Tutto corretto, interessante anche la deviazione che il paleo alveo dell'Entella fa verso ovest per aggirare quella specie di massiccio che c'è al largo tra Genova e Portofino
Forse se ne era già parlato, quello che tu chiami terrazzo alluvionale in realtà è la piattaforma continentale, sulla quale si accumulano sedimenti di origine fluviale e che le correnti marine distribuiscono lateralmente e che periodicamente franano lungo la scarpata continentale originando un tipico deposito sedimentario "ritmato", il Flysch.
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“Sopra le nuvole il meteo è noioso”
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Reno a Stein am Rhein e a Basilea
Se è vero che l'Adriatico è praticamente un pezzo di Val Padana andato sott'acqua, allora chiedo ai più esperti di spiegarmi perché le paleovalli prealpine continuano al di sotto delle coltri detritiche dell'alta pianura mentre le basse valli appenniniche adriatiche invece no.( non esistono)
Faccio un esempio delle mie parti, con riferimento alla foto del fiume Sangro, (foto da me postata prima, scattata da me ad una decina di km dalla foce), ebbene il fiume, lasciati gli ultimi contrafforti calcarei, qualche chilometro più a monte, percorre ed incide le argille plioceniche, a loro volta sormontate da depositi di arenaria e conglomerati più recenti.
L'attuale alveo del fiume, salvo una coltre di ghiaie della potenza di una decina di metri, è adagiato direttamente sullo strato argilloso primigenio ( del pliocene), quindi non c'è una paleovalle più profonda ricoperta di detriti.( mentre i fiumi alpini invece ce l'hanno).
Una curiosità, un mio conoscente, qualche anno fa aveva l'autorizzazione allo scavo ed estrazione di ghiaie dal paleoalveo del fiume ( ossia quello oramai abbandonato dalle acque da molti anni).
Oggi sul posto c'è rimasto un lago, successivamente vincolato e destinato alla riproduzione e rifugio degli uccelli acquatici.
Ebbene, nel corso degli scavi, che sono arrivati a sfiorare il sottofondo dello strato di argilla, sono venuti fuori, in mezzo alle ghiaie, a circa 6-7 metri di profondità dei tronchi d'albero giganteschi e scuri, ma non si è capito di che specie, oltre a massi ben più grandi di quelli che il fiume può trasportare oggi in quel tratto ( segno di una maggiore quantità di acqua, magari durante l'era glaciale).
Ecco il laghetto che è alimentato dalla falda ( sempre da una zenitale di Google)
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Perché nel Messiniano le Alpi/prealpi erano già sostanzialmente strutturate come ora. L’Appennino, soprattutto quello meridionale, era molto più retrocesso in senso antiorario e quindi le paleovalli erano a loro volta più a Occidente e sono state smantellate dall’orogenesi appenninica stessa e poi dalla fase estensionale del Tirreno. D’altro canto l’attuale contrafforte appenninico (dove cerchi le paleovalli) era ancora piattaforma calcarea indisturbata, non era ancora stata coinvolta nell’onda orogenetica appenninica in propagazione oraria verso est
Spero di essermi fatto capire...
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“Sopra le nuvole il meteo è noioso”
In ogni caso la geologia è proprio.una materia interessante: mi sarebbe piaciuto studiarla oltre ad architettura.
Quando allego ai progetti di edifici, la relazione geologica fatta dal geologo , vado sempre a leggermi per prima la parte preliminare di inquadramento generale che spiega ed inquadra le caratteristiche della zona oggetto dell'intervento.
Aggiungo una notazione a quanto correttamente detto sinora.
Se le valli che Ennio cita sono incise nelle argille del Pliocene, che ne costituiscono il fondo in roccia, già di per sé risulta che sarebbero posteriori alla crisi di salinità del Messiniano, e quindi scavate quando ormai Gibilterra si era riaperta e il Mediterraneo era ripristinato… (e così, anche se in ritardo, sono riuscita ad aggiungere il mio granellino di sale… :-P )
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