La foto della prima quercia viene invece da un sentiero sui 900 metri sul matese. In massima parte cerro faggio e carpino nero.
Mi ha colpito questo, con evidenti segni fatti dalla forestale. Troppo in alto le foglie.
Può essere un ontano?
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Ultima modifica di TreborSnow; 12/10/2020 alle 12:56
Per struttura escludo gli ontani.
Potrebbe essere acero montano oppure un olmo
Tendo ad escludere entrambi.
In particolare gli aceri hanno foglie ben riconoscibili anche da lontano, ed ormai mi sono abituato a distinguere velocemente le 4 specie che incontro: campestris, opalus o obtusatum, pseudoplatanus e cappadocicum lobelii.
Anche l'olmo ha foglie facilmente riconoscibili e quello in foto non mi sembrano.
Da lontano verrebbe da dire faggio ma il tronco lo esclude.
Ricontrollerò che so precisamente dove sta.
Nel frattempo avevo voglia di "studiare" il carpino nero e mi riporto a casa un po' di semi direttamente dall'albero. Vado a controllare e pare che ho preso un carpino bianco, che pensavo fosse piuttosto raro da queste parti.
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Sì infatti sono frutti di carpino bianco.
Che dici, l'albero misterioso non potrebbe essere un castagno?
Qui una foto presa qualche giorno fa dal ripido bordo occidentale del Corno d'Aquilio verso la Vallagarina, a 1.200 m di quota. In primo piano due foglie di carpino nero, poi rami e frutti di sorbo montano, a destra alcune foglie di tremolo, poi il pendio pieno di abeti bianchi. In fondo a destra il paesino di Belluno Veronese, antica dogana asburgica, circondato dal canale Biffis, poi l'Adige in piena a circa 600 mc/s
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Faccio un altro tentativo: cerro
Ne castagno ne cerro. Lo escludo.
E' per questo che ho pensato all'ontano, non mi pare resta granchè.
Rispondo qui a @FilTur perché non voglio mandare in vacca il nowcasting di ottobre sulla pagina principale, spero mi veda.
C'è gente che ci studia e ci lavora sul verde urbano, e finalmente direi, ma diciamo pure che sulla gestione da parte delle amministrazioni siamo spesso all'età della pietra, almeno in Italia. Basti pensare che ancora si eseguono le capitozzature, che pubblicazioni degli anni 80 hanno decretato come dannosissime, che le potature vengono fatte serenamente durante i periodi di nidificazione, che la vegetazione d'argine viene azzerata per decine di chilometri (con la giustificazione di "pulire i fiumi") visto che le aziende demandate al taglio sono remunerate in chili di legna, invece che in denaro. Questa è la situazione, per amor di verità, e non parlo certo per sentito dire.
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