Puo', una stazione Davis competere in termini di prestazioni, affidabilita' e durata con prodotti professionali?
Il buon Jan Barani, l'ideatore dello schermo solare Meteoshield Pro, ancora oggi ritenuto uno dei migliori schermi passivi professionali sul mercato, ebbe a dire che la Davis vp2 avrebbe tutte le carte in regola per competere con prodotti professionali di ben diverso lignaggio e fascia di costi.
Secondo l'Australian Bureau of Meterology, che, su commissione del WMO si e' preso la briga di effettuare una ricerca in tal senso, sembrerebbe proprio sia vero.
Ovviamente vanno fatti alcuni distinguo, tale studio si e' concentrato nel confrontare le Davis a stazioni professionali AIO, cioe' all in one, stazioni che incorporano, nello stesso strumento, tuitti i sensori di rilevamento.
Questa scelta costruttiva presenta, da un lato, indubbi vantaggi in termini di facilita' di installazione ma paga lo scotto di non poter garantire una corretta messa a norma di tutti sensori.
Perlomeno da questo lato, la vp2 puo' certamente sfruttare il vantaggio di poter separare l'anemometro, anello debole nelle soluzioni AIO, e posizionarlo correttamente come le norme prevedono, d'altro canto, perlomeno allo stato attuale, la mancanza di una trasmissione dati cablata, unita alla mancanza di un protocollo universale nell'utilizzo dei sensori termoigrometrici, gioca a sfavore di Davis in possibili applicazioni puramente professionali.
Andando ad analizzare le pure prestazioni in termini di accuratezza e precisione, certamente la vp2 non sfigura neanche di fronte a nomi storici e blasonati, quali Vaisala, Campbell, Climatronics, Lufft e compagnia, e stiamo parlando di stazioni meteorologiche con costi a volte di circa 10 volte quelli di una vp2 plus in configurazione completa
Andando ad analizzare l'immagine relativa alle varie performances relative a prestazioni, drift, qualita' costruttive, necessita' di manutenzione e costanza delle prestazioni nel tempo, certamente la vp2, nonostante il costo decisamente inferiore ai concorrenti, si difende egregiamente
Schermata del 2019-07-23 18.20.04.jpeg
Anche analizzando le prestazioni pure, relative al paramentro principale, ossia il rilevamento della temperatura dell'aria, la vp2, in questo caso stiamo parlando della versione a ventilazione attiva, strappa un risultato certamente apprezzabile nei confronti della concorrenza, facciamo attenzione al dato relativo alla Vue, secondo il mio parere anche troppo benevolo
Schermata del 2019-07-23 18.18.25.jpeg
Questo studio, che ovviamente e' disponibile a chi ne faccia richiesta, sembrerebbe confermare le ottime doti della vp2 ma mette in luce i limiti di una stazione come la vue, stazione peraltro ottima, ma che richiede un'installazione accurata che le possa garantire una ventilazione costante al fine di mantenere prestazioni accettabili.
Nello studio non e' stata presa in considerazione la vp2 in versione passiva che potremmo, ragionevolmente, porre in una via di mezzo tra la vue e la vp2 in versione ventilata
Buona serata
Mauro
Ultima modifica di capriccio; 23/07/2019 alle 20:38
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Mi permetto di allegare il link!
https://www.wmo.int/pages/prog/www/I...CAWS%20Aio.pdf
"La natura ride davanti alle difficolta' di integrazione" (Pierre Simon Laplace)
http://www.wunderground.com/weathers...?ID=IEMILIAR42
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bellissimo studio, confermo la grande qualità della davis ventilata H24 ,un altro mondo rispetto a tutti gli altri schermi davis ( li ho provati tutti), io non reputo la vue una stazione all'altezza del buon nome davis ( anche lo schermo 8 piatti davis 7714 non è un buon prodotto ), molto meglio il blocco 5 piatti con il pluvio sopra... che facendo ombra consente una temp più vicina alla realtà.
il mio parere solo con prove sul campo e' il seguente :
uno schermo semi professionale come il davis e' sicuramente molto performante se ventilato , il mo schermo non ventilato e poi ventilato ha dato risultati pazzeschi, sole pieno e circa 2 gradi di scostamento con ventola attiva e spenta, non parlo dello schermo h24 quello con il tubo per capirci ma schermo day time quindi passivo efficiente , ma la ventola fa sempre la differenza, ulteriore nota a margine e' la reattivita' in caso di calma di vento nel registrare le variazioni di temperatura, senza ventola ci mette molto di piu che ventilato , con ventola accesa si ha praticamente in modo istantaneo la rilevazione termica aggiornata, senza ventola lo schermo un po trattiene l'aria che quindi cambia il suo potenziale termico con minore reattivita' e in caso di minime fugaci o di breve durata si rischia di perdere la rilevazione ....
almeno questo è il mio pensiero da profano, un saluto !
Grazie Morriz e Niccolò per gli interventi, rispondo ad entrambi, mi trovo a grandi linee daccordo su tutto, vanno fatte alcune precisazioni.
Negli anni passati ho avuto modo di testare tutte le schermature davis, paragonate dapprima tra loro, poi con i Meteoshield di Barani, l'Apogee ventilato professionale etc, comprendendo anche la vue, addirittura mi presi la briga di installare un 5 piatti identico a quello della vp2 ma scorporato dall'Iss, i risultati furono deludenti, come correttamente dice Morriz la base pluvio superiore e, aggiungo, l'ombreggiatura creata nelle ore centrali dal box trasmettitore, consentono alla vp2 5 piatti standard di difendersi adeguatamente, pur ovviamente in un contesto mediamente ben ventilato.
Del lotto, il 5 piatti senza iss fu il peggiore, seguito subito a ruota dalla vue, bene il 7714 che, personalmente reputo un buon schermo passivo, soprattutto se rapportato al costo tutto sommato accessibile, le sue prestazioni si allineavano a quelle della vp2 5 piatti passiva.
Ovviamente ho testato il ventilato h24 e, devo ammettere che, in condizioni di radiazione solare intensa e ventilazione naturale molto debole/assente, le differenze sono rilevanti, stessa cosa ovviamente è accaduta con l'apogee professionale, anzi ancor di più.
Per la ventilazione forzata valgono però i concetti che ho già avuto modo di esprimere, il davis h24 è un ventilato con sensore intubato, questo gli consente grandi prestazioni ma solo se tutto funziona correttamente, in caso di problemi e fermo della ventola, è un pezzo di plastica che fornisce dati di utilità nulla, molto meglio da questo punto di vista il daytime che ha la ventola in funzione quando serve e, in caso di arresto, mantiene prestazioni paragonabili al passivo.
La ventilazione attiva innesca, oltre ai problemi di affidabilità, il rischio che, in determinate condizioni, i rilevamenti possano non essere aderenti alla realtà, questo può accadere in condizioni di nebbia, umidità molto elevata e durante le precipitazioni, in questi casi si possono avere sottostime importanti.
Questo problema affligge sopratutto i prodotti cosidetti "semiprofessionali" come il caso del davis, nel settore professionale la ventilazione dello schermo è gestibile in base alla varie condizioni e i datalogger utilizzati in quegli ambiti consentono di gestire la rotazione della ventola in base a radiazione solare, ventilazione naturale, umidità, presenza di precipitazioni, orario etc proprio al fine di ridurre il rischio di sottostime.
Riguardo la reattività, nulla da dire, indubbiamente la ventilazione attiva riduce la costante di tempo dello schermo e su questo non si discute, in una visione più ampia va poi considerata la costante di tempo del sensore utilizzato, il tipo di installazione e la ventilazione naturale presente, ma mi fermerei qui
Mauro
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capriccio ho sempre seguito i tuoi test con grande attenzione , hai perfettamente ragione sulla questione della ventola H 24 , se si ferma ... addio dati, una cosa vorrei aggiungere, in questi anni ho notato quanto è importante la sede dell'installazione, sopratutto in città vedo sui tetti moltissime installazioni pessime, nel senso che non basta mettere la stazione a 2 metri dalla superficie del tetto, ma bisogna capire che non ci devono essere ostacoli verticali nelle vicinanze (torri ,altri palazzi più alti ) che impediscano la corretta circolazione dell' aria, pertanto anche le stesse stazioni (davis) soprattutto nel centro delle città danno valori più alti, perchè semplicemente sono coperte da un lato e non ricevono la ventilazione naturale, dico questo perchè magari stiamo attenti al sensore ,allo schermo e poi piazziamo la stazione su un tetto con un palazzo più alto vicino ( con effetti che falsano la temperatura ,il vento e il pluvio).
Grazie Morriz per l'intervento,
in merito alle stazioni urbane il discorso è piuttosto ampio, diciamo che uno degli scopi principali di una rete meteorologica, più o meno vasta, è quello di "fotografare" una situazione climatica che, se su grande scala, deve prevedere il monitoraggio di situazioni climatiche differenti, che vanno dalla stazione rurale a quella montana e a quella inserita in un contesto prettamente cittadino.
Giocoforza, la stazione urbana, dedicata all'analisi del clima dell'area di una città, soffrirà in primis di un'evidente isola di calore, secondo aspetto sarà la difficoltà oggettiva di poter avere un'installazione che rispetti appieno le norme, sono però dei compromessi ai quali è necessario sottostare, a meno che si voglia rinunciare a capire le variazioni climatiche in ambiti urbani, cosa che nessuno, soprattutto oggi, rischierebbe
Le regole stabilite per queste stazioni prevedono una distanza minima dal substrato, spesso un tetto, un piano in cemento, un terrazzo sommitale, tale distanza deve cercare di limitare al massimo influenze da irraggiamento, soprattutto nel periodo estivo, e permettere un rilevamento della temperatura quantomeno prossimo alla realtà, come potrai notare non tutte le stazioni urbane della nostra rete hanno tutti i parametri a norma, e proprio per questo motivo, se mettiamo una vp2 ventilata a 2 mt dal tetto e magari a 5 mt abbiamo un palazzo più alto, è ovvio che i dati relativi al vento non potranno essere rappresentativi del luogo, e così via
Mauro
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Test molto interessante in particolare quello della temperatura mostra molto bene la differenza tra il professionale e il non professionale,peccato non abbiano comparato anche una vp2 passiva.
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