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  1. #261
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    Predefinito Re: La lunga strada verso le emissioni zero

    inoltre bisognerebbe aggiungere che "dovremmo tappezzare il mondo intero di pannelli solari e pale eoliche per sorreggere la transizione energetica" è una delle tante bufale che girano. Anche in questo caso per evitare di scrivere sciocchezze sarebbe sufficiente leggere le fonti e i dati che in rete non mancano.

    L'unica precisazione che avrei fatto, in merito al primo grafico del FT postato nel post precedente, è che sotto la categoria rinnovabili credo sia compreso anche l'idroelettrico, mentre ormai quando si dice "rinnovabili" si è portati a pensare solo al sole e al vento.

  2. #262
    Vento teso L'avatar di carbo70
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    Predefinito Re: La lunga strada verso le emissioni zero

    E' un pò fuori tema, in quanto non riguarda la riduzione delle emissioni, ma altri mezzi per evitare riscaldamenti troppo elevati. In questi giorni sui giornali si parla di una start up americana ("Make Sunsets") che avrebbe provato a spargere zolfo nella stratosfera per schermare i raggi solari. Uno studio dice che sarebbe una soluzione temporanea non troppo costosa e consentirebbe di guadagnare tempo. La comunità scientifica al momento è contraria. Io penso che sarebbe da valutare attentamente anche questa opzione.

  3. #263
    Brezza leggera
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    Predefinito Re: La lunga strada verso le emissioni zero

    Citazione Originariamente Scritto da carbo70 Visualizza Messaggio
    E' un pò fuori tema, in quanto non riguarda la riduzione delle emissioni, ma altri mezzi per evitare riscaldamenti troppo elevati. In questi giorni sui giornali si parla di una start up americana ("Make Sunsets") che avrebbe provato a spargere zolfo nella stratosfera per schermare i raggi solari. Uno studio dice che sarebbe una soluzione temporanea non troppo costosa e consentirebbe di guadagnare tempo. La comunità scientifica al momento è contraria. Io penso che sarebbe da valutare attentamente anche questa opzione.
    ciao

    combinazione ho scritto qualche riga su queste cose proprioalcuni giorni fa, magari potrebbe interessarti:

    Sotto un cielo bianco - Icona Clima


  4. #264
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    Predefinito La lunga strada verso le emissioni zero

    Citazione Originariamente Scritto da ldanieli Visualizza Messaggio
    ciao

    combinazione ho scritto qualche riga su queste cose proprioalcuni giorni fa, magari potrebbe interessarti:

    Sotto un cielo bianco - Icona Clima

    @carbo70

    L’influsso dell’emissione di aerosol o altro va rapportato alla quantità effettivamente emessa: con un aereo si può trasportare al max qualche decina di tonnellate per volta (tralasciando l’impatto dato dalle emissioni causate dal carburante necessario allo scopo), mentre per un eruzione vulcanica si parla di milioni se non miliardi di tonnellate.
    Quindi si ha a che fare con effetti molto limitati, come ad esempio l’inseminazione delle nubi che fanno piovere su un’area limitata; effetti su larga scala se non globali sono impossibili da ottenere.

    Non dico che siano discorsi a livello delle scie chimiche, ma poco ci manca.


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  5. #265
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    Predefinito Re: La lunga strada verso le emissioni zero

    C'è ancora chi ragione con la propria testa e non con la sciocca ideologia:

    di Gian Luca Pellegrini
    twitter: @Pellegrini4R

    Non è un Paese per le elettriche


    A Quattroruote la transizione che stiamo vivendo non convince. Non convince perché è un controsenso logico: se si voleva davvero incidere sul problema dell'inquinamento, bisognava agire sul circolante, non sulle nuove immatricolazioni. Non convince perché, nel definire i passi della rivoluzione, si sono rovesciati i fattori: prima andava affrontato il tema delle fonti energetiche e dopo quello dell'infrastruttura, per infine concentrarsi sul prodotto, che dei due aspetti precedenti è conseguenza, non premessa.

    Non convince perché si è imposta una e una sola soluzione, mentre ci si doveva limitare a porre degli obiettivi e poi lasciare a chi le macchine le fa il compito di trovare la risposta tecnica. Ma siccome tutto questo è stato fatto su fondamenta ideologiche di friabile consistenza, si è andati su un indirizzo dogmatico dalle implicazioni sociali, economiche e geopolitiche sproporzionate rispetto agli effettivi vantaggi.



    Non convince perché Bruxelles ci ha consegnato alla Cina. Non si tratta "soltanto" della dipendenza strutturale da un'economia che da decenni aveva pianificato l'affrancamento dall'Occidente, preparando con pazienza un'esca che da bravi ingenui ci siamo precipitati a mordere. Le Case cinesi invaderanno l'Europa, andando a occupare i segmenti che i costruttori locali stanno abbandonando: l'attacco in massa (BYD ha appena ordinato sei navi cargo da 7.700 veicoli l'una) avrà riflessi disastrosi sul tessuto dell'industria europea, i cui prodotti saranno costretti a rifugiarsi in enclavi dove Pechino non vorrà competere. Alla perdita di occupazione indotta da una tecnologia più "semplice" (e uso a ragion veduta le virgolette, perché le elettriche sono semplici nella sola misura in cui hanno meno parti da costruire), se ne aggiungerà un'altra legata allo spostamento del baricentro in ambiti dove a volumi inferiori corrispondono maggiori margini. La capacità delle fabbriche continentali diventerà pletorica: tempo pochi anni e in Europa vedremo un domino di stabilimenti chiusi.

    Non convince perché l'ambiente è istanza globale: le economie in espansione di certo non sacrificheranno la loro crescita per inseguire le nostre commendevoli intenzioni. Non convince, infine, ché la transizione, una volta completata, segnerà l'addio alla vocazione democratica dell'automobile, uno dei capisaldi della società da 60 anni a questa parte. L'Euro 7 poteva essere un'occasione per arginare la deriva elitaria. Quando entrerà in vigore, invece, contribuirà a velocizzare la morte dei motori endotermici, avendo introdotto test Rde impossibili da superare da qualsiasi propulsore "normale". Questo indurrà numerosi costruttori ad andare direttamente sull'elettrico.



    Ciò detto, è necessario essere consapevoli che, al netto di marginali aggiustamenti alle tempistiche (la famosa verifica del 2026 evocata di recente dal commissario Thierry Breton), il percorso di cambiamento è irreversibile. Lo è non tanto, o non solo, in funzione delle scelte di Bruxelles che l'hanno innescato (anzi, bisognerà vedere che cosa accadrà alle prossime elezioni); ma perché la stessa industria che non ha saputo (voluto) porre un freno al dirigismo populista della politica è talmente avanti nel processo di trasformazione che non può più permettersi di tornare indietro. Allora, se transizione dev'essere, va fatta al meglio. E l'Italia non può e non deve rimanere indietro. Aggiungo l'inciso con l'amara consapevolezza che stiamo diventando un'anomalia nella geografia dell'automobile. Le immatricolazioni del 2022 hanno chiuso a 1,3 milioni, un volume preoccupante per un mercato la cui magnitudo fisiologica dovrebbe essere attorno ai 2 milioni (se non di più, considerando la preoccupante anzianità delle macchine per strada).

    Sicuramente c'è un problema socioeconomico più grave che altrove: dalla pandemia siamo usciti peggio degli altri Paesi vicini. Ma ho l'impressione che a questo si aggiunga l'illusione che la partita sia ancora aperta. Lo dico osservando gli ostacoli con cui la cosa pubblica frena lo sviluppo del contesto. Lo dico deprecando la malavoglia con cui chi deve mettere le colonnine lo sta facendo (Autovie Venete sta installando quelle da 22 kW tra Mestre e Trieste: ma a che cosa servono, lungo un'autostrada?). Lo dico ascoltando politici che si divertono a sfruculiare l'UE con rivendicazioni localistiche irricevibili. Se a questo clima ostruzionistico si aggiunge il disincanto di un Paese legato a un vissuto emotivo dell'automobile, non deve stupire che le vendite delle Bev siano clamorosamente inferiori a quelle degli altri mercati (da noi la quota è sotto il 4%, mentre in Germania, Francia e UK è cinque-sei volte superiore).



    Moltissimi stanno rimandando qualsiasi decisione (gl'incentivi per i privati sono rimasti inutilizzati) nella convinzione che l'auto a batteria sia una moda destinata a esaurirsi. Non è così. Continuare a illudere e illudersi favorirà la trasformazione dell'Italia in realtà residuale, estranea alle priorità dei mercati trainanti, ultima riserva dove udire i sempre più flebili squilli di una tecnologia, quella del motore a scoppio, che, per quanto abbia segnato la storia dell'umanità nell'ultimo secolo, è destinata all'oblio. Trovo giusto affermarlo nel mese in cui le redazioni di Quattroruote e Ruoteclassiche diventano una cosa sola: impariamo dal passato che è l'innovazione, e non la nostalgia, a essere sempre stata il vero motore dell'automobile.

  6. #266
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    Predefinito Re: La lunga strada verso le emissioni zero

    Citazione Originariamente Scritto da ldanieli Visualizza Messaggio
    inoltre bisognerebbe aggiungere che "dovremmo tappezzare il mondo intero di pannelli solari e pale eoliche per sorreggere la transizione energetica" è una delle tante bufale che girano. Anche in questo caso per evitare di scrivere sciocchezze sarebbe sufficiente leggere le fonti e i dati che in rete non mancano.

    L'unica precisazione che avrei fatto, in merito al primo grafico del FT postato nel post precedente, è che sotto la categoria rinnovabili credo sia compreso anche l'idroelettrico, mentre ormai quando si dice "rinnovabili" si è portati a pensare solo al sole e al vento.
    In Italia si sta spingendo fortemente su solare ed eolico con massicci incentivi (e non da poco ma da qualche lustro) tanto che ogni anno aprono decine di parchi eolici e fotovoltaici, ci sono migliaia di richieste in attesa e c'è la fila per cercare terreni, eppure la percentuale di fabbisogno energetico coperto da fonti rinnovabili non arriva al 20% quindi eolico e solare avranno una fetta ancor minore, magari ho esagerato l'iperbole (e pure quella del piano energetico che punta ad avere qualche pannello e pala qua e là nel mare di gas) ma avoglia a metterne e resta una quota bassa, anzi ad oggi oserei dire ancora marginale, e non è manco che siamo noi quelli messi peggio degli altri come solitamente accade. Pensare seriamente di reggere tutto il fabbisogno solo con quelli è follia, salvo forse nazioni che hanno spazi immensi (mi viene in mente l'Algeria dove stanno tappezzando di pannelli pezzi di deserto) e se si vuol fare una transizione seria il fabbisogno non può che crescere perché, oltre alle sempre citate macchine, c'è tanto da riconvertire ad elettrico e consuma. Giusto per fare un esempio nel mio piccolo, quando ho levato la cucina a gas e messo quella a induzione ho dovuto chiedere il raddoppio della potenza impiegata da contratto perché ogni volta che dovevo cucinare qualcosa mi toccava spegnere tutto il resto sennò sforava e il contatore tagliava automaticamente la corrente. Se ci aggiungi pure la caldaia elettrica sarà anche peggio, immaginatevi se un giorno finalmente sarà obbligatorio con milioni e milioni di riconversioni quanto consumo elettrico in più ci sarà. E ricordiamoci che solare ed eolico non sono stabili come produzioni quindi per non dover tenere la fonte fossile pronta come tappabuco serve una disponibilità di produzione ancora più elevata del fabbisogno massimo.
    Vedrete che ad un certo punto, se davvero si punterà ad una vera transizione (io però continuerò a non crederci finché non lo vedo, e non solo per il già citato gas, guardate anche con la proposta di efficientamento energetico delle case che cosa non sta succedendo...) e si vorrà reggerla solo su solare ed eolico, si arriverà a non saper più dove metterli i pannelli solari e le pale eoliche e ci saranno problemi, in Italia poi già adesso ci sono i NIMBY che strepitano, figuriamoci se si dovesse pensare di raddoppiare, triplicare, quadruplicare, quintuplicare le installazioni presenti.
    Database dei record in Toscana: http://climaintoscana.altervista.org/
    Record assoluti: +43,1°C ad Antella il 06/08/2003; -26,0°C a Firenzuola l'08/01/1985.

  7. #267
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    Predefinito Re: La lunga strada verso le emissioni zero

    Citazione Originariamente Scritto da Stefano Riccio Visualizza Messaggio
    In Italia si sta spingendo fortemente su solare ed eolico con massicci incentivi (e non da poco ma da qualche lustro) tanto che ogni anno aprono decine di parchi eolici e fotovoltaici, ci sono migliaia di richieste in attesa e c'è la fila per cercare terreni, eppure la percentuale di fabbisogno energetico coperto da fonti rinnovabili non arriva al 20% quindi eolico e solare avranno una fetta ancor minore, magari ho esagerato l'iperbole (e pure quella del piano energetico che punta ad avere qualche pannello e pala qua e là nel mare di gas) ma avoglia a metterne e resta una quota bassa, anzi ad oggi oserei dire ancora marginale, e non è manco che siamo noi quelli messi peggio degli altri come solitamente accade. Pensare seriamente di reggere tutto il fabbisogno solo con quelli è follia, salvo forse nazioni che hanno spazi immensi (mi viene in mente l'Algeria dove stanno tappezzando di pannelli pezzi di deserto) e se si vuol fare una transizione seria il fabbisogno non può che crescere perché, oltre alle sempre citate macchine, c'è tanto da riconvertire ad elettrico e consuma. Giusto per fare un esempio nel mio piccolo, quando ho levato la cucina a gas e messo quella a induzione ho dovuto chiedere il raddoppio della potenza impiegata da contratto perché ogni volta che dovevo cucinare qualcosa mi toccava spegnere tutto il resto sennò sforava e il contatore tagliava automaticamente la corrente. Se ci aggiungi pure la caldaia elettrica sarà anche peggio, immaginatevi se un giorno finalmente sarà obbligatorio con milioni e milioni di riconversioni quanto consumo elettrico in più ci sarà. E ricordiamoci che solare ed eolico non sono stabili come produzioni quindi per non dover tenere la fonte fossile pronta come tappabuco serve una disponibilità di produzione ancora più elevata del fabbisogno massimo.
    Vedrete che ad un certo punto, se davvero si punterà ad una vera transizione (io però continuerò a non crederci finché non lo vedo, e non solo per il già citato gas, guardate anche con la proposta di efficientamento energetico delle case che cosa non sta succedendo...) e si vorrà reggerla solo su solare ed eolico, si arriverà a non saper più dove metterli i pannelli solari e le pale eoliche e ci saranno problemi, in Italia poi già adesso ci sono i NIMBY che strepitano, figuriamoci se si dovesse pensare di raddoppiare, triplicare, quadruplicare, quintuplicare le installazioni presenti.
    La proposta di efficientamento energetico obbligatorio è l'ennesima follia ideologica dell'Europa, insieme all'obbligo di vendita delle auto elettriche; forse questi pazzi non si rendono conto di cosa significa intervenire sul 70% delle abitazioni a spese dei proprietari. Sono follie che non si riescono a comprendere

  8. #268
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    Predefinito Re: La lunga strada verso le emissioni zero

    Citazione Originariamente Scritto da andi Visualizza Messaggio
    La proposta di efficientamento energetico obbligatorio è l'ennesima follia ideologica dell'Europa, insieme all'obbligo di vendita delle auto elettriche; forse questi pazzi non si rendono conto di cosa significa intervenire sul 70% delle abitazioni a spese dei proprietari. Sono follie che non si riescono a comprendere
    Ma se il 70% delle abitazioni sono in classe G (ovvero il peggio del peggio, e si vede abitandoci dentro) il problema è nostro che ce ne freghiamo sempre di tutto mica di chi fa le norme. Tra l'altro se fossero già efficentate sai quanto si risparmierebbe, son lavori che magari ti costano al momento ma si ripagano con il passare del tempo, un po' come mettere il pannello solare sul tetto. Chi non riesce a comprendere è perché è obnubilato dall'ideologia.
    Database dei record in Toscana: http://climaintoscana.altervista.org/
    Record assoluti: +43,1°C ad Antella il 06/08/2003; -26,0°C a Firenzuola l'08/01/1985.

  9. #269
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    Predefinito Re: La lunga strada verso le emissioni zero

    Citazione Originariamente Scritto da Stefano Riccio Visualizza Messaggio
    Ma se il 70% delle abitazioni sono in classe G (ovvero il peggio del peggio, e si vede abitandoci dentro) il problema è nostro che ce ne freghiamo sempre di tutto mica di chi fa le norme. Tra l'altro se fossero già efficentate sai quanto si risparmierebbe, son lavori che magari ti costano al momento ma si ripagano con il passare del tempo, un po' come mettere il pannello solare sul tetto. Chi non riesce a comprendere è perché è obnubilato dall'ideologia.
    Raccontalo magari al pensionato che dovrà sborsare migliaia di euro per avere un po' di risparmio dopo 20 anni (quando sarà già morto), oppure a chi deve spendere l'equivalente del valore della sua abitazione; questo diventerà una specie di esproprio del patrimonio immobiliare, cosa che ovviamente farà piacere ad un certo modo di pensiero. Sei tu obnubilato dlla'ideologia climatica!
    Poi naturalmente siamo sempre sicuri che il problema maggiore dell'umanità sia il riscaldamento globale?
    Cronaca Meteo Asia - Gelo eccezionale tra Giappone e Corea, nevicate abbondanti e temperature fino a -33degC, i video << 3B Meteo

  10. #270
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    Predefinito Re: La lunga strada verso le emissioni zero

    Citazione Originariamente Scritto da andi Visualizza Messaggio
    La proposta di efficientamento energetico obbligatorio è l'ennesima follia ideologica dell'Europa, insieme all'obbligo di vendita delle auto elettriche; forse questi pazzi non si rendono conto di cosa significa intervenire sul 70% delle abitazioni a spese dei proprietari. Sono follie che non si riescono a comprendere
    È folle chd la gente non si sia ancora fatto il fotovoltaico almeno a casa, visto che fino all’anno scorso con lo sconto in fattura era un investimento che ti ripagavi in 3/4 anni circa


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