Ormai la situazione con il riscaldamento globale è pessima e anche se dovessimo azzerare le emissioni di CO2 da domani mattina di certo la temperatura non inizierà a calare dopo un mese ma dopo qualche anno, forse un decennio e forse per tornare alle temperature di fine 1800 ci vorrà un secolo o più
L'altro giorno ho letto un paio di articoli di soluzioni per raffreddare il pianeta, oltre alle riduzioni delle emissioni, e ho letto questo articolo
Space Bubbles
Praticamente sono delle bolle che riflettono la luce in modo da bloccare o invertire la crescita delle temperature
Un altra soluzione che però potrebbe essere dannosa è spargere aerosol (tipo l'aerosol vulcanico) in stratosfera in modo da bloccare parte della radiazione solare, però potrebbe essere dannosa, soprattutto con l'ozono
Che ne pensate su questa cosa delle bolle?? Potrebbe essere una buona idea oppure una buffonata colossale?
"Non farà tanto caldo" Frase più divertente del 2022
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Non resisto ...
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“Sopra le nuvole il meteo è noioso”
Non ho idea degli aspetti ingegneristici legati alla realizzazione di una barriera di simili dimensioni ma in teoria potrebbe funzionare, tuttavia avrebbe grossi rischi in termini di impatto climatico, la cosa che temo maggiormente è una soppressione delle precipitazioni nelle regioni tropicali e dei monsoni in generale, come avviene anche con le grandi eruzioni vulcaniche.
L'aerosol in stratosfera avrebbe lo stesso problema come effetti climatici, non vedo però problemi con l'ozono visto che basterebbe evitare elementi chimici pericolosi (nelle eruzioni vulcaniche sono i composti di cloro e bromo contenuti nei gas magmatici a creare problemi, analogamente ai CFC di origine antropica).
Da questo punto di vista aumentare l'albedo al suolo, in particolare sugli oceani, avrebbe molto più senso per evitare questo tipo di effetti collaterali. Un esempio in piccolo che a mio avviso vedremo praticato molto presto saranno i pannelli fotovoltaici collocati in strutture galleggianti sugli specchi d'acqua, in particolare gli invasi artificiali dove ridurre l'evaporazione ha il vantaggio aggiuntivo di risparmiare acqua. L'acqua ha albedo elevato ed intrappola molto calore, schermare la luce in arrivo sull'acqua fa assorbire molta meno energia senza inibire l'attività convettiva.
Ovviamente ogni tentativo su larga scala (come sarebbe necessario per avere un impatto climatico globale) rischierebbe di alterare il clima in modo poco prevedibile e sarebbe da considerare come opzione estrema di mitigazione solo dopo averlo studiato con molta attenzione, ma quando si tratta di schermare la luce in arrivo dal sole prima che arrivi a terra le problematiche sono particolarmente evidenti.
perchè non fare le strade grigio chiaro (tanto il bianco non dura) con segnaletica a contrasto invece che nere che accumulano calore e basta?
Credi alla neve solo sotto le 48 ore!!
Elizabeth Kolbert (la giustamente famosa e premiata autrice de "la sesta estinzione") ha appena pubblicato un libro inchiesta sul tema della neo-ingegneria (Under a white sky).
Il libro non è ancora stato tradotto in italiano, ma si può star certi che lo sarà presto e andrà acquistato ad occhi chiusi.
Da un intervista apparsa su un recente Venerdì si capisce che il tema l'ha appassionata e che la tentazione di affidare qualche speranza a queste pratiche sia forte, ma l'entusiasmo deve essere tenuto a freno: nessuna è stata sperimentata (tranne, per certi versi, i solfati in strato, che come è stato ricordato sono sparati di tanto in tanto dai vulcani, una vecchia idea di Paul Crutzen, per altro) nessuna è dietro l'angolo, nessuna è a buon mercato, nessuna è senza rischi.
L'interesse per l'argomento crescerà, è comprensibile: il caldo inizia a dare qualche fastidio, sarebbe stato bello se qualcuno ci avesse avvertito per tempo dei rischi di emissioni irresponsabili di GHG, mannaggia forse ci tocca sul serio smetterla di sputazzare idrocarburi arrostiti in quella grande discarica che ne è diventata l'atmosfera.
Ingegneristicamente parlando, anche se le soluzioni proposte funzionassero, quante tonnellate di materiale accorrerebbe riversare nell’atmosfera?
Dove si prenderebbe l’energia necessaria per farlo?
Per un’eruzione di un vulcano di parla di quantità enormi per entrambe, quindi alla fine probabilmente la CO2 no calerebbe.
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Appunto un singolo aereo non trasporta più di 200 tonnellate bruciando quasi altrettante tonnellate di cherosene.
Diminuendo il tempo di volo si riesce a trasportare più “materiale” ma comunque con una notevole quantità di carburante bruciata.
E che ne dicano i giornali, usando aerei elettrici si trasporterebbero solo batterie.
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