Sì, vabbé, a disastro fatto tutti i ripieghi sono meglio che niente. L'importante è non convincersi che tutto sia come prima solo perché superficialmente verde... sarebbe una deriva pericolosa.
Finché si pensa "tanto poi rimedio", si va avanti a fare qualsiasi cosa; quando ci si accorge che una cosa è irreversibile, ci si pensa su un po' di più... peccato che a quel punto spesso sia già troppo tardi...
In tempi brevi sì. Comunque è una situazione molto più vicina alla naturalità di quella di un'area urbana dismessa. In fondo è un ghiaione, sia pure di origine antropica e delle pareti che una volta abbandonate le attività inizieranno a ospitare pregiate specie rupicole...
Stai scherzando?!
Sai quante settimane ci mettono in un posto così a venirci dei chenopodi alti due metri, che fanno più fotosintesi di qualsiasi albero piantato da vivaisti affaristi pagati da tecnici comunali incapaci?
Poche.
Dopo di che per arrivare a un vero "suolo" come dici tu, ci vorranno ancora alcuni anni. Ma intanto la fotosintesi galoppa comunque, ed è quello che trattiamo qui.
Qui vicino per almeno 10 anni c'è stato un enorme cantiere per l'alta velocità, creato dove c'era un campo a seminativi. Hanno disteso ghiaia e sono andati avanti e indietro con camion enormi per 10 anni. Io, che avevo solo letto libri, credevo che la coltivazione lì non sarebbe tornata mai. Invece alla fine hanno portato via tutto e le coltivazioni sono subito riprese esattamente come prima: non si riusciva neanche a vedere la differenza, nelle spighe di grano, tra le zone intatte e l'ex cantiere.
Una piccola parte dell'ex cantiere, invece, è stata semplicemente abbandonata, ebbene lì adesso, a distanza di altri 10 anni, c'è una folta boscaglia di olmi e pioppi alti una decina di metri. Anche quella fa più fotosintesi di molti alberi piantati dai comuni o altre benemerite autorità.
Ultima modifica di alnus; 29/10/2021 alle 21:44
Beh no, io infatti ho portato un esempio che ben mostra che dove prima c'era una casa, puó tornare il verde al 100%, a dimostrazione che spesso non esiste l'irreversibilità.
Ovviamente quello che te descrivi come "suolo naturale vergine" é una definizione molto teorica, ma nella pratica non conta solo quello che vale "per definizione" (scusate il gioco di parole)
Al momento no, mi pare stiano peró nascendo alcuni pioppi o altri cespugli ai lati.
Questo appezzamento di terreno non è abbandonato comunque, mi pare vengano d'estate regolarmente a tagliare l'erba e a tenerlo sistemato.
Si trova nella via principale del paese, forse anche per quello vengono a tenerlo sistemato. Non ho idea comunque se abbiano eliminato la casa proprio perché non gli serviva o se abbiano spostato il volume da un'altra parte.
Perchè come avevo scritto questo é sicuramente frutto della legge regionale in vigore da qualche anno, che permette di trasferire il volume (uguale o minore) liberando alcune zone, specie se sono incongrue per vari motivi.
É una buonissima legge secondo me, perché permette un rinnovo delle case (fatte con criteri da anni 2000 piú eco-sostenibili) e migliora molto anche il paesaggio, perchè spesso vengono abbattuti ruderi o case molto vecchie.
Questa in realtà non era vecchia (era una tipica casetta anni '60/'70) ma probabilmente i proprietari hanno spostato il volume in un'altra parte del paese, costruendo un'abitazione piú nuova. O appunto l'hanno totalmente eliminata perché non gli serviva (una casa anche non usata é comunque un costo).
Esistono anche le "varianti verdi" qua da noi, in pratica se hai un terreno che é fabbricabile (e quindi hai un tot di tasse da pagare) puoi farlo tornare agricolo (le tasse sono molto piú basse). Le richieste si fanno in Comune e so per certo che é una cosa molto usata negli ultimi anni.
C'è un altro esempio di questa applicazione della legge regionale qua in zona, magari daró delle foto cosí le posto per farvi vedere
Aspetta il suolo fertile è soltanto la parte superiore e superficiale del suolo e non ci vogliono millenni per ricrearlo, bastano pochi decenni se lasciamo i terreni incolti, allo stato naturale, con una velocità direttamente proporzionale alle precipitazioni di un dato posto ( nei deserti l'humus non si crea ed il soprassuolo è sempre allo stato minerale).
Se smettiamo di coltivare un appezzamento di terreno tipico delle nostre pianure o colline, il primo anno rinasceranno le erbe spontanee ma già dopo 5 anni ,dopo la fase dei rovi e delle infestanti, sarà la volta del ritorno degli alberi.
Dopo 20 anni ci sarà una boscaglia e dopo 40 un vero bosco adulto.
Per la velocità di accumulo di suolo fertile, anche in zone non proprio piovose come la costa molisana dove talvolta mi reco in estate, valgono le seguenti considerazioni:
sotto una pineta mista artificiale ( pinus pinea, pinus halepensis) piantata dove prima c'era solo una spiaggia di sabbia , oggi a distanza di sessant'anni dalla piantagiine c'è uno strato di circa 30 cm. sulla sabbia originaria sottostante, composto dai primi 5 cm. di aghi di pino secchi e poco trasformati, da sottostanti 10 cm di aghi di pino decomposti e neri e poi sotto da uno strato humoso scuro di nuovo terriccio derivato dalla decomposizione degli aghi nel corso dei decenni.
Poi c'è ancora sotto, iniziando in maniera netta, il livello della sabbia della spiaggia che c'era prima della piantagione.
Tra l'altro la pineta, non essendo spontanea avrà vita relativamente breve perché ai suoi bordi stanno tornando gli alberi spontanei della zona ( olmi e pioppi bianchi) che faranno regredire le superfici a pineta nel giro di qualche decennio.
Ultima modifica di EnnioDiPrinzio; 01/11/2021 alle 10:54
Resta il fatto che questo non autorizza a pensare che i può ripristinare dall'oggi al domani le complete - sottolineo complete - condizioni naturali che si sono create in migliaia di anni. E' una falsa illusione, che può costare caro, perché alla fin fine sembra autorizzare a fare e disfare a nostro piacimento, il che non è.
Sotto lo strato di humus c'è tutta una stratificazione che controlla la riserva di nutrienti minerali e il drenaggio o comunque la circolazione idrica. Tutto quello che si crea nello strato superficiale viene più o meno velocemente veicolato in profondità, mineralizzato, trasformato chimicamente, legato, fissato in composti che si fermano e accumulano in determinati livelli del suolo. Se scende più in giù e va via oppure si ferma e costituisce una riserva, questo è determinato da tutta la struttura del suolo inteso come insieme stratificato esteso dalla superficie sino ala roccia che inizia ad alterarsi.
Quindi, un suolo che ha raggiunto l'equilibrio, continua a lavorare alla stessa maniera sino a che non cambiano le condizioni al contorno - ad esempio climatiche - e quindi continua a essere adatto e sostenere un certo tipo di associazione vegetale. Un suolo non in equilibrio continua la sua evoluzione e si modifica in funzione di ciò che ha a disposizione, e quindi non è detto che alla lunga - cioè fra un centinaio di anni ad esempio - sia ancora adatto alle specie che inizialmente hanno tentato di colonizzarlo. Oppure, nel caso di colture vere e proprie, si mantiene adatto sinché lo si foraggia dall'esterno per reggere, poi quando i molla, segue la sua strada.
Se è un suolo nuovo" su sabbie di spiaggia, inizia a reagire con quelle, che si alterano, rilasciano elementi, qualcosa è trascinato su per capillarità, qualcosa va via verso il basso... insomma, alla fine si avrà un suolo maturo... ma molto alla fine.
La pedogenesi è un processo lungo, e credere che i possa ripetere le stesse cose nl giro di pochi anni è un semplificare - di molto - le cose.
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