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  1. #231
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    Predefinito Re: Cambiamenti climatici e ambiente: punto centrale o "paravento" per l'establishment?

    Citazione Originariamente Scritto da Copernicus64 Visualizza Messaggio
    Come sempre mi mettete in bocca cose che non ho mai detto, trovate un punto in cui dico che carbone e petrolio vanno completamente abbandonati. Il nucleare in Italia lasciamolo stare per favore. Ho scritto in grassetto l'ultima parte del mio intervento ma vedo che non è bastato:

    Qui si cerca di discutere in modo serio su come superare il problema della crescita illimitata che per definizione, essendo il pianeta limitato, non è sostenibile, e dunque, il riscaldamento globale, è l'unico problema ambientale che l'umanità deve affrontare? Penso di no. Vediamo allora come ripensare il modello di economia, come diversificare in modo razionale le fonti energetiche e come diminuire progressivamente il nostro impatto sul pianeta, grazie per l'attenzione.


    Ti é stato risposto che é un falso problema,< quello della crescita, in quanto l'efficientamento dei processi porta ad un aumento del PIL a fattori inalterati.

    Anche per le risorse si può fare più o meno lo stesso discorso perché, per esempio, in alcune miniere stanno estraendo l'oro processando dagli scarti dei secoli scorsi al posto di fare nuove perforazioni.
    Quindi i discorsi su risorse limitate ed in esaurimento, sono un po' da rivedere.

    Di sicuro non si può pensare di estendere lo stile di vita da paesi sviluppati a tutti gli 8 miliardi di abitanti del pianeta e al tempo stesso non si può continuare con questo sistema economico/ambientale.

  2. #232
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    Predefinito Re: Cambiamenti climatici e ambiente: punto centrale o "paravento" per l'establishment?

    Citazione Originariamente Scritto da snowaholic Visualizza Messaggio
    Non avevo colto l'intenzione di venirmi incontro, peraltro ripescando una discussione vecchia più di un mese.

    Io non mi riferivo agli ambienti urbani, in tutta Italia c'è stata una forte ripresa degli ecosistemi naturali, sia terrestri che acquatici (dove adesso il problema maggiore sono le specie invasive più che l'inquinamento). Le isole di plastica negli oceani si sono espanse principalmente a causa dell'assenza di sistemi di smaltimento dei rifiuti adeguati nei Paesi in via di sviluppo (e sicuramente faresti più PIL con uno smaltimento corretto che abbandonando i rifiuti in mare) mentre quelli industrializzati hanno ridotto il loro contributo (e comunque la loro presenza è documentata dagli anni '70).

    Allegato 572876

    Ho già avuto modo di spiegarti che ottimizzare le risorse aumenta il PIL, perché il PIL calcola il valore dei beni e servizi per il consumatore finale e se riduci il consumo di beni intermedi hai maggiore valore aggiunto. Questo è particolarmente vero per Paesi poveri di risorse naturali come il nostro, dove gli input di materie prime sono quasi tutti con il segno meno nel calcolo del PIL. Se vuoi ti faccio anche tutti i conti, ma la contabilità nazionale non è materia semplice quindi lo faccio solo se ti interessa un approccio più analitico.

    Il consumo di suolo non sta aumentando esponenzialmente, anzi sta lentamente rallentando. Se ci fosse una legge adeguata sul consumo di suolo, insieme ad un trattamento fiscale che penalizzi fiscalmente le nuove costruzioni su terreno non edificato incentivando invece le ristrutturazioni e demolizioni di edifici esistenti, si potrebbe tranquillamente ridurre ulteriormente. Non c'è alcun bisogno di cementificare per aumentare il PIL se non c'è un aumento di popolazione, è molto meglio aumentare la produttività dei terreni già edificati e anzi costruire senza criterio porta a ridurre il PIL. Ancora non ci si è adeguati al fatto che perderemo 200-300 mila abitanti all'anno nei prossimi decenni e il problema sarà gestire gli spazi abbandonati più che edificarne di nuovi, con costi economici non indifferenti.


    Allegato 572880

    La consapevolezza nelle scelte di consumo va benissimo, ma il concetto di decrescita è diverso e non riguarda il consumo di risorse ma proprio la riduzione del valore dell'attività economica. Se usi un termine come decrescita ti riferisci ad una precisa corrente di pensiero (quella propugnata da soggetti come Latouche) che ritengo gravemente fallata nei suoi presupposti ed estremamente pericolosa in termini politico-economici concreti. La transizione ecologica ha bisogno di enormi investimenti che produrranno PIL e lavoro, ma questi vengono mal visti da quelle correnti di pensiero. Bisogna essere molto ambiziosi sugli obiettivi ambientali ma per raggiungerli servirà una trasformazione radicale dei processi produttivi, non in senso pauperistico ma invece fortemente innovativo nel conciliare l'attività economica con gli ecosistemi naturali.


    La diatriba sul nucleare è un esempio di questo, c'è una tecnologia che può generare enormi quantità di energia con un impatto ambientale minimo in termini di materie prime e consumo di suolo, ma viene avversata a priori sulla base di obiezioni infondate dal punto di vista ambientale. Io non sono ancora del tutto convinto, ma se rispettasse le promesse il nucleare di quarta generazione sarebbe una aiuto formidabile per ridurre l'impatto ambientale.
    Parlane con i Giapponesi del nucleare...è sempre la solita storia, finchè non capita a te puoi sempre far finta che il problema non esista. Tra l'altro a Fukushima so che una serie di eventi fortunati hanno salvato il Giappone da una catastrofe totale, nel senso che ci sarebbe potuta essere la diaspora per quella nazione, nazione che tra l'altro io amo particolarmente. Il fatto che i nuovi reattori siano assolutamente sicuri bisognerà vederlo sul campo, dato che si sarà detta la stessa cosa anche per i reattori di Fukushima.


    Detto questo, può essere che la plastica negli oceani sia dovuta soprattutto all'asia e ai paesi emergenti, bene, questo è un punto interessante. Il problema è il suo smaltimento e il suo riciclo, che comunque implica produzione di co2 consumo di suolo eccetera. E' sostenibile? Può essere che per un pò lo sia, ma se si aumenta ulteriormente la produzione credo di no. Non sarebbe meglio invece ridurre almeno un pò la quantità di plastica che produciamo? Servono veramente tutti quegli involucri al supermercato? Oggi si possono produrre materiali biodegradabili ed è auspicabile che al più presto vengano sviluppati nuovi sistemi di produzione da scarti alimentari ad esempio.

    Quanto al consumo di suolo, a cosa si riferisce quel grafico? Italia? Da quel grafico il consumo di suolo non sta diminuendo, ma sta aumentando linearmente, il primo istogramma si riferisce al 2012 e poi c'è un salto di 3 anni. Questo da la falsa impressione che il tasso di crescita stia diminuendo. Può essere che in Italia il consumo di suolo non sia più esponenziale, e meno male! In teoria si sarebbe dovuto fermare già da tempo. Il fatto che sia lineare non mi rasserena per niente. A livello globale purtroppo non lo è, perchè la maggior parte dei paesi sta crescendo a ritmi esponenziali. In Italia, malgrado il PIL non stia quasi più aumentando da un bel pò, il consumio di suolo invece non si arresta, questo mette in evidenza come in questo paese ci sia un problema urgente riguardo a questo. Più che aumentare le aree naturali, aumentano le aree in cui l'agricoltura (spesso quella a gestione familiare e a basso impatto) è stata abbandonata, e non sempre questo è un bene, specie per un paese come il nostro. In ogni caso non voglio essere pessimista a tutti i costi, ma rimane il fatto che anche se gradualmente, dobbiamo immaginare il nostro sistema economico in equilibrio con l'ambiente. Quindi ti rimando la questione, come si raggiungerà questo equilibrio, e come pensi sia possibile che il PIL cresca all'infinito? Non c'è un limite a tutto questo? E soprattutto, perchè ti rifiuti di accettarlo? Semplicemente l'umanità se vogliamo che continui a prosperare, dovrà a un certo punto equilibrarsi con l'ambiente e per fare questo dovrà necessariamente non più espandersi, ma evolvere in armonia con esso. Sottolineo il termine EVOLVERE, perchè non è assolutamente detto che pur essendo in equilibrio debba stagnare l'economia e il benessere.

  3. #233
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    Predefinito Re: Cambiamenti climatici e ambiente: punto centrale o "paravento" per l'establishment?

    Citazione Originariamente Scritto da MeTeo72 Visualizza Messaggio
    Ti é stato risposto che é un falso problema,< quello della crescita, in quanto l'efficientamento dei processi porta ad un aumento del PIL a fattori inalterati.

    Anche per le risorse si può fare più o meno lo stesso discorso perché, per esempio, in alcune miniere stanno estraendo l'oro processando dagli scarti dei secoli scorsi al posto di fare nuove perforazioni.
    Quindi i discorsi su risorse limitate ed in esaurimento, sono un po' da rivedere.

    Di sicuro non si può pensare di estendere lo stile di vita da paesi sviluppati a tutti gli 8 miliardi di abitanti del pianeta e al tempo stesso non si può continuare con questo sistema economico/ambientale.
    Bene, la tua seconda affermazione è quella che conta. Magari risulterà che il PIL cresce sempre, a me questo non interessa. L'importante è rendersi conto che a un certo punto, bisogna ridurre il consumo di suolo, di risorse e l'inquinamento. Gli economisti possono continuare a "sognare" con i loro grafici sempre verso l'alto, grazie a efficientamenti, scambi e transazioni di ogni tipo...ecc...Credo che il PIL debba comunque essere affiancato da altri indici, divenuti oggi più importanti rispetto al passato, ma non voglio entrare nel merito, perchè non sono un esperto.

  4. #234
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    Predefinito Re: Cambiamenti climatici e ambiente: punto centrale o "paravento" per l'establishment?

    Citazione Originariamente Scritto da Copernicus64 Visualizza Messaggio
    Parli in modo talmente antitetico alle tematiche da me aperte, che potresti anche aprire un altro thread. Questo non è un thread sul nucleare e nemmeno contro le politiche verdi che sono a favore dell'ambiente. E' il contrario. Questa arroganza verso chi cerca di fare qualcosa per questo pianeta la trovo veramente intollerabile. Ti ci vorrebbe un bagno di umiltà, magari anche parlando con le migliaia di persone (quelle ancora in vita) che son state contaminate dai terribili incidenti come quello di Fukushima o di Chernobill. Vaglielo a dire a loro quanto è bello il nucleare. Per non parlare di vasti territori diventati inabitabili, forse per secoli...lasciamo perdere...


    E poi senti, visto che nel nucleare ci lavori, dovresti avere almeno il pudore di non parlare sempre e solo di quello. E' come chiedere alla ferrero se la nutella è prodotta in modo sostenibile. Abbiamo capito che per te il nucleare è la panacea di tutti i mali, ma è del tutto fuorviante e distante anni luce dalle tematiche di questo td che vuole affrontare gli argomenti in modo sistemico e non parlare di una singola cosa. Stai facendo solo pubblicità alla tua attività.


    Io ho tutto il rispetto per la Finlandia, ma la Finlandia è un territorio molto poco abitato e esente totalmente da eventi sismici. Pur non condividendo la loro scelta, la rispetto, ma qui in Italia credo sia fortemente rischiosa e sbagliata alla luce dei progressi che si stanno facendo con le altre fonti energetiche. E in ogni caso ripeto, il nucleare è antistorico, che tu lo voglia o no.

    Ribadisco, qui si cerca di discutere in modo serio su come superare il problema della crescita illimitata che per definizione, essendo il pianeta limitato, non è sostenibile, e dunque, il riscaldamento globale, è l'unico problema ambientale che l'umanità deve affrontare? Penso di no. Vediamo allora come ripensare il modello di economia, come diversificare in modo razionale le fonti energetiche e come diminuire progressivamente il nostro impatto sul pianeta, grazie per l'attenzione.
    Non vedo come si possa, nel 2021, discutendo di cambiamenti climatici e riscaldamento globale (argomento del thread) e possibili soluzioni, non parlare del nucleare nel mix energetico. Il fatto che tu per motivi ideologici e per una visione totalmente distorta del tema vada contro persino a grafici, dati e studi peer-reviewed postati più volte la dice lunga. Il bagno di umiltà potevi risparmiarlo, dato che ne dimostri tu il bisogno.
    1) Le politiche verdi di cui parli devono avere applicabilità pratica ed economica, oltre che teorica. Un esempio concreto è stata la recente chiusura di alcuni reattori tedeschi con l'immediata costruzione di centrali a gas e a carbone, essendo le rinnovabili aleatorie adeguate per coprire i picchi energetici e non per il baseload di un Paese nella stragrande maggioranza dei casi (vedere il CF delle varie fonti energetiche, e considerare che persino una centrale termoelettrica ha un CF nettamente minore rispetto ad una centrale nucleare quindi il rimpiazzamento in termini di resa non è 1:1) ;
    2) Ogni volta tralasci il fatto che ad oggi l'81% dell'energia a livello mondiale viene generata con i combustibili fossili, e quello che non si considera è il fattore decisionale. Appurate le specifiche di una centrale a carbone, le sue problematiche di impatto e di filiera, appurata la necessità di una larga riduzione dell'emissione di gas climalteranti (e di inquinanti, del disboscamento etc...), cosa ti rimane? Metti al vaglio le varie soluzioni realistiche (!), coadiuvando l'impatto ambientale, i costi, l'efficienza, l'impiantistica, le tempistiche e soprattutto ciò che dice la scienza. La domanda quindi è, quale sarebbe l'alternativa? I principali studi (già da tempo) ed enti internazionali (direi finalmente) si stanno sbilanciando sempre più verso un mix atomico e rinnovabile, e ti assicuro che in ambito universitario è sempre più scontato. Ti ricordo anche che non tiro l'acqua al mio mulino come hai detto tu dato che non ci guadagno proprio nulla, ma mi sono avvicinato a tali tematiche per motivi ambientali. Non credi sia più presuntuoso avere preconcetti che limitano un progresso tecnologico, umano e soprattutto ambientale? Tieni presente che il nucleare è diventato fondamentale in ambito medico, diagnostico e non, lo sarà anche per la desalinizzazione, per risolvere il problema del teleriscaldamento e queste sono soltanto poche applicazioni. Questo non significa che sia la "panacea a tutti i mali", ma non riconoscerne i benefici che già sta dando e in futuro darà lo trovo piuttosto grave.
    3) Per quanto riguarda l'incidente di Chernobyl, senza entrare nei dettagli dell'accaduto, nonostante la catena allucinante di errori progettuali, gestionali, strutturali, tecnici e umani, il reale bilancio della catastrofe resta di alcune centinaia di vittime tra passate, presenti e future (dagli studi dell'UNSCEAR, della Chernobyl Tissue Bank e di molte università), molto inferiori rispetto ad eventi quali il disastro di Morbi, il disastro del Vajont o il crollo della diga di Banqiao, e certamente minuscolo rispetto al numero di morti causati ogni anno dall'inquinamento (9 milioni). Considerando anche che da quel momento in poi non sono più stati progettati reattori con coefficiente di vuoto positivo, sono stati introdotti sistemi di sicurezza totalmente passivi, che non possono venire disinseriti manualmente, è stato introdotto lo SCRAM automatico, sono state brevettate nuove leghe di combustibile con temperature di fusione più alte, è aumentato drasticamente il livello di controllo internazionale su ogni singolo impianto ed è stata resa obbligatoria la certificazione di tutti gli operatori di una centrale nucleare presso la IAEA. Pensa che nel report di Greenpeace si parla senza alcun fondamento scientifico di un numero minimo di vittime pari a 93.500, che potrebbe arrivare fino a 6 milioni.
    Anche l'inabitabilità di cui parli in realtà è una bufala. I livelli di radioattività media si attestano intorno ai 6 mSv/anno (<<100 mSv fissati dall'OMS), dunque un valore inferiore rispetto a molte aree abitate del pianeta (ci sono però gli "hotspot" di cui ho già parlato...).

    La zona di esclusione di Fukushima è stata inizialmente stabilita su tutte quelle aree che presentavano un valore di radioattività dell'aria superiore di oltre 1 mSv/annui sul fondo naturale, che nel mondo è generalmente compreso tra i 2-3 mSv/anno. Oggi i radionuclidi dispersi dall'incidente fanno sì che la radioattività sopra il fondo sia compresa tra 3 e 5 mSv/anno. La radioattività totale, contaminazione + fondo, è di circa 5-7 mSv/anno, che è all'incirca il valore del fondo di radiazione naturale ad Orvieto (non presenta tassi anomali di tumori alla tiroide, sterilità femminile, malformazioni congenite...). I limiti di esposizione alle radiazioni per le persone che vi lavorano sono infatti decisamente superiori. Il fatto che l'area di Fukushima sia tendenzialmente disabitata non dipende dal fatto che sia pericoloso viverci, ma dall'eccessiva prudenza del governo giapponese e dal fatto che molte persone hanno banalmente paura di tornare, complice la disinformazione subita relativamente ai rischi di radiazioni. Ad ogni modo, oggi gran parte della prefettura di Fukushima è già dichiarata nuovamente abitabile, essendo ormai l'area di alienazione più che dimezzata.
    Per la scelleratezza della decisione del governo giapponese riguardante l'evacuazione sono stati fatti numerosi studi a riguardo, ad esempio questo:

    https://www.sciencedirect.com/.../pii/S0957582017300782


    Sui timori riguardanti la possibilità di terremoti esistono innanzitutto centrali nucleari in aree ben più sismiche dell'Italia, e vi è una ridondanza di sistemi di sicurezza che rende queste paure prive di fondamento. Vengono fatti stress-test di ogni genere prima che un reattore venga collegato alla rete elettrica, specie per testare l'incolumità dell'edificio di contenimento (a terremoti, attacchi aerei, persino missili). Il Giappone nel 2011 contava una cinquantina di reattori funzionanti, e alcune centrali sono state persino utilizzate come rifugio antisismico dai civili (ad esempio Onagawa).
    Anche l'ultimo rapporto della IEA sottolinea l'essenzialità dell'uso di questa tecnologia per il raggiungimento degli obiettivi fissati per il 2050, senza la quale i costi lieviterebbero (per rispondere anche ad @AbeteBianco ci sono diversi vantaggi anche dal punto di vista economico, come ad esempio l'anelasticità rispetto al prezzo del combustibile, costi vivi di una centrale operativa nettamente inferiori ad una centrale a combustibili fossili, no costi passivi legati ad inquinamento, licenze di operatività che vengono estese fino ad 80 anni; le problematiche, sono di carattere politico, legate ai tassi di interesse e dunque all'impopolarità; ne è un esempio Hinkley Point C) e la probabilità di successo diminuirebbe.
    Ultima modifica di MarcoSarto; 04/09/2021 alle 12:31

  5. #235
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    Predefinito Re: Cambiamenti climatici e ambiente: punto centrale o "paravento" per l'establishment?

    Citazione Originariamente Scritto da Copernicus64 Visualizza Messaggio
    Parlane con i Giapponesi del nucleare...è sempre la solita storia, finchè non capita a te puoi sempre far finta che il problema non esista. Tra l'altro a Fukushima so che una serie di eventi fortunati hanno salvato il Giappone da una catastrofe totale, nel senso che ci sarebbe potuta essere la diaspora per quella nazione, nazione che tra l'altro io amo particolarmente. Il fatto che i nuovi reattori siano assolutamente sicuri bisognerà vederlo sul campo, dato che si sarà detta la stessa cosa anche per i reattori di Fukushima.


    Detto questo, può essere che la plastica negli oceani sia dovuta soprattutto all'asia e ai paesi emergenti, bene, questo è un punto interessante. Il problema è il suo smaltimento e il suo riciclo, che comunque implica produzione di co2 consumo di suolo eccetera. E' sostenibile? Può essere che per un pò lo sia, ma se si aumenta ulteriormente la produzione credo di no. Non sarebbe meglio invece ridurre almeno un pò la quantità di plastica che produciamo? Servono veramente tutti quegli involucri al supermercato? Oggi si possono produrre materiali biodegradabili ed è auspicabile che al più presto vengano sviluppati nuovi sistemi di produzione da scarti alimentari ad esempio.

    Quanto al consumo di suolo, a cosa si riferisce quel grafico? Italia? Da quel grafico il consumo di suolo non sta diminuendo, ma sta aumentando linearmente, il primo istogramma si riferisce al 2012 e poi c'è un salto di 3 anni. Questo da la falsa impressione che il tasso di crescita stia diminuendo. Può essere che in Italia il consumo di suolo non sia più esponenziale, e meno male! In teoria si sarebbe dovuto fermare già da tempo. Il fatto che sia lineare non mi rasserena per niente. A livello globale purtroppo non lo è, perchè la maggior parte dei paesi sta crescendo a ritmi esponenziali. In Italia, malgrado il PIL non stia quasi più aumentando da un bel pò, il consumio di suolo invece non si arresta, questo mette in evidenza come in questo paese ci sia un problema urgente riguardo a questo. Più che aumentare le aree naturali, aumentano le aree in cui l'agricoltura (spesso quella a gestione familiare e a basso impatto) è stata abbandonata, e non sempre questo è un bene, specie per un paese come il nostro. In ogni caso non voglio essere pessimista a tutti i costi, ma rimane il fatto che anche se gradualmente, dobbiamo immaginare il nostro sistema economico in equilibrio con l'ambiente. Quindi ti rimando la questione, come si raggiungerà questo equilibrio, e come pensi sia possibile che il PIL cresca all'infinito? Non c'è un limite a tutto questo? E soprattutto, perchè ti rifiuti di accettarlo? Semplicemente l'umanità se vogliamo che continui a prosperare, dovrà a un certo punto equilibrarsi con l'ambiente e per fare questo dovrà necessariamente non più espandersi, ma evolvere in armonia con esso. Sottolineo il termine EVOLVERE, perchè non è assolutamente detto che pur essendo in equilibrio debba stagnare l'economia e il benessere.
    Il concetto distorto di "crescita" presente nella società contemporanea è di fatto inestirpabile ed immodificabile, in quanto su di esso si basano buona parte delle giustificazioni alla strutturazione della società capitalistica contemporanea. Finché non si constaterà che la crescita infinita è impossibile su di un pianeta finito si dovrà continuare a sentire questa sciocchezza. A meno che, come alcuni non troppo velatamente lasciano intendere (si veda Musk) non ci trasformiamo in una sorta di enorme specie parassitaria a livello planetario, che spolpa i pianeti mano a mano che riesce a colonizzarli per non fare i conti con le proprie contraddizioni. C'è chi ritiene questo un'utopia, mentre personalmente la vedo come uno dei rischi più grandi del nostro secolo e di quelli che verranno...

  6. #236
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: Cambiamenti climatici e ambiente: punto centrale o "paravento" per l'establishment?

    Citazione Originariamente Scritto da Copernicus64 Visualizza Messaggio
    Come sempre mi mettete in bocca cose che non ho mai detto, trovate un punto in cui dico che carbone e petrolio vanno completamente abbandonati. Il nucleare in Italia lasciamolo stare per favore. Ho scritto in grassetto l'ultima parte del mio intervento ma vedo che non è bastato:

    Qui si cerca di discutere in modo serio su come superare il problema della crescita illimitata che per definizione, essendo il pianeta limitato, non è sostenibile, e dunque, il riscaldamento globale, è l'unico problema ambientale che l'umanità deve affrontare? Penso di no. Vediamo allora come ripensare il modello di economia, come diversificare in modo razionale le fonti energetiche e come diminuire progressivamente il nostro impatto sul pianeta, grazie per l'attenzione.


    Il fatto è che il limite alla crescita non è fisso ma dipende dagli strumenti tecnologici che possediamo che consentono di produrre ricchezza con un minore impatto ambientale.
    Il discorso della crescita illimitata come problema assomiglia molto alla storia di Maltus, per il quale saremmo dovuti essere già tutti estinti a metà 800.

    E' dunque pienamente possibile un mondo ancor più ricco di oggi senza però che aumenti l'impatto ambientale.

  7. #237
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    Predefinito Re: Cambiamenti climatici e ambiente: punto centrale o "paravento" per l'establishment?

    Citazione Originariamente Scritto da snowaholic Visualizza Messaggio
    Io non mi riferivo agli ambienti urbani, in tutta Italia c'è stata una forte ripresa degli ecosistemi naturali, sia terrestri che acquatici (dove adesso il problema maggiore sono le specie invasive più che l'inquinamento). Le isole di plastica negli oceani si sono espanse principalmente a causa dell'assenza di sistemi di smaltimento dei rifiuti adeguati nei Paesi in via di sviluppo (e sicuramente faresti più PIL con uno smaltimento corretto che abbandonando i rifiuti in mare) mentre quelli industrializzati hanno ridotto il loro contributo (e comunque la loro presenza è documentata dagli anni '70).
    So che ha valore aneddotico e non scientifico, però posso riportarvi quella che è la mia esperienza: 20 anni fa, a mare, quando era mosso o agitato, spesso l'acqua era sporca non solo di alghe ma anche di bicchieri e buste di plastica, reti da pescatori (mia sorella si punse ad un amo di quelle reti mentre faceva il bagno), insomma era uno schifo.
    Negli ultimi 10 anni non è più così, quando il mare è mosso è sporco solo di alghe, poi certamente le mareggiate trasportano rifiuti sulla costa (ahimè, quante volte sembrano discariche ambulanti ma è solo il frutto dell'inquinamento marino...) ma visivamente le cose sono enormemente migliorate. Purtroppo però restano ancora molti rifiuti vaganti da anni in pieno mare, tanto che ad Ostuni (qui vicino) stanno allestendo una sorta di "museo" con i rifiuti trovati e raccolti sulle spiagge cercando di ricostruirne l'uso e la storia nonchè l'anno di produzione.

  8. #238
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    Predefinito Re: Cambiamenti climatici e ambiente: punto centrale o "paravento" per l'establishment?

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    So che ha valore aneddotico e non scientifico, però posso riportarvi quella che è la mia esperienza: 20 anni fa, a mare, quando era mosso o agitato, spesso l'acqua era sporca non solo di alghe ma anche di bicchieri e buste di plastica, reti da pescatori (mia sorella si punse ad un amo di quelle reti mentre faceva il bagno), insomma era uno schifo.
    Negli ultimi 10 anni non è più così, quando il mare è mosso è sporco solo di alghe, poi certamente le mareggiate trasportano rifiuti sulla costa (ahimè, quante volte sembrano discariche ambulanti ma è solo il frutto dell'inquinamento marino...) ma visivamente le cose sono enormemente migliorate. Purtroppo però restano ancora molti rifiuti vaganti da anni in pieno mare, tanto che ad Ostuni (qui vicino) stanno allestendo una sorta di "museo" con i rifiuti trovati e raccolti sulle spiagge cercando di ricostruirne l'uso e la storia nonchè l'anno di produzione.
    confermo, la Puglia la frequento da quando sono nato, rispetto a 20 anni fa non c'è paragone sotto quel punto di vista.
    Si vis pacem, para bellum.

  9. #239
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    Predefinito Re: Cambiamenti climatici e ambiente: punto centrale o "paravento" per l'establishment?

    Citazione Originariamente Scritto da AspiranteMetereologo Visualizza Messaggio
    Il concetto distorto di "crescita" presente nella società contemporanea è di fatto inestirpabile ed immodificabile, in quanto su di esso si basano buona parte delle giustificazioni alla strutturazione della società capitalistica contemporanea. Finché non si constaterà che la crescita infinita è impossibile su di un pianeta finito si dovrà continuare a sentire questa sciocchezza. A meno che, come alcuni non troppo velatamente lasciano intendere (si veda Musk) non ci trasformiamo in una sorta di enorme specie parassitaria a livello planetario, che spolpa i pianeti mano a mano che riesce a colonizzarli per non fare i conti con le proprie contraddizioni. C'è chi ritiene questo un'utopia, mentre personalmente la vedo come uno dei rischi più grandi del nostro secolo e di quelli che verranno...
    Questa è una sciocchezza colossale di quelli che sono per la "decrescita felice". Comincia tu allora a tornare all'800, dove la maggior parte della gente faceva la fame e mangiava solo quel poco che coltivava, la miseria era diffusa. Però si produceva poca CO2, allora si che si stava bene!

  10. #240
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    Predefinito Re: Cambiamenti climatici e ambiente: punto centrale o "paravento" per l'establishment?

    A proposito di relazione lineare tra CO2 e clima:
    Ti AMO CO2 | Climatemonitor
    Ovviamente sarà giudicata spazzatura

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