Originariamente Scritto da
MarcoSarto
Innanzitutto grazie mille, è sempre bello trovare ambientalisti che hanno realmente a cuore il problema. Per le scorie, dato che è una questione che viene sollevata sempre, ti giro qualche link di siti/studi (ce ne sono moltissimi) per approfondire e il mio piccolo intervento di alcune settimane fa.
Deposito Nazionale: Scriviamo insieme un futuro piu sicuro per Italia
Patent clustering and network analyses to explore nuclear waste management technologies - ScienceDirect
International nuclear waste management framework - ScienceDirect
Nuclear Waste Can Be Reduced by Recycling and Transmutation - ScienceDirect
The effectiveness of full actinide recycle as a nuclear waste management strategy when implemented over a limited timeframe – Part I: Uranium fuel cycle - ScienceDirect
https://www.sciencedirect.com/scienc...jS0Gc-zIHuY3G8
In breve i consigli sono: sottolinea il fatto che di scorie radioattive se ne producono letteralmente pochissime. Con 1 kg di combustibile si può arrivare ad ottenere la stessa energia di 3000 tonnellate di carbone (o 1200 tonnellate di gas). Ogni anno nel mondo vengono utilizzate 70000 tonnellate di Uranio, e per fare un paragone, immettiamo in atmosfera 35-40 miliardi di tonnellate di gas dovuti alla combustione degli idrocarburi (CO2 e non solo). Le 70000 tonnellate potrebbero sembrare una grande quantità, ma l'Uranio è un elemento estremamente denso, e quindi in termini di volume si tratta in realtà di quantità minime; tutte le scorie radioattive prodotte fino ad ora nel mondo potrebbero stare in un campo da football americano riempito ad un'altezza di tre metri.
Si tratta quindi di rifiuti che, oltre ad essere riciclabili, sono solidi, compatti e facili da stoccare.
In Francia ogni cittadino produce 1200 kg di rifiuti, di cui 100 kg di rifiuti speciali (rifiuti tossici o che comunque richiedono di essere smaltiti in maniera particolare e non possono essere gettati in discarica). Di questi 100 kg di rifiuti speciali soltanto 1 kg sono i rifiuti radioattivi dovuti alla produzione di energia elettrica da nucleare. Dato che però i rifiuti radioattivi di basso e medio livello richiedono solo di essere stoccati temporaneamente, perchè perdono la loro radioattività nel giro di qualche anno/decennio, le "vere" scorie radioattive che durano migliaia di anni sono quelle di alto livello. Queste ultime ammontano ad appena 11 grammi pro-capite, poco più di una parte su diecimila rispetto al totale dei rifiuti tossici prodotti annualmente da un cittadino francese. Per visualizzare meglio questo dato, se utilizzassimo energia nucleare per ogni singola esigenza della nostra vita (dall'elettricità domestica alla ricarica di un'auto elettrica o all'alimentazione dei trasporti pubblici), il volume di scorie radioattive prodotte nel corso di tutta la nostra vita sarebbe pari a quello di una lattina di Coca-Cola.
Nell'immagine 1 ecco tutti i rifiuti radioattivi di medio e alto livello prodotti dalla Svizzera in 45 anni. La stanza è grande più o meno come una palestra da basket, c'è ancora parecchio spazio vuoto e le persone possono sostare in presenza dei contenitori senza doversi dotare di dispositivi di protezione.
Altro elemento su cui "puntare" è il fatto che la vera pericolosità dei rifiuti nucleari è dovuta all'effetto sull'uomo, e non sull'ambiente, ma in questo non sono diversi da moltissimi altri rifiuti tossici che l'umanità produce a livello industriale: dagli scarti della raffinazione degli idrocarburi ai rifiuti speciali prodotti dalle industrie farmaceutiche, dai pesticidi ai liquami tossici prodotti dalla lavorazione delle terre rare (con le quali si fanno i circuiti dei cellulari, le batterie e i pannelli solari). La differenza è che la quantità di scorie radioattive che si producono è notevolmente inferiore a quella dei rifiuti tossici dovuti a qualsiasi altro tipo di industria.
Un altro punto è che la componente più pericolosa tra i prodotti di fissione è lo Iodio 131, che ha un tempo di dimezzamento di appena 8 giorni. L'Uranio esausto, che resta invece radioattivo per tempi molto lunghi, è molto meno tossico: innanzitutto perchè i tempi di decadimento così lunghi sono proprio dovuti ad un'emissività radioattiva bassa, e in secondo luogo perchè il principale modo di decadimento dell'Uranio è l'emissione di particelle alfa, che sono estremamente facili da schermare (la nostra pelle è più che sufficiente allo scopo). Per avere effetti sulla salute da emissioni alfa occorre avere irradiazione interna, cosa che si potrebbe verificare solo se l'uranio venisse ingerito o inalato, il che implica che l'unica cosa a cui bisogna fare realmente attenzione nello stoccaggio delle scorie radioattive è la possibile contaminazione di falde acquifere. Ma anche in quel caso i rischi sarebbero ridotti; c'è uno studio finlandese molto interessante sul "worst case scenario" del 2009 che faceva la seguente stima:
-Supponiamo che un sito di stoccaggio di scorie nucleari progettato per durare decine di migliaia di anni sia costruito male e dopo appena mille anni inizi a disperdere materiale radioattivo nell'ambiente
-Supponiamo che la radioattività non venga assorbita da rocce circostanti, ma contamini una falda acquifera.
-Supponiamo sopra quella falda acquifera venga ad un certo punto costruita una città nell'anno 12.000 DC (ovvero quando la falda ha raggiunto il massimo della contaminazione possibile)
-Supponiamo che gli abitanti di quella città consumino solo cibo e acqua provenienti da quella zona e spendano tutto il loro tempo nel singolo metro quadro dove la radioattività ambientale è più alta.
Se anche tutto questo si verificasse la dose equivalente di radiazioni assorbita da un abitante della città del futuro sarebbe di appena 0,0002 mSv all'anno (l'equivalente di due banane).
https://www.osti.gov/etdeweb/servlets/purl/22134703
E tutto questo senza considerare che la componente più duratura delle scorie di alto livello è anche quella riciclabile dai moderni reattori veloci.
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