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  1. #131
    Bava di vento L'avatar di LaBriglia
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    Predefinito Re: Alberi tipici delle regioni italiane

    Ho trovato per caso questo video recente che parla della distribuzione di una delle piante forestali più diffuse in italia, il faggio, e la sua risposta al cambiamento climatico. In particolare il video tratta il

    potenziale effetto che il GW può avere sulla distribuzione del faggio (Fagus sylvatica) e sul carbonio nel suolo delle foreste di faggio.

    YouTube

    La fonte è certamente attendibile, il video dura una mezz'oretta ma penso sia molto interessante. Io non ho ancora avuto il tempo di guardalo bene, ma al minuto 20:20 già dice esplicitamente come si sta comportando il faggio in relazione all'aumento di temperatura. Buona visione

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  2. #132
    Vento forte L'avatar di galinsog@
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    Predefinito Re: Alberi tipici delle regioni italiane

    Citazione Originariamente Scritto da alnus Visualizza Messaggio
    Per versante Nord, intendi quello esposto a Nord? Sarebbe in realtà il versante Sud, a bacìo, quello più in ombra?
    Penso che possa derivare sempre dalle esigenze di pascolo e/o fienagione: specie sulle Alpi, ma anche in Appennino, viene sempre preferito in quanto si libera della neve molto prima.
    Esatto, tra i due versanti, quello a bacìo (o come dicono i francesi "en ubac") ha un innevamento molto più lungo rispetto ai versanti esposti a mezzogiorno ("en adrets"). Poi è ovvio, per rispondere a Ennio, che le balze a reggipoggio del versante meridionale del Monte Zatta non erano probabilmente colonizzate per intero dal bosco, molto probabilmente si aveva quella che tecnicamente si chiama "vegetazione azonale" delle rupi, ossia formazioni non direttamente legate al contesto bio-climatico (piano vegetazionale) ma alla geografia dell'habitat, quindi formazioni erbacee dove il suolo è soggetto a franamento frequente e arbusti colonizzatori laddove il suolo è un poco più stabile. Penso ad esempio a specie come Rhamnus alpina, personalmente non escludo nemmeno che le boscaglie a bosso che oggi si trovano confinate al di sotto dei 1000 m, potessero risalire più in quota. Secondo me poi si tende un po' a sottostimare il limite superiore del querceto caducifoglio, ad esempio la roverella in esposizione meridionale e a solatio può tranquillamente arrivare attorno ai 1000 m e il cerro e la rovere vegetano ancora verso i 1200 m, sempre se ce ne sono le condizioni... La zona sommitale dell'Aiona, se la devo immaginare in epoca "pre-deforestazione", la penso, come scritto precedentemente con una copertura vegetale simile a quella che si osserva oggi in certe zone delle Alpi Dinariche (es. Monte Nevoso), ossia coperta da una fitta formazione a pino mugo, alternato a ginepro nano, nei punti in cui il suolo non riesce a formarsi a causa del vento... con forse un po' di zone scoperte (prative) tra cima Nord e quella Sud, quindi tra i 1660 e i 1702 m, ovviamente resta una ricostruzione congetturale...

  3. #133
    Vento fresco L'avatar di alnus
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    Predefinito Re: Alberi tipici delle regioni italiane

    Citazione Originariamente Scritto da galinsog@ Visualizza Messaggio
    Esatto, tra i due versanti, quello a bacìo (o come dicono i francesi "en ubac") ha un innevamento molto più lungo rispetto ai versanti esposti a mezzogiorno ("en adrets"). Poi è ovvio, per rispondere a Ennio, che le balze a reggipoggio del versante meridionale del Monte Zatta non erano probabilmente colonizzate per intero dal bosco, molto probabilmente si aveva quella che tecnicamente si chiama "vegetazione azonale" delle rupi, ossia formazioni non direttamente legate al contesto bio-climatico (piano vegetazionale) ma alla geografia dell'habitat, quindi formazioni erbacee dove il suolo è soggetto a franamento frequente e arbusti colonizzatori laddove il suolo è un poco più stabile. Penso ad esempio a specie come Rhamnus alpina, personalmente non escludo nemmeno che le boscaglie a bosso che oggi si trovano confinate al di sotto dei 1000 m, potessero risalire più in quota. Secondo me poi si tende un po' a sottostimare il limite superiore del querceto caducifoglio, ad esempio la roverella in esposizione meridionale e a solatio può tranquillamente arrivare attorno ai 1000 m e il cerro e la rovere vegetano ancora verso i 1200 m, sempre se ce ne sono le condizioni... La zona sommitale dell'Aiona, se la devo immaginare in epoca "pre-deforestazione", la penso, come scritto precedentemente con una copertura vegetale simile a quella che si osserva oggi in certe zone delle Alpi Dinariche (es. Monte Nevoso), ossia coperta da una fitta formazione a pino mugo, alternato a ginepro nano, nei punti in cui il suolo non riesce a formarsi a causa del vento... con forse un po' di zone scoperte (prative) tra cima Nord e quella Sud, quindi tra i 1660 e i 1702 m, ovviamente resta una ricostruzione congetturale...
    Molto interessante la tua congettura!
    Sono d'accordo sulla sottostima del limite delle querce: anch'io sulle Prealpi trovo roverelle a 1.000 m tranquillamente mischiate alle betulle ed ai noccioli, ecc.

  4. #134
    Burrasca L'avatar di EnnioDiPrinzio
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    Predefinito Re: Alberi tipici delle regioni italiane

    Citazione Originariamente Scritto da alnus Visualizza Messaggio
    Per versante Nord, intendi quello esposto a Nord? Sarebbe in realtà il versante Sud, a bacìo, quello più in ombra?
    Penso che possa derivare sempre dalle esigenze di pascolo e/o fienagione: specie sulle Alpi, ma anche in Appennino, viene sempre preferito in quanto si libera della neve molto prima.
    Si quando dico versante nord intendo quello esposto a nord.
    Di questa situazione di dissimetria ci sono esempi in tutte le montagne del mondo, anche quelle poco antropizzate del nord Nord America .( ho un'immagine negli occhi di una valle montana con i pendii esposti a sud coperti da ginepri e quelli a nord da fustaie di abeti).
    Del resto anche in Valtellina su un vecchio manuale sulla vegetazione si diceva che sul versante solivo il castagneto non può scendere in fondovalle mentre lo fa sui versanti esposti a nord, a prescindere dalla messa a coltura dei terreni.
    Ne vedo molti esempi anche in Abruzzo, ad esempio sulla piana di Campo Felice i pendii esposti a nord hanno belle faggete,la piana no per le gelate da inversione che scendono anche a -30° e poi i ripidissimi costoni esposti a sud anch'essi privi di alberi: non penso che i pastori siano masochisti a far pascolare le greggi sui dirupi, invece che approfittare dei pendii più dolci e fertili.
    Non possiamo dare sempre la colpa al disboscamento ....

    Qui sotto uno scatto tratto da street view di Google earth della piana di Campo Felice ove i limiti della faggeta in basso sono dati dalle inversioni termiche notevoli dell'aria fredda che ristagna nella conca e che fanno registrare anche -30 ( troppo per il faggio) mentre i costoni esposti a sud sono inospitali per la faggeta ed accolgono qualche rimboschimento a pino nero.

    Screenshot_20191110-082914_Earth.jpg

    Qui invece tra Abruzzo e Molise salendo dal paese di Rojo del Sangro, per verificare quanto con precisione chirurgica la bella faggeta-abetina si limiti ai versanti esposti a nord ed eviti accuratamente quelli esposti a sud ,seguendo i crinali( cosa che si può facilmente verificare con le foto zenitali di Google earth.
    Il passo che scollina a sud verso il Molise privo di faggeta sul pendio esposto a mezzogiorno

    Screenshot_20191110-084856_Earth.jpg


    La bella faggeta abetina a pochi passi da li scendendo sul versante nord

    Screenshot_20191110-085051_Earth.jpg

    Per finire la valle sopra Bardonecchia

    Screenshot_20191110-091112_Earth.jpg
    Ultima modifica di EnnioDiPrinzio; 10/11/2019 alle 09:14

  5. #135
    Vento moderato L'avatar di Ragnarok
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    Predefinito Re: Alberi tipici delle regioni italiane

    Citazione Originariamente Scritto da alnus Visualizza Messaggio
    Scusa ma mi fa scappar da ridere.
    E' la tipica espressione da professori universitari che hanno solo letto e scritto libri. Consapevoli della propria ignoranza, trovano parole dal suono misterioso per diffondere attorno a sè il fumo della soggezione.

    Posso immaginare la sua origine: la stragrande maggioranza dei "boschi" della nostra scassatissima regione è una bassa boscaglia mista, tra le quote di 100 e 1.000 metri, quindi molto più estesa delle faggete al di sopra. La sua definizione è difficile, ma chiamarli querceti è sbagliato. In essi le querce sono roverelle e in misura minore, cerri e roveri, ma ben più dominanti sono gli ornielli e soprattutto i carpini neri.
    Quindi sarebbe giusto chiamarli semplicemente ostryeti misti.
    Poi ci sono le cerrete e le faggete, e loro sono pure.
    In un inventario è assurdo riferirsi a categorie ecologiche del tutto ipotetiche; bisogna descrivere il reale nel tempo presente.
    Mi ha interessato questo argomento e ho provato a fare una tabella, valida sopratutto per la mia provincia ma estendibile a buona parte della nostra regione, dove ho cercato di applicare le mie osservazioni personali per individuare, fascia per fascia, le formazioni forestali e le specie vegetali prevalenti. Dimmi/ditemi se vi pare corretta e se vi piace
    5F32A108-00EB-4BCB-AAA1-36CC594CB984.jpeg
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    "All truths are easy to understand once they're discovered. The point is to discover them." ~ Galileo Galilei

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  6. #136
    Vento fresco L'avatar di alnus
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    Predefinito Re: Alberi tipici delle regioni italiane

    Bello!
    Aggiungi l'ontano bianco nella fascia blu (almeno, a modena e reggio è così)
    comunque io sono poco indicato per giudicare, per tutto quello che ho già scritto più volte: non mi piacciono mappe e diagrammi altimetrici generali.

  7. #137
    Vento moderato L'avatar di Ragnarok
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    Predefinito Re: Alberi tipici delle regioni italiane

    Citazione Originariamente Scritto da alnus Visualizza Messaggio
    Bello!
    Aggiungi l'ontano bianco nella fascia blu (almeno, a modena e reggio è così)
    comunque io sono poco indicato per giudicare, per tutto quello che ho già scritto più volte: non mi piacciono mappe e diagrammi altimetrici generali.
    Capisco; dato che so che non ti piacciono le schematizzazioni, quello che mi interessava sapere sopratutto era se ti pare che abbia elencato tutte le specie arboreo-arbustive tipiche delle nostre zone o se alcune vanno tolte o altre aggiunte oltre all’ontano bianco dato che abiti a due passi da me. Grazie


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  8. #138
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    Predefinito Re: Alberi tipici delle regioni italiane

    Citazione Originariamente Scritto da Martin MB Visualizza Messaggio
    Capisco; dato che so che non ti piacciono le schematizzazioni, quello che mi interessava sapere sopratutto era se ti pare che abbia elencato tutte le specie arboreo-arbustive tipiche delle nostre zone o se alcune vanno tolte o altre aggiunte oltre all’ontano bianco dato che abiti a due passi da me. Grazie
    Direi che le specie le hai messe tutte.
    Poi io posso parlare per modena e reggio, che conosco.
    Allora aggiungerei in fascia gialla ciavardello, sorbo montano e tiglio selvatico, invece lascerei perdere la definizione "tilio-faggeta": personalmente le faggete le ho sempre viste pure e i pochi tigli più in basso.

  9. #139
    Vento moderato L'avatar di Ragnarok
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    Predefinito Re: Alberi tipici delle regioni italiane

    Citazione Originariamente Scritto da alnus Visualizza Messaggio
    Direi che le specie le hai messe tutte.
    Poi io posso parlare per modena e reggio, che conosco.
    Allora aggiungerei in fascia gialla ciavardello, sorbo montano e tiglio selvatico, invece lascerei perdere la definizione "tilio-faggeta": personalmente le faggete le ho sempre viste pure e i pochi tigli più in basso.
    Dunque, ti spiego meglio la definizione di tilio-faggeto perché può essere effettivamente sviante il termine: faggeti termofili (perciò quelli di più bassa quota) con infiltrazione di elementi vegetativi tipici dei querceti sottostanti come frassini, olmi, aceri campestri/opali. Quindi forse questo definizione ti piace di più

    Altre due cose: concordo sull’aggiungere i sorbi, però ecco...il tiglio sei sicuro? Mi pare sia abbastanza raro allo stato spontaneo...a proposito, l’ho messo proprio nell’elenco delle specie rare...


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  10. #140
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    Predefinito Re: Alberi tipici delle regioni italiane

    Citazione Originariamente Scritto da Martin MB Visualizza Messaggio
    Dunque, ti spiego meglio la definizione di tilio-faggeto perché può essere effettivamente sviante il termine: faggeti termofili (perciò quelli di più bassa quota) con infiltrazione di elementi vegetativi tipici dei querceti sottostanti come frassini, olmi, aceri campestri/opali. Quindi forse questo definizione ti piace di più

    Altre due cose: concordo sull’aggiungere i sorbi, però ecco...il tiglio sei sicuro? Mi pare sia abbastanza raro allo stato spontaneo...a proposito, l’ho messo proprio nell’elenco delle specie rare...
    Io il tiglio selvatico (tilia cordata) ricordo di averlo visto in Val Trebbia a 400 m

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