Sì si fanno in periodi differenti. Lo puoi capire dal periodo in cui vedi le balle e, ancora meglio, se vai sul campo. Se vedi balle fra aprile e maggio puoi essere ragionevolmente sicuro del fatto che sia fieno. In Sicilia il taglio del fieno è unico, dato che il clima rende impossibile la ricrescita dell'erba. In genere viene fatto di sulla, veccia e avena, ma non sono sicuro. Da me abbiamo messo grano quest'anno dopo anni pascolo. Alle mie quote la fienagione parte la seconda metà di maggio. Adesso il fieno è rastrellato a terra ad essiccare e a giorni verrà raccolto. Da te c'è un mese di anticipo.
Quindi secondo me la rotoballa della tua foto è fieno, ma non è facile da stabilire, come detto anche da alnus.
Sì prima fieno e poi grano. In Sicilia vengono fatti nello stesso periodo se si considerano quote e zone diverse. La confusione è comprensibile perché non è raro trovare balle di fieno lasciate settimane sui campi quando è già iniziata la mietitura del grano. Un occhio esperto riconosce subito la differenza, le balle di fieno sono fatte di steli lunghi, in genere più sottili e sono più compatte. Le balle di stoppie sono più "grezze" e difficilmente sono rotoballe, ma in genere rettangolari. Dalle mie parti, come ho detto, adesso è il turno del fieno ma nella Sicilia sud-orientale probabilmente hanno già iniziato la mietitura, anche se ho i miei dubbi dato che il grano viene raccolto solo quando ha già preso settimane di sole ed è secco da sbriciolarsi in mano...
Per dire, da me abbiamo messo il grano. E' appena ingiallito, ma verrà mietuto a fine giugno
Spero di esserti stato d'aiuto
Ammetto di non conoscere bene l'agricoltura siciliana, quindi forse ho detto cose inesatte.
Da quello che dite le epoche di sfalcio e mietitura sono più o meno le stesse di qui (forse entra in gioco la prevalenza di grano duro), con la differenza che di sfalci qui dopo il primo (il "maggengo") se ne fanno mediamente altri quattro. Nel maggengo prevalgono le graminacee, mentre i successivi sono di medica (leguminosa originaria della Media, capace di sfruttare le riserve idriche profonde, che qui sono cospicue anche in assenza di irrigazione). Tanto per dire, nel 2017 famoso per la siccità, qui senza irrigazione fecero 6 sfalci niente male.
Nulla di inesatto, hai detto cose giuste. Poi comunque io stesso parlo per esperienza recente e basata essenzialmente sull'osservazione. In campagna oltre a poche piante da frutto, il mio impiego è rivolto alla cura e raccolta di olive e mandorle. L'unica cosa è che non viene fatto il fieno in inverno, in fin dei conti c'è pur sempre freddino per far sì che l'erba cresca per la fienagione, ma comunque cresce. E infatti viene pascolata.
Avevo letto qualcosa sull'erba medica, ma non pensavo avesse apparati radicali così imponenti. Pensi che potrebbe essere coltivata anche alle mie latitudini? Influirà molto anche il terreno. Da me è praticamente argilla, in questo periodo fa crepe che rischi di finirci dentro col piede.
Tornando alla fienagione, si può dire che corrisponde solo il primo sfalcio, con la differenza che qua rimane l'unico, mentre da voi è seguito da altri. Cosa impensabile qua, considerando che il rubinetto dal cielo chiude ai primi di maggio, e deve andare bene...
Nel ragusano forse nelle annate più piovose riescono a farne 2 di sfalci, succede poche volte ma può succedere, in ogni caso specie a bassa quota il terreno è povero e questo non agevola la ricrescita oltre la siccità estiva che tutti conosciamo.
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L'erba medica ha radici profonde fino a cinque metri.
E' l'erbaio poliennale tipico emiliano, perchè si adatta perfettamente alla grande profondità del suolo in pianura ed anche alle scarse piogge estive che abbiamo di qua dal Po.
Così è la base del Parmigiano Reggiano.
Non è indicata per il pascolo, che infatti qui non esiste (sarebbe solo un grave spreco).
Tipicamente qui in pianura si tiene in un campo 4 anni e viene avvicendata con grano, barbabietola e mais, che invece vengono coltivati ognuno solo un anno.
Immagino sia presente anche in Sicilia, ma se il terreno è declive e poco profondo, cresce più lentamente ed offre meno tagli, come del resto si osserva anche qui in Appennino
Incredibile questa stratificazione al contrario.
Avevo già notato in Abruzzo interno che il leccio ha i suoi rifugi sulle rocce calcaree ,a strapiombo, esposte a sud.
Si può trovare in forme cespugliose anche a 700 m. circondato dai boschi misti di querce.
Più in basso, sulle colline argillose il leccio manca ( sostituito dalla roverella).
Non saprei dirti. L'ultima volta che ho letto qualcosa parlavano, ça va sans dire, di totale incuria.
Se fosse vero sarebbe una grande notizia, ma mi sorge una domanda. Come li avrebbero propagati? Talea?
Adesso non più, nel senso che a questo punto della stagione il caldo lo fa a prescindere. Il rischio al massimo è lasciare qualcosa sul campo nel momento della raccolta. Se si fa danno, e ovviamente il danno è stato fatto anche quest'anno, si ha a inizio maggio quando è in maturazione lattea. Ma assieme ai caldi precoci i veri danni li fa la mancanza di acqua, divenuta da queste parti ormai una costante di ogni stagione. Noi siamo stati relativamente fortunati, avendo azzeccato il periodo di semina, ma ho visto i campi dei confinanti con piante di 30cm, un disastro
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