Credo che a Nord del Gargano e a Nord dell'Argentario l'olivo non sia spontaneo da nessuna parte in Italia, se non in una ristrettissima striscia di Riviera di Ponente che dal confine francese arriva fino a 25/30 Km ad ovest di Savona. Che non riesca a dare avventiziati dove è coltivato e che all'interno degli uliveti non ci siano piante nate da seme (anche solo come occasionali) non ci credo, perché ne ho visto qualcuna perfino in un uliveto sul Lago d'Orta. Per non esserci assolutamente ulivi spontaneizzati (almeno in forma occasionale) bisogna che i fiori dell'olivo non siano fecondati o che le olive cadano immature dai rami...
Ultima modifica di galinsoga; 01/03/2018 alle 16:43
Credo però che la sola possibilità che un ulivo nasca da un seme occasionalmente caduto al suolo, non basti per fare in modo che poi riesca a creare un clinax tipico.
Potrebbe sopravvivere ma difficilmente creerebbe una associaziine di ulivi che riescano a competere con le piante autoctone (a meno che queste non abbiano uguali esigenze ecologiche.
Per esemplificare in un bosco di roverella litoranea (tipico delle mie parti) potremmo trovare residui di macchia in qualche leccio sparso frammisto alle quercie, oppure lentischi e viburni tini, ma l'olivastro ha necessità di ambienti più caldi.
Il climax l'olivo ce l'ha dove il periodo siccitoso estivo ha una durata non inferiore ai 3 mesi (per periodo siccitoso intendo un trimestre estivo in cui non si superano complessivamente i 50 mm di pioggia). Io gli ultimi olivastri in un contesto seminaturale li ho visti nella zona tra Spotorno e Bergeggi (scogliere calcaree sopra Punta Predani), in associazione col carrubo (Oleo-Ceratonion) su superfici veramente minime e ad altitudini massime di 100/150 m. Anche il carrubo si ferma più o meno da quelle parti, mentre nella Penisola è diffuso in forma spontanea dall'Argentario al Gargano, ma con discontinuità (manca ad esempio dove le coste sono pianeggianti).
Ultima modifica di galinsoga; 02/03/2018 alle 12:06
Comunque parlando di coltivazioni non di stato spontaneo oggi che sto andando in Alto Adige noto che ci sono più coltivazioni di olivo qua tra Veneto e Trentino che da me... Va bene che sono vicino al lago di Garda ma neanche tanto, non può influire per un'area così vasta...
"All truths are easy to understand once they're discovered. The point is to discover them." ~ Galileo Galilei
Fondatore di Centro Meteorologico Bolognese
Sito di Centro Meteorologico Bolognese: https://centrometeobolognese.com/
Sito personale: https://martinmb.wixsite.com/*******martinmb
Stazione meteo: http://www.meteosystem.com/dati/sanchierlo/index.php
Ed ho appena avvistato popolazioni di pungitopo a metà tra Trento e Bolzano, quindi pianta mediterranea mica per forza
"All truths are easy to understand once they're discovered. The point is to discover them." ~ Galileo Galilei
Fondatore di Centro Meteorologico Bolognese
Sito di Centro Meteorologico Bolognese: https://centrometeobolognese.com/
Sito personale: https://martinmb.wixsite.com/*******martinmb
Stazione meteo: http://www.meteosystem.com/dati/sanchierlo/index.php
Pwer quanto riguarda il Friuli, l'olivo è stato sempre coltivato nelle zone collinari (fasce limitate, ma è sempre stato coltivato).
Coltivazioni negli ultimi decenni si sono diffuse anche nella zona di Ivrea
Secondo me si sottovaluta un po' la resistenza dell'olivo al freddo... ok le condizioni più favorevoli in zona si hanno sul lago di garda, ma l'olivo è coltivabile anche in bassa collina in valle dell'adige, basta dedicargli un po' più di attenzioni...
Comunque almeno d'estate il garda influenza eccome tutta la val d'adige: non a caso la brezza di lago pomeridiana (Ora del Garda) risali fino a bolzano e oltre. E non ti dico quanto può "tirare" qua a casa mia, non a caso molti alberi hanno lo "stampo" e sono leggermente piegati verso nord.
prospetticamente le carte mostrano una potenziale tendenza verso alte potenzialità di prospettiva....
Si corretto. Sui colli in pieno versante sud, con pendenza accentuata, anche storicamente gli ulivi sono stati coltivati anche qui a Tarcento. Conosco un coltivatore che tuttora ne ricava un buon olio (produzione molto limitata ovviamente). Oltre al calore raccolto dall' esposizione in pieno sud è importante anche la brezza ascensionale (termica) che asciuga dall' umidità prevenendo malattie. In sostanza ci vuole molta passione nell' individuare il sito giusto e i giusti accorgimenti per arieggiare le piante, ma è fattibile
Anche io pensavo che l'ulivo patisse molto il freddo ma secondo me patisce di più l'umidità, il poco soleggiamento estivo e le basse temperature prolungate (non il freddo in se per se), forse sono proprio queste le cause per cui non ci sono grandi coltivazioni nel nord Italia. Anche perché qui ci sono coltivazioni di Ulivo anche in provincia dell'Aquila nella valle Peligna e vicino la Piana di Capestrano (non nel fondovalle) che sono zone che in inverno possono fare belle minime ma a differenza del nord Italia il freddo è meno costante.
Segnalibri