Le gemme delle caducifoglie che ho sul terrazzo sul lato nord-est sono ancora tutte chiuse ( aceri di monte, betulla, faggio, castagno, roverella.
L'alloro sul lato ovest è in fase di fioritura.
Sul lato più riparato a sud-est gli agrumi hanno superato l'inverno, per la prima volta senza proteziine di tnt ( tessuto non tessuto)ed a febbraio erano già fioriti e con un accenno di nuovi getti primaverili, le successive nevicate di fine febbraio ed inizio marzo, con temperature intorno allo 0° non hanno provocato nessun danno.
Negli anni scorsi invece ho avuto disseccamenti totali da gelo e neve, pur con la protezione di tessuto non tessuto.
Nell'estate del 1995, ero sui monti della Corsica, lungo una strada di montagna a 1400 metri di quota, fermai l'auto in uno spiazzo a bordo strada per contemplare il paesaggio.
Guardandomi intorno , notai nel parcheggio, nata in mezzo alla ghiaia del fondo stradale a pochi centimetri del ciglio bitumato, una piccolissima betulla alta meno di 10 cm. appena nata, ho realizzato che lì sarebbe stata schiacciata dalle ruote delle auto, oppure estirpata dai servizi di manutenzione stradale vista la sua posizione.
L'ho salvata e da allora è cresciuta in vaso sul mio terrazzo.
Eccola in un'immagine estiva qualche anno fa ( adesso è più grande).
Sono contrario ovviamente alla raccolta in natura, ma in casi come questo direi che è un'operazione di salvataggio di una pianta condannata.
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Ciao TreborSnow, grazie della fiducia!
Ma vedo che sei sempre più competente e come hai detto l'alnus cordata, come anche l'alnus incana e l'alnus viridis, non è legato ai corsi d'acqua.
In verità l'unico ontano davvero esclusivo di aree più o meno sommerse è il nero, alnus glutinosa, che però è anche il più comune.
Ultima modifica di alnus; 15/03/2022 alle 19:04
Assolutamente d'accordo
Io ho preso della talee a Frontignano di Ussita che hanno ben attecchito. Ovviamente da individui ornamentali e non spontanei.
Anche se a breve (poi se riesco nell'impresa vi mando le foto) andrò alla ricerca delle betulle "spontanee" o comunque autoctone (relitti glaciali) ai piedi del Monte Vettore. Consultando l'inventario forestale regionale ho trovato 2 aree da esplorare (ovviamente per sicurezza non rivelerò la posizione precisa).
Io da sempre un pò appassionato di vegetazione forestale notai una notevole differenza tra la Corsica (spalmata come latitudine tra le Marche e l'Abruzzo ) rispetto alle nostre coste: se da noi sulla costa crescono le caducifoglie ( roverelle), in Corsica c'è una vegetazione spiccatamente ,meridionale di tipo mediterraneo che noi non abbiamo ( la classica macchia bassa di ginepri ed altri cespugli sempreverdi).
Poi salendo c'è una vegetazione di eriche ed ancora più su di castagni.
Oltre i mille metri macchie spontanee di pini larici autoctoni e molte betulle e pochi faggi.
Il suolo è roccioso con rocce cristalline ( la Corsica si è staccata milioni di anni fa dalla Provenza).
In ogni caso molte zone sono molto brulle e prive di boschi, sebbene credo che piova di più rispetto alle centrali adriatiche.
Sul monte Cinto ( 2700 m.) ad agosto c'era più neve residua che sui nostri monti, a dispetto di un caldo afoso oltre i 30°, tornato.in Abruzzo c'erano si e no 20° con la clsssica tramontana dai Balcani che rende fin troppo fresca, certe volte la nostra estate.
Si sicuramente risentono molto più del carattere termofilo Mediterraneo ma allo stesso tempo maggiori precipitazioni sui settori esposti (castagno probabilmente vive bene per questo lì).
Sulle betulle in dominanza rispetto ai faggi non saprei, forse una matrice del terreno più acidofila.
Così come per i castagni che sono specie lievemente acidofile..
Qui nelle Marche i castagneti, infatti, li ritroviamo principalmente in provincia di Ascoli con arenarie e terreni più sciolti (spesso neutri/neutro-acidofili) rispetto alle ristagnanti argille del centro Nord regionale (orno-ostrieti, roverelle)...fermo restando che la diffusione del castagno, per lo meno qui, é dovuta all'uomo altrimenti sarebbe stata una delle tante specie forestale sparse (francamente non so quale "teoria" abbia vinto.. Se quella che dá il castagno come originario dal Caucaso oppure quella che sostiene il suo ritiro verso Sud durante la ultima era glaciale con refugium italico, iberico e caucasico da cui poi si sono ridiffusi verso Nord poi certamente strafavorito dall'uomo)
P.s. poi certo loro al livello del mare hanno quanto da te descritto mentre da noi il bosco arriverebbe fino alle spiagge per poi proseguore con ambiente dunali ricchissimi purtroppo violentati dalla cementificazione, stabilimenti balneari etc.
Di interessante abbiamo però il parco del Conero che ha sul suo versante Sud un importante popolamento di Pino d'Aleppo autoctono.. Diciamo un lembo di vegetazione simil mediterranea
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