Ci sono dighe e invasi, ma lascio la parola a @SimoTroina che saprà molto di più al riguardo.
Un bosco di roverelle a nord dell'Etna a quota 800 m, ancora mi sembrano abbastanza spoglie e la foto è di pochi giorni fa.
Qualche foto del risveglio davanti casa, come si può vedere sono tutte piante abbastanza giovani.
Platano
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Cerro
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Tiglio
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Liquidambar
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Acer Pseudoplatanus
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Acer Platanoides (Crimson King)
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Amarena
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ancora totalmente fermi invece gli abeti (ho abeti rossi, abeti del caucaso e abeti argentati)
Zone incolte invece in piena "esplosione"
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Frutteto in un terreno confinante
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Troppo gentile, frankie
Vado a memoria. Ovviamente si possono subito escludere i fiumi. Quelli definibili tali si contano sulle dita di una mano e in ogni caso hanno portate nemmeno lontanamente compatibili con utilizzi irrigui e\o industriali.
Restano appunto gli invasi. Si tratta di una "galassia" di laghi in larga parte artificiali, in misura minore naturali, sfruttati per uso irriguo, potabile e anche idroelettrico. I due più grandi, ma non ne sono sicuro al cento per cento, con volume over 100 milioni di metri cubi sono il Lentini (di origine naturale ma gestito artificialmente) e il Rosamarina.
Nel complesso si sta parlando di decine di dighe. Quella del mio comune è l'Ancipa, che suo tempo aveva uno degli sbarramenti più alti con i suoi 104 metri, oltre a trovarsi sopra i 900 mslm. Ne ho pubblicato una foto di repertorio nell'altra discussione.
Storia a parte fanno la gestione e condizione della rete idrica.
Certo sono diffuse anche sorgenti e falde più o meno direttamente sfruttate, ma qui il discorso si fa molto vago e non saprei nemmeno dove potere prendere informazioni. Si parla di sorgenti e falde sfruttate da aziende per acqua da imbottigliare, quelle dei consorzi, dei privati etc..
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