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  1. #241
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    Predefinito Re: Cambiamenti climatici e ambiente: punto centrale o "paravento" per l'establishment?

    Citazione Originariamente Scritto da andi Visualizza Messaggio
    A proposito di relazione lineare tra CO2 e clima:
    Ti AMO CO2 | Climatemonitor
    Ovviamente sarà giudicata spazzatura
    spazzatura sarebbe un complimento che una roba del genere non si merita.
    Chiunque può verificare che si tratta di un articolo totalmente senza senso; si cita un'articolo del "Vancouver Sun" del 1978 (?!) e poi compare un grafico con le anomalie della T di Reykjavik confrontate all'indice amo.
    Le anomalie della città islandese (rispetto a quale riferimento non è specificato, ci mancherebbe) sono comprese in tutto il novecento tra 3.5 e 6.5° C (?!) .... per poi farneticare su fantomatici spettri di massima entropia... Le supercazzole di amici miei erano una cosa molto più seria, ma per favore.

    Scusa eh, ma le leggi le cose prima di postarle o sei solo un troll che si sta divertendo qui dentro?
    no, perchè il dubbio viene e nel caso forse il moderatore potrebbe dire qualcosa.

  2. #242
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    Predefinito Re: Cambiamenti climatici e ambiente: punto centrale o "paravento" per l'establishment?

    Citazione Originariamente Scritto da Copernicus64 Visualizza Messaggio
    Parlane con i Giapponesi del nucleare...è sempre la solita storia, finchè non capita a te puoi sempre far finta che il problema non esista. Tra l'altro a Fukushima so che una serie di eventi fortunati hanno salvato il Giappone da una catastrofe totale, nel senso che ci sarebbe potuta essere la diaspora per quella nazione, nazione che tra l'altro io amo particolarmente. Il fatto che i nuovi reattori siano assolutamente sicuri bisognerà vederlo sul campo, dato che si sarà detta la stessa cosa anche per i reattori di Fukushima.


    Detto questo, può essere che la plastica negli oceani sia dovuta soprattutto all'asia e ai paesi emergenti, bene, questo è un punto interessante. Il problema è il suo smaltimento e il suo riciclo, che comunque implica produzione di co2 consumo di suolo eccetera. E' sostenibile? Può essere che per un pò lo sia, ma se si aumenta ulteriormente la produzione credo di no. Non sarebbe meglio invece ridurre almeno un pò la quantità di plastica che produciamo? Servono veramente tutti quegli involucri al supermercato? Oggi si possono produrre materiali biodegradabili ed è auspicabile che al più presto vengano sviluppati nuovi sistemi di produzione da scarti alimentari ad esempio.

    Quanto al consumo di suolo, a cosa si riferisce quel grafico? Italia? Da quel grafico il consumo di suolo non sta diminuendo, ma sta aumentando linearmente, il primo istogramma si riferisce al 2012 e poi c'è un salto di 3 anni. Questo da la falsa impressione che il tasso di crescita stia diminuendo. Può essere che in Italia il consumo di suolo non sia più esponenziale, e meno male! In teoria si sarebbe dovuto fermare già da tempo. Il fatto che sia lineare non mi rasserena per niente. A livello globale purtroppo non lo è, perchè la maggior parte dei paesi sta crescendo a ritmi esponenziali. In Italia, malgrado il PIL non stia quasi più aumentando da un bel pò, il consumio di suolo invece non si arresta, questo mette in evidenza come in questo paese ci sia un problema urgente riguardo a questo. Più che aumentare le aree naturali, aumentano le aree in cui l'agricoltura (spesso quella a gestione familiare e a basso impatto) è stata abbandonata, e non sempre questo è un bene, specie per un paese come il nostro. In ogni caso non voglio essere pessimista a tutti i costi, ma rimane il fatto che anche se gradualmente, dobbiamo immaginare il nostro sistema economico in equilibrio con l'ambiente. Quindi ti rimando la questione, come si raggiungerà questo equilibrio, e come pensi sia possibile che il PIL cresca all'infinito? Non c'è un limite a tutto questo? E soprattutto, perchè ti rifiuti di accettarlo? Semplicemente l'umanità se vogliamo che continui a prosperare, dovrà a un certo punto equilibrarsi con l'ambiente e per fare questo dovrà necessariamente non più espandersi, ma evolvere in armonia con esso. Sottolineo il termine EVOLVERE, perchè non è assolutamente detto che pur essendo in equilibrio debba stagnare l'economia e il benessere.
    Che il Giappone sia stato salvato da una serie di eventi fortunati mi sembra esagerato, le strutture di contenimento hanno resistito e la fuga di materiale radiattivo è stata limitata nonostante la totale fusione del nocciolo ( @MarcoSarto potrà essere certamente più preciso). Nonostante la centrale fosse stata costruita a fine anni 60 l'edificio si è comportato esattamente come previsto in caso di incidente.
    La centrale di Fukushima non era sicura e questo già si sapeva prima del 2011, c'erano già stati report che avevano evidenziato queste criticità e nonostante questo non venne fatto nulla per metterla in sicurezza (e ci sono stati anche processi penali per questo).
    Ad ogni modo una centrale moderna non sarebbe stata vulnerabile a quel tipo di guasto da quel che ho capito, visto che prevedono lo spegnimento automatico anche in assenza di corrente elettrica. E anche nel caso di Fukushima c'è voluto un terremoto di magnitudo 9.1 con uno tsunami colossale per produrre danni seri, niente a che vedere con il livello di sismicità italiano.


    Il problema della plastica è il fatto di essere un materiale estremamente economico, leggero e resistente, non è semplice da sostituire. I materiali alternativi ci sono e sono utilizzati sempre di più, però ci sarà bisogno di tempo prima che siano competitivi in termini di costo e raggiungano i volumi necessari per sostituire la plastica su larga scala. È giusto cominciare dalle cose che sono a maggior rischio di dispersione nell'ambiente come già fatto con i sacchetti. Inoltre uno dei vantaggi della plastica è la funzione di conservazione degli alimenti, in questo ha ancora un forte vantaggio anche rispetto alle alternative compostabili e ridurre lo spreco alimentare ha un grande beneficio ambientale, quindi serve una valutazione ponderata su questo. Comunque a me la ricotta in tripla confezione non la danno, generalmente prendo la confezione compostabile senza sacchetto. Cambiamenti climatici e ambiente: punto centrale o "paravento" per l'establishment?


    Il grafico riguarda l'Italia, se prendi un arco di tempo un po' più lungo il rallentamento è più evidente.
    Consumo_suolo_2.png
    Sono d'accordo sul fatto che non sia abbastanza, ma se non c'è un intervento normativo è difficile accelerare i tempi, pur essendo complessivamente in calo demografico le esigenze cambiano e allo stato attuale spesso costa meno usare terreni nuovi che riutilizzare quelli già cementificati (che spesso rimangono abbandonati). L'obiettivo europeo è azzerare il consumo di suolo entro il 2050 e allinearlo alla crescita demografica entro il 2030, quindi noi dovremmo azzerarlo entro il 2030 visto che siamo in calo demografico. Anche negli altri Paesi mi aspetto un rallentamento, che seguirà il rallentamento della popolazione mondiale nei prossimi anni, ma non è in ogni caso un processo rapido.

    Il PIL (pro-capite quantomeno) può crescere all'infinito perché l'innovazione tecnologica genera nuove attività che non erano possibili in precedenza e consente di diminuire il consumo di risorse, già solo in ambito informatico, biomedico e biotecnologico ci sono cambiamenti rapidissimi. Il passo fondamentale da fare sarà quello di ridurre l'utilizzo di materie prime tramite il riciclaggio sistematico dei materiali e l'efficientamento dell'utilizzo delle risorse naturali. Non sono temi particolarmente nuovi, c'è già una iniziativa europea in merito dal 2011, adesso è il momento di accelerare drasticamente il cambiamento.
    Resource Efficiency - Environment - European Commission

    Gli strumenti da mettere in campo non mancano, ci sono anche tecnologie sperimentali per utilizzare le vecchie discariche per l'estrazione di materie prime ad esempio, che consentirebbero allo stesso tempo di bonificare le discariche e di ridurre l'estrazione di materie prime vergini, un po' come il nucleare di quarta generazione che potrebbe riutilizzare le vecchie scorie.

    Il progresso tecnologico rende difficile anzi immaginare come possa non esserci crescita infinita (sempre pro-capite, se cala la popolazione è un altro discorso).
    Ultima modifica di snowaholic; 05/09/2021 alle 12:56

  3. #243
    Uragano L'avatar di jack9
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    Predefinito Re: Cambiamenti climatici e ambiente: punto centrale o "paravento" per l'establishment?

    Citazione Originariamente Scritto da ldanieli Visualizza Messaggio
    spazzatura sarebbe un complimento che una roba del genere non si merita.
    Chiunque può verificare che si tratta di un articolo totalmente senza senso; si cita un'articolo del "Vancouver Sun" del 1978 (?!) e poi compare un grafico con le anomalie della T di Reykjavik confrontate all'indice amo.
    Le anomalie della città islandese (rispetto a quale riferimento non è specificato, ci mancherebbe) sono comprese in tutto il novecento tra 3.5 e 6.5° C (?!) .... per poi farneticare su fantomatici spettri di massima entropia... Le supercazzole di amici miei erano una cosa molto più seria, ma per favore.

    Scusa eh, ma le leggi le cose prima di postarle o sei solo un troll che si sta divertendo qui dentro?
    no, perchè il dubbio viene e nel caso forse il moderatore potrebbe dire qualcosa.
    Ok grazie del riassunto, mi rifiuto categoricamente di aprire e dargli visualizzazioni e dunque soldi
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  4. #244
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    Predefinito Re: Cambiamenti climatici e ambiente: punto centrale o "paravento" per l'establishment?

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    Il fatto è che il limite alla crescita non è fisso ma dipende dagli strumenti tecnologici che possediamo che consentono di produrre ricchezza con un minore impatto ambientale.
    Il discorso della crescita illimitata come problema assomiglia molto alla storia di Maltus, per il quale saremmo dovuti essere già tutti estinti a metà 800.

    E' dunque pienamente possibile un mondo ancor più ricco di oggi senza però che aumenti l'impatto ambientale.
    Esattamente, con l'aggravante che il limite alla popolazione individuato da Malthus è decisamente più fondato perché è direttamente collegato all'utilizzo di risorse finite, le persone per vivere hanno bisogno di cibo e per produrlo servono terreni agricoli e le sostanze nutritive necessarie per la crescita delle piante, la terra è una risorsa scarsa e un limite a quanto cibo si possa produrre probabilmente esiste, anche se Malthus aveva drasticamente sottovalutato il potenziale di miglioramento dell'agricoltura.

    Quando si parla di PIL invece ci si riferisce ad un concetto economico astratto e non a beni materiali, quindi la capacità di produrre valore economico non ha nemmeno questo tipo di vincolo teorico. Se prendiamo un qualunque modello di crescita del PIL ci sono elementi chiaramente vincolati (popolazione e risorse naturali) ma la componente tecnologica non lo è, quindi esiste la possibilità di stabilizzare o ridurre le altre due lasciando crescere solo quella.
    Ultima modifica di snowaholic; 05/09/2021 alle 16:42

  5. #245
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    Predefinito Re: Cambiamenti climatici e ambiente: punto centrale o "paravento" per l'establishment?

    Citazione Originariamente Scritto da ldanieli Visualizza Messaggio
    spazzatura sarebbe un complimento che una roba del genere non si merita.
    Chiunque può verificare che si tratta di un articolo totalmente senza senso; si cita un'articolo del "Vancouver Sun" del 1978 (?!) e poi compare un grafico con le anomalie della T di Reykjavik confrontate all'indice amo.
    Le anomalie della città islandese (rispetto a quale riferimento non è specificato, ci mancherebbe) sono comprese in tutto il novecento tra 3.5 e 6.5° C (?!) .... per poi farneticare su fantomatici spettri di massima entropia... Le supercazzole di amici miei erano una cosa molto più seria, ma per favore.

    Scusa eh, ma le leggi le cose prima di postarle o sei solo un troll che si sta divertendo qui dentro?
    no, perchè il dubbio viene e nel caso forse il moderatore potrebbe dire qualcosa.
    Tu evidentemente sei solo capace di offendere chi non la pensa come te, complimenti visto che ti consideri un meteorologo al di sopra di altri meteorologi o scienziati

  6. #246
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    Predefinito Re: Cambiamenti climatici e ambiente: punto centrale o "paravento" per l'establishment?

    Riesci a rispondere nel merito alle critiche di idanieli?
    A parte che di questo Zavatti ho trovato due lavori inerenti la meteorologia. Gli altri si occupano di astronomia

  7. #247
    Uragano L'avatar di jack9
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    Predefinito Re: Cambiamenti climatici e ambiente: punto centrale o "paravento" per l'establishment?

    Citazione Originariamente Scritto da andi Visualizza Messaggio
    Tu evidentemente sei solo capace di offendere chi non la pensa come te, complimenti visto che ti consideri un meteorologo al di sopra di altri meteorologi o scienziati
    tutto quello che vuoi, ma ciò che ha scritto è inconfutabilmente (non a caso non hai modo di confutare se non insultare a tua volta, che immagino ti ponga al di sopra....) giusto.
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  8. #248
    Uragano L'avatar di Friedrich 91
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    Predefinito Re: Cambiamenti climatici e ambiente: punto centrale o "paravento" per l'establishment?

    Citazione Originariamente Scritto da MarcoSarto Visualizza Messaggio
    Personalmente sono contento delle parole di Cingolani di ieri, per quanto in realtà si sia limitato ad esprimere delle ovvietà assolute, che, in un paese come il nostro, ultimo per alfabetizzazione scientifica in Europa, risultano rivoluzionarie. La frase sugli ''ambientalisti radical chic" che sarebbero peggio del cambiamento climatico non è nemmeno sua, dato che un concetto molto simile è stato espresso già da Bill Gates in un'intervista del 2017. Ed è pura realtà: il cambiamento climatico ha sicuramente ucciso meno persone di Greenpeace con le sue campagne anti Golden Rice (https://www.scientificast.it/golden-rice/), e anche le morti dovute al riscaldamento globale in Germania sono certamente inferiori alla chiusura delle centrali nucleari (voluta dai Verdi), stimate 1100 all'anno: https://haas.berkeley.edu/wp-content/uploads/WP304.pdf


    Più in generale, l'ambientalismo anti-tecnologico propugna, senza spesso rendersene conto, il regresso ad un'epoca in cui la speranza di vita era la metà di quella odierna.
    Anche il fatto che bisognerebbe guardare al nucleare senza pregiudizi ideologici è una cosa che dovrebbe essere ovvia, ma evidentemente in Italia c'è una larga maggioranza di persone che ritiene che mettere l'ideologia di fronte alla scienza sia motivo di vanto. Il punto sulla sicurezza del nucleare di quarta generazione è invece assolutamente fuori bersaglio. Intanto perchè sostenere che ''in futuro avremo reattori che non richiedono nè Uranio arricchito nè acqua pesante" è abbastanza campata per aria - i reattori operativi nel mondo oggi funzionano già senza acqua pesante (con l'eccezione dei CANDU) e l'Uranio arricchito servirà anche con i reattori di quarta generazione, almeno come Kickstarter - e poi soprattutto perchè la frase del ministro lascia intendere che ''il nucleare futuro sarà più sicuro di quello attuale", il che è abbastanza una stupidaggine. Il nucleare di terza generazione è già oggi la tecnologia più sicura disponibile sul pianeta, e anche le generazioni precedenti, nonostante i 2 incidenti famosi (di cui uno ricordo ancora non ha causato vittime), hanno dei numeri invidiabili rispetto alle altre tecnologie per la produzione di energia (e di questo ne abbiamo già ampiamente discusso).
    E in tutto questo cosa rimane? I giornali cercano di spegnere il dibattito sul nascere, e nessuno che correla le parole di Cingolani alle bollette in crescita repentina, alle emissioni che non calano e al problema del riscaldamento globale. Ma intanto la politica è costretta a tornare sul tema, e di questo non si può non essere felici.
    Mi piace moltissimo il tuo punto di vista. Anch'io sono un sostenitore dell'ambientalismo tecnologico e del nucleare in primis.

    Tuttavia ogni volta che cerco di argomentare in favore del nucleare, mi viene posta la seguente domanda: "eh ma le scorie? Come le smaltiamo le scorie?".

    Essendo sinceramente ignorante in materia, che risposta dai/dareste a questo quesito?
    «L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)

  9. #249
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    Predefinito Re: Cambiamenti climatici e ambiente: punto centrale o "paravento" per l'establishment?

    Citazione Originariamente Scritto da Friedrich 91 Visualizza Messaggio
    Mi piace moltissimo il tuo punto di vista. Anch'io sono un sostenitore dell'ambientalismo tecnologico e del nucleare in primis.

    Tuttavia ogni volta che cerco di argomentare in favore del nucleare, mi viene posta la seguente domanda: "eh ma le scorie? Come le smaltiamo le scorie?".

    Essendo sinceramente ignorante in materia, che risposta dai/dareste a questo quesito?
    La risposta è che il nucleare di quarta generazione produce pochissime scorie e molto meno pericolose, non peggio dei rifiuti radioattivi ospedalieri.

    Anzi i reattori di quarta generazione potrebbero essere utilizzati per riciclare le scorie prodotte dalle vecchie centrali, quelle che altrimenti rimarrebbero attive per millenni.

    In Italia questo è il tipo di reattori di cui sarebbe interessante discutere, è una tecnologia molto diversa e molto più sostenibile per la capacità di utilizzare diversi elementi per la fissione.

  10. #250
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    Predefinito Re: Cambiamenti climatici e ambiente: punto centrale o "paravento" per l'establishment?

    Citazione Originariamente Scritto da Friedrich 91 Visualizza Messaggio
    Mi piace moltissimo il tuo punto di vista. Anch'io sono un sostenitore dell'ambientalismo tecnologico e del nucleare in primis.

    Tuttavia ogni volta che cerco di argomentare in favore del nucleare, mi viene posta la seguente domanda: "eh ma le scorie? Come le smaltiamo le scorie?".

    Essendo sinceramente ignorante in materia, che risposta dai/dareste a questo quesito?

    Innanzitutto grazie mille, è sempre bello trovare ambientalisti che hanno realmente a cuore il problema. Per le scorie, dato che è una questione che viene sollevata sempre, ti giro qualche link di siti/studi (ce ne sono moltissimi) per approfondire e il mio piccolo intervento di alcune settimane fa.

    Deposito Nazionale: Scriviamo insieme un futuro piu sicuro per Italia
    Patent clustering and network analyses to explore nuclear waste management technologies - ScienceDirect
    International nuclear waste management framework - ScienceDirect
    Nuclear Waste Can Be Reduced by Recycling and Transmutation - ScienceDirect
    The effectiveness of full actinide recycle as a nuclear waste management strategy when implemented over a limited timeframe – Part I: Uranium fuel cycle - ScienceDirect
    https://www.sciencedirect.com/scienc...jS0Gc-zIHuY3G8

    In breve i consigli sono: sottolinea il fatto che di scorie radioattive se ne producono letteralmente pochissime. Con 1 kg di combustibile si può arrivare ad ottenere la stessa energia di 3000 tonnellate di carbone (o 1200 tonnellate di gas). Ogni anno nel mondo vengono utilizzate 70000 tonnellate di Uranio, e per fare un paragone, immettiamo in atmosfera 35-40 miliardi di tonnellate di gas dovuti alla combustione degli idrocarburi (CO2 e non solo). Le 70000 tonnellate potrebbero sembrare una grande quantità, ma l'Uranio è un elemento estremamente denso, e quindi in termini di volume si tratta in realtà di quantità minime; tutte le scorie radioattive prodotte fino ad ora nel mondo potrebbero stare in un campo da football americano riempito ad un'altezza di tre metri.
    Si tratta quindi di rifiuti che, oltre ad essere riciclabili, sono solidi, compatti e facili da stoccare.
    In Francia ogni cittadino produce 1200 kg di rifiuti, di cui 100 kg di rifiuti speciali (rifiuti tossici o che comunque richiedono di essere smaltiti in maniera particolare e non possono essere gettati in discarica). Di questi 100 kg di rifiuti speciali soltanto 1 kg sono i rifiuti radioattivi dovuti alla produzione di energia elettrica da nucleare. Dato che però i rifiuti radioattivi di basso e medio livello richiedono solo di essere stoccati temporaneamente, perchè perdono la loro radioattività nel giro di qualche anno/decennio, le "vere" scorie radioattive che durano migliaia di anni sono quelle di alto livello. Queste ultime ammontano ad appena 11 grammi pro-capite, poco più di una parte su diecimila rispetto al totale dei rifiuti tossici prodotti annualmente da un cittadino francese. Per visualizzare meglio questo dato, se utilizzassimo energia nucleare per ogni singola esigenza della nostra vita (dall'elettricità domestica alla ricarica di un'auto elettrica o all'alimentazione dei trasporti pubblici), il volume di scorie radioattive prodotte nel corso di tutta la nostra vita sarebbe pari a quello di una lattina di Coca-Cola.
    Nell'immagine 1 ecco tutti i rifiuti radioattivi di medio e alto livello prodotti dalla Svizzera in 45 anni. La stanza è grande più o meno come una palestra da basket, c'è ancora parecchio spazio vuoto e le persone possono sostare in presenza dei contenitori senza doversi dotare di dispositivi di protezione.
    Altro elemento su cui "puntare" è il fatto che la vera pericolosità dei rifiuti nucleari è dovuta all'effetto sull'uomo, e non sull'ambiente, ma in questo non sono diversi da moltissimi altri rifiuti tossici che l'umanità produce a livello industriale: dagli scarti della raffinazione degli idrocarburi ai rifiuti speciali prodotti dalle industrie farmaceutiche, dai pesticidi ai liquami tossici prodotti dalla lavorazione delle terre rare (con le quali si fanno i circuiti dei cellulari, le batterie e i pannelli solari). La differenza è che la quantità di scorie radioattive che si producono è notevolmente inferiore a quella dei rifiuti tossici dovuti a qualsiasi altro tipo di industria.
    Un altro punto è che la componente più pericolosa tra i prodotti di fissione è lo Iodio 131, che ha un tempo di dimezzamento di appena 8 giorni. L'Uranio esausto, che resta invece radioattivo per tempi molto lunghi, è molto meno tossico: innanzitutto perchè i tempi di decadimento così lunghi sono proprio dovuti ad un'emissività radioattiva bassa, e in secondo luogo perchè il principale modo di decadimento dell'Uranio è l'emissione di particelle alfa, che sono estremamente facili da schermare (la nostra pelle è più che sufficiente allo scopo). Per avere effetti sulla salute da emissioni alfa occorre avere irradiazione interna, cosa che si potrebbe verificare solo se l'uranio venisse ingerito o inalato, il che implica che l'unica cosa a cui bisogna fare realmente attenzione nello stoccaggio delle scorie radioattive è la possibile contaminazione di falde acquifere. Ma anche in quel caso i rischi sarebbero ridotti; c'è uno studio finlandese molto interessante sul "worst case scenario" del 2009 che faceva la seguente stima:
    -Supponiamo che un sito di stoccaggio di scorie nucleari progettato per durare decine di migliaia di anni sia costruito male e dopo appena mille anni inizi a disperdere materiale radioattivo nell'ambiente
    -Supponiamo che la radioattività non venga assorbita da rocce circostanti, ma contamini una falda acquifera.
    -Supponiamo sopra quella falda acquifera venga ad un certo punto costruita una città nell'anno 12.000 DC (ovvero quando la falda ha raggiunto il massimo della contaminazione possibile)
    -Supponiamo che gli abitanti di quella città consumino solo cibo e acqua provenienti da quella zona e spendano tutto il loro tempo nel singolo metro quadro dove la radioattività ambientale è più alta.
    Se anche tutto questo si verificasse la dose equivalente di radiazioni assorbita da un abitante della città del futuro sarebbe di appena 0,0002 mSv all'anno (l'equivalente di due banane).

    https://www.osti.gov/etdeweb/servlets/purl/22134703

    E tutto questo senza considerare che la componente più duratura delle scorie di alto livello è anche quella riciclabile dai moderni reattori veloci.
    Citazione Originariamente Scritto da MarcoSarto Visualizza Messaggio
    Le scorie radioattive sono tutti quei prodotti che contengono isotopi radioattivi e che non possono venire riutilizzati (NB però reattori veloci). Per quanto riguarda l'industria nucleare civile parliamo sia di combustibile esausto (cioè con una quantità di fissile troppo bassa per consentire un tasso di reazioni stabile), sia altri materiali contaminati, anche provenienti da fasi diverse del ciclo del combustibile (processamento, arricchimento, trasporto ecc). Rifiuti radioattivi sono però anche prodotti da altre industrie, come ad esempio quella medica (sia le radioterapie che alcune tecniche di diagnostica per immagini usano radiosorgenti) o quella legata alla lavorazione delle terre rare (la cui estrazione produce scarti radioattivi, dato che i giacimenti di terre rare spesso si trovano vicino a depositi di Uranio e Torio) e questo significa che le scorie radioattive esistono anche in quei paesi in cui non è presente un programma nucleare civile. La IAEA ha suddiviso le scorie in 3 categorie:
    - Rifiuti a bassa attività: tutto ciò che ha una radioattività superiore alla soglia consentita per i rifiuti comuni, ma che non richiede schermature particolari per essere maneggiato o trasportato;
    - Rifiuti a media attività: tutto ciò che non ha una radioattività così alta da richiedere un raffreddamento, ma va comunque schermato anche durante il trasporto;
    - Rifiuti ad alta attività: tutto ciò che ha una radioattività sufficientemente elevata da richiedere un raffreddamento (i decadimenti generano calore).
    L'industria nucleare civile produce tutti e tre i tipi di scorie. Le barre di combustibile esausto e i liquidi derivanti dal riprocessamento di quest'ultimo sono rifiuti di alto livello. Tra i rifiuti di livello intermedio troviamo il cladding metallico all'interno del quale vengono incorporate le pastiglie di combustibile prima dell'inserimento nel reattore e le resine utilizzate durante il trattamento iniziale del combustibile. Qualunque altro tipo di materiale contaminato, inclusi i filtri dell'acqua di raffreddamento, le tute indossate dal personale, la strumentistica usa e getta ecc. viene considerato rifiuto di basso livello. Come vengono stoccati questi rifiuti?
    I rifiuti di basso livello hanno un'attività molto debole e di breve durata, e per questo vengono stoccati in depositi per alcuni mesi o al massimo qualche anno e poi possono essere smaltiti come rifiuti normali. I rifiuti di attività intermedia, hanno delle tempistiche più lunghe ma il procedimento dovrebbe essere analogo. Per motivi economici si preferisce mettere insieme i rifiuti di media ed alta attività, e stoccarli insieme (a parte in Francia, dove i rifiuti di media attività vengono stoccati separatamente). I rifiuti radioattivi di alto livello possono andare incontro a destini diversi. Dato che i tempi di decadimento sono molto lunghi, alcuni paesi come Finlandia e Norvegia (quest'ultima non ha nemmeno un programma di nucleare civile!!) hanno costruito depositi di profondità, in luoghi dove la geologia garantisce impermeabilità del terreno e non soggetto a sismi di grande intensità. Il deposito geologico di Onkalo è impressionante, ti consiglio di darci un occhio. Pensa che i contenitori sono stati progettati per non essere danneggiati dalle radiazioni in maniera significativa per oltre 100.000 anni. Gli altri paesi mantengono tali rifiuti in depositi di superficie, adeguatamente schermati, dato che i rifiuti di alto livello rappresentano una quantità minima del totale delle scorie prodotte (non vorrei dire una cavolata ma una roba tipo l'1% o anche meno).
    Importante anche considerare che i reattori veloci di cui si parlava sopra possono arrivare al riciclo completo del combustibile esausto, così che, tramite il riprocessamento, il materiale contenuto nelle scorie ad alta attività venga recuperato e riutilizzato.

    Nell'immagine 2 il sito canadese di stoccaggio di rifiuti nucleari di livello intermedio e alto. In un singolo capannone sono contenute le scorie di 70 anni di nucleare civile dell'intera nazione, le quali riempiono poco più della metà del sito.
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