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  1. #91
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: Alberi tipici delle regioni italiane

    Non me ne intendo per nulla di vegetazione, sebbene sappia che in effetti dalle specie diffuse si può risalire al clima di un'area.

    La domanda che volevo porvi è questa: premesso che le temperature sono aumentate in media di 1° in Italia (con punte fino a 2° in estate), avete rilevato cambiamenti significativi nelle specie arboree della vostra area? O sostanzialmente sono sempre le stesse? Ne avete viste di nuove iniziare a infiltrarsi (per esempio a quote superiori)?
    Inoltre volevo sapere, nel caso siano sempre le medesime specie, se vi sembra che ve ne sia una riduzione percentuale rispetto al passato, o se riescano comunque ad affrontare egregiamente questo clima più mite.

  2. #92
    Uragano L'avatar di Marco.Iannucci
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    Predefinito Re: Alberi tipici delle regioni italiane

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    Non me ne intendo per nulla di vegetazione, sebbene sappia che in effetti dalle specie diffuse si può risalire al clima di un'area.

    La domanda che volevo porvi è questa: premesso che le temperature sono aumentate in media di 1° in Italia (con punte fino a 2° in estate), avete rilevato cambiamenti significativi nelle specie arboree della vostra area? O sostanzialmente sono sempre le stesse? Ne avete viste di nuove iniziare a infiltrarsi (per esempio a quote superiori)?
    Inoltre volevo sapere, nel caso siano sempre le medesime specie, se vi sembra che ve ne sia una riduzione percentuale rispetto al passato, o se riescano comunque ad affrontare egregiamente questo clima più mite.
    Per quanto riguarda gli alberi, non credo questo problema sia rilevabile. Siamo pieni di vegetazione arborea considerata infestante come Ailanto Robinia ecc, ma provengono dagli USA, mica dalle zone tropicali. Se ci fosse stato un cambiamento apprezzabile, lo vedremmo ancor prima nell'agricoltura. Ad esempio in Sicilia in qualche zona sta avendo successo la coltivazione del banano. Ma prima che una specie proveniente da aree più miti, riesca a rendersi competitiva e soppiantare quella originaria sulla base dell'adattamento climatico, credo ci voglia qualcosa di molto più serio ed importante.

  3. #93
    Vento forte L'avatar di Fabri93
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    Predefinito Re: Alberi tipici delle regioni italiane

    Andando un po' fuori tema ma non troppo mi farebbe piacere avere un vostro parere sul problema ormai noto della Xylella che pare sia molto difficile da debellare per non dire impossibile, noto diverse divergenze da coltivatore a coltivatore.
    Possiedo anche io degli olivi, 130 piante ma sono in Toscana, siccome un po' la cose mi preoccupa, voi cosa ne pensate ?

  4. #94
    Burrasca L'avatar di EnnioDiPrinzio
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    Predefinito Re: Alberi tipici delle regioni italiane

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    Non me ne intendo per nulla di vegetazione, sebbene sappia che in effetti dalle specie diffuse si può risalire al clima di un'area.

    La domanda che volevo porvi è questa: premesso che le temperature sono aumentate in media di 1° in Italia (con punte fino a 2° in estate), avete rilevato cambiamenti significativi nelle specie arboree della vostra area? O sostanzialmente sono sempre le stesse? Ne avete viste di nuove iniziare a infiltrarsi (per esempio a quote superiori)?
    Inoltre volevo sapere, nel caso siano sempre le medesime specie, se vi sembra che ve ne sia una riduzione percentuale rispetto al passato, o se riescano comunque ad affrontare egregiamente questo clima più mite.
    Bè le piante hanno una certa capacità di adattamento e prima di scomparire da una certa area o una certa quota,per avvenuti cambiamenti climatici ce ne vuole, e non bastano questi pochi anni di osservazione che mediamente abbiamo qui (non credo che ci siano osservazioni qui che rimontano a più di venti o trenta anni).
    Anche chi osa spingere gli ulivi in Pianura Padana o gli agrumi in centro Italia, basandosi su una serie di inverni miti, poi deve fare i conti con i tempi di ritorno di inverni più freddi che ne fanno piazza pulita.
    Io personalmente non ho notato particolari cambiamenti della vegetazione naturale in questi ultimi anni.

  5. #95
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: Alberi tipici delle regioni italiane

    Citazione Originariamente Scritto da EnnioDiPrinzio Visualizza Messaggio
    Io personalmente non ho notato particolari cambiamenti della vegetazione naturale in questi ultimi anni.
    E' lo stesso che ho notato anch'io qui in Puglia, riferendomi anche a quote di collina.

  6. #96
    Burrasca L'avatar di EnnioDiPrinzio
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    Predefinito Re: Alberi tipici delle regioni italiane

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    E' lo stesso che ho notato anch'io qui in Puglia, riferendomi anche a quote di collina.
    Poi bisognerebbe distinguere tra i cambiamenti della vegetazione dovuti al clima e quelli dovuti alla normale evoluzione di una associazione vegetale in una data area ( ad esempio un rimboschimento naturale o artificiale di un terreno prima non coperto da vegetazione).
    Faccio un esempio:
    sono tornato pochi giorni fa in una pineta alle falde della Maiella dove non andavo da almeno 15 anni; ho notato dei cambiamenti nel senso che questa pineta di origine artificiale ( a pino nero) prima era più pura e tendeva a colonizzare anche le aree rocciose scoperte, oggi invece il sottobosco è pieno di giovani latifoglie che limiteranno il rinnovamento dei pini ed a poco a poco li sostituiranno.
    Tra 50 anni avremo più ornielli, carpini neri e tigli e qualche faggio che non pini neri.
    Non è un cambiamento climatico ma una naturale evoluzione delle associazioni vegetali in cui le conifere preparano il suolo per la successiva avanzata delle latifoglie.

  7. #97
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: Alberi tipici delle regioni italiane

    Citazione Originariamente Scritto da EnnioDiPrinzio Visualizza Messaggio
    Poi bisognerebbe distinguere tra i cambiamenti della vegetazione dovuti al clima e quelli dovuti alla normale evoluzione di una associazione vegetale in una data area ( ad esempio un rimboschimento naturale o artificiale di un terreno prima non coperto da vegetazione).
    Faccio un esempio:
    sono tornato pochi giorni fa in una pineta alle falde della Maiella dove non andavo da almeno 15 anni; ho notato dei cambiamenti nel senso che questa pineta di origine artificiale ( a pino nero) prima era più pura e tendeva a colonizzare anche le aree rocciose scoperte, oggi invece il sottobosco è pieno di giovani latifoglie che limiteranno il rinnovamento dei pini ed a poco a poco li sostituiranno.
    Tra 50 anni avremo più ornielli, carpini neri e tigli e qualche faggio che non pini neri.
    Non è un cambiamento climatico ma una naturale evoluzione delle associazioni vegetali in cui le conifere preparano il suolo per la successiva avanzata delle latifoglie.
    Hai mai pensato che se la temperatura aumenterà potrebbe modificarsi la vegetazione delle tue aree? O credi che anche se dovesse aumentare la temperatura le specie dovrebbero restare sempre le medesime?
    Quale stagione credi sia più importante in proposito? Che si riscaldi l'inverno o basta l'estate?

    In effetti anche se in estate famolto più caldo le specie devono sopravvivere anche in inverno. E se in quest'ultimo può comunque fare molto freddo ancora, non credo che specie più meridionali possano attecchire. Ma parlo da profano

  8. #98
    Burrasca L'avatar di EnnioDiPrinzio
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    Predefinito Re: Alberi tipici delle regioni italiane

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    Hai mai pensato che se la temperatura aumenterà potrebbe modificarsi la vegetazione delle tue aree? O credi che anche se dovesse aumentare la temperatura le specie dovrebbero restare sempre le medesime?
    Quale stagione credi sia più importante in proposito? Che si riscaldi l'inverno o basta l'estate?

    In effetti anche se in estate famolto più caldo le specie devono sopravvivere anche in inverno. E se in quest'ultimo può comunque fare molto freddo ancora, non credo che specie più meridionali possano attecchire. Ma parlo da profano
    Il punto è che non ho notato grossi cambiamenti climatici da quando sono qui in Abruzzo a Lanciano ( dalla fine degli anni 70) inverni molto nevosi oppure poco nevosi c'erano allora come oggi e lo stesso vale per le estati più o meno calde oppure fresche ,allora come oggi. ( con una alternanza del tutto normale di estati fin troppo fresche e piovose , non ricordo se quella del 2014 o 2015 ,oppure di estati belle calde come quella del 2019).
    Abbiamo semmai avuto in un paio di occasioni, negli ultimi anni, nevicate in montagna talmente tardive da bruciare i faggi già in vegetazione ma queste piante poi si sono riprese.
    Oppure nevicate molto abbondanti da spaccare gli ulivi in collina.
    Se invece facciamo un salto di secoli e torniamo alla PEG del XVIII sec.ove ( leggendo le cronache locali ) i nevai perenni in appennino erano più numerosi ed estesi di oggi, presumibilmente, il limite superiore della vegetazione era un pochino più in basso di quello odierno, ma le attività di allevamento spesso lo alterano per la necessità di pascolo .
    In ogni caso anche durante la PEG c'erano estati straordinariamente asciutte da mettere in crisi le fonti di approvvigionamento cittadino ( a Lanciano) per cui apprendiamo dalle cronache locali che furono tentati dei saggi nei cunicoli di drenaggio medioevali per vedere di trovare nuove sorgenti per una fontana pubblica alla fine del XVIII sec).
    Dalle stesse cronache apprendiamo che nella descrizione della Maiella si scrive che "ci son delle valli dove la neve è passata in gelo da tempo immemorabile" quindi c'erano dei nevai perenni più visibili di quelli molto piccoli che oggi bene o male superano l'estate su quel monte.
    Ultima modifica di EnnioDiPrinzio; 04/11/2019 alle 08:01

  9. #99
    Vento forte L'avatar di DuffMc92
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    Predefinito Re: Alberi tipici delle regioni italiane

    Citazione Originariamente Scritto da EnnioDiPrinzio Visualizza Messaggio
    Poi bisognerebbe distinguere tra i cambiamenti della vegetazione dovuti al clima e quelli dovuti alla normale evoluzione di una associazione vegetale in una data area ( ad esempio un rimboschimento naturale o artificiale di un terreno prima non coperto da vegetazione).
    Faccio un esempio:
    sono tornato pochi giorni fa in una pineta alle falde della Maiella dove non andavo da almeno 15 anni; ho notato dei cambiamenti nel senso che questa pineta di origine artificiale ( a pino nero) prima era più pura e tendeva a colonizzare anche le aree rocciose scoperte, oggi invece il sottobosco è pieno di giovani latifoglie che limiteranno il rinnovamento dei pini ed a poco a poco li sostituiranno.
    Tra 50 anni avremo più ornielli, carpini neri e tigli e qualche faggio che non pini neri.
    Non è un cambiamento climatico ma una naturale evoluzione delle associazioni vegetali in cui le conifere preparano il suolo per la successiva avanzata delle latifoglie.
    E aggiungerei i cambiamenti della vegetazione dovuti alla naturalizzazione di specie ornamentali spopolate da neanche mezzo secolo, spessissimo scambiati per cambiamenti proprio fitoclimatici!
    I primi giardini tamarri degli anni '70 ci hanno messo il loro zampino sicuramente, se nelle scarpate ferroviarie del Veneto e Friuli è possibile trovare piccole palme naturalizzate è colpa loro, in cui erano spesso accostate a mugo+betulla+picea+qualche cupressacea dell'America occidentale.

    Tempo fa sui social ebbi uno scontro acceso con un sostenitore del cambiamento fitoclimatico già avvenuto per via delle numerose specie mediterranee spontaneizzate in zona prealpina e collinare xeriche, ma basta ragionarci un attimo per scoprire che molti di quegli alberelli e arbusti (allori soprattutto, ogni tanto anche qualche pino domestico) possono nascondere un'età non dico veneranda ma di sicuro più avanzata della mia, mascherata dall'inospitalità del substrato su cui hanno attecchito.

    Detto questo, per rispondere a @burian aggiungo che prima che cambi la vegetazione è necessario che cambi tutto il ''kit'' fungino del suolo, almeno così mi lasciò intendere il prof. di patologia forestale 3 anni fa.
    Peraltro, di cambiamenti fungini di sicuro ne stiamo avendo nei nostri boschi, ma per il semplice fatto che quelli che vediamo (su prealpi, bassa montagna alpina e credo anche appenninica) sono ancora i primi boschi cresciuti dopo l'abbandono dei pascoli negli anni sessanta

    La natura non corre come noi, ha bisogno dei suoi tempi

  10. #100
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: Alberi tipici delle regioni italiane

    Grazie a entrambi.

    Ci penso spesso al cambiamento fitoclimatico potenziale quando ad esempio vado in collina. Premesso che sono del tutto ignorante sull'argomento, ho meno preoccupazione dei possibili cambiamenti a livello costiero perchè so che la macchia mediterranea e i suoi alberi possono sopravvivere a un range di temperatura sicuramente molto ampio ancora verso le alte temperature, visto che medesime specie si ritrovano anche in zone mediterranee più calde come Africa o Libano/Israele, o Turchia.
    Però quando vado verso Martina Franca, per esempio, che sorge a 400 m, mi chiedo se sia possibile che un eventuale cambiamento climatico di 2° verso l'alto in un futuro possa causare l'infiltrazione di specie tipiche della pianura a quote via via superiori, o se quelle piante possano comunque resistere nonostante l'aumento termico.
    Questo perchè come dite a volte è fondamentale l'inverno. E per quanto i cambiamenti climatici eventuali potranno accadere, ho il sentore che a quelle quote sarebbero del tutto possibili ancora minime molto basse, e non so quali specie delle basse quote potrebbero sopravviverli. Ma a parte quello, c'è anche il problema neve, che lì cade molto abbondante a volte.
    Ma forse sottovaluto la capacità della natura di adattarsi ai climi.

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