Un tema per molti tabù fino a qualche tempo fa, me compreso, ma che alla luce del recente andamento del global warming e del clima in Europa dopo il 2022, mi spinge a pormi una domanda : nel caso in cui un domani il 2022 diventasse la media (aborro al solo pensiero), dovremmo star lì a subire tutto consapevoli del fallimento degli accordi sul clima, oppure utilizzare anche la geoingegneria - con tutti i suoi rischi - per prendere tempo?
Avevo letto vari articolo in merito, che ovviamente non trovo più , ma che erano molto interessanti sul tema. Se li ritrovo li posterò.
Comunque parliamone!
La mia umile stazione meteo
https://www.wunderground.com/dashboard/pws/IREGGI57
Cosa comporterebbe ciò?
Temo che in un futuro nemmeno troppo lontano saremo costretti a ricorrere alla geoingegneria, ma dovrà necessariamente essere solo per prendere tempo e continuare la decarbonizzazione, a mio parere, più che un modo per rimandare ancora e ancora, come fino ad ora è successo.
Tu mi dici, "Ti guardi? Sbagli a paragonarti"
C'ho la falla nel cervello
Qui è quando lo ammettevano candidamente. Ma quale tabù!? Chi nega è soltanto complice.
Siccita - La Puglia insemina le nuvole
L’inseminazione delle nubi agisce a livello locale, ad esempio riducendo i danni della grandine perché ne riduce le dimensioni o facilitando piogge quando è presente una copertura nuvolosa, nulla fa a cielo sereno o su vasta scala.
Quanto portare in quota milioni se non miliardi di tonnellate di prodotti chimici o aerosol, analogamente alle eruzioni vulcaniche, per combattere inquinamento o cambiamenti climatici causa CO2 è geniale, eufemisticamente.
Con cosa si porterebbero in quota?
Razzi, aerei o qualsiasi altro mezzo necessiterebbero di molto carburante se non energia, la cui produzione ed utilizzo non farebbe altro che aggravare i problemi che vorrebbero combattere.
Forse la soluzione migliore sarebbe innescare una o più eruzioni vulcaniche almeno VEI6.
Ma ci sarebbero diversi effetti collaterali, non so se ne varrebbe la pena.
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in tema, tempo fa, se non ricordo male, avevo già segnalato questo mio breve articolo che prende spunto dal libro di Elizabeth Kolbert "Sotto un cielo bianco"
Sotto un cielo bianco - Icona Clima
Immagino che anche la cattura/stoccaggio nel sottosuolo di CO2 ricada in questa categoria..leggevo qualche giorno fa che in Norvegia erano prossimi a partire con un progetto di questo tipo (credo sfruttino un giacimento di gas esaurito) e stavano cercando di "industrializzare" il processo per replicarlo su larga scala con costi accessibili.
Chiaro che se si vuole raggiungere la neutralità in termini di emissioni di CO2 prima o poi ci si debba pensare..magari i paesi avanzati la otterranno comunque entro una trentina di anni, il problema sono tutti i paesi in via di sviluppo che non credo saranno nelle condizioni di abbandonare l'uso dei fossili..e parliamo di miliardi di persone..
Che credo sarebbe la cosa migliore, perchè l'utilizzo di polveri per schermare il sole si tradurrebbe in una riduzione della radiazione solare con possibili effetti incontrollabili sulla biosfera. Alla faccia, in tal caso, dell'ambientalismo...
Il problema sarebbe scegliere siti di stoccaggio adeguati che non possano far fuoriuscire la CO2 in massa a seguito ad esempio di terremoti. Su questo non ne so abbastanza, è roba da geologi.
Un'altra soluzione, ancora più green, sarebbe implementare la fotosintesi clorofilliana non attraverso l'uso di alberi, ma di qualche specie poco ingombrante ma ad alto consumo di CO2 (come la Spirulina) che si potrebbe anche usare sulle superfici urbane.
C'è una proposta che ha oltre 10 anni, forse di più: la fertilizzazione degli oceani con il ferro per aumentare il fitoplancton.
Seminare negli oceani contro i cambiamenti climatici?
Emissioni, l’oceano come nuova frontiera per rimuovere la CO2? - Energia Oltre
Ma ci sono effetti collaterali non banali che su oggiscienza sono meglio esposti.
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