E' un (mal) costume che sta diffondendosi a macchia d'olio, complici secondo me anche i social, che amplificano l'imprudenza del singolo finendo per esaltarla come una furbata da imitare. E in generale, con molta faciloneria, tutti plaudono in coro, molti affermano "lo faccio anch'io e non mi è mai accaduto niente", e guai ad azzardare qualche - lecito - dubbio (tipo: se lo fai per tua scelta cavoli tuoi, ma starei attento a consigliare pubblicamente a chi chiede informazioni di andare contro i divieti).
Se parliamo di fiumi, vedo ad esempio il tratto dell'alto Serio, diciamo a Nord di Ponte del Costone, dove tutti gli anni la gente è accampata in alveo, spesso beatamente sotto i cartelli "atttenzione, dighe a monte: possibilità di piene improvvise". E a volte in passato si sono verificate situazioni in cui sono stati aperti degli scarichi a monte per fronteggiare emergenze, per fortuna in periodi non balneabili, però il rischio sussiste per tutto l'anno. Ovviamente quando il Serio sembra tranquillo, tutti se ne fregano dei cartelli.
Ma è la stessa cosa anche per le frane: adesso ad esempio c'è la Val Vartova che è stata chiusa perché a seguito di una frana il versante sopra il sentiero continua a essere instabile e scaricare. Apriti cielo! in rete è un continuo sottolineare che "è un'esagerazione, ci sono stato e non è successo niente, andateci pure evitando la domenica che fanno i controlli". Ora, conosco molto bene quella valle, e come molte altre zone, il rischio oggettivo di distacchi dal versante in questi ultimi mesi c'è. Però se si interviene segnalandolo con appositi divieti, sembra un invito a sfidare la "repressione" - cosa da asilo infantile, insomma - se poi invece cade veramente un blocco e becca qualcuno, si correrà a denunciare il Comune che non ha messo in sicurezza la montagna - cosa accaduta anni fa sia sul sentiero del Coca, sia sotto la Presolana, con denuncia dei comuni di Valbondione e Castine... insomma, decidetevi!
Tanta tanta ignoranza, condita da un istinto infantile che porta a sentirsi "grandi" perché si è fregato l'adulto di turno mettendo il dito nella marmellata. E in questo, la vetrina dei social, oferendo visibilità diviene uno stimolo in più...
I fiumi, come la montagna, non sono transennabili in toto né controllabili, quindi a questo punto viene seriamente da pensare a Darwin, anche se è brutto dirlo...
Da un po' di anni però noto, ma può essere che mi sbaglio, che gli incidenti accadono molto frequentemente ad immigrati recenti o di prima generazione e raramente ad autoctoni di diverse generazioni, specialmente nei fiumi e nei laghi. E mi chiedo perché. Sono gli autoctoni di lunga data che ricordano incidenti precedenti? Si tratta di immigrati vengono da zone senza fiumi e laghi?
In mare invece i colpiti sono eterogenei ma spesso si tratta di malori.
Ci metto anche i vulcani dove si aggiunge la componente economica in quanto su Etna e Stromboli le guide vulcanologiche fanno la loro stagione.
Se la prendono con INGV, Protezione Civile e sindaci quando segnalano possibili pericoli.
Attualmente è lo Stromboli sotto attenzione, sta facendo diversi parossismi e si temono incidenti come quello di un anno fa (?) in cui un turista è morto mentre scappava. Ma questo le guide non se lo ricordano mai.
Credo che per il fiume valga quello che ha sempre spiegato Alnus: il fiume va conosciuto. Gli abitanti del luogo in genre o lo hanno esplorato personalmente, o come minimo hanno la "memoria storica" dei luoghi pericolosi: si tratta di quelle informazioni che si iniziano a sentire da piccoli, e che risalgono già a una o più generazioni prima, e si cresce alla fine "sapendo" che in quel luogo preciso non si va, mentre in quell'altro va bene.
In genere, da noi non esiste un vero "turismo fluviale", quindi chi arriva al fiume è perché cerca un po' di fresco in acqua: o è un autoctono, oppure facilemente un immigrato con scarse possibilità economiche, e che quindi non ha molte altre alternative. L'autoctono sa cosa sta facendo, l'immigrato invece può essere facilmente tratto in inganno dall'acqua bassa, e sottovalutare anche la possibilità di scivolare sui sassi...
Anche il mare in realtà va conosciuto: ci sono correnti, orari, tipi di onda... però il grosso delle persone balnea in tinozze di sabbia, e quindi corre molti meno rischi rispetto al fiume, che ha sempre correnti, irregolarità del fondo e quindi mulinelli e vortici.
Giusto.
Poi bisogna anche ammettere che gli immigrati generalmente non hanno una storia di nuoto in piscina ed allenamenti regolari.
Sono persone che hanno probabilmente "imparato a nuotare" in modo approssimativo, magari al mare dove si tocca, il che non è in realtà saper nuotare. Generalmente non hanno familiarità con le immersioni ad occhi aperti.
Questo, assieme alla presenza o meno di una accurata ricognizione dalle rive, in un fiume può fare la differenza tra la vita e la morte.
Ma ciò che è fondamentale rimane l'allenamento.
Credo però che queste definizioni possano andare bene anche a tanti italiani, coloro che vivono in città sul mare difficilmente fanno piscina per imparare a nuotare e non tutti sono ben allenati. Ecco, forse di italiani che vanno al fiume semmai ce ne sono pochi, la stragrande maggioranza va al mare.
Ma io vivo in una regione che ha, anzi aveva, un solo lago naturale e torrenti più che fiumi.
Voglio ritornare sulle prove di nuoto olimpiche nelle Senna.
A parte l'igiene discutibile, sono stati spettacolo puro. Sia la discesa a centro fiume a velocità da barca a motore, sia la risalita contro corrente, tutti attaccati alla riva. Spettacolo perchè erano tutti nuotatrici e nuotatori fortissimi e riuscivano a vincere una corrente comunque abbastanza viva. Ho sentito parlare di 1 m/s a centro fiume e 0,4 m/s sotto riva.
Ci sono nel mondo tante gare di nuoto nei fiumi con tradizione quasi secolare (Sudamerica, Svizzera, ecc.) , ma per quel che so io sono tutte o discese o traversate. Questa della Senna è la prima che sento con tratti di risalita.
Vista_RioCaroni_DesdeOrinoco.jpg
Questa da Wikipedia è un'immagine della confluenza Orinoco (giallo) - Caroni (blu), dove ogni anno in aprile si svolge una gara di attraversamento, nei pressi della citta venezuelana di Ciudad Guayana. Non so come sia il percorso, ma immagino che ci sia comunque da nuotare anche parecchio contro corrente. Tra l'altro di fiumiciattoli un po' più grossini della Senna
Stamattina sono riuscito a seguire quasi tutta la 10 km femminile.
Ripeto: spettacolo puro, proprio perchè è nel fiume.
Come sempre regia e commentatori ignari di quel che accade.
Tre delle tante cose ignorate:
1 - i lati corti con corrente trasversale danno la possibilità di capovolgimenti, a seconda dell'angolo scelto con la corrente. Quindi in quelli doveva concentrarsi sia la strategia delle concorrenti che la regia televisiva (che invece ha oscurato proprio l'ultima, decisiva traversata!)
2 - la medaglia di bronzo della Taddeucci è probabilmente dovuta proprio alla corrente contraria, dove un'alta frequenza di bracciata (lei ce l'ha altissima) è un vantaggio (chi ha bassa frequenza di bracciata è forte nella ricerca dell'acqua ferma, ma qui di acqua ferma non ce n'è, al contrario bisogna fare una bracciata più rapida possibile). Fattore questo che potrebbe favorire Paltrinieri domani.
3 - non è vero che non si possa sorpassare contro corrente, bisogna solo scegliere il momento giusto, infatti la Van Rouwendaal che ha vinto è rimasta saggiamente "a ruota" o meglio "sui piedi" della Johnson per quasi tutta la gara e lì si è riposata. La Johnson ha preso tutta la corrente in faccia e si è stancata (esattamente come nel ciclismo col vento contrario).
Se è nuoto in "acque libere" il fiume è sicuramente il campo di gara più bello ed interessante e divertente.
I commentatori da piscina dovrebbero commentare le gare in piscina.
Ultima modifica di alnus; 08/08/2024 alle 14:57
Ieri gara ancora più bella e divertente! Mi è veramente piaciuta l'idea delle gare nella Senna, che non era poi così sporca come molti dicono.
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Ieri mattina sono riuscito a porre in atto l'idea che mi era venuta due anni fa, quando avevo visitato il centro di Palazzolo sull'Oglio.
Per non dare nell'occhio sono arrivato là alle 7 di domenica mattina, con quasi nessuno in giro e mi sono proprio divertito e rilassato giocando con questo bellissimo fiume, caldo (25°) e limpidissimo. Sono sceso in acqua da una specie di rampa all'altezza della grande piazza centrale con parcheggio sul lato sinistro del fiume, appena a valle della traversa/briglia del Parco Metelli e del vicino ponte stradale. In quel punto, tenendomi vicino riva, riuscivo anche a risalire, sia pur molto lentamente.
Poi mi sono lasciato mollemente fluitare a valle
Più giù ho trovato un punto, appena sotto la passerella della chiesa, non proprio centrale ma nemmeno troppo laterale, che mi consentiva di rimanere sul posto tenendo come riferimento, come sempre faccio in questi allenamenti, una pietra chiara sul fondo.
Avevo programmato di approdare ad una gradinata appena a valle del ponte romano e mi stavo dirigendo al foro più a destra, quando mi sono accorto di una scala di tondini di ferro murati nel muraglione appena prima del ponte, e da lì sono risalito.
Ultima modifica di alnus; 12/08/2024 alle 14:11
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