In principio concordo con il tuo ragionamento, anche se non molto tempo fa già ci eravamo espressi sul nucleare (parlo del convenzionale) e risultava che al giorno d’oggi partire da zero risulta forse svantaggioso in termini finanziari e di tempistiche in quanto anche i tempi di progettazione e attivazione di un nuovo impianto sono molto lunghi, a quel punto forse si sarà già virato quasi tutto verso fonti alternative.
Condivido tutto ciò che hai detto.
Riguardo alle parole di Cingolani ovviamente non mi riferivo alla battuta sugli ambientalisti, che trovo infelice perché da modo ai media di parlare solo di questo e non dare la giusta attenzione al succo del suo discorso, ma al fatto che sarebbe ora si faccia un discorso serio di come si vuole produrre energia in Italia da qui ai prossimi 20/30 anni.
Senza slogan e pregiudizi ma analizzando e valutando tutte le opportunità seriamente.
Attualmente il fabbisogno annuo è più o meno 50 TW, se si passerà pesantemente alle auto elettriche aumenterà per forza…
E via con i temi già trattati.
Parlare di decrescita felice non mi sembra una soluzione sensata, si devono assolutamente usare le tecnologie moderne per ridurre i consumi (nel senso di ottimizzare i processi e quindi renderli più efficienti) e assolutamente ridurre l’impatto ambientale, ma con una visione di lungo raggio, non da un anno a quello successivo.
Ma sembrano discorsi impossibili da fare in Italia
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Parli in modo talmente antitetico alle tematiche da me aperte, che potresti anche aprire un altro thread. Questo non è un thread sul nucleare e nemmeno contro le politiche verdi che sono a favore dell'ambiente. E' il contrario. Questa arroganza verso chi cerca di fare qualcosa per questo pianeta la trovo veramente intollerabile. Ti ci vorrebbe un bagno di umiltà, magari anche parlando con le migliaia di persone (quelle ancora in vita) che son state contaminate dai terribili incidenti come quello di Fukushima o di Chernobill. Vaglielo a dire a loro quanto è bello il nucleare. Per non parlare di vasti territori diventati inabitabili, forse per secoli...lasciamo perdere...
E poi senti, visto che nel nucleare ci lavori, dovresti avere almeno il pudore di non parlare sempre e solo di quello. E' come chiedere alla ferrero se la nutella è prodotta in modo sostenibile. Abbiamo capito che per te il nucleare è la panacea di tutti i mali, ma è del tutto fuorviante e distante anni luce dalle tematiche di questo td che vuole affrontare gli argomenti in modo sistemico e non parlare di una singola cosa. Stai facendo solo pubblicità alla tua attività.
Io ho tutto il rispetto per la Finlandia, ma la Finlandia è un territorio molto poco abitato e esente totalmente da eventi sismici. Pur non condividendo la loro scelta, la rispetto, ma qui in Italia credo sia fortemente rischiosa e sbagliata alla luce dei progressi che si stanno facendo con le altre fonti energetiche. E in ogni caso ripeto, il nucleare è antistorico, che tu lo voglia o no.
Ribadisco, qui si cerca di discutere in modo serio su come superare il problema della crescita illimitata che per definizione, essendo il pianeta limitato, non è sostenibile, e dunque, il riscaldamento globale, è l'unico problema ambientale che l'umanità deve affrontare? Penso di no. Vediamo allora come ripensare il modello di economia, come diversificare in modo razionale le fonti energetiche e come diminuire progressivamente il nostro impatto sul pianeta, grazie per l'attenzione.
Ma come ti é già stato fatto notare il PIL non é un parametro adatto a valutare gli impatti ambientali, poiché efficientando i processi, il PIL cresce mantenendo inalterati i consumi.
Quindi si potrebbe aver crescita con meno "inquinamento".
Quanto al nucleare fa parte del mix energetico necessario per garantire al mondo uno stile di vita da 21° secolo e non del 18°.
Pensare di produrre l'energia necessaria con solare o eolico é utopistico, visto che non sono fonti energetiche garantite h24 7/7, il solare di notte é nullo e basta una giornata coperta o nebbia e non produci nulla, per dire.
Per l'eolico cosa si fa in caso di assenza di vento?
Per non parlare della loro densità di energia, occorrerebbero superfici enormi per garantire una produzione sufficiente.
Aggiungiamoci che hanno una durata di max 20 anni per poi veder degradato di molto il rendimento, che per produrli serve energia e si emette molta CO2, che non esiste un modo per riciclare/smaltire i pannelli solari e la fibra di carbonio (pale eoliche) e si vede la necessità di avere una fonte di energia diversa.
Ripeto la domanda, fissato un fabbisogno energetico qualunque da qui a 20 anni ed in futuro, come lo si soddisferà eliminando completamente carbone, petrolio e nuclaere?
Senza nucleare é impensabile se non impossibile.
Non avevo colto l'intenzione di venirmi incontro, peraltro ripescando una discussione vecchia più di un mese.
Io non mi riferivo agli ambienti urbani, in tutta Italia c'è stata una forte ripresa degli ecosistemi naturali, sia terrestri che acquatici (dove adesso il problema maggiore sono le specie invasive più che l'inquinamento). Le isole di plastica negli oceani si sono espanse principalmente a causa dell'assenza di sistemi di smaltimento dei rifiuti adeguati nei Paesi in via di sviluppo (e sicuramente faresti più PIL con uno smaltimento corretto che abbandonando i rifiuti in mare) mentre quelli industrializzati hanno ridotto il loro contributo (e comunque la loro presenza è documentata dagli anni '70).
share-of-global-plastic-waste-emitted-to-the-ocean.jpg
Ho già avuto modo di spiegarti che ottimizzare le risorse aumenta il PIL, perché il PIL calcola il valore dei beni e servizi per il consumatore finale e se riduci il consumo di beni intermedi hai maggiore valore aggiunto. Questo è particolarmente vero per Paesi poveri di risorse naturali come il nostro, dove gli input di materie prime sono quasi tutti con il segno meno nel calcolo del PIL. Se vuoi ti faccio anche tutti i conti, ma la contabilità nazionale non è materia semplice quindi lo faccio solo se ti interessa un approccio più analitico.
Il consumo di suolo non sta aumentando esponenzialmente, anzi sta lentamente rallentando. Se ci fosse una legge adeguata sul consumo di suolo, insieme ad un trattamento fiscale che penalizzi fiscalmente le nuove costruzioni su terreno non edificato incentivando invece le ristrutturazioni e demolizioni di edifici esistenti, si potrebbe tranquillamente ridurre ulteriormente. Non c'è alcun bisogno di cementificare per aumentare il PIL se non c'è un aumento di popolazione, è molto meglio aumentare la produttività dei terreni già edificati e anzi costruire senza criterio porta a ridurre il PIL. Ancora non ci si è adeguati al fatto che perderemo 200-300 mila abitanti all'anno nei prossimi decenni e il problema sarà gestire gli spazi abbandonati più che edificarne di nuovi, con costi economici non indifferenti.
Consumo_suolo.png
La consapevolezza nelle scelte di consumo va benissimo, ma il concetto di decrescita è diverso e non riguarda il consumo di risorse ma proprio la riduzione del valore dell'attività economica. Se usi un termine come decrescita ti riferisci ad una precisa corrente di pensiero (quella propugnata da soggetti come Latouche) che ritengo gravemente fallata nei suoi presupposti ed estremamente pericolosa in termini politico-economici concreti. La transizione ecologica ha bisogno di enormi investimenti che produrranno PIL e lavoro, ma questi vengono mal visti da quelle correnti di pensiero. Bisogna essere molto ambiziosi sugli obiettivi ambientali ma per raggiungerli servirà una trasformazione radicale dei processi produttivi, non in senso pauperistico ma invece fortemente innovativo nel conciliare l'attività economica con gli ecosistemi naturali.
La diatriba sul nucleare è un esempio di questo, c'è una tecnologia che può generare enormi quantità di energia con un impatto ambientale minimo in termini di materie prime e consumo di suolo, ma viene avversata a priori sulla base di obiezioni infondate dal punto di vista ambientale. Io non sono ancora del tutto convinto, ma se rispettasse le promesse il nucleare di quarta generazione sarebbe una aiuto formidabile per ridurre l'impatto ambientale.
a proposito delle incaute dichiarazioni del ministro Cingolani suggerisco vivamente questo (secondo me) equilibrato e condivisibile intervento di Scalari su valigiablu
Perche le affermazioni del ministro della Transizione Ecologica sugli ambientalisti sono un problema – Valigia Blu
Intervento ineccepibile, anche io ho trovato inopportune le dichiarazioni del ministro, pur condividendo un po' di frustrazione verso le posizioni di alcuni gruppi ambientalisti che di fatto finiscono per ostacolare la ricerca di soluzioni praticabili alla crisi climatica. Non credo che fosse questa la sua intenzione, ma ha portato il dibattito in una direzione sbagliata, facendo il gioco di chi invece ostacola il cambiamento per ragioni opposte (scettici e difensori di interessi particolari).
Ciò che serve invece è mirabilmente riassunto nell'ultimo paragrafo di questo articolo, che riporto per chi non avesse voglia di leggerlo tutto.
Sulla transizione ecologica serve una discussione seria, approfondita, allargata, inclusiva. Non provocatoria. Parliamo di rinnovabili, di nucleare di IV generazione, di tecnologie di cattura e immagazzinamento del carbonio, di ricerca scientifica e tecnologica, discutiamo laicamente di ogni possibile soluzione tecnologiche. Considerando però che quello che ci serve, per intervenire *adesso*, e non tra 10 anni, lo abbiamo già e che non esiste *LA* soluzione tecnologica alla crisi climatica. Parliamo di costi e benefici, di ogni aspetto,, anche sociale ed economico, della transizione. Che non è soltanto un cambiamento tecnologico ("sostituiamo le energie fossili con quelle non-fossili"), ma che è una questione che riguarda anche la tutela del suolo, dell'acqua, dell'aria, della biodiversità e che quindi, nelle politiche e soluzioni che si propongono, dovrebbe coinvolgere anche diverse competenze scientifiche.
Come sempre mi mettete in bocca cose che non ho mai detto, trovate un punto in cui dico che carbone e petrolio vanno completamente abbandonati. Il nucleare in Italia lasciamolo stare per favore. Ho scritto in grassetto l'ultima parte del mio intervento ma vedo che non è bastato:
Qui si cerca di discutere in modo serio su come superare il problema della crescita illimitata che per definizione, essendo il pianeta limitato, non è sostenibile, e dunque, il riscaldamento globale, è l'unico problema ambientale che l'umanità deve affrontare? Penso di no. Vediamo allora come ripensare il modello di economia, come diversificare in modo razionale le fonti energetiche e come diminuire progressivamente il nostro impatto sul pianeta, grazie per l'attenzione.
Un pensiero assolutamente condivisibile, come avevo già sottolineato.
Nell'articolo cita il rapporto Net-Zero 2050 dicendo che un 10% dell'energia sarà prodotto dal nucleare, ma senza dire a quanto ammonta questo 10% rispetto alla produzione nucleare attuale, perché il 10% di 100 é diverso dal 10% di 1000 anche se sempre 10% é.
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