Dico la mia, ma potrei essere corretto da qualche esperto:
le quercie (tipo la roverella) hanno foglie un po' coriacee rispetto ad esempio agli aceri proprio perché vivono in luoghi con estate asciutta che determina una stasi vegetativa.
Con la ripresa delle piogge a settembre ed ottobre hanno modo di svolgere l'attività clorofilliana sino a buona parte di novembre perché le loro foglie superano meglio i primi freddi, che invece rovinerebbero le foglie delicate degli aceri.
Insomma la strategia che le piante adottano in base al clima sarebbe di fruttare al massimo la bella stagione se questa è anche abbastanza umida (aceri, faggi, castagni ecc) però in questi climi di solito il freddo è precoce per cui le piante vanno in "foliage" abbastanza presto.
Nei climi appena più caldi e secchi, ma comunque con inverni già freddi per le attività vegetative, dopo la ripresa primaverile c'è una stasi estiva e poi una ripresa autunnale per completare il ciclo.
Nei climi mediterranei invece conviene avere foglie ancora più coriacee per resistere sull'albero sia al caldo estivo , sia ai moderati freddi invernali e sfruttare il periodo umido (che è anche quello più freddo).(es il leccio).
Ultima modifica di EnnioDiPrinzio; 01/12/2018 alle 21:34
Questo albero che ho sotto casa è l'acero classico?
Anno 2019
Pioggia: 601,0 mm (Agg. 3 Ottobre)
Neve: 4,5 cm.
Per classico cosa intendi? Campestre? Per le tue zone sarebbe quello, ma in verità nei giardini i vivaisti usano molto più spesso il saccarino o l'esangue negundo che vengono dal nordamerica. Non riesco a vedere bene le foglie ma a primo impatto mi dà più l'impressione di un liquidambar, anch'esso esotico
Ultima modifica di alnus; 01/12/2018 alle 18:37
Pienamente d'accordo.
Ma posso testimoniare che anche nei climi nord e centroeuropei con estate piovosa le querce, che in quel caso sono sempre farnie, perdono le foglie tardi. Credo per la consistenza relativamente spessa e robusta di queste, che infatti sono un ottimo concime.
A causa del cattivo tempo sono potuto andare solo oggi a fare il sopralluogo:
la grande quercia è una roverella secolare (segnalata dal corpo forestale).
Si capisce che non è una farnia perché le poche ghiande ancora sui rami non hanno il peduncolo ma sono attaccare direttamente sui rami.
L'albero è abbastanza lontano da due piccoli rivi che poco più a valle confluiscono.
La zona ospita anche cerri oltre a roverelle ed altre spoglianti non meglio identificate (carpini?).
È un tipo di vegetazione tipico della nosta zona dal mare fino alla bassa collina.
Sotto la grande quercia ci sono due piccoli edifici diroccati che un tempo erano un mulino ad acqua (il canale che deviava l'acqua dal torrente è sommerso dalla vegetazione ma esiste ancora e va ripulito.
O.T.
Ecco l'interno di uno degli edifici con il tetto sfondato:
IMG_20181203_160031.jpg
di seguito le immagini della quercia:
IMG_20181203_093509.jpg
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IMG_20181203_093614.jpg
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IMG_20181203_093314.jpg
questo dovrebbe essere un ramo di cerro
IMG_20181203_093936.jpg
il bosco intorno al piccolo rivo
IMG_20181203_094120.jpg
IMG_20181203_094145.jpg
Ultima modifica di EnnioDiPrinzio; 04/12/2018 alle 05:13
Guarda, viste da lontano hanno proprio l'aspetto di foglie di roverella, anche per le caratteristiche ondulazioni del margine rispetto al piano fogliare.
Però la terza foto dall'alto mi fa pensare alla rovere: si vedono bene una pagina inferiore ed un rametto dell'anno ed entrambi non appaiono minimamente tomentosi
Se ti può aiutare ecco un'altra immagine di un ramo di questa quercia.
IMG_20181203_093338.jpg
Io non so distinguere una grande roverella da una rovere.
Se mi imbatto in terreni magri ed assolati sono sicuro che le quercie nodose e piccolette sono roverelle, viceversa nei terreni più ricchi, dalle nostre parti, la roverella assume dimensioni maggiori in diametro della chioma ed altezza ed in questi casi alzo le mani.
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