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  1. #221
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: il td della paleoclimatologia

    Citazione Originariamente Scritto da EnnioDiPrinzio Visualizza Messaggio
    Il livello di questo 3d è davvero elevato tanto che faccio fatica a capire tutto ( essendo un profano).
    Ma leggo tutto ugualmente sperando di capirci di più .
    Be Ennio, anch’io sono un profano. Anzi, ne so quanto voi prima che leggiate le ricerche. Sto imparando di volta in volta.

    Se qualcosa non ti è chiaro puoi dirlo, anche fossero cento domande. Alla fine lo scopo primario credo sia non solo parlare della paleoclimatologia, ma anche renderla fruibile a tutti coloro che trovano questo thread su Internet o nel forum e sono semplici appassionati come noi.

  2. #222
    Burrasca L'avatar di EnnioDiPrinzio
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    Predefinito Re: il td della paleoclimatologia

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    Be Ennio, anch’io sono un profano. Anzi, ne so quanto voi prima che leggiate le ricerche. Sto imparando di volta in volta.

    Se qualcosa non ti è chiaro puoi dirlo, anche fossero cento domande. Alla fine lo scopo primario credo sia non solo parlare della paleoclimatologia, ma anche renderla fruibile a tutti coloro che trovano questo thread su Internet o nel forum e sono semplici appassionati come noi.
    Grazie della disponibilità: (mi riferivo agli ultimissimi interventi) per me la materia è molto affascinante anche se sono a digiuno degli elementi basici per la comprensione di queste dinamiche meteo climatiche ( ad esempio non sapevo cosa fosse l'AMOC....) poi ho cercato sul web.
    Rileggendo con calma gli ultimi post credo che capirò meglio tutto ....
    In caso negativo approfitterò della tua disponibilità.
    Del resto l'interesse per queste tematiche è nato quando ad otto anni mia mamma mi invitò a scegliermi dei libri in una bancarella a Genova e ne scelsi 3:
    Uno di archeologia ,uno sulle invenzioni ingegneristiche nel corso della storia ed infine quello che ho consumato a furia di rileggerlo per comprenderlo appieno, contenendo termini e trmatiche che andavano ben oltre la mia età: era un libro sull'Era Glaciale ,piuttosto ben fatto.

  3. #223
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: il td della paleoclimatologia

    Citazione Originariamente Scritto da EnnioDiPrinzio Visualizza Messaggio
    Grazie della disponibilità: (mi riferivo agli ultimissimi interventi) per me la materia è molto affascinante anche se sono a digiuno degli elementi basici per la comprensione di queste dinamiche meteo climatiche ( ad esempio non sapevo cosa fosse l'AMOC....) poi ho cercato sul web.
    Rileggendo con calma gli ultimi post credo che capirò meglio tutto ....
    In caso negativo approfitterò della tua disponibilità.
    Del resto l'interesse per queste tematiche è nato quando ad otto anni mia mamma mi invitò a scegliermi dei libri in una bancarella a Genova e ne scelsi 3:
    Uno di archeologia ,uno sulle invenzioni ingegneristiche nel corso della storia ed infine quello che ho consumato a furia di rileggerlo per comprenderlo appieno, contenendo termini e trmatiche che andavano ben oltre la mia età: era un libro sull'Era Glaciale ,piuttosto ben fatto.
    Sono disponibilissimo, non mi daresti alcun fastidio nel caso

    Lo sai che anche per me la passione nacque grazie a un libro? Stavo a casa di mia nonna, avevo anch’io 8/9 anni, e curiosavo nella sua vecchia libreria. Vedevo da mesi sopra i libri all’ultimo piano un altro libro messo orizzontalmente e sporgente con un angolo. Un giorno decisi di salire sulla sedia e in punta di piedi riuscii a prenderlo. Lo aprii: era un atlante di geografia degli anni 80. Lo divorai nei successivi mesi; a mia madre e mia nonna dissi che era caduto , perché se avessero saputo che mi ero arrampicato da solo mi avrebbero sequestrato tra l’altro per punizione il libro.
    Da lì nacque la mia passione per la geografia, mi feci comprare mappamondo e carte geografiche da mio padre, e le disegnavo anche. Mi colpivano molto le mappe con i limiti dei ghiacci perenni o quello degli iceberg. O ancora quelle con le varie isoterme annue o di Gennaio e Luglio. Fu uno dei semi da cui poi, due/tre anni dopo, scaturì la mia passione per la meteorologia, dopo che a una gita qui vicino vidi un po’ di neve sul parabrezza di un’auto e mi chiesi se avrei potuto rivederla quell’anno anche nella mia città.

    Ah, il caso...chissà cosa sarebbe successo e come sarei diventato se non avessi visto quel libro...

  4. #224
    Burrasca L'avatar di EnnioDiPrinzio
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    Predefinito Re: il td della paleoclimatologia

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    Sono disponibilissimo, non mi daresti alcun fastidio nel caso

    Lo sai che anche per me la passione nacque grazie a un libro? Stavo a casa di mia nonna, avevo anch’io 8/9 anni, e curiosavo nella sua vecchia libreria. Vedevo da mesi sopra i libri all’ultimo piano un altro libro messo orizzontalmente e sporgente con un angolo. Un giorno decisi di salire sulla sedia e in punta di piedi riuscii a prenderlo. Lo aprii: era un atlante di geografia degli anni 80. Lo divorai nei successivi mesi; a mia madre e mia nonna dissi che era caduto , perché se avessero saputo che mi ero arrampicato da solo mi avrebbero sequestrato tra l’altro per punizione il libro.
    Da lì nacque la mia passione per la geografia, mi feci comprare mappamondo e carte geografiche da mio padre, e le disegnavo anche. Mi colpivano molto le mappe con i limiti dei ghiacci perenni o quello degli iceberg. O ancora quelle con le varie isoterme annue o di Gennaio e Luglio. Fu uno dei semi da cui poi, due/tre anni dopo, scaturì la mia passione per la meteorologia, dopo che a una gita qui vicino vidi un po’ di neve sul parabrezza di un’auto e mi chiesi se avrei potuto rivederla quell’anno anche nella mia città.

    Ah, il caso...chissà cosa sarebbe successo e come sarei diventato se non avessi visto quel libro...
    Abbiamo avuto un'infanzia piuttosto simile allora...
    Grazie a quel libro oggi mi è abbastanza facile capire da una foto zenitale di Google earth se una montagna è stata interessata da antiche glaciazioni oppure no e grazie a Google earth si può indagare velocemente tutto il globo a tutte le latitudini.
    Anche per me è stato un atlante a farmi interessare alla geografia fisica, un atlante De Agostini in cui alla fine c'erano delle foto di interesse geografico e delle spiegazioni di tipo storico-geologico: la più interessante era una foto aerea sulla costa di Ginosa marina in cui si evidenziavano le foci ed i meandri fossili di alcuni fiumi dal tempo della magna Grecia al periodo medioevale.
    In un atlante successivo mi colpì invece una bellissima foto aerea delle tracce moreniche del ghiacciao di Campo Imperatore ( versante sud del Gran Sasso) : sui nostri monti calcarei le tracce di glaciazione sono molto visibili perché rimangono per una buona parte al di sopra del limite delle foreste ed inoltre il mancato ruscellamento superficiale dei suoli calcarei non cancella i fondi e le morene di deposito glaciale.
    Un esempio per tutti una vista aerea dei monti della Meta tra Abruzzo Lazio e Molise , monti molto piovosi e molto interessati dalle glaciazioni del pleistocene pur non raggiungendo grandi altezze, ora la vago a salvare e la aggiungo qui:

    Screenshot_20191111-073259_Earth.jpg

    Screenshot_20191111-073346_Earth.jpg

    La fase ritiro sembra stata abbasuanza veloce rispetto al massimo glaciale, salvo la parte superiore dove alcune morene lasciano pensare ad una fase tardo glaciale meno rapida a scomparire.
    Se non mi sbaglio si vedono bene i movimenti del rock glacier successivo alla scomparsa del ghiacciaio.
    Per quanto molto piovose, a causa del substrato calcareo il ruscellamento superficiale è inesistente e non ha cancellato nulla ( come riaprire una tomba etrusca e trovare tutti gli oggetti al loro posto)...
    Ultima modifica di EnnioDiPrinzio; 11/11/2019 alle 07:42

  5. #225
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: il td della paleoclimatologia

    Citazione Originariamente Scritto da EnnioDiPrinzio Visualizza Messaggio
    Abbiamo avuto un'infanzia piuttosto simile allora...
    Grazie a quel libro oggi mi è abbastanza facile capire da una foto zenitale di Google earth se una montagna è stata interessata da antiche glaciazioni oppure no e grazie a Google earth si può indagare velocemente tutto il globo a tutte le latitudini.
    Anche per me è stato un atlante a farmi interessare alla geografia fisica, un atlante De Agostini in cui alla fine c'erano delle foto di interesse geografico e delle spiegazioni di tipo storico-geologico: la più interessante era una foto aerea sulla costa di Ginosa marina in cui si evidenziavano le foci ed i meandri fossili di alcuni fiumi dal tempo della magna Grecia al periodo medioevale.
    In un atlante successivo mi colpì invece una bellissima foto aerea delle tracce moreniche del ghiacciao di Campo Imperatore ( versante sud del Gran Sasso) : sui nostri monti calcarei le tracce di glaciazione sono molto visibili perché rimangono per una buona parte al di sopra del limite delle foreste ed inoltre il mancato ruscellamento superficiale dei suoli calcarei non cancella i fondi e le morene di deposito glaciale.
    Un esempio per tutti una vista aerea dei monti della Meta tra Abruzzo Lazio e Molise , monti molto piovosi e molto interessati dalle glaciazioni del pleistocene pur non raggiungendo grandi altezze, ora la vago a salvare e la aggiungo qui:

    Screenshot_20191111-073259_Earth.jpg

    Screenshot_20191111-073346_Earth.jpg

    La fase ritiro sembra stata abbasuanza veloce rispetto al massimo glaciale, salvo la parte superiore dove alcune morene lasciano pensare ad una fase tardo glaciale meno rapida a scomparire.
    Se non mi sbaglio si vedono bene i movimenti del rock glacier successivo alla scomparsa del ghiacciaio.
    Per quanto molto piovose, a causa del substrato calcareo il ruscellamento superficiale è inesistente e non ha cancellato nulla ( come riaprire una tomba etrusca e trovare tutti gli oggetti al loro posto)...
    Io invece non me ne intendo di geologia applicata alla glaciologia. Anch'io però sono interessato ai cambiamenti geologici legati alle glaciazioni, ma qui da me si misurano in termini di cambiamenti morfologici nelle coste, con terrazzi che avanzano e con spiagge, calette, isolotti e altro che suggeriscono le vecchie linee di costa nonchè i cambiamenti del livello del mare.

    Cos'è un rock glacier? Visto che ci sono ti faccio anch'io qualche domanda.

    Se il ruscellamento superficiale è inesistente, la pioggia defluiva da altri versanti? O nel sottosuolo?

  6. #226
    Uragano L'avatar di Alessandro1985
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    Predefinito Re: il td della paleoclimatologia

    alcune considerazioni di getto
    la variabili del rallentamento amoc può avere un impatto anche sull distribuzione della calotta favorendo un maggiore sbilanciamento in area nao e da lì mar di barents
    estremizzazione anche dell'isolamento euroasiatico con pattern da SH
    sarei quasi pronto a scommettere su divari termici colossali tra europa centro occidentale e russia europea
    il pacifico se fossero corrette le ipotesi di una tendenza di fondo all'enso positivo potrebbe incidere e a sua volta essere condizionato dalla circolazione atlantica tramite le interrelazioni che alcuni studi recenti tentano di schematizzare

    un fortissimo gradiente termico e barico potrebbe caratterizzare in tale temperie la circolazione del medio atlantico ovviamente andando a incidere sulla distribuzione dell'interconvergenza
    sarebbe importante capire come può riflettersi un crollo del flusso temperato sulla disposizione del treno d'onda tra pacifico e atlantico in una ipotetica fase da forte pdo+
    esasperazione del pattern da nao+
    l'unico elemento che si oppone a un consolidamento di una circolazione sempre più estrema tra polo e latitudini subtropicali e l'aumento dell'insolazione verso nord

  7. #227
    Burrasca L'avatar di EnnioDiPrinzio
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    Predefinito Re: il td della paleoclimatologia

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    Io invece non me ne intendo di geologia applicata alla glaciologia. Anch'io però sono interessato ai cambiamenti geologici legati alle glaciazioni, ma qui da me si misurano in termini di cambiamenti morfologici nelle coste, con terrazzi che avanzano e con spiagge, calette, isolotti e altro che suggeriscono le vecchie linee di costa nonchè i cambiamenti del livello del mare.

    Cos'è un rock glacier? Visto che ci sono ti faccio anch'io qualche domanda.

    Se il ruscellamento superficiale è inesistente, la pioggia defluiva da altri versanti? O nel sottosuolo?
    Il "rock glacier",per quello che ricordo, è una specie di ghiacciaio composto da ghiaie imbevute di acqua che con i continui cicli di gelo e disgelo, ma forse anche con il ghiaccio interstiziale che sottoposto a pressione diventa plastico , si muove verso valle come farebbe un ghiacciaio ma e appunto composto da ghiaie.
    Come se fosse la memoria plastica del ghiacciaio che c'era un tempo.
    Sulle pendici più alte della Maiella,sotto il monte Amaro pare ci sia ancora un rock glacier in attività.
    Dopo un ulteriore addolcimento climatico le ghiaie si fermano perché il ghiaccio interstiziale non si forma più. ( o quello fossile sottostante sparisce del tutto)
    In questa foto le ghiaie mostrano di aver avuto dei movimenti fluidi fino ad epoche non lontanissime perché la vegetazione erbacea non ancora li colonizza.
    Per quanto riguarda il mancato ruscellamento ,questo fenomeno avviene,nonostante la notevole piovosità di questi monti, perché i terreni calcarei assorbono completamente l'acqua piovana o quella che deriva dallo scioglimento delle nevi.
    L'acqua penetra subito nel sottosuolo e crea grotte e percorsi sotterranei: la Puglia è tutta così ed è per quello che non ha fiumi e torrenti.
    La geologia applicata alla glaciologia è il normale complemento delle scienze che studiano il paleo clima ossia mostrano gli effetti sul campo del clima che è stato un tempo.
    Sarebbe bello, tornando a queste foto individuare le morene del YD rispetto al massimo glaciale ( che in questa foto spingeva i fronti glaciali nelle valli sottostanti, ora coperte da faggete ed il cui confine è ancora evidente).
    Ultima modifica di EnnioDiPrinzio; 11/11/2019 alle 15:14

  8. #228
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Ultimo Periodo Glaciale (LGP), Parte 1

    Quest'altra ricerca costituisce il mio secondo asso nella manica.

    The Human Presence in Europe during the Last Glacial Period II: Climate Tolerance and Climate Preferences of Mid-and Late Glacial Hominids

    Come da titolo, è una ricerca che muove i passi da tutt'altro campo rispetto alla paleoclimatologia. Si tratta infatti di una ricerca antropologica, che sulla base dei ritrovamenti archeologici della Preistoria (Paleolitico) cerca di analizzare l'annosa questione della coabitazione tra Homo Neanderthal e Homo Sapiens alla luce del clima dell'ultima glaciazione.
    I Neanderthal si estinsero circa 40-30mila anni fa (l'ultimo fossile è datato a 28000 anni fa a Gibilterra), ma il loro crollo demografico iniziò circa 40000 anni fa, ed è stato associato con una recrudescenza del freddo (che sarebbe stata legata all'eruzione dell'Ignimbrite Campana, dovuta a una catastrofica esplosione dei Campi Flegrei), con la competizione con i Sapiens appena giunti in Europa dall'Africa (circa 45000 anni fa), se non addirittura a un genocidio diretto perpetrato dai nostri antenati Sapiens che avrebbero sterminato nel corso di migliaia di anni gli altri ominidi. Di certo un ruolo dei Sapiens esiste, ma probabilmente non in termini "fratricidi" ma di semplice competizione per gli ecosistemi. Esistono anche prove genetiche che dimostrano come tra le due specie di ominidi vi sia stata ibridazione e quindi dei rapporti sessuali (tutti gli esseri umani che vivono fuori dall'Africa subsahariana possiedono almeno un 2% di DNA Neanderthal).

    Questa ricerca, per farla breve, si inserisce nel filone di chi crede che l'estinzione sia stata legata alla competizione/capacità di adattamento delle due specie per i territori che ora condividevano, che sarebbe stata resa più aspra dai cambiamenti climatici che proprio in quel frangente stavano portando all'inizio della fase più cruda dell'ultima glaciazione: il LGM (Last Glacial Maximum).

    Pertanto la ricerca in questione ricorre alla paleoclimatologia per ricostruire il clima in Europa durante l'ultima glaciazione, in particolare da 50000 anni fa, da quando cioè i Sapiens giunsero nel nostro continente.

    [...]

  9. #229
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    Predefinito Ultimo Periodo Glaciale (LGP), Parte 2

    [...]

    Descritti i retroscena e i moventi della ricerca, iniziamo la trattazione paleoclimatica


    PARTE 2: FASI CLIMATICHE DELL'ULTIMA GLACIAZIONE



    L'ultimo periodo glaciale può essere suddiviso, grosso modo, in alcuni sottoperiodi climatici, in quanto il clima non fu costantemente freddo allo stesso livello:


    Glaciazione 1.jpg

    Questa non è altro che la ricostruzione delle temperature secondo la carota GISP2 della Groenlandia, negli ultimi 100mila anni.
    Sull'asse delle ascisse, si legge la suddivisione in OIS (altro non sono che i MIS, già citati in questo thread in passato) dello stesso intervallo. Come solito, i MIS/OIS dispari indicano fasi più miti (infatti OIS 3 e 5 si notano avere una media millennaria più alta), quelli pari invece i periodi più freddi (OIS 2, altri se non il LGM; OIS 4).

    Come detto, la ricerca in questione si focalizza sugli OIS2 e 3, corrispondenti agli ultimi 60000 anni.

    Nonostante la presenza di numerosissimi alti e bassi (che tratterò in un altro futuro intervento, scrivetevelo ) delle temperature, talvolta anche piuttosto marcati e ravvicinati tra loro, è possibile delineare un trend di fondo (la curva che "armonizza" il tutto nella figura) e stabilire la successione delle seguenti fasi climatiche:


    1. Early Glacial Warm Phase (fase mite della prima parte della glaciazione): da 110000 a 74000 BP circa
    2. Fase Transizionale: 74000-66000 BP
    3. Primo Massimo Glaciale (nel grafico EGM): 66000-60000 BP
    4. Fase stabile mite (Stable Warm nel grafico): 59000-44000 BP
    5. Nuova Fase Transizionale: 44000-37000 BP
    6. Early Cold Phase (prima fase fredda): 37000-27000 BP
    7. LGM (Ultimo Massimo Glaciale): 27000-16000 BP


    La ricerca si concentra, in particolare, con le simulazioni su due periodi: il LGM (7) e la Fase Stabile Mite (4). Non solo perchè è solo dopo 60mila anni fa che arriva l'Homo Sapiens, ma anche perchè il computer è stato in grado di offrire simulazioni efficaci solo per quei periodi. Ciononostante la ricerca suggerisce di considerare la simulazione del LGM valida anche per l'Early Cold Phase (6), e la cosa in effetti ha senso visto che, come visibile dall'analisi di GISP2 sopra, la curva raggiunge un minimo proprio tra 30mila e 20mila anni fa, per cui alla fine i due periodi sono paragonabili sia in termini di media sia in termini di picchi negativi. Puntualizzazione che comunque è necessaria, visto che la ricerca si occupa anche dell'Homo Neanderthelensis che come detto sopra si estinse proprio prima di 30000 anni fa, per cui considerare il LGM sarebbe stato insensato.
    In altre parole viene usata la simulazione del LGM solo perchè è l'unica ricavata dal modello, ed è approssimabile in maniera più che accettabile all'Early Cold Phase che era in realtà la fase che gli autori volevano davvero indagare.

    [...]
    Ultima modifica di burian br; 19/11/2019 alle 19:05

  10. #230
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    Predefinito Ultimo Periodo Glaciale (LGP), Parte 3

    [...]

    PARTE 3: MEDIE TERMICHE IN EUROPA


    Vediamo quindi queste elaborazioni


    Glaciazione 2.jpeg

    Questa mappa ripora le medie termiche della stagione estiva (a sinistra) ed invernale (a destra) oggi, 50000 anni fa circa e 20000 anni fa.

    Alcune precisazioni prima: 50mila anni fa il livello del mare non era a -120 m, ma a -70 m. Questo spiega le differenti linee di costa. Inoltre non abbiamo prove dell'esistenza della calotta fennoscandia fino a 65000 anni fa. Questo è interessante, in quanto significa che la sua formazione iniziò solo nella seconda metà dell'ultimo periodo glaciale. Peraltro questa prima calotta durò poche migliaia di anni, in coincidenza con l'EGM (il Primo Massimo Glaciale). Durante la Fase Mite successiva si ridusse alle soli Alpi Scandinave. Le sue maestose dimensioni (che la vedevano estendersi dal mare di Barents fino addirittura al Baltico e alla Manica inglobando interamente mare del Nord e isole britanniche) non furono raggiunte che solo negli ultimi 20000 anni della glaciazione, sviluppandosi solo da 37000 anni fa fino a raggiungere l'apice tra 25000 anni fa e lo YD.

    Analizziamo ora le due fasi separatamente.


    [...]

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