un limbo meteorologico caratterizzato da un flusso perlopiù meridionale in quota, in quel mese NW e Alpi furono raggiunti dalla coda di perturbazioni nordatlantiche. L'estate 1987 vide infatti una certa persistenza di correnti da SW, spesso in un contesto fortemente instabile sulle Alpi (il luglio 1987 fu quello della grande alluvione della Valtellina) e anche la Liguria vide fasi di intensa instabilità, soprattutto nel settore interno centro-orientale (ma con sconfinamenti nel Genovesato costiero) sia in luglio sia soprattutto in agosto.

    L'inverno 1986/87 fu piuttosto freddo in Liguria, con moderate (1-1,5°C) ma persistenti anomalie negative in gennaio e febbraio (dicembre 1986 iniziò molto mite la seconda metà del mese fu piuttosto fredde e si chiuse praticamente nella media clino), il marzo 1987 fu infine decisamente freddo, alla stazione ENAV di Genova Sestri Ponente fu registrata una media giornaliera di +8,9°C ed è tuttora il mese di marzo più freddo dall'inizio delle rilevazioni (1963, se si considera l'attuale posizione della stazione aeroportuale). Fu piuttosto fresco anche il maggio 1987 (media giornaliera +16,0°C a Genova Sestri Ponente, anomalia -0,9°C) mentre sia aprile sia giugno furono contraddistinti da temperature e precipitazioni sostanzialmente in media. Quindi i due casi mortali di latrodectismo registrati a Genova nell'estate del 1987 non sembrano avere alcuna relazione con il clima, non ci fu nessuna esplosione demografica nella popolazione di Latrodectus tredecimguttatus, che oltretutto è estremamente raro a livello regionale e risulterebbe presente solo nella fascia costiera, mentre una delle due donne decedute risiedeva in un comune dell'entroterra, in una zona in cui il tipico habitat di questo ragno (macchia mediterranea bassa) è del tutto assente.

    Ricordo anche che, nell'agosto 1987, dopo i due decessi, fu organizzata una campagna scientifica volta a raccogliere informazioni sulla presenza di questa specie in territorio ligure, inizialmente ebbe scopi meritori e fu promossa dalle facoltà di Medicina e di Scienze MFN dell'UniGE e dal civico Museo di Storia naturale di Genova, lo scopo dei ricercatori era quello di riaccertare questo ragno in Liguria (credo che le ultime segnalazioni validate risalgano alla fine degli anni '40) e di censirne la presenza (improvvisamente questa specie era divenuta da presenza quasi "fantasmatica" un potenziale problema "epidemiologico"), purtroppo, grazie all'improvvido contributo dei media, questa campagna degenerò in un'insensata caccia al ragno, che portò verosimilmente allo sterminio di migliaia di esemplari appartenenti a specie innocue e ad alcune centinaia di segnalazioni di "malmignatta", che si rivelarono quasi tutte inattendibili.

    Inserisco il collegamento all'articolo, nell'Archivio di Repubblica, relativo ai due decessi per sospetto latrodectismo del 1987.

    LIGURIA IN ALLARME PER UN RAGNO KILLER DUE DONNE FORSE VITTIME DEL SUO - la Repubblica.it

    Sinceramente a distanza di quasi trent'anni le mie perplessità sui due casi restano intatte e credo anche che l'influenza di eventuali cicli climatici su una specie la cui presenza regionale è così ridotta da non essere nemmeno stimabile, sia certamente possibile ma del tutto teorica (non verificabile, né tanto meno misurabile). Tra l'altro se ci fosse stato un rapporto diretto tra estati calde e inverni miti e demografia della specie in Liguria avremmo dovuto avere, tra anni '90 e anni '2000 un incremento di presenza e osservazioni, che di fatto non c'è stato. Potrebbero esserci stati fattori diversi che hanno portato a un contenimento demografico (annullando gli effetti della fase climatica) ad esempio l'abbandono delle campagne (essendo raro e localizzato l'habitat primario della specie è verosimile si fosse diffusa in habitat secondari, come i muretti a secco di contenimento delle "fasce"), ma anche questa è un'ipotesi non dimostrabile.

    Ciao
    Ultima modifica di galinsoga; 10/07/2016 alle 18:12

  6. #6
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    Predefinito Re: I morsi veleniferi del Latrodectus in alcune calde estati di fine '700 e del dopo guerra:

    Citazione Originariamente Scritto da Daniele_Bianchino_rm Visualizza Messaggio
    per ora l'estate del 1947 per roma risulta effettivamente piu' calda del normale. Questo sembra in accordo con con le punte massime di latrodectismo nelle province di Grosseto, Viterbo e Roma fra il 47 e il 48.
    Purtroppo Wetterzentrale ha scelto questo weekend per disattivare tutto il vecchio sito, in blocco, dati linkati sopra inclusi
    Comunque, l'estate 1947 a livello europeo fu una 2003 in tono minore (e la 1945 pure - ripeto a scanso di equivoci, in tono minore), con un record di caldo assoluto a Parigi che non so se resista ancora oggi anche dopo il luglio 2015. L'inverno 1947 però fu mediamente molto freddo, uno di quegli inverni che oggi farebbe gridare all'era glaciale.

  7. #7
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    Predefinito Re: I morsi veleniferi del Latrodectus in alcune calde estati di fine '700 e del dopo guerra:

    Citazione Originariamente Scritto da FilTur Visualizza Messaggio
    Purtroppo Wetterzentrale ha scelto questo weekend per disattivare tutto il vecchio sito, in blocco, dati linkati sopra inclusi
    Comunque, l'estate 1947 a livello europeo fu una 2003 in tono minore (e la 1945 pure - ripeto a scanso di equivoci, in tono minore), con un record di caldo assoluto a Parigi che non so se resista ancora oggi anche dopo il luglio 2015. L'inverno 1947 però fu mediamente molto freddo, uno di quegli inverni che oggi farebbe gridare all'era glaciale.
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  8. #8
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    Predefinito Re: I morsi veleniferi del Latrodectus in alcune calde estati di fine '700 e del dopo guerra:

    Anche se non sono in possesso di dati che possano in qualche modo risultare utili per questa ricerca, sarebbe molto interessante riscontrare un'eventuale correlazione tra le due cose.

  9. #9
    Vento forte L'avatar di Daniele_Bianchino_rm
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    pioggia Re: I morsi veleniferi del Latrodectus in alcune calde estati di fine '700 e del dopo guerra:

    Citazione Originariamente Scritto da galinsoga Visualizza Messaggio
    Sinceramente a distanza di quasi trent'anni le mie perplessità sui due casi restano intatte e credo anche che l'influenza di eventuali cicli climatici su una specie la cui presenza regionale è così ridotta da non essere nemmeno stimabile, sia certamente possibile ma del tutto teorica (non verificabile, né tanto meno misurabile). Tra l'altro se ci fosse stato un rapporto diretto tra estati calde e inverni miti e demografia della specie in Liguria avremmo dovuto avere, tra anni '90 e anni '2000 un incremento di presenza e osservazioni, che di fatto non c'è stato. Potrebbero esserci stati fattori diversi che hanno portato a un contenimento demografico (annullando gli effetti della fase climatica) ad esempio l'abbandono delle campagne (essendo raro e localizzato l'habitat primario della specie è verosimile si fosse diffusa in habitat secondari, come i muretti a secco di contenimento delle "fasce"), ma anche questa è un'ipotesi non dimostrabile.

    Ciao
    Ciao, anche io sono perplesso delle due vittime Liguri, la causa sara' stata davvero il ragno e in particolare questo ragno? ma il discorso che io proponevo e' un po' piu' complesso e non incentrato sulla Liguria. Difatti, ad oggi non esiste prova fotografica ne studi che dimostrano la presenza del Latrodectus in Liguria. Nella mia, permettetemi di dire, precisa, mappa di diffusione sul territorio italiano, il Latrodectus non è presente in Liguria, perché ad oggi non ho prove. E' ben diffuso nell alto e basso Lazio, in Sardegna, Corsica, bassa Toscana, costa francese meridionale, quindi la sua presenza in costa Ligure non e' per nulla improbabile, ma le prove non ci sono. Resta il fatto che nel Lazio, nell' estate del 1987, un alto numero di questi ragni e' stato trovato da Focene a Fiumicino ad Acilia, in zone non molto consone oggi; il panico per le vittime Liguri provoco' disinfestazioni mirate. Avendolo spesso cercato ed osservato, posso dire che questo ragno necessita di ambienti pietrosi, assolati, miti anche in inverno, ma anche in territori del genere non è sempre presente. Non si sposta mai molto all interno e mai sopra i 300-400 metri. E' indubbia cosa che la specie non ama il freddo, e non è per nulla improbabile che inverni eccezionalmente freddi possano compromettere i sacchi ovigeri lasciati dalle femmine sul finire dell'estate, soprattutto in posti, come fu Volterra, dove il ragno non è tipico. Infatti oggi il Ragno e' rarissimo o quasi inesistente nell'Agro Volterrano, e sembra difficile credere all'infestazione descritta da Toti o dal Rossi nella stessa area durante la fine del Settecento, eppure e' la verita'. IL ragno forse si era davvero diffuso con il trasporto di grano da Livorno, come ipotizzato da Toti, ed approfittando di annate insolitamente calde si era riprodotto a dismisura. Ma Qui, Fuori dal suo areale, ha dovuto fare i conti con inverni insolitamente freddi, con temperature minime che sulla costa difficilmente si sarebbero raggiunte. Quindi ha cominciato il suo declino, fino alla sua "estinzione". IL Toti asserisce chiaramente che in quegli inverni le oteche raccolte nei campi contenevano i piccoli già morti.
    Ultima modifica di Daniele_Bianchino_rm; 20/07/2016 alle 08:07
    .."Ma una parte di me ascoltava il silenzio di quel bosco,di tutti quegl'esseri nascosti,e pensavo..esiste anche questo intorno a noi,cio' che non verra' mai toccato,nè visto da tutti gli uomini comuni..solo da quelli che vivono davvero..

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