Buongiorno, confermo anche io. Aprile ha un aspetto decisamente più invernale rispetto a novembre e dicembre.
Allego qualche foto dello scorso aprile e nei prossimi giorni se riesco posto la foto degli stessi luoghi in questo momento
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bosco di cerri e roverelle il 12 aprile
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cerri e roverelle il 23 aprile (quota 1000m circa)
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confronto a distanza di 2 settimane.
Attualmente il bosco è un mix di giallo, arancione/marrone e ampie macchie ancora verdi, i faggi oltre i 1200 sono già spogli da un po' complice soprattutto il forte vento del mese scorso.
Quest'anno comunque ho notato in generale dei colori molto più spenti del normale, è come se gli alberi fossero passati direttamente dal verde estivo ad un secco tendente al marrone...non ci sono stati i classici colori, sicuramente colpa di questo "autunno" travestito da tarda estate.
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Situazione attuale, buona giornata
qui foliage iniziato tardi ma poi è avanzato a ritmo sostenuto tanto che è già finito! finito molto prima di quanto accaduto negli ultimi anni.
direi meno colorato del solito forse perchè il cambio di marcia stagionale è stato netto tra fine ottobre e inizio novembre e così le foglie si sono poco "colorate".
negli ultimi anni si andava avanti a raccogliere foglie fino a natale o quasi...
Credi alla neve solo sotto le 48 ore!!
Qua direi che le querce hanno passato il picco da qualche giorno e iniziano a spogliarsi, alcune lo sono già da inizio Dicembre. Di verdi/con foglie più verdi che gialle ce ne sono molto poche, si contano sulle dita di una mano circa. I prati iniziano ad avere un bell’aspettò invernale, anche se qualche parte verde c’è ancora. Bei foliage anche le betulle!
"All truths are easy to understand once they're discovered. The point is to discover them." ~ Galileo Galilei
Fondatore di Centro Meteorologico Bolognese
Sito di Centro Meteorologico Bolognese: https://centrometeobolognese.com/
Sito personale: https://martinmb.wixsite.com/*******martinmb
Stazione meteo: http://www.meteosystem.com/dati/sanchierlo/index.php
Secondo me c’è una certa variabilità infraspecifica, non è detto che se due querce hanno foliage diversi nello stesso momento sono per forza di specie diverse. Questo noto dalle mie osservazioni, anche se ho recentemente scoperto che Q. Dalechampii, l’incrocio tra Roverella e Rovere, potrebbe essere più diffusa di quanto si pensi. Se così fosse sarebbe un bel casino perché qua ci sono tante querce che non riesco a capire se sono roveri o roverelle…
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Qua in Sicilia albero di albicocche (dietro l'ulivo) con la maggioranza delle foglie verdi, idem il fico che si intravede dietro.
Questo non è un nowcasting vegetale ma una breve e rozza analisi di ciò che cresce sui versanti orientali della Maiella a circa 950 m. slm.
Tre giorni fa , approfittando delle temperature miti ( 12°) e della neve relegata sopra i 1400 m. su quel versante, mi sono recato in località Piana delle Mele dove termina una strada a 950 metri nel comune di Guardiagrele in provincia di Chieti, sul versante orientale della Maielletta.
Terreni calcarei che emergono a 600 m. sulle sottostanti colline e depositi pliocenici.
Premessa:
la parte sottostante collinare appartiene alla fascia più fresca delle quercie caducifoglie che comincia nei boschi intorno ad Orsogna mentre la fascia collinare e costiera verso il mare appartiene alla zona xerofila delle quercie a foglia caduca.
Nella zona pedemontana di emersione dei calcari, se a bassa quota con esposizione a sud si osservano anche esemplari di leccio.
Recandomi appunto in detta località montana a 950 m. si attraversano pendii ricoperti da vecchi rimboschimenti della prima metà del XX sec, ove si è fatto ampio uso di pino nero austriaco. ( ma con esemplari isolati anche di abeti bianchi, rossi e pino silvestre)
Rispetto al passato, dove c'era una pineta pura, oggi con un soprassuolo ricostituito sulle rocce calcaree ,stanno tornando le latifoflie: carpino nero più in basso, faggi dai 900 .
Inoltre da alcuni esemplari di abeti bianchi e rossi, inseriti a suo tempo nel rimboschimento, stanno nascendo giovani esemplari di abeti rossi e bianchi che si avvantaggiano con la semi ombra della pineta matura, dove il pino nero non si riproduce facilmente ( preferisce le aree marginali più soleggiate.
Si nota poi un residuo di sottobosco precedente che scofina dai soleggiati pendii di una valle incassata ( viburno tino, ginepro comune, leccio).
Nelle foto, oltre ad alcuni scatti sulla pineta matura, a prevalenza di pino nero, inquadro del novellame di abeti bianchi, abeti rossi che stanno colonizzato il sottobosco.
Inoltre ho fotograto dei piccoli esemplari di leccio come pure di viburno tino, notevoli a questa quota.
Altri scatti sui ginepri spontanei.
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