
Originariamente Scritto da
Ghiacciovi
Al netto dell'ovvia difficoltà nel riportare analiticamente dei numeri (che, peraltro, non mi pare siano stati presentati da altri interlocutori), il grosso è stato detto. In particolare, limitando i ragionamenti alla sola idrografia del Massiccio dei Picentini dove insiste l'area del Laceno (provincia di Avellino), ripeto quello che già è stato affermato: un conto sono 1300 mm di precipitazioni liquide da dicembre ad oggi di cui solo 70 - 80 cm di neve a 1400 metri ( come sta avvenendo quest'anno); un altro conto sono 1300 mm di precipitazioni liquide più gli abituali 250 - 300 cm di neve annuali su quelle stesse montagne ( quali altri numeri occorrono?). Questi, infatti, rilasciano lentamente nel terreno permeabile, da dicembre a maggio, buoni 780 mm di lama d'acqua equivalente nei meandri carsici sotterranei ( ipotizzando un contenuto in acqua del 60% della neve). Il discorso è molto semplice.........questa differenza numerica che emerge da misurazioni raccolte annualmente sui centimetri di neve fresca che cadono annualmente su quelle montagne penso sia più che sufficiente. Che altri numeri occorrono? In soldoni, si sta semplicemente affermando che sui monti del sud, quest'anno, è nevicato poco ed il fattore neve, nei territori carsici-montani-appenninici del sud, dove in estate l'aridità e l'evaporazione sono elementi molto limitanti, è un fattore importante per prevedere o meno sofferenza idrica estiva. Detto ciò, se invece si ritiene che la pioggia sia sufficiente a rimpinguare ugualmente le riserve idriche, rispetto il vostro punto di vista, ci mancherebbe. Io posso dirvi però che tutte le annate in cui, da quando monitoro l'innevamento appenninico, c'è stato scarso innevamento invernale, a prescindere dalle piogge totali, in estate si è andati in sofferenza.
Per tali ragioni, ad esempio, rimanendo alle tettoniche carsiche, anche la Sicilia secondo me potrebbe soffrire nei prossimi mesi dato che sui Sicani, sulle Madonie e sui Nebrodi, la neve è stata molto scarsa ( 50 - 100 cm totali ). Tali assiomi frutto di osservazione individuale vi garantisco che sono suffragati da abbondante letteratura in climatologia e geologia.
Poco sopra facevate l'esempio delle sciroccate e della formazione del lago Matese a Campitello. Allora, il fattore limitante delle piogge abbondanti è proprio il ruscellamento superficiale: il terreno carsico ha un punto di assorbimento massimo (come un collo di bottiglia) superato il quale, se ci si riferisce ad una conca, si va verso la formazione di accumuli lacustri effimeri ( caso di Campitello o Laceno o Campo Felice quando piove molto in pieno inverno o quando le nevi si sciolgono rapidamente); se invece si ragiona su un pendio, qui l'acqua dilava a valle senza essere permeata in toto nel terreno.
Discorso diverso si ha, invece, con i serbatoi idrici solidi ( ghiaccio, neve, firn ecc. ) in cui, verificandosi un lento scioglimento progressivo degli starti inferiori in un arco temporale più o meno lungo, il punto limite di massimo assorbimento del terreno carsico non viene mai raggiunto e quindi tutta l'acqua di fusione si rende disponibile per l'assorbimento freatico. Per questo, determinate aree montane hanno un bisogno estremo di neve.
A scala ridotta, lo stesso effetto di "trattenimento dell'acqua" e distribuzione della stessa sul terreno in modo da non superare la capacità massima di assorbimento dei terreni, è esercitata dalle aree boschive: le foreste trattengono il surplus di pioggia durante la perturbazione e la rilasciano lentamente anche dopo che la perturbazione è cessata. Ognuno di noi ha sperimentato come nei grandi boschi continui a piovere anche dopo che le perturbazioni sono cessate. E' un piccolo esempio per capire come agisce l'effetto neve sull'assorbimento lento dei terreni in determinate aree.
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