Albero di Giuda
Visto che non usciamo dalla porta, ci affacciamo dalla finestra...
Osservazioni botaniche di chi botanico non è.
Stato dell'avanzamento vegetazionale nel micro giardinetto
pubblico sotto casa.
Su un terreno ex agricolo di un ex convento dei Cappuccini, il comune di Lanciano, pensò di piantare qualche anno fa, degli alberi ed inserire qualche gioco bimbi a beneficio della collettività.
Poca la spesa, qualche panchina, una fontanella, qualche scivolo, un po' di tigli, un paio di pinus pinea, un leccio, un cedro deodara, ed un prato naturale senza impianto di irrigazione.
Questo terreno fa parte geologicamente di un vasto tavolato inciso ( diluvium) simil pianeggiante, di deposito fluviale e marino, che con uno spessore medio di 30-50 m. sovrasta le sottostanti argille plioceniche.
Ha un po' la stessa natura delle zone molto drenate dell'alta pianura padana ( strati di ciotoli calcarei conglomerati con una sottile copertura di terreno vegetale).
Questi terreni, un tempo interamente coperti da roveri e roverelle, furono i primi ad essere messi a coltura in epoca romana ( i boschi di roverella permangono ancora oggi sui bordi declivi del tavolato).
Erano stati destinati dal medioevo a colture non irrigue di ulivi sparsi , seminativi e vigne.
Questi terreni sono asciutti e drenati per cui gli alberi crescono più lentamente di quelli posti nei valloni sottostanti.
Qui i monaci avevano piantato dei filari di cipressi ( ne rimane qualcuno) e più recentemente dei pini di aleppo lungo il viale di accesso.
Lungo il bordo del terreno c'è una bordura spontanea di querce ed aceri.
Piantati dai monaci anche degli ippocastani e dei cipressi dell'Arizona.
Ma veniamo al dunque:
I tigli sono ormai in piena vegetazione ( salvo qualche ritardatario).
Gli ippocastani sono in fiore.
Il leccio è rimasto piccolo rispetto ai tigli e non sembra ancora ripartito.
Il cedro non è in forma, per il terreno non adatto, posto che a Lanciano ci sono cedri magnifici ovunque.
Nel 1992 ho regalato all'ospizio che aveva preso il posto del convento, alcuni piccoli alberi tolti dal mio terrazzo ( troppo cresciuti per rimanere nei vasi) :
un paio di cipressi dell'Arizona ( uno è rimasto, l'altro è caduto con una nevicata abbondante), poi due pini di aleppo ( caduti anche loro per la neve dopo essere cresciuti un bel po') ed infine un pino silvestre, lento nella crescita nel clima di Lanciano ( non è il suo areale) ma molto resistente alle nevicate, ed infatti è ancora in ottima salute al suo posto.
Alberi msi più annaffiati dopo il primo impianto.
Vista generale:
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Leccio:
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I pini italici
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Il cedro
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Il mio cipresso dell'Arizona superstite
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Il mio pino silvestre
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Ippocastano
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I pini di aleppo dei monaci 20200420_081906.jpg
I cipressi superstiti
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Un tiglio dei tanti piantati dal comune
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Dei piccoli aceri spontanei
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Ultima modifica di EnnioDiPrinzio; 20/04/2020 alle 08:05
È un terreno con un sottosuolo troppo sassoso, con uno strato di terreno vegetale sottile ( 40-60 cm), infatti quest'albero cresce poco..
Nei giardini ( pubblici e privati ) di Lanciano i cedri trovano terreni più smossi ove le radici penetrano meglio e le piante diventano floride e maestose anche senza nessuna cura o irrigazione ( anzi il cedro patisce i sistemi di irrigazione dei prati, quando utilizzati troppo spesso , che provocano marciume radicale e morte della pianta).
Questo cedro invece mi sembra in salute pure se ha poco spazio ( proprio vicino casa mia)
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Ultima modifica di EnnioDiPrinzio; 23/04/2020 alle 10:55
Secondo me i tigli sono più esigenti dei cedri.
Dato che lì a due passi i tigli stanno bene, non credo che quel cedro deperisca a causa del suolo inadatto.
Credo che sia malato: sono veramente tante le malattie vascolari che gli alberi possono contrarre: virosi, batteriosi, fitoplasmi.
Può essere, perché quel cedro ( mi sembra un deodara ) l'ho sempre visto un po' malaticcio sin dal primo impianto.
Vero è che di cedri ne esitono diverse "specie" : i cedri atlantici nella varietà glauca sopportano bene la siccità, mentre i deodara gradiscono terreni più freschi, del resto
provengono dall'Himalaya dove d'estate c'è il monsone e piove spesso.
Lungo il viale dove abito io ci sono i tigli bordo strada,( in ottima salute) che nel sottosuolo dei marciapiedi trovano di tutto fuorché un buon terreno : come sappiamo durante i lavori stradali, il terreno vegetale è il primo a sparire, sostituito da sassi e scarti cementizi con riempimenti di terreni eterogenei privi di fertilità.( il sottosuolo di questo viale è lo stesso del parco sotto casa, ossia un deposito di ciotoli antichi più o meno cementati e quindi drenato ed arido).
In un giardino privato di una villa adiacente a questo viale ci sono due cedri maestosi ( forse del Libano oppure deodara) ebbene da quando è morta la proprietaria 10 anni fa, la villa è chiusa ed il giardino è abbandonato a se stesso, il prato all'inglese è pieno di erbacce e non più irrigato, in estate si presenta male.
I cedri stanno un po' deperendo, proprio per il sottosuolo sassoso che diventa arido in estate (mentre i tigli a fianco godono di ottima salute).
Altri cedri deodara a Lanciano, in terreni più freschi, seppure non irrigati, diventano magnifici da soli ( il clima di Lanciano è ottimo per i cedri mediamente).
Ultima modifica di EnnioDiPrinzio; 22/04/2020 alle 05:43
E' un argomento interessante, ma su cui non è facilissimo trovare informazioni complete... come si fa a riconoscere chiaramente queste patologie? E come distinguere tra le tre?
Io ad esempio ho un albicocco molto vecchio in giardino, a cui tutte le primavere avvizziscono alcune punte di rami (la pianta poi ricaccia lateralmente sotto il punto avvizzito). E' chiaro che abbia una qualche malattia, ma non mi è chiaro quale... fungina, virale, batterica, fitoplasmatica? Troppe per capirci qualcosa
Il mio faggio sul balcone si è svegliato ( credo.che sia il faggio a quota più bassa in Abruzzo ) 300 metri slm
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Roverella
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Betulla
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Acero
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Faggio
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