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  1. #221
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    Predefinito Re: Importanza della neve riguardo le riserve idriche

    Citazione Originariamente Scritto da Pino 64 Visualizza Messaggio
    Grazie Ghiacciovi

    Inviato dal mio SM-A307FN utilizzando Tapatalk
    I ban vanno rispettati, è la seconda volta che utilizzi un nick doppio per ovviare al ban comminato. Il prossimo è definitivo.
    Moderatore MeteoNetwork Forum

  2. #222
    Enrico_3bmeteo
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    Predefinito Re: Importanza della neve riguardo le riserve idriche

    Citazione Originariamente Scritto da Ghiacciovi Visualizza Messaggio
    Al netto dell'ovvia difficoltà nel riportare analiticamente dei numeri (che, peraltro, non mi pare siano stati presentati da altri interlocutori), il grosso è stato detto. In particolare, limitando i ragionamenti alla sola idrografia del Massiccio dei Picentini dove insiste l'area del Laceno (provincia di Avellino), ripeto quello che già è stato affermato: un conto sono 1300 mm di precipitazioni liquide da dicembre ad oggi di cui solo 70 - 80 cm di neve a 1400 metri ( come sta avvenendo quest'anno); un altro conto sono 1300 mm di precipitazioni liquide più gli abituali 250 - 300 cm di neve annuali su quelle stesse montagne ( quali altri numeri occorrono?). Questi, infatti, rilasciano lentamente nel terreno permeabile, da dicembre a maggio, buoni 780 mm di lama d'acqua equivalente nei meandri carsici sotterranei ( ipotizzando un contenuto in acqua del 60% della neve). Il discorso è molto semplice.........questa differenza numerica che emerge da misurazioni raccolte annualmente sui centimetri di neve fresca che cadono annualmente su quelle montagne penso sia più che sufficiente. Che altri numeri occorrono? In soldoni, si sta semplicemente affermando che sui monti del sud, quest'anno, è nevicato poco ed il fattore neve, nei territori carsici-montani-appenninici del sud, dove in estate l'aridità e l'evaporazione sono elementi molto limitanti, è un fattore importante per prevedere o meno sofferenza idrica estiva. Detto ciò, se invece si ritiene che la pioggia sia sufficiente a rimpinguare ugualmente le riserve idriche, rispetto il vostro punto di vista, ci mancherebbe. Io posso dirvi però che tutte le annate in cui, da quando monitoro l'innevamento appenninico, c'è stato scarso innevamento invernale, a prescindere dalle piogge totali, in estate si è andati in sofferenza.
    Per tali ragioni, ad esempio, rimanendo alle tettoniche carsiche, anche la Sicilia secondo me potrebbe soffrire nei prossimi mesi dato che sui Sicani, sulle Madonie e sui Nebrodi, la neve è stata molto scarsa ( 50 - 100 cm totali ). Tali assiomi frutto di osservazione individuale vi garantisco che sono suffragati da abbondante letteratura in climatologia e geologia.
    Poco sopra facevate l'esempio delle sciroccate e della formazione del lago Matese a Campitello. Allora, il fattore limitante delle piogge abbondanti è proprio il ruscellamento superficiale: il terreno carsico ha un punto di assorbimento massimo (come un collo di bottiglia) superato il quale, se ci si riferisce ad una conca, si va verso la formazione di accumuli lacustri effimeri ( caso di Campitello o Laceno o Campo Felice quando piove molto in pieno inverno o quando le nevi si sciolgono rapidamente); se invece si ragiona su un pendio, qui l'acqua dilava a valle senza essere permeata in toto nel terreno.
    Discorso diverso si ha, invece, con i serbatoi idrici solidi ( ghiaccio, neve, firn ecc. ) in cui, verificandosi un lento scioglimento progressivo degli starti inferiori in un arco temporale più o meno lungo, il punto limite di massimo assorbimento del terreno carsico non viene mai raggiunto e quindi tutta l'acqua di fusione si rende disponibile per l'assorbimento freatico. Per questo, determinate aree montane hanno un bisogno estremo di neve.
    A scala ridotta, lo stesso effetto di "trattenimento dell'acqua" e distribuzione della stessa sul terreno in modo da non superare la capacità massima di assorbimento dei terreni, è esercitata dalle aree boschive: le foreste trattengono il surplus di pioggia durante la perturbazione e la rilasciano lentamente anche dopo che la perturbazione è cessata. Ognuno di noi ha sperimentato come nei grandi boschi continui a piovere anche dopo che le perturbazioni sono cessate. E' un piccolo esempio per capire come agisce l'effetto neve sull'assorbimento lento dei terreni in determinate aree.
    I laghi di Campitello e Campo Felice, ma anche di altre conche carsico/glaciali, sono effimeri a causa della presenza di inghiottitoi che smaltiscono le acque, la cui formazione è inesorabile nelle conche carsiche.
    Nei secoli passati l'Appennino, sia centrale che meridionale, a parte quelli prosciugati dall'uomo (che non sono pochi....), era più ricco di laghi; basti pensare al grande lago di Castelluccio (Medioevo) oppure a quello dei piani del Pollino (fino a fine XIX secolo), entrambi drenati da due inghiottitoi.
    Riguardo il ruscellamento sulle montagne calcaree, questo è più abbondante laddove il suolo è più evoluto in quanto i suoli provenienti da matrice calcarea possiedono un residuo argilloso, tanto più elevato quanto più il calcare è recente. Al contrario, il ruscellamento è paradossalmente meno elevato sulle montagne prive di mantello erboso e/o forestale ovvero, laddove lo scheletro calcareo emerge completamente

  3. #223
    Enrico_3bmeteo
    Ospite

    Predefinito Re: Importanza della neve riguardo le riserve idriche

    Citazione Originariamente Scritto da Ghiacciovi Visualizza Messaggio
    Allora, per tornare indietro e ricondurre il tutto ad alcune sintetiche considerazioni , direi questo:

    - la pioggia e la neve contribuiscono entrambe all'approvvigionamento delle falde idriche dei massicci montani carsici;
    - tuttavia, dato che qualcuno ha addirittura definito "superflua" la presenza della componente solida ( o neve che dir si voglia ), ricordo che esistono studi ben fatti che dimostrano come l'effetto della neve non sia importante in termini di maggiori quantitativi di rifornimento ma soprattutto in termini di latenza di afflusso verso i bacini di raccolta e verso le sorgenti interne dei massicci carsici. Siamo tutti d'accordo circa il fatto che nelle aree geologiche carsiche le rocce favoriscono la penetrazione di tutte le piogge che cadono ( con frazione di evaporazione e ruscellamento esigua o nulla), ma resta il fondato dubbio che il lento scioglimento della neve faccia si' che l'approvvigionamento da essa arrecato alle sorgenti, minore probabilmente in termini di flusso, sia maggiormente duraturo nei mesi che, al sud, sono quelli critici ( giugno, luglio, agosto) in cui NON PIOVE PER NULLA!
    Forse, tra le tante chiacchiere che ci siamo detti, sembra sfuggito il mio concetto iniziale: l'acqua proveniente dallo scioglimento della neve ( Matese, Picentini, Maiella, Ernici, Simbruini, Carseolani, Orsomarso, Pollino, Nebrodi, Madonie ecc), arrivando "in basso" con tre mesi di ritardo, rispetto ai soli 30 - 40 giorni di quella delle piogge, pur essendo probabilmente poca ( non che nevichi chissa' quanto e chissa' su quali grandi superfici ), rende costante un minimo di approvvigionamento anche nei mesi estivi. L'ipotesi da verificare o confutare CON DATI, sarebbe questa. Nessuno mette in dubbio l'importanza della pioggia sui bacini carsici.
    Altrimenti andiamo fuori tema. La neve , estrapolando, sarebbe come un qualcosa che garantisce, dentro le nostre montagne, un lento e costante flusso di pioggia anche quando non piove più ( come se ci fosse un "drizzly" britannico che bagna i prati costantemente tutti i giorni anche a giugno e luglio....acqua "poca ma buona" ).

    La mia ipotesi sarebbe la seguente: la pioggia rimane il fattore essenziale, dirimente e critico. Tuttavia, laddove sia presente un massiccio montano in cui si depositano 2 - 3 metri di neve annua a stagione, la riserva ulteriore garantita dal lento scioglimento di questa frazione che arriva a rimpinguare gli accumuli interni che riforniscono le sorgenti a valle, nei mesi in cui le piogge sono cessate del tutto, qui avremo minori problematiche di carenza idrica.
    A supporto di questa IPOTESI, noto che l'approvvigionamento idrico di quasi tutte le grandi metropoli Mediterranee ( che quindi insistono in zone a regime precipitativo con picco minimo nei 3 mesi estivi ), hanno i loro principali acquedotti provenienti da bacini montani dove in inverno nevica (Atlante, Sierra Nevada, Sistema Iberico, Sistema Centrale, Cordigliera Cantabrica, Pirenei, Alpi Liguri, Appennini, Monti Balcanici, Monti di Creta, Monti Siculi, Cipro, Turchia, Libano, Monte Hermon in Israele ecc. ecc. ecc. ).
    Io dico che la neve rimane importante e che se, in futuro, non dovesse nevicare più ( come alcuni studi prevedono) sarebbe necessario urgentemente industriarsi per garantire gli approvvigionamenti in maniera diversa da quelli attuali, favorendo i grandi bacini artificiali ed i dissalatori di acqua marina
    Quoto quello che dici e aggiungo che la neve primaverile in fusione, soprattutto al centro sud, contribuisce ad alimentare la vegetazione proprio nel momento in cui le precipitazioni mediterranee scemano velocemente. Questo è particolarmente importante nelle zone più elevate, dove le piante entrano in vegetazione più tardi e, quindi, rischiano di trovarsi di fronte un ambiente ostile per la loro crescita, sviluppo e riproduzione

  4. #224
    Enrico_3bmeteo
    Ospite

    Predefinito Re: Importanza della neve riguardo le riserve idriche

    Segnalo questo articolo, disponibile su richiesta agli Autori
    Io l'ho richiesto. Credo sia interessante


    Just a moment...

  5. #225
    Brezza leggera L'avatar di alexeia
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    Predefinito Re: Importanza della neve riguardo le riserve idriche

    Vista dalle Prealpi lombarde, mi sembra che questa sia ormai una discussione superata... quest'anno non è questione di neve/pioggia, ma che non è venuto giù praticamente un cappero, in nessuna forma nota...
    Le grandi sorgenti annaspano, ancora per un po' reggono... ma la situazione è che comunque se fosse venuta giù H2O abbondante sarebbero messe meglio, mentre invece sono già sull'orlo della crisi.

  6. #226
    Natale2000
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    Predefinito Re: Importanza della neve riguardo le riserve idriche

    Citazione Originariamente Scritto da alexeia Visualizza Messaggio
    Vista dalle Prealpi lombarde, mi sembra che questa sia ormai una discussione superata... quest'anno non è questione di neve/pioggia, ma che non è venuto giù praticamente un cappero, in nessuna forma nota...
    Le grandi sorgenti annaspano, ancora per un po' reggono... ma la situazione è che comunque se fosse venuta giù H2O abbondante sarebbero messe meglio, mentre invece sono già sull'orlo della crisi.

    Aggiungo... e rispetto all'anno scorso non possiamo nemmeno usare l'acqua degli invasi. L'abbiamo usata tutta e non se n'è aggiunta altra

  7. #227
    Vento fresco L'avatar di Welfl
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    Predefinito Re: Importanza della neve riguardo le riserve idriche



  8. #228
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    Predefinito Re: Importanza della neve riguardo le riserve idriche

    Citazione Originariamente Scritto da Welfl Visualizza Messaggio
    Certe cose non si possono leggere però.



    "La neve è fondamentale perché protegge i ghiacciai e il terreno ostacolando l'evaporazione e, sciogliendosi lentamente in primavera, ricostituisce gradualmente le riserve di acqua. Senza neve il rischio siccità è maggiore", spiega Giacomo Bertoldi
    idrologo di Eurac Research."


    La sublimazione questa sconosciuta.
    Inoltre l'acqua che fonde e che impregna la neve tende ad evaporare nello steso modo in cui evapora da un terreno saturo.

    Gli invasi naturali ed artificiali sono stati messi praticamente ovunque, perchè ovunque c'era la possibilità di ottenere energia idroelettrica è stato fatto. Avere acqua allo stato solido in quota per riempire in primavera gli invasi è identico a riempire gli invasi in inverno se quell'acqua fosse caduta liquida. Con la differenza che non ho perdite da sublimazione ed evaporazione in quota. Ci sarebbe differenza solo ad avere neve in quota ed invasi pieni, ma in quel caso l'abbondanza sarebbe tale che praticamente la neve in quota non verrebbe sfruttata. Continuo a pensare che in un clima che cambia pazienza se si perde parte della neve che si accumula in quota, l'importante è che precipiti! Fosse stato un inverno comunque mite senza neve in quota ma piovoso non avremmo alcun problema di crisi idrica.

  9. #229
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    Predefinito Re: Importanza della neve riguardo le riserve idriche

    Citazione Originariamente Scritto da Sviber Visualizza Messaggio
    Certe cose non si possono leggere però.



    "La neve è fondamentale perché protegge i ghiacciai e il terreno ostacolando l'evaporazione e, sciogliendosi lentamente in primavera, ricostituisce gradualmente le riserve di acqua. Senza neve il rischio siccità è maggiore", spiega Giacomo Bertoldi
    idrologo di Eurac Research."


    La sublimazione questa sconosciuta.
    Inoltre l'acqua che fonde e che impregna la neve tende ad evaporare nello steso modo in cui evapora da un terreno saturo.

    Gli invasi naturali ed artificiali sono stati messi praticamente ovunque, perchè ovunque c'era la possibilità di ottenere energia idroelettrica è stato fatto. Avere acqua allo stato solido in quota per riempire in primavera gli invasi è identico a riempire gli invasi in inverno se quell'acqua fosse caduta liquida. Con la differenza che non ho perdite da sublimazione ed evaporazione in quota. Ci sarebbe differenza solo ad avere neve in quota ed invasi pieni, ma in quel caso l'abbondanza sarebbe tale che praticamente la neve in quota non verrebbe sfruttata. Continuo a pensare che in un clima che cambia pazienza se si perde parte della neve che si accumula in quota, l'importante è che precipiti! Fosse stato un inverno comunque mite senza neve in quota ma piovoso non avremmo alcun problema di crisi idrica.
    Ovviamente concordo.
    Personalmente non mi aspetto più niente di reale dai cosiddetti esperti in queste materie.

  10. #230
    Vento fresco L'avatar di Welfl
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    Predefinito Re: Importanza della neve riguardo le riserve idriche

    Citazione Originariamente Scritto da Sviber Visualizza Messaggio
    Certe cose non si possono leggere però.



    "La neve è fondamentale perché protegge i ghiacciai e il terreno ostacolando l'evaporazione e, sciogliendosi lentamente in primavera, ricostituisce gradualmente le riserve di acqua. Senza neve il rischio siccità è maggiore", spiega Giacomo Bertoldi
    idrologo di Eurac Research."


    La sublimazione questa sconosciuta.
    Inoltre l'acqua che fonde e che impregna la neve tende ad evaporare nello steso modo in cui evapora da un terreno saturo.

    Gli invasi naturali ed artificiali sono stati messi praticamente ovunque, perchè ovunque c'era la possibilità di ottenere energia idroelettrica è stato fatto. Avere acqua allo stato solido in quota per riempire in primavera gli invasi è identico a riempire gli invasi in inverno se quell'acqua fosse caduta liquida. Con la differenza che non ho perdite da sublimazione ed evaporazione in quota. Ci sarebbe differenza solo ad avere neve in quota ed invasi pieni, ma in quel caso l'abbondanza sarebbe tale che praticamente la neve in quota non verrebbe sfruttata. Continuo a pensare che in un clima che cambia pazienza se si perde parte della neve che si accumula in quota, l'importante è che precipiti! Fosse stato un inverno comunque mite senza neve in quota ma piovoso non avremmo alcun problema di crisi idrica.
    Giacomo Bertoldi che conosco personalmente, è uno dei più grandi glaciologi a livello alpino, probabilmente per far capire la situazione ha semplificato molto la spiegazione non spiegando per filo e per segno tutto. Di certo conosce il processo e la situazione ben più di noi che non passiamo la nostra vita a studiare queste cose. Poi magari è tutta colpa del giornalista che ha scritto il pezzo non si sa.


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