L'analisi del testo è stata fondamentale come avete visto, e tra le informazioni più importanti predominano di certo quelle relative ai venti. Su quest'ultimo aspetto Cicerone è stato anche molto esplicito relativamente alla tratta finale tra le antiche Cassiope e Brundisium.
Peccato che non lo sia stato anche sulle tratte precedenti. O almeno era questo che pensavo nei primi mesi.
In principio, quando lessi la lettera, l'idea era di ricostruire soltanto la sinottica relativa agli ultimi giorni, tra la sosta a Corfù e l'arrivo a Brindisi.
Quando a Novembre, dopo 4 mesi di ricerche, iniziai a risistemare e riordinare gli appunti sparsi che avevo raccolto fino ad allora, ebbi un'illuminazione: fino alla rivoluzione industriale l'unico motore delle navi era il vento, e solo assecondandolo si poteva riuscire a navigare!
Di fatto, anche non conoscendo la direzione del vento, era possibile stimare da dove soffiasse, dopotutto un'imbarcazione a vela non si muove di certo controvento!
E' stata una vera e propria epifania: non serviva più cercare precisi riferimenti alla rosa dei venti durante il viaggio, era sufficiente sapere le coordinate geografiche e le posizioni relative l'uno rispetto all'altro dei porti di partenza e di arrivo!
Si tratta di una rivoluzione nel modo di derivare indirettamente informazioni meteorologiche da fonti storiche anche mute al riguardo, e ho voluto subito sperimentarla proprio alle precedenti tratte, da Azio a Corfù.
Questo mi ha portato all'attuale progetto, con un allungamento della ricostruzione dall'originale settimana scarsa alle attuali 3 settimane.
Vi lascio all'ultima sezione prima di addentrarci nella ricostruzione sinottica: la fisica della navigazione a vela.
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Fino alla rivoluzione industriale l'unico motore delle navi era il vento. Solo assecondandolo si poteva riuscire a navigare, ma anche se il vento non proveniva dalla direzione ideale era possibile ammaestrarlo per seguire la rotta designata:
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Questo schema è esemplificativo dell'andatura di una barca a vela in funzione del vento.
Esiste un angolo tuttavia nel quale non è possibile veleggiare e dunque procedere: esso è posto a circa 40° dalla direzione di provenienza del vento.
Se il vento è ad esempio da 360° (Nord), non sarà possibile procedere nell'angolo tra 320° (NW) e 40° (NE).
Se il vento proviene da 270° (Ovest), non sarà possibile procedere nell'angolo tra 230° (SW) e 310° (NW).
Ora, in realtà l'angolo che vi ho sopra riportato (40°) è molto basso, anche perchè si riferisce a condizioni moderne dove a navigare a vela sono piccole imbarcazioni, spesso a scopo sportivo, non mastodontici bastioni su mare carichi di eserciti, uomini, vivande, merci.
Quest'angolo, nelle navi romane, secondo una fonte che ho consultato, era infatti molto maggiore: fino a 80°, possiamo stimare mediamente 60°. Cicerone ci dice anche il tipo di nave utilizzato in un'altra lettera, ma è più una curiosità che un'informazione utile in alcun modo nel nostro intento, ma lo dico per chi fosse curioso.
Ciò significa che, ripetendo gli esempi precedenti, che se il vento è da 360° (Nord), non sarà possibile procedere nell'angolo tra 300° (WNW) e 60° (ENE).
Se il vento proviene da 270° (Ovest), non sarà possibile procedere nell'angolo tra 210° (WSW) e 330° (NNW).
Tutto questo torna utile per risalire alla direzione probabile del vento nelle varie tratte del viaggio descritto da Cicerone.
Ad esempio da Azio a Corfù la costa segue una direzione da SSE -> NNW. Il vento ideale per andare a Corfù (vento di poppa) sarebbe il vento da SSE, circa 170°. Il vento opposto è dunque il Nord (350°).
Non è possibile navigare verso Corfù con un qualsiasi vento che sia tra 290° (WNW) e 50° (NE).
Da Corfù a Otranto il vento ideale è da ESE (circa 107°). Il vento opposto è l'WNW (287°). Non è possibile navigare verso Otranto con un qualsiasi vento tra 227° (WSW) e 347° (N).
Quando Cicerone scrive che "
ibi (Cassiopeia) retenti venti sumus", cioè che furono trattenuti dai venti a Cassiope, possiamo dunque ipotizzare con ragionevole sicurezza che
i venti fossero quelli
occidentali. In effetti il Salento, e in generale la costa italica, si trova a ovest rispetto ai Balcani dello Ionio e del Canale d'Otranto.
Cicerone scrive anche che molti naufragarono partendo per l'eccessiva impazienza. Il fatto che fossero partiti mi lascia pensare che il vento fosse ai limiti della navigazione, tra bolina stretta e larga, altrimenti dubito che marinai esperti sarebbero salpati controvento!
E' possibile dunque che spirasse un vento di maestrale (NNW/NW, 320-350°) in quelle giornate, tale da impedire la navigazione per Brindisi ma non impossibile quella per Otranto (donde i tentativi di salpare), sebbene difficile (bolina stretta). Ricordiamoci che le correnti ruotano, per cui un vento più di maestrale nei pressi della costa greca potrebbe tendere a ovest sul canale d'Otranto, oppure viceversa, un vento da ovest/WNW sulla costa greca curvare da NW al largo.
Da Azio a Corfù le lettere di Cicerone ci parlano invece di viaggi veloci, possiamo dunque immaginare che abbiano navigato quasi con vento in poppa o a lasco (tra SE e
SSW) e non in bolina o traverso. La navigazione in queste ultime condizioni (
bordeggio), infatti, impone la scelta di un percorso più simile a uno zig-zag: il tragitto da compiere viene comunque realizzato, ma a costo di più tempo e di un percorso più lungo:
Immagine
Per ulteriori informazioni sulla fisica della navigazione a vela:
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