Io intendevo dire che molti boschi trentini abbattuti ad ottobre erano frutto di rimboschimenti degli anni 30-40, per questo non creavano un bosco completamente naturale. Lasciando perdere il discorso delle altezze volevo sottolineare come in una precisa zona ci fosse una certa differenza tra bosco mai "toccato" dall'uomo e bosco ripiantato in termini di schianti. E lo dico perché conosco bene le zone colpite, so benissimo che ci sono anche boschi al 90-95% monospecifici
http://golfodigaeta.altervista.org/
Webcam Formia su http://www.meteoliri.it/#!prettyPhoto/10/
Stazione meteo http://www.wunderground.com/weathers...p?ID=ILAZIOFO2
In Campania credo stravinca la quercia, credo la roverella
http://golfodigaeta.altervista.org/
Webcam Formia su http://www.meteoliri.it/#!prettyPhoto/10/
Stazione meteo http://www.wunderground.com/weathers...p?ID=ILAZIOFO2
Querceti submesofili?
Ma chi la scrive sta roba?
Tra l'altro separati dalle cerrete e dai boschi con roverella.
Scusate ma non riconosco alcun valore a queste definizioni assurde.
Tra l'altro, riguardo al centro e nord d'Italia, credo che anche come ettari l'orno-ostryeto, dove il secondo prevale, vinca. Secondo me l'albero più diffuso sia come numero d'individui, sia come ettari, è il carpino nero.
"All truths are easy to understand once they're discovered. The point is to discover them." ~ Galileo Galilei
Fondatore di Centro Meteorologico Bolognese
Sito di Centro Meteorologico Bolognese: https://centrometeobolognese.com/
Sito personale: https://martinmb.wixsite.com/*******martinmb
Stazione meteo: http://www.meteosystem.com/dati/sanchierlo/index.php
Scusa ma mi fa scappar da ridere.
E' la tipica espressione da professori universitari che hanno solo letto e scritto libri. Consapevoli della propria ignoranza, trovano parole dal suono misterioso per diffondere attorno a sè il fumo della soggezione.
Posso immaginare la sua origine: la stragrande maggioranza dei "boschi" della nostra scassatissima regione è una bassa boscaglia mista, tra le quote di 100 e 1.000 metri, quindi molto più estesa delle faggete al di sopra. La sua definizione è difficile, ma chiamarli querceti è sbagliato. In essi le querce sono roverelle e in misura minore, cerri e roveri, ma ben più dominanti sono gli ornielli e soprattutto i carpini neri.
Quindi sarebbe giusto chiamarli semplicemente ostryeti misti.
Poi ci sono le cerrete e le faggete, e loro sono pure.
In un inventario è assurdo riferirsi a categorie ecologiche del tutto ipotetiche; bisogna descrivere il reale nel tempo presente.
Ultima modifica di alnus; 22/10/2019 alle 09:58
Non saprei...forse cerro e roverella?!
La vegetazione interna autoctona di Lazio, Umbria e Toscana sotto i 400 m è la medesima ovunque...ovvero querce, aceri campestri, olmi, alberi del cielo (qui lo si chiama cosi), pioppi e ontani neri vicino ai rivoli d'acqua, ornielli, frassino, robinie ecc ecc. Boscaglie miste pure qui.
Dai 400 m in su prevale il castagno che alle quote più basse si mischia con la quercia ed altre specie, poi forma boschi puri un po' più in alto...
Le faggete hanno quota variabile a seconda dell'esposizione, ne ho trovate a 400 m (Monti Sabatini), come anche a 500 m (Lago di Vico) ma mediamente spuntano oltre gli 800-900 m. Le conifere dovrebbero essere state rinboscate quasi ovunque, non so poi se vi sono colonie autoctone in qualche area, ma posso dire che sull'Amiata in mezzo ai castagneti (!!) ho visto diversi esemplari di una conifera (alberi sparsi, non formavano grandi boschi)...non era strobo ne abete rosso, ma aveva un portamento simile a quest'ultimo. Sembravano autoctone visto che nascevano a "casaccio" nel mezzo del bosco
Anno 2019
Pioggia: 601,0 mm (Agg. 3 Ottobre)
Neve: 4,5 cm.
"All truths are easy to understand once they're discovered. The point is to discover them." ~ Galileo Galilei
Fondatore di Centro Meteorologico Bolognese
Sito di Centro Meteorologico Bolognese: https://centrometeobolognese.com/
Sito personale: https://martinmb.wixsite.com/*******martinmb
Stazione meteo: http://www.meteosystem.com/dati/sanchierlo/index.php
Probabilmente fanno riferimento a un'ipotetica condizione di climax, postulando che l'orno-ostrieto abbia colonizzato zone che in passato erano coperte da querceti a roverella e/o a cerro. Tra l'altro gli ostrieti sono formazioni molto stabili e non rappresentano certo una condizione transitoria o rapidamente evolutiva (insomma se anche prima ci fossero stati cerri e roverelle ora ci sono orniello e carpino nero e ci resteranno)... Aggiungo che molti di questi censimenti risentono del fatto che sono basati su dati vecchissimi (non di rado risalenti agli anni '30 del secolo scorso) per cui ci sta che sia l'orniello sia il carpino nero fossero meno diffusi, semplicemente perché venivano tagliati. Per esperienza so che non erano molto amati dai vecchi contadini, perché crescevano rapidamente e avevano un'intensa attività pollonifera, invadendo rapidamente i terreni lasciati incolti. Comunque è vero, questo tipo di censimento "libresco", è perfettamente inutile...
Dalle mie parti ,colline dal livello del mare fino a 400 metri, i boschi spesso sono composti da ornielli e carpini neri mentre in altre situazioni prevalgono le roverelle.
Forse l'unica spiegazione è che questi boschi misti prediligono i terreni leggermente più freschi mentre la roverella cresce nei pendii più asciutti e soleggiati.
In queste situazioni esistono anche dei lecci, confinati però al bordo di falesie, dove il terreno molto roccioso e superficiale li dalva dalla concorrenza delle caducifoglie.
Otre i 400 m. si nota una maggiore freschezza di clima e di suolo e subentrano i cerri a sostituire le roverelle, ma solo in collina ( perché in montagna il suolo è calcareo e le associazioni sono diverse).
Segnalibri