Sì, tra l'altro lo stress, che può essere già forte con piante che vivono su terreni aperti e profondi, tende ad essere maggiore dove ci sono ostacoli che limitano l'espansione dell'apparato radicale, che siano naturali (es. alberi che vivono su cenge o pareti rocciose) o artificiali, tipo aiuole.
Quello che hai osservato sugli ippocastani è un fenomeno assolutamente fisiologico, in questo periodo dell'anno, alle nostre latitudini, sia per le temperature, sia per il fotoperiodo, gli alberi sono ancora all'inizio del periodo di quiescenza, per cui hanno ancora ricambio e produzione di foglie, se un parassita ha danneggiato il fogliame gli alberi tenteranno di ricostruire la chioma alla prima occasione utile, per cui non appena l'attività del parassita tenderà a ridursi (abbassamento delle temperature, diminuzione delle ore di soleggiamento diurno) osserverai molte foglie nuove, ovviamente poi le nuove foglie cadranno quando le altre o al massimo poco dopo...
Nel 2017 i lariceti delle Alpi Liguri sono stati soggetti a una forte infestazione da parte di larve di un lepidottero (Zeiraphera griseanae) che è soggetto a periodiche esplosioni demografiche (in media ne capita una ogni 12-15 estati) e che non rappresenta un pericolo per la salute degli alberi e del bosco (ma è terribile dal punto di vista del danno paesaggistico, perché può defogliare intere foreste). Il risultato è che i larici erano molto più verdi e con molti nuovi aghi a fine settembre, quando il ciclo biologico dell'insetto era terminato, che a inizio giugno, quando le chiome dei larici erano letteralmente coperte di larve.
Sì, la fogliazione nuova in settembre/ottobre è una risposta abbastanza comune. Ma appunto una risposta ad una forte malattia. Quindi non la definirei fisiologica.
Riguardo allo stress da poco spazio per le radici, bisogna aggiungere che in molti casi le radici vengono anche "cotte" dai pavimenti delle strade e parcheggi, sotto i quali si espandono. Ad esempio qui a Modena c'è un centro commerciale con celtis agonizzanti da almeno 10 anni. Sono talmente malridotti, che non fanno nemmeno più ombra. Ogni anno riescono a metter fuori qualche fogliolina pallida e rattrappita e non muoiono. Eppure non vengono abbattuti ... evidentemente i responsabili credono che gli alberi siano così.
Comunque i celtis ultimamente languono anche in aperta campagna, dev'esserci una malattia.
A proposito di colori autunnali. Ho acceso il televisore e c'è il giro di lombardia che transita ora sul Ghisallo. Ebbene, non si vede una sola foglia gialla o rossa, è tutto verde, a 700 m. Perchè lì di stress idrico non ce n'è, e, come dicevamo io e Galinsoga, i foliage che si vedono adesso sono tutti causati da qualche situazione non ottimale.
Ho i bonsai di metasequoia e zelkova sul balcone in piena situazione verde. Idem il banano e il ficus benjamin ancora in esterno che buttano foglie. Nessuna traccia di comportamenti autunnali al momento. Servono secondo me minime sui 10C per innescare qualcosa. Abito a Napoli 130 metri sul mare
http://golfodigaeta.altervista.org/
Webcam Formia su http://www.meteoliri.it/#!prettyPhoto/10/
Stazione meteo http://www.wunderground.com/weathers...p?ID=ILAZIOFO2
Il foliage in pianura c'è ma è per ora limitato ai parchi urbani con i tigli, ( senza che vi sia stata alcuna patologia o carenza idrica).
Giardinetto pubblico sotto casa:
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