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  1. #1
    Vento fresco L'avatar di alnus
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    Predefinito Larici e cembri, perchè così diversi?

    Riporto qui una riflessione che mi è scaturita mentre ero nella stanza dell'Alto Adige e che mi incuriosisce.

    Mi dichiaro ignorante e spero di imparare da chi vorrà intervenire.

    Sul fatto dei larici a 500 m (e anche più giù), lo vedi in tutta la regione alpina.
    Essendo molto diffusi su tutte le montagne e producendo quindi un numero immane di piccolissimi semi alati, hanno una posizione di vantaggio rispetto alla maggior parte dei concorrenti arborei.
    Non è che qualche grado di troppo in estate dia loro gran fastidio, visto che comunque piove spesso anche in fondovalle.

    Invece i loro tipici compagni d'alta quota, i cembri, si comportano in modo opposto: sono rarissimi al di sotto dei 1.600 metri, e comunque esclusivi delle parti più interne del sistema montuoso. Mi incuriosisce molto il fatto che siano abbondanti nelle Dolomiti di sinistra Adige e rari invece sul Brenta. Una certa importanza ce l'ha appunto anche il seme completamente diverso: un pinolo che necessita delle nocciolaie per essere portato in giro. Ma credo che il limite sia proprio climatico e molto stretto, infatti sul monte Altissimo di Nago ho visto le piantagioni di Girardelli e sono la prova che quella specie è ben poco adattabile: pur alle giuste quote, sono veramente stentate; in mezzo secolo i più alti non superano i 5 metri! E' una cosa che mi incuriosisce, questa! Anche perchè, dal lato idrico, non è che in estate sulle Prealpi piova meno che sulle Dolomiti, non è che il suolo sia molto diverso. Credo di ignorare il vero motivo. Forse qualcuno lo conosce ed è il benvenuto ad esporlo!

  2. #2
    Burrasca
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    Predefinito Re: Larici e cembri, perchè così diversi?

    Non sono un esperto, anzi, e non conosco bene le due specie a livello botanico.
    Può essere che tra le due specie ci siano differenze a livello metabolico per cui il cembro non riesce a vivere in tutti gli ambienti dove vive il larice.

    Qui ho trovato un articolo che parla di differenze tra larice ed abete rosso. E' tradotto male dal russo ma ho trovato solo questo
    Come cambia la velocita relativa della fotosintesi. Influenza delle condizioni sull'intensita del processo di fotosintesi. Qual e l'importanza dell'acqua per le piante
    Una delle due (tradotto male, non si capisce quale dei due) è adatta a vivere sotto al Sole, l'altra non tanto. Quella che vive all'ombra ha molta più clorofilla dell'altra ma se la metti al Sole assorbe troppa luce e richiede molta acqua che però la pianta non è in grado di fornire con la dovuta velocità per cui la pianta va in crisi e muore.
    Non so se c'entra.

  3. #3
    Vento fresco L'avatar di alnus
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    Predefinito Re: Larici e cembri, perchè così diversi?

    Citazione Originariamente Scritto da zoomx Visualizza Messaggio
    Non sono un esperto, anzi, e non conosco bene le due specie a livello botanico.
    Può essere che tra le due specie ci siano differenze a livello metabolico per cui il cembro non riesce a vivere in tutti gli ambienti dove vive il larice.

    Qui ho trovato un articolo che parla di differenze tra larice ed abete rosso. E' tradotto male dal russo ma ho trovato solo questo
    Come cambia la velocita relativa della fotosintesi. Influenza delle condizioni sull'intensita del processo di fotosintesi. Qual e l'importanza dell'acqua per le piante
    Una delle due (tradotto male, non si capisce quale dei due) è adatta a vivere sotto al Sole, l'altra non tanto. Quella che vive all'ombra ha molta più clorofilla dell'altra ma se la metti al Sole assorbe troppa luce e richiede molta acqua che però la pianta non è in grado di fornire con la dovuta velocità per cui la pianta va in crisi e muore.
    Non so se c'entra.
    Bello studio!
    Credo proprio che tra peccio e larice, sia il secondo ad essere più adatto al sole pieno e ad avere meno clorofilla (verde più chiaro).
    Potrebbe spiegare il fatto che il cembro, anche lui di un verde molto scuro, necessiti di maggior acqua e sia in generale più esigente del larice.
    O meglio, a 2.000 metri, con tutti i processi vitali rallentati dal freddo, l'aridità edafica viene da lui sopportata meglio che a quote inferiori.
    Forse.

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