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  1. #471
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: Cambiamenti climatici e ambiente: punto centrale o "paravento" per l'establishment?

    Citazione Originariamente Scritto da Gianni78ba Visualizza Messaggio
    Penso che il problema che viene posto riguarda soprattutto chi è già povero adesso.
    Dalla narrazione prevalente quello che capisco e recepisco (quindi in modo biasato dalla mia percezione e da quello che viene detto) è che chi vive di agricoltura in parte dell'Africa (e zone geografiche e climatiche similari e non) nel 2030 potrebbe effettivamente trovarsi dalla padella alla brace.
    CIoè sempre da quello che capisco dalla suddetta narrazione (e non da altre fonti ad es. l'articolo postato da snowaholic), i cambiamenti climatici dei prossimi 10 anni metterebbero a rischio la sussistenza di centinaia di milioni di persone le cui prospettive di vita dal punto di vista socio educativo comunque non avranno modo di migliorare. I contadini ed i bambini lavoratori di oggi lo saranno anche fra 10 anni ma con una situazione climatica peggiore.
    Se è vero che la loro situazione peggiora e se è vero che per far sì che non peggiori bisogna prendere decisioni drastiche (sempre secondo la narrativa) allora quelle centinaia di milioni di persone sono condannate e rappresenterebbero un enorme fardello sulla coscienza e non solo del resto del mondo.
    Non so se ho reso cosa voglio dire.
    Quei cambiamenti climatici avverranno comunque, inutile girarci attorno, anche se voglio riservarmi ancora il beneficio del dubbio su quanto davvero il clima cambierà così pessimamente in quelle zone. Le emissioni aumenteranno ancora perchè c'è una parte del mondo che si sta sviluppando, e aumenteranno ancora per decenni probabilmente.
    Che senso ha vittimizzarci per un destino inevitabile? Perchè sarò cinico, ma è la realtà, così come un anno fa era una realtà che nell'inverno 2020 il Covid avrebbe mietuto ancora milioni di vittime anche se preferivamo ignorare la possibilità e girare la testa dall'altra parte nell'estate 2020. Posto che è sicuro che ci saranno quei cambiamenti, ci si predispone per le conseguenze.

  2. #472
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: Cambiamenti climatici e ambiente: punto centrale o "paravento" per l'establishment?

    Naturalmente in tutto questo discorso c'è l'idea che l'umanità affronterà il problema ma ovviamente con i suoi tempi. I problemi che verranno affrontati saranno minori di quelli che teoricamente potrebbero essere in quanto sono sicuro che le emissioni diminuiranno prima o poi, o quanto meno diminuirà la loro velocità di crescita, lo dò per scontato. Solo che questo progresso, realisticamente, non ci salverà da certi scenari comunque non desiderabili ma ahimè prevedibili come i modelli ci dicono.
    Anzichè lamentarsi preferirei porre obiettivi concreti, meno chiacchiere e slogan allarmistici, perchè non c'è nessun allarme: è tutto ampiamente previsto e gli scenari intermedi sono quelli da copione, dobbiamo solo impegnarci a rispettarlo.
    E' come dover suonare ad uno strumento una canzone, possiamo usare uno spartito per principianti, uno spartito per musicisti amatoriali e uno spartito per esperti. Non suoneremo mai con lo spartito per esperti, non ne abbiamo la possibilità, ma possiamo e dobbiamo suonare con lo spartito per musicisti amatoriali. Non ci resta che lavorare perchè lo si faccia.

  3. #473
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    Predefinito Re: Cambiamenti climatici e ambiente: punto centrale o "paravento" per l'establishment?

    A proposito di catastrofismo: se il livello del mare dovesse salire ed invadere le Maldive come ci raccontano/hanno raccontato chissà perchè vengono fatti grossi nuovi investimenti? Forse non sono molto credibili i modelli?
    17 New Resorts to open in the Maldives in 2021 – Maldives Isle Media

  4. #474
    Uragano
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    Predefinito Re: Cambiamenti climatici e ambiente: punto centrale o "paravento" per l'establishment?

    Citazione Originariamente Scritto da andi Visualizza Messaggio
    A proposito di catastrofismo: se il livello del mare dovesse salire ed invadere le Maldive come ci raccontano/hanno raccontato chissà perchè vengono fatti grossi nuovi investimenti? Forse non sono molto credibili i modelli?
    17 New Resorts to open in the Maldives in 2021 – Maldives Isle Media
    Hanno già un accordo con l'Australia, che ospiterebbe tutti i maldiviani

  5. #475
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    Predefinito Re: Cambiamenti climatici e ambiente: punto centrale o "paravento" per l'establishment?

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    Beh, non si stanno aumentando le emissioni "senza criterio" nemmeno adesso a dire il vero.
    Io credo che, nonostante tutti i cambiamenti che stiamo apportando, sia verosimile credere che nel 2100 la temperatura globale sarà +3° da quella preindustriale, ovvero circa +2° dalla media odierna. Spero non sia così, ma sono realista.

    Ciò che vorrei nel dibattito è più onestà intellettuale, perchè devo ammettervi che sentire in questi giorni ai TG continuamente lo slogan "salvare la Terra" (la Terra? Io direi più noi che la Terra, che si riprenderà benissimo anche con un'estinzione di massa) o leggendo frasi scioccanti dette da capi politici (come il presidente di Palau, che ha ironicamente chiesto di bombardare le loro isole, accompagnando la ragione con un generico e volgare - nel senso di populistico, di massa non informata - discorso su come il sole li stia cuocendo, i venti "provengano da ogni direzione" - che poi che significa? - e che il mare caldo li sta invadendo, tutte cose che alla luce di un documento che ho letto sulle proiezione climatiche future di Palau si realizzano ma non porteranno alla scomparsa dell'isola in alcun modo, ci si dovrà solo adattare - qui il link: https://www.pacificclimatechangescie...u-11pp_WEB.pdf) mi fa innervosire, non meno di leggere titoli acchiappaclick su Covid in aumento con allarmismi vari, allarmi che in realtà non sono tali in quanto scenari ampiamente previsti e che si potevano immaginare.

    Io odio visceralmente il sensazionalismo che si fa del tema, lo odio come ho odiato la campagna mediatica (e politica all'inizio) sui vaccini. Si piega la scienza oltre quel che si dovrebbe, e io non sono un fan del principio per cui "il fine giustifica i mezzi". Credo anzi che questo, alla lunga, porterà ad un'ondata di diffidenza: quanti di quelli che oggi parlano a vanvera di GW non sapendo un accidente ma solo perchè è di moda, informandosene in maniera estremamente superficiale e con toni allarmistici, nel 2030 vedendo che il mondo non è tanto diverso da quello di oggi penserà che forse tutto quel catastrofismo era esagerato?
    Io sul GW ho una visione parzialmente influenzata da mio padre: prendi la realtà, concretamente, e rimboccati le maniche senza illuderti con obiettivi impossibili, e conscio delle difficoltà cui andrai inevitabilmente incontro cerca di adattarti. Perchè sì, nel 2100 io mi vedo estati decisamente più calde nonostante tutti i progressi che potremo fare, e mi vedo cicloni più intensi ma non per questo la fine del mondo, e mi vedo un mare più alto ma di qualche decina di cm, nulla di irrisolvibile. Moriremo tutti per questo? NO. Dobbiamo strapparci le vesti? NO. Dobbiamo fare ammenda e chiedere a Dio il perdono per aver voluto migliorare le nostre vite e per questo aver aumentato le temperature del mondo solo per non tornare indietro di 150 anni? NO.

    Io, in tutta sincerità, provo quasi panico a leggere le dichiarazioni della COP26, lo stesso panico che prova un bambino piccolo spaventato dai genitori che gli raccontano la vitaccia che lo aspetterà da adulto. Sì, perchè gli scenari dipinti si realizzeranno, non quelli peggiori ma probabilmente quelli moderati, inutile piangersi addosso come inutile farlo da bambini, la vita va affrontata. Lanciare allarmi non mi piace, meglio costruire consapevolezza senza allarmismi e raccomandare, raccomandare perchè si migliori.
    La paura non genera nulla, solo panico da un lato oppure scetticismo dall'altro.
    Tre gradi sulla preindustriale non è uno scenario tranquillo, è vicino allo scenario RCP6.0 e non molto lontano dal famigerato RCP8.5, decisamente più vicino all'aumentare senza criterio che ad una efficace strategia di contenimento delle emissioni, implicherebbe un riscaldamento accelerato nei prossimi decenni rispetto a quello degli ultimi 40 anni.



    Significherebbe avere stravolgimenti climatici immensi e il rischio di una destabilizzazione della calotta glaciale groenlandese e dell'Antartide occidentale non sarebbe così lontano, magari il ilvello del mare aumenta "solo" di 50-80 cm al 2100 poi te ne ritrovi 2 metri nel 2150.

    Non capisco come fai a parlare con tanta leggerezza di una realtà in cui l'estate sarebbe un inferno invivibile di quattro mesi e l'estate mediana sarebbe ampiamente più calda della 2003, io lo trovo uno scenario terrificante.

    Un conto è evitare il sensazionalismo, un altro è scivolare con spensieratezza in una transizione climatica dagli effetti totalmente imprevedibili verso un clima stile Miocene, che aveva calotte glaciali molto più ridotte e livello del mare molto più alto, quando arrivi a quei livelli davvero non si sa dove si potrebbe andare a finire e forse i discorsi che si sentono al COP26 non sono così campati in aria. Non succederanno catastrofi entro il 2030, ma il cambiamento si farà sentire per bene, non credo che potrà essere facilmente ignorato.


    Al momento comunque per andare in quella direzione si dovrebbero totalmente disattendere gli obiettivi fissati, senza sostanziali riduzioni delle emissioni fino a metà secolo, non credo che questo succederà. Una volta che le soluzioni tecnologiche sono disponibili e competitive verranno adottate rapidamente, lo sviluppo stile cinese verrò giustamente visto da tutti come una aberrazione da non ripetere. Entro pochi anni le economie che oggi producono i 2/3 delle emissioni di gas serra saranno tutte su una traiettoria discendente e la riduzione delle emissioni di metano offrono anche una buona opportunità di mitigazione nel breve termine, visto che le concentrazioni rispondono molto più rapidamente di quelle di anidride carbonica.
    Ultima modifica di snowaholic; 04/11/2021 alle 23:51

  6. #476
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: Cambiamenti climatici e ambiente: punto centrale o "paravento" per l'establishment?

    Comunque @snowaholic la mia idea sulla media globale nel 2100 è sintetizzata in questo post che scrissi a Giugno 2020:

    Temperature globali

  7. #477
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: Cambiamenti climatici e ambiente: punto centrale o "paravento" per l'establishment?

    Citazione Originariamente Scritto da snowaholic Visualizza Messaggio
    Tre gradi sulla preindustriale non è uno scenario tranquillo, è vicino allo scenario RCP6.0 e non molto lontano dal famigerato RCP8.5, decisamente più vicino all'aumentare senza criterio che ad una efficace strategia di contenimento delle emissioni, implicherebbe un riscaldamento accelerato nei prossimi decenni rispetto a quello degli ultimi 40 anni.

    Immagine


    Significherebbe avere stravolgimenti climatici immensi e il rischio di una destabilizzazione della calotta glaciale groenlandese e dell'Antartide occidentale non sarebbe così lontano, magari il ilvello del mare aumenta "solo" di 50-80 cm al 2100 poi te ne ritrovi 2 metri nel 2150.

    Non capisco come fai a parlare con tanta leggerezza di una realtà in cui l'estate sarebbe un inferno invivibile di quattro mesi e l'estate mediana sarebbe ampiamente più calda della 2003, io lo trovo uno scenario terrificante.

    Un conto è evitare il sensazionalismo, un altro è scivolare con spensieratezza in una transizione climatica dagli effetti totalmente imprevedibili verso un clima stile Miocene, che aveva calotte glaciali molto più ridotte e livello del mare molto più alto, quando arrivi a quei livelli davvero non si sa dove si potrebbe andare a finire e forse i discorsi che si sentono al COP26 non sono così campati in aria. Non succederanno catastrofi entro il 2030, ma il cambiamento si farà sentire per bene, non credo che potrà essere facilmente ignorato.


    Al momento comunque per andare in quella direzione si dovrebbero totalmente disattendere gli obiettivi fissati, senza sostanziali riduzioni delle emissioni fino a metà secolo, non credo che questo succederà. Una volta che le soluzioni tecnologiche sono disponibili e competitive verranno adottate rapidamente, lo sviluppo stile cinese verrò giustamente visto da tutti come una aberrazione da non ripetere. Entro pochi anni le economie che oggi producono i 2/3 delle emissioni di gas serra saranno tutte su una traiettoria discendente e la riduzione delle emissioni di metano offrono anche una buona opportunità di mitigazione nel breve termine, visto che le concentrazioni rispondono molto più rapidamente di quelle di anidride carbonica.
    Ti avevo scritto una risposta, poi sono andato a vedere i grafici e credo che in realtà ci sia stato un fraintendimento tra noi, tanto che io stesso pensavo che la mia proiezione fosse effettivamente simile alla RCP 6.0


    La preindustriale corrisponde circa alla media del 1900 nel grafico sopra, quindi circa -0,6/-0,7° secondo quella scala di misura. Lo scenario RCP 4.5, la sua media, arriva a +1,7/+1,9° sempre in quella scala di riferimento, quindi +2,4/2,5° dalla preindustriale.



    Io credo in un pianeta con temperatura circa +2,5/+3° dalla preindustriale nel 2100, ho usato +3° perchè non ricordavo la stima che calcolai e ripescando quel post del 2020 ho corretto al ribasso la mia precedente affermazione.


    Io penso che l'umanità più di quanto sta già facendo non possa fare, inoltre non so sinceramente se magari tenderemo a uno scenario intermedio tra 4.5 e 6.0 per le emissioni anche se credo che per le temperature seguiremo uno scenario alla 4.5 anche in questa circostanza perchè penso che il riscaldamento procederà più lentamente di quanto ipotizzato come ha effettivamente fatto finora. A riprova questi gli scenari nel 2000, nel 2020 la media globale è stata +1,27° dalla preindustriale dunque nel grafico sotto si trova grosso modo sulla curva più bassa, quella a emissioni ridotte!



    La concentrazione di CO2 nel 2020, secondo lo scenario B1 (che prevedeva un target a +2°) sarebbe dovuta essere di 400-405 ppm (invece siamo già a 415 ppm):

    Ultima modifica di burian br; 05/11/2021 alle 02:05

  8. #478
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    Predefinito Re: Cambiamenti climatici e ambiente: punto centrale o "paravento" per l'establishment?

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    Beh, non si stanno aumentando le emissioni "senza criterio" nemmeno adesso a dire il vero.
    Io credo che, nonostante tutti i cambiamenti che stiamo apportando, sia verosimile credere che nel 2100 la temperatura globale sarà +3° da quella preindustriale, ovvero circa +2° dalla media odierna. Spero non sia così, ma sono realista.

    Ciò che vorrei nel dibattito è più onestà intellettuale, perchè devo ammettervi che sentire in questi giorni ai TG continuamente lo slogan "salvare la Terra" (la Terra? Io direi più noi che la Terra, che si riprenderà benissimo anche con un'estinzione di massa) o leggendo frasi scioccanti dette da capi politici (come il presidente di Palau, che ha ironicamente chiesto di bombardare le loro isole, accompagnando la ragione con un generico e volgare - nel senso di populistico, di massa non informata - discorso su come il sole li stia cuocendo, i venti "provengano da ogni direzione" - che poi che significa? - e che il mare caldo li sta invadendo, tutte cose che alla luce di un documento che ho letto sulle proiezione climatiche future di Palau si realizzano ma non porteranno alla scomparsa dell'isola in alcun modo, ci si dovrà solo adattare - qui il link: https://www.pacificclimatechangescie...u-11pp_WEB.pdf) mi fa innervosire, non meno di leggere titoli acchiappaclick su Covid in aumento con allarmismi vari, allarmi che in realtà non sono tali in quanto scenari ampiamente previsti e che si potevano immaginare.

    Io odio visceralmente il sensazionalismo che si fa del tema, lo odio come ho odiato la campagna mediatica (e politica all'inizio) sui vaccini. Si piega la scienza oltre quel che si dovrebbe, e io non sono un fan del principio per cui "il fine giustifica i mezzi". Credo anzi che questo, alla lunga, porterà ad un'ondata di diffidenza: quanti di quelli che oggi parlano a vanvera di GW non sapendo un accidente ma solo perchè è di moda, informandosene in maniera estremamente superficiale e con toni allarmistici, nel 2030 vedendo che il mondo non è tanto diverso da quello di oggi penserà che forse tutto quel catastrofismo era esagerato?
    Io sul GW ho una visione parzialmente influenzata da mio padre: prendi la realtà, concretamente, e rimboccati le maniche senza illuderti con obiettivi impossibili, e conscio delle difficoltà cui andrai inevitabilmente incontro cerca di adattarti. Perchè sì, nel 2100 io mi vedo estati decisamente più calde nonostante tutti i progressi che potremo fare, e mi vedo cicloni più intensi ma non per questo la fine del mondo, e mi vedo un mare più alto ma di qualche decina di cm, nulla di irrisolvibile. Moriremo tutti per questo? NO. Dobbiamo strapparci le vesti? NO. Dobbiamo fare ammenda e chiedere a Dio il perdono per aver voluto migliorare le nostre vite e per questo aver aumentato le temperature del mondo solo per non tornare indietro di 150 anni? NO.

    Io, in tutta sincerità, provo quasi panico a leggere le dichiarazioni della COP26, lo stesso panico che prova un bambino piccolo spaventato dai genitori che gli raccontano la vitaccia che lo aspetterà da adulto. Sì, perchè gli scenari dipinti si realizzeranno, non quelli peggiori ma probabilmente quelli moderati, inutile piangersi addosso come inutile farlo da bambini, la vita va affrontata. Lanciare allarmi non mi piace, meglio costruire consapevolezza senza allarmismi e raccomandare, raccomandare perchè si migliori.
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    Curioso quindi, e coloro che nasceranno nel 2050 e si ritroveranno un mondo nel quale numerosissimi aspetti di esso saranno assai più difficili da approcciare rispetto ad un uomo del 1950 (oceani molto più inquinati, catastrofi naturali assai più presenti, carestie molto più comuni e diffuse, rischi sulla salute accentuati dalle estati molto più calde) dovrebbero semplicemente prendere atto che: "Gli uomini di prima volevano vivere meglio (fregandosene completamente delle conseguenze del loro agire, aggiungo io)?". Personalmente lo trovo un ragionamento poco accettabile, nel momento nel quale è completamente falso che si stia facendo quanto possibile per contrastare il riscaldamento globale, quantomeno se ci si attiene ai fatti e non alle fantasiose dichiarazioni delle varie COP, s'intende. Questo cinismo lo trovo davvero insopportabile e francamente ipocrita, perché è assai facile pontificare e dire che: "Bisogna adattarsi c'è poco da fare" dal nostro mondo ancora (relativamente) poco surriscaldato. Che il cambiamento sia oramai (per la stupidità umana e per null'altro, aggiungerei) inevitabile purtroppo è vero, ma almeno che non lo si venda come una passeggiata di salute. Almeno questo

  9. #479
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: Cambiamenti climatici e ambiente: punto centrale o "paravento" per l'establishment?

    Citazione Originariamente Scritto da AspiranteMetereologo Visualizza Messaggio
    Curioso quindi, e coloro che nasceranno nel 2050 e si ritroveranno un mondo nel quale numerosissimi aspetti di esso saranno assai più difficili da approcciare rispetto ad un uomo del 1950 (oceani molto più inquinati, catastrofi naturali assai più presenti, carestie molto più comuni e diffuse, rischi sulla salute accentuati dalle estati molto più calde) dovrebbero semplicemente prendere atto che: "Gli uomini di prima volevano vivere meglio (fregandosene completamente delle conseguenze del loro agire, aggiungo io)?". Personalmente lo trovo un ragionamento poco accettabile, nel momento nel quale è completamente falso che si stia facendo quanto possibile per contrastare il riscaldamento globale, quantomeno se ci si attiene ai fatti e non alle fantasiose dichiarazioni delle varie COP, s'intende. Questo cinismo lo trovo davvero insopportabile e francamente ipocrita, perché è assai facile pontificare e dire che: "Bisogna adattarsi c'è poco da fare" dal nostro mondo ancora (relativamente) poco surriscaldato. Che il cambiamento sia oramai (per la stupidità umana e per null'altro, aggiungerei) inevitabile purtroppo è vero, ma almeno che non lo si venda come una passeggiata di salute. Almeno questo
    Ecco, la mentalità che tu esprimi è proprio quella che non sopporto. E' la mentalità del vittimista, che è diverso da vittima, perchè una vittima cerca di rialzarsi anche se non è colpa sua della condizione in cui si trova, mentre il vittimista è colui che rimugina e rimugina, piange, si dispera e lamenta della sua condizione immeritata (purtroppo) e però fa poco perchè si pone obiettivi troppo alti, e proprio così (non) facendo la situazione peggiora ulteriormente.

    Sì, si sta facendo quanto possibile. L'UE-28 sta diminuendo le emissioni da almeno 15 anni, l'India sta ancora esplodendo e anche se la sua politica volge al rinnovabile sono sicuro che se progredirà economicamente altrettanto faranno le emissioni anche se prevarranno le tecnologie non fossili, la Cina sta diminuendo già le emissioni ma ammette che aumenteranno ancora fino al 2030 e diversamente non può fare a quanto pare (e se continuasse fino al 2040? Chi lo garantisce?). Gli USA dovrebbero darsi molto più da fare, ma non è affare che ci riguarda purtroppo perchè noi viviamo in Europa e non governiamo gli USA, quindi al di là di fare giuste pressioni che possiamo fare?
    E non considero l'Africa, dove probabilmente abiteranno ben più di un miliardo se non due miliardi di persone tra qualche decennio, e non sappiamo ancora che traiettoria di sviluppo seguirà (sempre che la seguirà) e nel caso aumenterà la sua quota di emissioni anche puntando sulle rinnovabili perchè finora sono davvero basse con un'economia ancora non molto sviluppata in molte zone.


    Ora, preso atto della situazione cerchiamo di fare il possibile senza parlare a vanvera di obiettivi irrealizzabili (tenersi a +1,5° dalla preindustriale? Ma stanno scherzando considerando che il 2020 è stato a +1,27°?) e senza lamentarsi (perchè ad esempio esternazioni come "salviamo la Terra" o come quelle del presidente di Palau sono solo e soltanto lamenti non costruttivi ma solo di disperazione e sfogo).
    I nostri figli avranno una Terra più calda, dispiace ma godranno del benessere che interessa anche noi e anche di più forse, sempre che non arrivi una nuova catastrofe sanitaria o Dio sa cos'altro. E questo benessere è passato anche per questo percorso poco piacevole che stiamo vivendo, e dovremmo ricordarci quando ci lamentiamo che non avremmo oggi le rinnovabili se prima non avessimo attraversato le fasi tecnologiche che hanno portato allo stato delle cose attuale.
    L'umanità si adatterà al clima futuro, non capisco perchè non dovrebbe.

  10. #480
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    Predefinito Re: Cambiamenti climatici e ambiente: punto centrale o "paravento" per l'establishment?

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    Ecco, la mentalità che tu esprimi è proprio quella che non sopporto. E' la mentalità del vittimista, che è diverso da vittima, perchè una vittima cerca di rialzarsi anche se non è colpa sua della condizione in cui si trova, mentre il vittimista è colui che rimugina e rimugina, piange, si dispera e lamenta della sua condizione immeritata (purtroppo) e però fa poco perchè si pone obiettivi troppo alti, e proprio così (non) facendo la situazione peggiora ulteriormente.

    Sì, si sta facendo quanto possibile. L'UE-28 sta diminuendo le emissioni da almeno 15 anni, l'India sta ancora esplodendo e anche se la sua politica volge al rinnovabile sono sicuro che se progredirà economicamente altrettanto faranno le emissioni anche se prevarranno le tecnologie non fossili, la Cina sta diminuendo già le emissioni ma ammette che aumenteranno ancora fino al 2030 e diversamente non può fare a quanto pare (e se continuasse fino al 2040? Chi lo garantisce?). Gli USA dovrebbero darsi molto più da fare, ma non è affare che ci riguarda purtroppo perchè noi viviamo in Europa e non governiamo gli USA, quindi al di là di fare giuste pressioni che possiamo fare?
    E non considero l'Africa, dove probabilmente abiteranno ben più di un miliardo se non due miliardi di persone tra qualche decennio, e non sappiamo ancora che traiettoria di sviluppo seguirà (sempre che la seguirà) e nel caso aumenterà la sua quota di emissioni anche puntando sulle rinnovabili perchè finora sono davvero basse con un'economia ancora non molto sviluppata in molte zone.


    Ora, preso atto della situazione cerchiamo di fare il possibile senza parlare a vanvera di obiettivi irrealizzabili (tenersi a +1,5° dalla preindustriale? Ma stanno scherzando considerando che il 2020 è stato a +1,27°?) e senza lamentarsi (perchè ad esempio esternazioni come "salviamo la Terra" o come quelle del presidente di Palau sono solo e soltanto lamenti non costruttivi ma solo di disperazione e sfogo).
    I nostri figli avranno una Terra più calda, dispiace ma godranno del benessere che interessa anche noi e anche di più forse, sempre che non arrivi una nuova catastrofe sanitaria o Dio sa cos'altro. E questo benessere è passato anche per questo percorso poco piacevole che stiamo vivendo, e dovremmo ricordarci quando ci lamentiamo che non avremmo oggi le rinnovabili se prima non avessimo attraversato le fasi tecnologiche che hanno portato allo stato delle cose attuale.
    L'umanità si adatterà al clima futuro, non capisco perchè non dovrebbe.
    Sinceramente vedo difficile capire come potranno vivere un benessere maggiore quando avranno dinanzi a loro un pianeta enormemente più devastato dal punto di vista ambientale (oltre ai punti che ho già elencato e che secondo te evidentemente sono un qualcosa di irrilevante per la qualità della vita, e già ciò è assai opinabile già di per sé, aggiungerei la sesta estinzione di massa, ma anche questa non conta, giusto?) rispetto a quelli che lo hanno avuto dinanzi un secolo prima, ma probabilmente sono io che non riesco ad apprezzare la meraviglia del progresso umano evidentemente

    No, non si sta facendo quanto possibile e quanto si sarebbe dovuto fare. Fine. Il riscaldamento globale si conosce da decenni e solo adesso con l'acqua alla gola si inizia ad agire in maniera significativa (ripeto, per ora A PAROLE, altro che a fatti), e si sarebbe fatto e si starebbe facendo quanto possibile? Ma stiamo scherzando? L'idiozia umana ci ha portato qui, e chissà dove ci porterà alla fine. Ma dire che si stia facendo il possibile è sputare in faccia a tutti i climatologi che da decenni continuano a suonare campanelli d'allarme in ogni dove e che sono stati bellamente e continuamente ignorati.

    L'umanità si adatterà ad un futuro (si dovrà vedere quanto) devastato dagli umani che sono venuti prima. Non proviamo a venderlo come un futuro idilliaco o quasi quando è tutt'altro, per piacere.

    P.S. Gradirei che non appioppassi titoli come "vittimista", dato che non ci conosciamo neppure ed è un termine spregiativo. Perché altrimenti io potrei definire il tuo atteggiamento (che è quello che personalmente più non sopporto, che coincidenza, ovvero quello della tipica hybris occidentale che ritiene di poter cambiare le cose con uno schiocco di dita o poco più) come quello di colui che si piazza sulla ferrovia e ritiene quel luogo sicuro perché fino a quel momento nessun treno lo ha investito mentre c'è una locomotiva a cento metri da lui, per dire. Quale sia più rischioso per il pianeta (e quindi per noi) lo si è visto, di certo non quello del "vittimista"...

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