Il fatto che produca meno CO2 però non vuol mica dire che è meno impattante visto che bruciando il gas si produce il metano che è un gas serra ancora più potente della CO2. Considerare il gas un passo avanti rispetto a carbone e petrolio è un non sense a livello di effetto serra, se non si vuol puntare tutto sulle rinnovabili l'unica via migliorativa resta il nucleare.
Database dei record in Toscana: http://climaintoscana.altervista.org/
Record assoluti: +43,1°C ad Antella il 06/08/2003; -26,0°C a Firenzuola l'08/01/1985.
Il gas ha un impatto minore del carbone, infatti se è vero che il metano ha un effetto serra maggiore resta solo 12 anni in atmosfera, contro la CO2 che ci resta decenni.
Il gas naturale è ovviamente solo un mezzo per la transizione, non la soluzione definitiva, ma è il meno peggio che c'è in attesa di avere fonti energetiche alternative sufficienti, specialmente considerando che non abbiamo il nucleare.
Il gas naturale è fatto principalmente da metano, bruciando produce CO2 come il carbone ma in quantità molto inferiori, 50-60% in meno a parità di energia. Se il gas viene bruciato il metano si trasforma interamente in CO2, le eventuali emissioni di metano sono legate alle perdite di rete, che esistono ma si possono ridurre a quantità estremamente esigue.
Passare dal carbone al gas quindi permette una forte riduzione delle emissioni ed è un enorme passo avanti a livello di effetto serra, anche se resta una soluzione parziale e non definitiva.
Lo so che ci resta meno, però l'impatto è maggiore e se continui ad usarlo, anzi ci punti ancor di più la concentrazione non cala mai, anzi, e nel frattempo ti tieni pure la CO2 emessa in precedenza. Secondo me sarebbe la prima cosa da tagliare perché restando meno avresti benefici già nel medio termine cosa che con la CO2 è impossibile pure azzerando domani le emissioni. È il nucleare che dovrebbe essere il mezzo per la transizione, ma tanto da quell'orecchio non ci sentono...
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Intanto mi pare che si vada verso un nulla di fatto alla COP27, nella bozza ribadiscono gli impegni a rimanere sotto il grado e mezzo e a implementare gli accordi di Parigi ma non ci credono nemmeno loro.
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No, l'impatto non è maggiore, perchè l'effetto serra da metano svanisce entro pochi anni, quello da CO2 no. Inoltre sembra quasi che solo l'Italia utilizzerebbe il gas in quantità esorbitanti, ma siamo solo una briciola rispetto al resto del mondo, e non lo useremmo in chissà che dosi.
Il punto è che va fatto in ottica di cambiamento, di transizione ecologica, e se questa non c'è allora che si rimanga al carbone o si viri al gas il problema non è risolto.
Ho letto sul web (ma le fonti, come sappiamo, sono quelle che sono, mi fiderei non del tutto) che il problema sarebbero le perdite, dall'1 al 9% del gas naturale che verrebbe utilizzato.
Quindi, anche prendendo il 10% per semplicità, ogni 10 di metano una rimarrebbe incombusta e 9 diventerebbero CO2.
E visto che gli altri gas hanno più molecole di carbonio, la CO2 sarebbe ancora maggiore.
Ripeto, dire che bruciando gas il problema è che il gas va a finire nell’atmosfera, non ha senso.
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Il problema è in quella parte di gas incombusta che ha un potere di effetto serra 70 volte quello della CO2 (nel breve termine, 20 anni). Calcoli alla mano, se si perde solo il 10% di metano allora l'effetto di quest'ultimo sovrasterebbe quello della CO2 prodotta dal restante 90%, ma se si perdesse solo l'1% allora sarebbe meglio consumare metano.
Tutto sta in quella quota persa.
Si infatti come dice burian è un problema.
È uno dei (tanti) motivi per cui è folle importarlo in quantità così massicce da paesi che potrebbero non controllare le emissioni fuggitive quanto l’Europa. Il metano ha un potere climalterante decine di volte superiore rispetto alla CO2.
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