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  1. #331
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: il td della paleoclimatologia

    Citazione Originariamente Scritto da Wolf359 Visualizza Messaggio
    Grazie Simo

    La risposta non è affatto banale, perchè in passato è capitato di avere inverni gelidi nell'Europa continentale con interessamento anche di Islanda e/o Scandinavia settentrionale ma anche casi in cui al freddo europeo si è contrapposto un clima mite alle alte latitudini, come è il caso ad esempio del 1709 (prima immagine, Luterbacher et al. 2004) o 1784 (seconda immagine, d'Arrigo et al. 2011 - le linee bianche sono i valori normalizzati):
    Allegato 540845Allegato 540846
    (anomalie rispetto al XX secolo)

    ma quel che più conta è che non è scontata l'associazione "freddo in Islanda" --> "più ghiaccio in Islanda" (ad esempio), in effetti uno studio un po' datato ma ancora valido sulle temperature e ghiaccio marino islandesi mostra come "severe weather in Iceland does not necessarily indicate the presence of sea ice", per quanto ovviamente la correlazione non sia certo debole (The past climate and sea-ice record from Iceland, Part 1 - Data to A.D. 1780, Ogilvie 1984). Altri ingredienti da considerare sono le condizioni del Mar di Groenlandia e del bacino polare oltre che delle correnti marine e delle condizioni meteorologiche.

    Ciò detto, nonostante il 1709 (e un po' tutta la decade 1701-1710) sia stato mite in Islanda, il ghiaccio in prossimità dell'isola era ben presente, anche più di altri periodi.

    Questo grafico è a titolo di esempio riferito alcuni decenni del XIX secolo per mostrare la relazione non sempre lineare tra T e ghiaccio: Allegato 540860

    Un'altra vecchia ricostruzione (da Lamb 1977) ci mostra la frequenza della presenza di ghiaccio marino sulle coste islandesi: Allegato 540851

    Dell'ultimo millennio, il XIX è stato il secolo in cui si sono osservati più spesso porti bloccati a causa del ghiaccio, nonostante in Europa non sia stato invece il secolo più freddo, si stava anzi uscendo gradualmente dalla PEG.

    A più larga scala comunque, sia in senso spaziale che temporale, durante il periodo 1575-1724, quindi diciamo il clou della PEG in Europa, questa dovrebbe essere stata la situazione del ghiaccio artico:
    Allegato 540856
    (il colore è l'anomalia di concentrazione, Chamarro et al. 2017)

    Difficile scendere nel dettaglio dei singoli anni, ma si nota come abbastanza frequentemente d'inverno la banchisa toccasse l'Islanda (raramente avvolgendola quasi completamente secondo alcune cronache) e soprattutto come la differenza maggiore risiedesse nel Mare di Barents, per un meccanismo un po' contorto spiegato recentissimamente da Lehner et al. 2020 il cui titolo è esemplificativo: Amplified Inception of European Little Ice Age by Sea Ice–Ocean–Atmosphere Feedbacks:
    Allegato 540857

    Cercando di sintetizzare al massimo, sono coinvolti due cicli di feedback. Nel primo, a un forcing esterno (vulcani? attività solare?) segue un primo raffreddamento --> cresce ghiaccio artico --> cresce il trasporto di ghiaccio verso il mare del Labrador --> quando questo fonde, indebolisce la MOC --> diminuisce l'afflusso di acque calde verso il mare di Barents --> il ghiaccio nel mare di Barents aumenta.

    Nel secondo, la maggiore presenza di banchisa rende il mare di Barents meno salino e meno denso. Allo stesso tempo un effetto secondario fa sì che la maggior SLP in tale zona induca un aumento della superficie marina (SSH) --> la conseguenza di questi due processi è un aumento del gradiente di SSH --> viene ridotto ulteriormente il flusso caldo --> maggior crescita della banchisa.

    Questo aumento del ghiaccio marino isola gli scambi di calore aria/acqua e il forte raffreddamento che ne consegue viene dirottato facilmente verso l'Europa meridionale.

    Io comunque ho appena iniziato il primo anno del PhD, il mio progetto di ricerca sarà orientato verso lo studio dei processi di fusione delle calotte polari di Groenlandia e Antartide (in particolare quest'ultima, dove credo/spero mi manderanno ) per mezzo di remote sensing in sinergia coi modelli climatici. Ma questo dal prossimo anno, per ora abbiamo solo tanti corsi da seguire
    Straordinari post, complimenti!

    Ho letto con estrema passione e interesse, e mi ha sorpreso la correlazione non sempre esistente (ma intuitiva) tra estensione del ghiaccio marino e temperature in Islanda. In effetti, a ben pensarci, molto dipende anche dall'intensità del vento o la traiettoria delle correnti oceaniche immagino, e chissà cos'altro che non conosco.

    Una domanda: non ho ben capito il nesso tra aumento della superficie marina (SSH) e riduzione del flusso caldo.

  2. #332
    Brezza leggera L'avatar di Wolf359
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    Predefinito Re: il td della paleoclimatologia

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    Straordinari post, complimenti!

    Ho letto con estrema passione e interesse, e mi ha sorpreso la correlazione non sempre esistente (ma intuitiva) tra estensione del ghiaccio marino e temperature in Islanda. In effetti, a ben pensarci, molto dipende anche dall'intensità del vento o la traiettoria delle correnti oceaniche immagino, e chissà cos'altro che non conosco.

    Una domanda: non ho ben capito il nesso tra aumento della superficie marina (SSH) e riduzione del flusso caldo.
    grazie anche a te!

    Mi spiego meglio: osservando la sezione che va dal'Islanda alle isole di Francesco Giuseppe, vediamo che la zona della piattaforma del mare di Barents diventa più leggera nel passaggio dal MCA (=medieval climate anomaly) alla LIA (=little ice age), questo a causa della presenza di ghiaccio e del conseguente ridotto importo di acqua salata dall'Atlantico, cose che entrambe portano appunto a una minore densità (fig. C, linee)
    Le differenze di densità sono più forti proprio in superficie e rinforzano l'aloclino.
    Un aloclino più forte a sua volta forza l'acqua calda e salata dall'Atlantico a scorrere sotto l'acqua superficiale più leggera, causando un riscaldamento intorno ai 100m di profondità (fig. C, colore). Verso l'Islanda al contrario la densità aumenta per via del ricircolo delle acque atlantiche. Questa differenza di densità porta a un gradiente di SSH (fig. B) dal mare di Barents verso l'Islanda che a sua volta ostacola l'arrivo del flusso di acque calde dall'Atlantico lungo la superficie.

    jcli-d-12-00690_1-f7.jpg
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  3. #333
    Brezza leggera L'avatar di Wolf359
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    Predefinito Re: il td della paleoclimatologia

    Comunque sì, anche io sono rimasto un po' stupito del legame non sempre solido tra temperatura e ghiaccio , ma a ben vedere non è una sopresa visto che appunto circolazione atmosferica e oceanica giocano un ruolo di primo piano

    Ad esempio un caso estremo sono ad esempio le polinie, cioè porzioni di mare sgombre da ghiaccio a causa del calore apportato da upwelling caldo o per l'azione di "spazzamento" indotta da venti violenti (come quelli catabatici in Antartide), nonostante le temperature dell'aria siano ben sotto lo zero
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  4. #334
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: il td della paleoclimatologia

    Citazione Originariamente Scritto da Wolf359 Visualizza Messaggio
    grazie anche a te!

    Mi spiego meglio: osservando la sezione che va dal'Islanda alle isole di Francesco Giuseppe, vediamo che la zona della piattaforma del mare di Barents diventa più leggera nel passaggio dal MCA (=medieval climate anomaly) alla LIA (=little ice age), questo a causa della presenza di ghiaccio e del conseguente ridotto importo di acqua salata dall'Atlantico, cose che entrambe portano appunto a una minore densità (fig. C, linee)
    Le differenze di densità sono più forti proprio in superficie e rinforzano l'aloclino.
    Un aloclino più forte a sua volta forza l'acqua calda e salata dall'Atlantico a scorrere sotto l'acqua superficiale più leggera, causando un riscaldamento intorno ai 100m di profondità (fig. C, colore). Verso l'Islanda al contrario la densità aumenta per via del ricircolo delle acque atlantiche. Questa differenza di densità porta a un gradiente di SSH (fig. B) dal mare di Barents verso l'Islanda che a sua volta ostacola l'arrivo del flusso di acque calde dall'Atlantico lungo la superficie.

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    Grazie!!

  5. #335
    Uragano L'avatar di Alessandro1985
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    Predefinito Re: il td della paleoclimatologia

    ringrazio anch'io per gli ultimi interventi il buon @Wolf359 che ovviamente invito a collaborare anche in futuro per sviluppare questo td
    purtroppo ultimamente si era un pò arenato
    C'ho la falla nel cervello


  6. #336
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: il td della paleoclimatologia

    Citazione Originariamente Scritto da Alessandro1985 Visualizza Messaggio
    ringrazio anch'io per gli ultimi interventi il buon @Wolf359 che ovviamente invito a collaborare anche in futuro per sviluppare questo td
    purtroppo ultimamente si era un pò arenato
    Il thread è clinicamente morto

  7. #337
    Uragano L'avatar di Alessandro1985
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    Predefinito Re: il td della paleoclimatologia

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    Il thread è clinicamente morto
    no eh
    qui dentro no
    C'ho la falla nel cervello


  8. #338
    Brezza leggera L'avatar di Wolf359
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    Predefinito Re: il td della paleoclimatologia

    Una precisazione riguardo la presenza di ghiaccio presso le coste islandesi nel decennio 1701-1710: è vero sì che il ghiaccio era spesso presente e sopra la media rispetto al secolo precedente (ma in media con il XVIII e sotto quella del XIX) come si vede da questa ricostruzione zoommata sulla LIA (Ogilvie 1996):
    CapturFiles_3.png

    ma dal dettaglio annuale e in effetti proprio nel 1709 pare che la banchisa si sia tenuta più a nord o comunque che non abbia avuto una presenza significativa attorno all'Islanda, in questo caso in accordo con un clima mite durante qull'inverno-primavera (nel mio post precedente scrivendo di fretta mi sono espresso male e avevo incluso il 1709 negli anni con presenza di ghiaccio, sorry).

    Invece nel 1695, anno rigidissimo*, è stata una delle occasioni con la maggiore espansione verso sud; infine anche nel 1784 il ghiaccio era piuttosto abbondante, in contrasto stavolta con condizioni miti nell'isola:
    CapturFiles_1.pngCapturFiles_2.pngCapturFiles.png
    (i triangolini indicano l'osservazione di ghiaccio marino)

    *il 1695 ha visto un inverno-estate molto freddi, sia in Islanda (il ghiaccio è rimasto quasi tutto l'anno non permettendo a nessuna nave di attraccare) sia in Europa, con Lago di Costanza e Tamigi ghiacciati per settimane.
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  9. #339
    Uragano L'avatar di Alessandro1985
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    Predefinito Re: il td della paleoclimatologia

    in attesa di riprendere in mano con un minimo di continuità questo td un articolo interessante circa una fase di transizione non così famosa e conseguente nuova espansione radiativa delle forme di vita

    Triassic period ended with 'lost' mass extinction and a million-year rain storm, study claims | Live Science
    C'ho la falla nel cervello


  10. #340
    Uragano L'avatar di simo89
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    Predefinito Re: il td della paleoclimatologia

    Citazione Originariamente Scritto da Alessandro1985 Visualizza Messaggio
    in attesa di riprendere in mano con un minimo di continuità questo td un articolo interessante circa una fase di transizione non così famosa e conseguente nuova espansione radiativa delle forme di vita

    Triassic period ended with 'lost' mass extinction and a million-year rain storm, study claims | Live Science
    Lost mass extinction mica tanto, è una delle cinque grandi estinzioni di massa del Fanerozoico...

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