certamente un contesto caratterizzato da atmosfera più consistente limita i forcing radiativi ed enfatizza i feebdack interni al sistema
viene dispersa molta meno energia qundi diventa più rilevante la capacità dell'atmosfera attraverso le sue componenti di "valorizzare" ciò che assorbe
Forse la maggiore snow cover degli ultimi anni in inverno è un feedback interno del sistema per tentare di arginare, in inverno, il riscaldamento, riflettendo più radiazioni. Ci stavo pensando oggi, leggendo che lo snow cover per Ottobre sta toccando picchi record per l'ennesima volta. Comunque è OT, meglio non deviare dal tema principale.
Conta più l'estensione della superficie ghiacciata, o il volume dei ghiacci, per avere minore ingresso di radiazioni? Io credo la prima.
Anche secondo me.
Riprendendo comunque il tuo messaggio precedente vorrei aggiungere che, quando si è raggiunta una certa estensione dei ghiacci, potrebbe accadere che si abbia un gradiente di pressione meridionale molto alto a causa della vastità di un VP che sarebbe enorme data la copertura glaciale ma con bolle di HP che sarebbero altrettanto grandi.
Insomma, secondo me in queste condizioni vi potrebbero essere forti venti che trasportino proprio le polveri di cui si parlava prima, riducendo l'albedo ed innescando un feedback volto alla riduzione del ghiaccio.
Ovviamente è solo un'ipotesi ed adesso non ho tempo di cercare ricerche a tal proposito.
Tra qualche ora, tornato da scuola, ricercherò qualcosa.
2012: 31 Gennaio - 15 Febbraio (120 cm) T. minima: -10,9°C
2017: 5 - 19 Gennaio (40 cm)T. minima: -10,7°C
2018: 24 - 28 Febbraio (30 cm) T. minima: -11,2°C
tra l'altro possiamo fare un piccolo accenno sulla rapidità delle transizioni
i processi di riscaldamento a rigor di logica per tutta una serie di effetto domino vanno a progredire con decisione maggiore
meno ghiaccio
più evaporazione ma in una prima fase anche più assorbimento radiativo
meno solubilità
rimescolamento degli oceani favorevole
Aggiungici anche le minori polveri: con l'aumento della CO2 atmosferica e il clima più mite, le piante si riproducono e riconquistano i deserti. Prova ne è che nell'Optimum Olocenico anche il Sahara era più verde di oggi, con il deserto arretrato. E minori polveri significano meno raffreddamento sia perchè viene meno l'azione schermante i raggi solari, sia perchè non riducono l'albedo delle superfici ghiacciate non depositandovisi.
Comunque, momentaneo OT, leggendo come nel Mediterraneo le estati oloceniche siano sempre state più fresche e che lo scorso secolo eravamo agli apici del caldo estivo degli ultimi diecimila anni, mi viene da pensare che per davvero le estati che stiamo sperimentando nell'ultimo decennio siano le più calde da oltre 100000 anni.
Almeno per noi italici e per il Mediterraneo Occidentale.
Ultima modifica di burian br; 14/10/2019 alle 15:46
non sarebbe così strano
non è del tutto irragionevole pensare che le ultime due ere rappresentino mediamente alcuni dei momenti più freddi dell'intera storia climatica
favoriti tra l'altro dall'attuale disposizione delle piattaforme continentali
argomenti ovviamente su cui andando a ritroso avremo ampiamente modo di ragionare
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