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Discussione: Sul piantare alberi

  1. #51
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    Predefinito Re: Sul piantare alberi

    Citazione Originariamente Scritto da zoomx Visualizza Messaggio
    Il problema della CO2 eccessiva è causato principalmente dalla combustione di idrocarburi. Lo sappiamo perché gli idrocarburi sono molto più ricchi di C12 che di C14 per cui la loro combustione ne ha alterato il rapporto nell'atmosfera che si è quindi arricchita di C12. Ricordo che il C14 è prodotto dai raggi cosmici nella troposfera e nella stratosfera quando colpiscono un atomo di azoto N14. Quando decade il C14 diventa daccapo N14.
    GLi organismi viventi hanno lo stesso rapporto C12/C14 dell'atmosfera ma quando muoiono lo scambio cessa e il C14 inizia a diminuire. PEr cui gli idrocarburi, che stanno sottoterra da migliaia a milioni di anni (ci metto anche torba e carbone), sono via via sempre più poveri di C14.
    Le piante aiutano ma quando muoiono restituiscono la CO2 daccapo in atmosfera, le erbacee ci mettono di meno, le arboree ci mettono di più ma sempre li torna.
    PEr evitarlo dovremmo seppellirle profondamente.
    Non c'è verso la CO2 va ricacciata giù, trasformata in un solido o legata ad altre sostanze o minerali.
    Questo lo fa già la natura. Il livello di CO2 è così basso solo grazie alle piante e agli organismi fotosintetici. La mineralizzazione e il sequestro di CO2 nell'humus che poi diviene minerale dopo moltissimi anni così come la precipitazione dei carbonati del fitoplancton nelle profondità dell'oceano è quello che consente di mantenere i livelli di CO2 molto più bassi di quanto sarebbero altrimenti. Vedi venere e marte, tanto per fare un esempio.

    Solo che occorre tempo, e le coltivazioni a rapida crescita sottraendo materia organica non consentono questo lentissimo processo. In questo caso hai (nella migliore delle ipotesi) un bilancio neutro, ma neutro non è perchè sposta l'equilibrio verso livelli molto più alti (una porzione maggiore di CO2 te la ritrovi in atmosfera) rispetto a quanto sarebbero in un ecosistema integro, in cui i processi di mineralizzazione e sequestro continuano ad avvenire.

    Questo è un punto molto importante da capire, altrimenti si potrebbe immaginare che trasformando il mondo in un unica coltura intensiva avremmo risolto i problemi della CO2. Avremmo invece aggiunto CO2, non solo estraendola dal sottosuolo (che poi è quella tanto faticosamente sottratta dalla biosfera nel corso di milioni di anni), ma anche accelerando il ciclo biogeochimico del carbonio.

  2. #52
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    Predefinito Re: Sul piantare alberi

    Solo che con l'acidificazione degli oceani il plancton non riesce a produrre abbastanza CaCO3 perché hai tanta CO2 ma manca il resto, credo il Ca.
    Poi non penso che le piante ricavino la CO2 dal suolo.

    Il seppellimento del materiale organico sarebbe un sistema più rapido per arrivare alla mineralizzazione e quindi stabilizzazione della CO2.

    In fondo anche noi siamo un deposito di carbonio, circa 14Kg a persona.

  3. #53
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    Predefinito Re: Sul piantare alberi

    Citazione Originariamente Scritto da zoomx Visualizza Messaggio
    Solo che con l'acidificazione degli oceani il plancton non riesce a produrre abbastanza CaCO3 perché hai tanta CO2 ma manca il resto, credo il Ca.
    Poi non penso che le piante ricavino la CO2 dal suolo.

    Il seppellimento del materiale organico sarebbe un sistema più rapido per arrivare alla mineralizzazione e quindi stabilizzazione della CO2.

    In fondo anche noi siamo un deposito di carbonio, circa 14Kg a persona.
    Che vuol dire che le piante ricavano CO2 dal suolo? forse non hai compreso bene quello che dicevo...


    Quando le piante muoiono, vanno in decomposizione e attraverso l'azione degli insetti e di altri organismi detritivori prima e poi attraverso complessi meccanismi microbiologici dovuti all'azione dei batteri del terreno, vanno incontro ad un lento processo di mineralizzazione. E' così da milioni di anni. E' solo una porzione di CO2 quella che viene sequestrata ma è quella porzione che a poco a poco sposta l'equilibrio verso il basso e consente al netto concentrazioni estremamente basse in atmosfera. Se non ci fossero questi processi, non solo non esisterebbe quasi ossigeno (prodotto per fotosintesi) , ma la CO2 andrebbe rapidamente aumentando fino a diverse decine di volte i livelli attuali. Una porzione rilevante della litosfera è di origine biologica, tanto per rendere l'idea dell'enormità del sequestro. Sequestrare la CO2 artificialmente credo che sia un compito estremamente arduo e dispendioso viste le quantità in gioco, oltre che una scelta poco saggia. Si farebbe molto prima a piantare tantissimi alberi, cosa che d'altronde è prevista dalla coop26 (ho sentito parlare di 1000 miliardi di alberi).

    In Cina d'altronde già lo stanno facendo, questo anche per limitare l'erosione dei suoli e la desertificazione.

  4. #54
    Vento fresco L'avatar di alnus
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    Predefinito Re: Sul piantare alberi

    Citazione Originariamente Scritto da Copernicus64 Visualizza Messaggio
    Che vuol dire che le piante ricavano CO2 dal suolo? forse non hai compreso bene quello che dicevo...


    Quando le piante muoiono, vanno in decomposizione e attraverso l'azione degli insetti e di altri organismi detritivori prima e poi attraverso complessi meccanismi microbiologici dovuti all'azione dei batteri del terreno, vanno incontro ad un lento processo di mineralizzazione. E' così da milioni di anni. E' solo una porzione di CO2 quella che viene sequestrata ma è quella porzione che a poco a poco sposta l'equilibrio verso il basso e consente al netto concentrazioni estremamente basse in atmosfera. Se non ci fossero questi processi, non solo non esisterebbe quasi ossigeno (prodotto per fotosintesi) , ma la CO2 andrebbe rapidamente aumentando fino a diverse decine di volte i livelli attuali. Una porzione rilevante della litosfera è di origine biologica, tanto per rendere l'idea dell'enormità del sequestro. Sequestrare la CO2 artificialmente credo che sia un compito estremamente arduo e dispendioso viste le quantità in gioco, oltre che una scelta poco saggia. Si farebbe molto prima a piantare tantissimi alberi, cosa che d'altronde è prevista dalla coop26 (ho sentito parlare di 1000 miliardi di alberi).

    In Cina d'altronde già lo stanno facendo, questo anche per limitare l'erosione dei suoli e la desertificazione.
    Dici che i boschi riescono a sequestrare carbonio in profondità, mentre le colture no.
    Potresti avere ragione, ma, dato che i processi biochimici di un bosco e di una coltura sono esattamente gli stessi (infatti anche una grossa parte delle colture ritorna al suolo come humus), a questo punto servirebbero confronti numerici.

    In ogni caso, piantare alberi (magari inadatti, come ahimè avviene il più delle volte) non è il modo più rapido di arrivare al bosco.

  5. #55
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    Predefinito Re: Sul piantare alberi

    Citazione Originariamente Scritto da natale2008 Visualizza Messaggio
    Sul piantare piante per assorbire le emissioni di CO2, non credo che piantare qualche piantina possa dare il suo contributo, si tratta di un numero molto molto piccolo. Piuttosto occorre fermare il disbosco nelle zone tropicali.
    Giusto l'altro giorno stavo facendo dei confronti tra ortofoto degli ultimi anni nella zona collinare a nord. Sono rimasto di stucco nel vedere come in nemmeno dieci anni, un vigneto lasciato incolto sia diventato un boschetto di robinie, olmi, pioppi e acero campestre. Come molte altre zone prative lasciate incolte che ci mettono anche meno: una valle in ombra che fino a 4/5 anni fa era prato (ammetto che erano presenti una pianta di noce e due pioppi), tanto che avevo ipotizzato di posizionare un datalogger per rilevare le minime invernali (zona gelida sempre in ombra) ora è praticamente un bosco di pioppo e acero campestre, con contaminazioni di robinia a sud. Non parlo di confronti più lontani nel tempo, perchè sono riuscito a trovare foto satellitari del 1945.... beh mio nonno aveva ragione, in Grappa non c'era neanche una pianta. Ma proprio neanche una, solo prato o pareti rocciose... unici boschi seri sulla val cesilla a nord e dietro i solaroli.
    Sul piantare piante mi piacerebbe vedere una cosa: invece di piantare nuove piante e basta, innanzitutto debellare le piante alloctone vedi Ailanto (la robinia ormai è ovunque, ma basterebbe evitare nuove piantumazioni o nuove colonizzazioni negli incolti). E poi magari non sarebbe male se (magari con qualche intervento regionale o della forestale, ma probabilmente do troppa fiducia a queste cose) nelle zone incolte, abbandonate, o anche lungo gli argini di fossi e torrenti di pianura venissero reintrodotte le specie autoctone che ormai diminuiscono sempre più di numero, vedi farnia e carpino bianco in pianura, castagno e carpino nero in collina... insomma se gli incolti venissero "manipolati" cioè ci butto dentro piante che siano diverse delle solite robinie/olmi/pioppi, per dare un po' di diversità ambientale... ma parlo da profano quindi magari sono cose non realizzabili. Qua il bosco avanza sempre di più, ma è tutto uguale e con poco valore anche ambientale, talvolta dannoso se con specie aliene
    La robinia però qualche vantaggio lo da, anche alle nostre api che ne sono ghiotte e il miele con i suoi fiori è rinomato.
    Iltre, aggiungiamo, il pioppo è una specie autoctona dell'Europa e dell'Italia

  6. #56
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    Predefinito Re: Sul piantare alberi

    Citazione Originariamente Scritto da Copernicus64 Visualizza Messaggio
    Quando le piante muoiono, vanno in decomposizione e attraverso l'azione degli insetti e di altri organismi detritivori prima e poi attraverso complessi meccanismi microbiologici dovuti all'azione dei batteri del terreno, vanno incontro ad un lento processo di mineralizzazione.
    Quando le piante muoiono stanno in superficie e la loro decomposizione significa che tutta la CO2 ritorna in atmosfera. Magari solo l'apparato radicale non subisce questo processo ma se fosse così io dovrei avere terreni che in profondità sono ricchi di composti organici. Non mi pare sia così ma non è che sia andato ad analizzare per la ricerca di composti organici in terreni profondi. Le cose cambiano quando i resti organici vengono seppelliti.

  7. #57
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    Predefinito Re: Sul piantare alberi

    Citazione Originariamente Scritto da natale2008 Visualizza Messaggio
    Sul piantare piante per assorbire le emissioni di CO2, non credo che piantare qualche piantina possa dare il suo contributo, si tratta di un numero molto molto piccolo. Piuttosto occorre fermare il disbosco nelle zone tropicali.
    Giusto l'altro giorno stavo facendo dei confronti tra ortofoto degli ultimi anni nella zona collinare a nord. Sono rimasto di stucco nel vedere come in nemmeno dieci anni, un vigneto lasciato incolto sia diventato un boschetto di robinie, olmi, pioppi e acero campestre. Come molte altre zone prative lasciate incolte che ci mettono anche meno: una valle in ombra che fino a 4/5 anni fa era prato (ammetto che erano presenti una pianta di noce e due pioppi), tanto che avevo ipotizzato di posizionare un datalogger per rilevare le minime invernali (zona gelida sempre in ombra) ora è praticamente un bosco di pioppo e acero campestre, con contaminazioni di robinia a sud. Non parlo di confronti più lontani nel tempo, perchè sono riuscito a trovare foto satellitari del 1945.... beh mio nonno aveva ragione, in Grappa non c'era neanche una pianta. Ma proprio neanche una, solo prato o pareti rocciose... unici boschi seri sulla val cesilla a nord e dietro i solaroli.
    Sul piantare piante mi piacerebbe vedere una cosa: invece di piantare nuove piante e basta, innanzitutto debellare le piante alloctone vedi Ailanto (la robinia ormai è ovunque, ma basterebbe evitare nuove piantumazioni o nuove colonizzazioni negli incolti). E poi magari non sarebbe male se (magari con qualche intervento regionale o della forestale, ma probabilmente do troppa fiducia a queste cose) nelle zone incolte, abbandonate, o anche lungo gli argini di fossi e torrenti di pianura venissero reintrodotte le specie autoctone che ormai diminuiscono sempre più di numero, vedi farnia e carpino bianco in pianura, castagno e carpino nero in collina... insomma se gli incolti venissero "manipolati" cioè ci butto dentro piante che siano diverse delle solite robinie/olmi/pioppi, per dare un po' di diversità ambientale... ma parlo da profano quindi magari sono cose non realizzabili. Qua il bosco avanza sempre di più, ma è tutto uguale e con poco valore anche ambientale, talvolta dannoso se con specie aliene
    Confermo il fatto che i boschi nelle Prealpi specialmente sono aumentati a dismisura da metà del secolo scorso ad oggi, ho notato anch'io guardando diverse fotografie di parecchi decenni fa (ad esempio alcune del Summano in zona Piovene Rocchette) che i boschi attuali sono diffusissimi dove prima praticamente c'era gran poco.
    Ben vengano comunque, a mio parere, questo aumento di vegetazione.
    Riguardo alle specie, sí la robinia é ovunque ormai, ma secondo me é una buona pianta appunto per i suoi fiori che attirano moltissimo le api come ha detto Stefano de C.
    I pioppi sono la mia pianta preferita, io li amo, e li pianterei ovunque

    Anche io sarei per l'eradicazione dell'ailanto, ma mi sa che é molto difficile riuscirci.
    Io quando lo vedo lo estirpo subito, bisognerebbe agire quando é ancora piccolo.

  8. #58
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    Predefinito Re: Sul piantare alberi

    Citazione Originariamente Scritto da Stefano De C. Visualizza Messaggio
    La robinia però qualche vantaggio lo da, anche alle nostre api che ne sono ghiotte e il miele con i suoi fiori è rinomato.
    Iltre, aggiungiamo, il pioppo è una specie autoctona dell'Europa e dell'Italia
    Sono d'accordissimo sulla robinia, è versatile e ha vari pregi; ma non dimentichiamo che resta un infestante e rappresenta una minaccia per la biodiversità. Sicuramente è meglio un bosco di robinia che una zona industriale, sono d'accordo. Ma meglio ancora sarebbe un bosco di specie autoctone con varie essenze - e non una "monocoltura" di robinia con minor biodiversità. Appunto perchè non ha problemi a crescere e farsi strada nelle zone incolte, sarebbe meglio limitarla un po', tanto si arrangia a crescere, di certo non si estinguerà se ne estirpiamo qualche zona.
    Il pioppo è una specie autoctona, verissimo. Ma ho notato, almeno qui nelle valli dei colli asolani, che il bosco igrofilo ormai è rappresentato solo da pioppo e salice, con olmi, ontano nero e acero campestre. La specie che predomina maggiormente è il pioppo che colonizza anche zone non prettamente adatte (media collina). È vero che il pioppo è autctono, ma lo sono anche Farnia e Carpino bianco. Il bosco planiziale della pianura padana era appunto il querco-carpineto. Oggi capita raramente di imbattersi in una farnia, un rovere o un carpino bianco. Se si parla di piantine spontanee in crescita nelle zone incolte poi direi che è praticamente impossibile vederne. Magari mi sono spiegato un po' male, ma il mio discorso è di favorire queste piante autoctone che oggi faticano a crescere e colonizzare nuove zone, limitando quelle specie come robinia o pioppo o olmo che non hanno problemi a trovare spazio e quindi anche se ne togliamo qualcuna facciamo solo un bene alla biodiversità. Aggiungo anche che il bosco può avere un valore in termini economici, per legna da ardere o legname (ovviamente se gestito in modo corretto senza distriggere l'ambiente boschivo). Rovere, carpino, farnia, ma anche olmo hanno un certo valore. Il pioppo no, l'unico impiego che trova è quello della carta ma per questo ci sono le piantagioni in pianura

  9. #59
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    Predefinito Re: Sul piantare alberi

    Citazione Originariamente Scritto da natale2008 Visualizza Messaggio
    Sono d'accordissimo sulla robinia, è versatile e ha vari pregi; ma non dimentichiamo che resta un infestante e rappresenta una minaccia per la biodiversità. Sicuramente è meglio un bosco di robinia che una zona industriale, sono d'accordo. Ma meglio ancora sarebbe un bosco di specie autoctone con varie essenze - e non una "monocoltura" di robinia con minor biodiversità. Appunto perchè non ha problemi a crescere e farsi strada nelle zone incolte, sarebbe meglio limitarla un po', tanto si arrangia a crescere, di certo non si estinguerà se ne estirpiamo qualche zona.
    Il pioppo è una specie autoctona, verissimo. Ma ho notato, almeno qui nelle valli dei colli asolani, che il bosco igrofilo ormai è rappresentato solo da pioppo e salice, con olmi, ontano nero e acero campestre. La specie che predomina maggiormente è il pioppo che colonizza anche zone non prettamente adatte (media collina). È vero che il pioppo è autctono, ma lo sono anche Farnia e Carpino bianco. Il bosco planiziale della pianura padana era appunto il querco-carpineto. Oggi capita raramente di imbattersi in una farnia, un rovere o un carpino bianco. Se si parla di piantine spontanee in crescita nelle zone incolte poi direi che è praticamente impossibile vederne. Magari mi sono spiegato un po' male, ma il mio discorso è di favorire queste piante autoctone che oggi faticano a crescere e colonizzare nuove zone, limitando quelle specie come robinia o pioppo o olmo che non hanno problemi a trovare spazio e quindi anche se ne togliamo qualcuna facciamo solo un bene alla biodiversità. Aggiungo anche che il bosco può avere un valore in termini economici, per legna da ardere o legname (ovviamente se gestito in modo corretto senza distriggere l'ambiente boschivo). Rovere, carpino, farnia, ma anche olmo hanno un certo valore. Il pioppo no, l'unico impiego che trova è quello della carta ma per questo ci sono le piantagioni in pianura
    Qui in Emilia la farnia è molto efficiente nel colonizzare aree abbandonate, è decisamente in espansione e come specie infestante viene subito dopo olmo campestre, e pioppo nero, prima della robinia. Credo a causa del gran numero di ghiandaie che fanno riserve di ghiande.

    In ogni caso, realisticamente non arriveremo mai a controllare le infestanti, pensa che nessuno muoverà mai un dito contro l'edera, che sarebbe la prima da limitare semplicemente per il bene di un bosco quale che sia!

  10. #60
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    Predefinito Re: Sul piantare alberi

    Citazione Originariamente Scritto da zoomx Visualizza Messaggio
    Quando le piante muoiono stanno in superficie e la loro decomposizione significa che tutta la CO2 ritorna in atmosfera. Magari solo l'apparato radicale non subisce questo processo ma se fosse così io dovrei avere terreni che in profondità sono ricchi di composti organici. Non mi pare sia così ma non è che sia andato ad analizzare per la ricerca di composti organici in terreni profondi. Le cose cambiano quando i resti organici vengono seppelliti.
    Non è così, la composizione dell'atmosfera attuale è dovuta quasi esclusivamente alla biosfera e ai processi fotosintetici, se ipotizzi un bilancio neutro, travisi completamente l'intero processo biogeochimico. L'estrazione di petrolio e gas non è altro che l'inversione di un processo naturale durato milioni di anni che ha permesso la vita sulla terraferma e che consente alla co2 atmosferica di rimanere a bassissimi livelli. Naturalmente nel caso del petrolio la Co2 è ancora intrappolata in forma organica, ma per la maggior parte viene immagazzinata come minerale nelle rocce e questo grazie ai processi lentissimi che avvengono nei vari strati dell'humus ad opera prima degli organismi detritivori e poi delle popolazioni batteriche e fungine del terreno...ma non è che la mia è un opinione, sono cose studiate da almeno un secolo, è come mettere in dubbio l'evoluzione naturale...

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