Originariamente Scritto da
ale97
Scrivo qui un po' di considerazioni sparse inerenti il tema dei cambiamenti climatici e della transizione ecologica.
-Per prima cosa, relativamente alle previsione per i cambiamenti climatici trovo che a volte anche scienziati molto conosciuti rischino di perdere la credibilità con uscite poco comprensibili: il sensazionalismo fa male in entrambi i versi e non solo se si riferisce a posizioni negazioniste. Dico questo dopo che Mercalli si è sbilanciato non poco dicendo che ci si aspetta che nel Monferrato si possano avere "estati a 52°C" (nemmeno citato come picco massimo addirittura).
Vorrei concentrarmi quindi proprio su questa uscita e cercare di capire se è davvero possibile.
Partiamo dalla considerazione per cui nell'area delle colline del Monferrato, mediamente, il record di caldo attuale sarà presumibilmente sui 38-40 gradi, e che quindi ciò che dice Mercalli implicherebbe avere picchi di 10-15 gradi più alti circa: ora, è vero che i valori estremi possano aumentare in questa misura senza che debbano per forza farlo anche le temperature medie (dipende dalla deviazione standard dei valori estremi rispetto alle medie, che può anche aumentare di un fattore superiore rispetto a queste ultime). Ma facciamo finta che questo non conti nulla e cerchiamo di andare più nel dettaglio.
In ogni caso, inutile dire che un tale aumento resta improbabile anche guardando allo scenario più estremo, l'RCP 8.5.
Ora, se non sbaglio il Sahara e in generale le aree equatoriali sono quelle che si stanno riscaldando di meno in assoluto. In che modo questo ci tocca? Beh, le temperature molto elevate da noi, ora come in futuro, non possono che essere determinate da un'espansione del promontorio sahariano, perchè quella zona è nettamente più propizia alla formazione di una simile struttura barica (ricordo che resta in loco praticamente tutto l'anno limitandosi ad abbassarsi di latitudine nei mesi invernali, e ricominciando a rinforzarsi in modo perentorio già da fine inverno, facendo poi raggiungere i picchi più alti ad aprile/maggio nella zona del Sahel: in che modo le medie latitudini, per loro natura esposte a irruzioni di masse d'aria molto diversificate, che spesso portano perturbazioni e che provengono da diverse direzioni- e ad esempio il nord Italia potrebbero avere un riscaldamento simile?)
Di qui si deduce che il riscaldamento globale non potrà mai spostare se non al limite in piccola parte il core di questa struttura barica, e pertanto le temperature più elevate si avranno sempre nel nord Africa più che in Europa. Ora si, è possibile che a causa di cambiamenti nella circolazione atmosferica e (soprattutto su scale temporali brevi) di un'
ITCZ molto a nord si possano avere periodi brevi o meno brevi caratterizzati da forte caldo in Europa, ma non sarà MAI possibile avere in modo assolutamente stabile e ininterrotto, fosse anche solo per i mesi estivi, un promontorio di matrice subtropicale nel nord Italia (ma nemmeno al sud eh), proprio perchè si forma molto più a sud.
Quindi, da questo, se qui in Italia si piantasse stabilmente la +35 (eh si, perchè una breve ondata nemmeno basterebbe a portare i famosi 52 gradi nel Monferrato) da qualche parte più a sud ci dovrebbe essere almeno una +40 (si, perchè nel Sahara anche oggi fanno la loro comparsa le +32/+34, temperature di un 5 gradi circa superiori a quelle registrate in qualsiasi parte d'Italia escludendo al limite la Sicilia (che ha avuto temperature 2/4 gradi inferiori ma solo in casi veramente eccezionali). Lo vedete fattibile?
Per la formazione di queste strutture bariche sono necessarie particolari caratteristiche morfologiche, climatiche e geografiche (fondamentalmente date dalla latitudine e quindi anche dall'angolo di incidenza dei raggi solari), non se ne esce.
Eppure di articoli che dicono che Torino sarà calda come Dallas fra appena 30 anni (nel 2050) se ne leggono a iosa: sulla base di cosa? Se Torino diventa la nuova Dallas con 41°C di massima media, anche se fosse nel 2100, a N'Djamena cosa succederebbe?
Magari sto anche dicendo stronzate eh, non ho la verità in mano, ma credo sia doveroso anche farsi domande di questa natura invece di vedere il riscaldamento globale solo come un processo "casuale" ed esogeno che è indipendente dalle logiche e dai processi fisici che caratterizzano la climatologia dei vari luoghi della terra.
Ora lascio perdere però questo per parlare delle misure pensate per la transizione ecologica.
Non vi sembra (ma va) che si sta andando totalmente alla cieca e per improvvisazione? Ad esempio penso questo leggendo la notizia secondo cui non saranno più vendute- e presumibilmente quindi non saranno più fatte circolare poco dopo- le auto non elettriche. Ma nel caso italiano in particolare ancora non ho capito che si fa: si utilizza l'energia creata dalle centrali termoelettriche per caricare le auto?
Perchè di soluzioni alla copertura totale del fabbisogno e di nucleare non leggo nulla, e fino a quella data mancano 20 anni scarsi.
Credo che la sfida più importante sarà quella di non cadere nella tentazione di fare proclami troppo grossi che poi non potranno essere rispettati e di non perdere il contatto con la realtà.
A essere onesti già ora si ha questa impressione con le norme ideate per combattere la scarsa qualità dell'aria in Pianura Padana, in parte: mi ha colpito apprendere che il limite di temperatura consentito negli edifici è di 18°C (ma poi in uffici e locali pubblici ce ne sono almeno 5 in più sistematicamente, quindi mi chiedo a che serva nel concreto); o ancora più strano è il fatto per cui non potrebbero essere accesi camini o stufe non in linea con i più recenti requisiti ecologici (ma poi si scopre, e meno male, che in caso di indisponibilità di altre fonti di riscaldamento si possono usare comunque: dopo però ci si chiede...ma chi avendo a disposizione fonti ecologiche efficienti andrebbe veramente ad accendere il camino? Ed ecco quindi che la norma diventa praticamente inutile...). In generale mi sembra si tratti di norme che non possono essere fatte rispettare (e per cui manca anche la volontà di farlo se nemmeno le istituzioni che promulgano queste stesse norme le rispettano) e che nessuno prende in considerazione (a parte ovviamente quelle sulle auto), in pieno stile italiano; ma emerge anche il fatto che ci sono vari problemi da risolvere e che ostacolano in modo decisivo questo processo, diciamo così.
Spero di non aver divagato troppo
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