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  1. #41
    Brezza leggera
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    Predefinito Re: Palpebra ombreggiante per schermi passivi Davis (e non).

    Intervengo solo per la parte concettuale del discorso, tralasciando l’aspetto tecnico per il quale non entro nel merito ormai da tempo su tutti i 3D.

    Provo a fare un esempio, forse di più immediata comprensione.
    Supponiamo di disporre di uno schermo Davis, addirittura ventilato 24H, e nell’operatività ci accorgiamo che “ombreggiando” (che brutto termine!) lo schermo rileviamo temperature più basse. La risposta è una sola: quello schermo, vuoi anche per la collocazione (evitiamo per ora il discorso del posizionamento), non lavora bene. Stesso discorso vale se al posto di un Davis c’è uno schermo autocostruito, oppure un passivo e così via…
    La schermatura del sensore immaginato nell’esempio è, di fatto, rappresentata dallo schermo + l’ombreggiatura. Questa nuova schermatura NON rappresenta una norma (salvo eventuali “protesi” che andrebbero costruite ad hoc, poi testate ed infine omologate).
    Questo per dire che è vero che possiamo raggiungere ottimi risultati con gli accorgimenti più disparati ( si è parlato dai contenitori alimentari di alluminio fino allo scherzoso esempio dello scaldabagno) ma il tutto rimarrebbe confinato ad una situazione locale che quasi certamente non potrebbe essere riprodotta in un altro ambiente.
    Qualcuno potrà dire di prefiggersi di raggiungere solo il risultato finale. Tale affermazione può essere accettata solo in parte; non bisogna mai dimenticare che le norme esistono, in tutte le attività, per uniformare un comportamento confrontabile. Se la ricerca del risultato finale implica il mancato rispetto delle norme, o una metodologia disconosciuta, le proprie misurazione hanno valore solo per se stessi.

    Mi piacerebbe che Marco (Conte), un po’ per il ruolo ma soprattutto per le competenze che possiede, dedicasse ogni tanto qualche suo prezioso consiglio all’aspetto “educativo” necessario a distinguere le differenze tra il tecnicismo e il metodo scientifico.

    Ciao, Alessandro.



    P.S. Qualcuno chiedeva se esistono schermi solari di altri costruttori. Certamente sì, in alcuni casi (purtroppo) in abbinamento con il sensore, che può essere smontato. Ho rintracciato il link di uno che ricordo a memoria e che colpisce per la perfetta somiglianza con uno schermo autocostruito:

    http://www.simstrumenti.com/docs/WE710_IT.pdf




  2. #42
    Tempesta violenta L'avatar di falcon!!!
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    Predefinito Re: Palpebra ombreggiante per schermi passivi Davis (e non).

    Ma allora vuoi dire che un aggeggio del genere non è a norma?? Insomma vi prego di essere chiari
    A me quello interessa: che sia a norma. Se è a norma lo faccio volentieri perche mi pare una buona pensata per risolvere i problemi di sovrastima dei passivi, se non è a norma allora non ci penso neanche
    [

  3. #43
    Burrasca forte L'avatar di Andrea Manzo
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    Predefinito Re: Palpebra ombreggiante per schermi passivi Davis (e non).

    Citazione Originariamente Scritto da Smad Visualizza Messaggio
    Intervengo solo per la parte concettuale del discorso, tralasciando l’aspetto tecnico per il quale non entro nel merito ormai da tempo su tutti i 3D.

    Provo a fare un esempio, forse di più immediata comprensione.
    Supponiamo di disporre di uno schermo Davis, addirittura ventilato 24H, e nell’operatività ci accorgiamo che “ombreggiando” (che brutto termine!) lo schermo rileviamo temperature più basse. La risposta è una sola: quello schermo, vuoi anche per la collocazione (evitiamo per ora il discorso del posizionamento), non lavora bene. Stesso discorso vale se al posto di un Davis c’è uno schermo autocostruito, oppure un passivo e così via…
    La schermatura del sensore immaginato nell’esempio è, di fatto, rappresentata dallo schermo + l’ombreggiatura. Questa nuova schermatura NON rappresenta una norma (salvo eventuali “protesi” che andrebbero costruite ad hoc, poi testate ed infine omologate).
    Questo per dire che è vero che possiamo raggiungere ottimi risultati con gli accorgimenti più disparati ( si è parlato dai contenitori alimentari di alluminio fino allo scherzoso esempio dello scaldabagno) ma il tutto rimarrebbe confinato ad una situazione locale che quasi certamente non potrebbe essere riprodotta in un altro ambiente.
    Qualcuno potrà dire di prefiggersi di raggiungere solo il risultato finale. Tale affermazione può essere accettata solo in parte; non bisogna mai dimenticare che le norme esistono, in tutte le attività, per uniformare un comportamento confrontabile. Se la ricerca del risultato finale implica il mancato rispetto delle norme, o una metodologia disconosciuta, le proprie misurazione hanno valore solo per se stessi.

    Mi piacerebbe che Marco (Conte), un po’ per il ruolo ma soprattutto per le competenze che possiede, dedicasse ogni tanto qualche suo prezioso consiglio all’aspetto “educativo” necessario a distinguere le differenze tra il tecnicismo e il metodo scientifico.

    Ciao, Alessandro.



    P.S. Qualcuno chiedeva se esistono schermi solari di altri costruttori. Certamente sì, in alcuni casi (purtroppo) in abbinamento con il sensore, che può essere smontato. Ho rintracciato il link di uno che ricordo a memoria e che colpisce per la perfetta somiglianza con uno schermo autocostruito:

    http://www.simstrumenti.com/docs/WE710_IT.pdf
    il problema è quello che in italia questo uniformamento non è rispettato da nessun ente o associazione, nonostante sia un aspetto fondamentale


  4. #44
    Uragano L'avatar di Conte
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    Predefinito Re: Palpebra ombreggiante per schermi passivi Davis (e non).

    Citazione Originariamente Scritto da Smad Visualizza Messaggio
    Intervengo solo per la parte concettuale del discorso, tralasciando l’aspetto tecnico per il quale non entro nel merito ormai da tempo su tutti i 3D.

    Provo a fare un esempio, forse di più immediata comprensione.
    Supponiamo di disporre di uno schermo Davis, addirittura ventilato 24H, e nell’operatività ci accorgiamo che “ombreggiando” (che brutto termine!) lo schermo rileviamo temperature più basse. La risposta è una sola: quello schermo, vuoi anche per la collocazione (evitiamo per ora il discorso del posizionamento), non lavora bene. Stesso discorso vale se al posto di un Davis c’è uno schermo autocostruito, oppure un passivo e così via…
    La schermatura del sensore immaginato nell’esempio è, di fatto, rappresentata dallo schermo + l’ombreggiatura. Questa nuova schermatura NON rappresenta una norma (salvo eventuali “protesi” che andrebbero costruite ad hoc, poi testate ed infine omologate).
    Questo per dire che è vero che possiamo raggiungere ottimi risultati con gli accorgimenti più disparati ( si è parlato dai contenitori alimentari di alluminio fino allo scherzoso esempio dello scaldabagno) ma il tutto rimarrebbe confinato ad una situazione locale che quasi certamente non potrebbe essere riprodotta in un altro ambiente.
    Qualcuno potrà dire di prefiggersi di raggiungere solo il risultato finale. Tale affermazione può essere accettata solo in parte; non bisogna mai dimenticare che le norme esistono, in tutte le attività, per uniformare un comportamento confrontabile. Se la ricerca del risultato finale implica il mancato rispetto delle norme, o una metodologia disconosciuta, le proprie misurazione hanno valore solo per se stessi.

    Mi piacerebbe che Marco (Conte), un po’ per il ruolo ma soprattutto per le competenze che possiede, dedicasse ogni tanto qualche suo prezioso consiglio all’aspetto “educativo” necessario a distinguere le differenze tra il tecnicismo e il metodo scientifico.

    Ciao, Alessandro.



    P.S. Qualcuno chiedeva se esistono schermi solari di altri costruttori. Certamente sì, in alcuni casi (purtroppo) in abbinamento con il sensore, che può essere smontato. Ho rintracciato il link di uno che ricordo a memoria e che colpisce per la perfetta somiglianza con uno schermo autocostruito:

    http://www.simstrumenti.com/docs/WE710_IT.pdf
    Ok. Passiamo ora agli aspetti pratici perchè alla fine i forumisti chiedono consigli praticabili e tirerò in ballo il Davis per i motivi già esposti.

    1) Il passivo Davis è normato o no?
    2) L'autoventilato Davis è normato o no?
    3) Se sono normati entrambi perchè dovrebbero andarmi bene indistintamente pur vedendo che l'autoventilato segna temp. massime inferiori con forte soleggiamento (minime superiori con cielo stellato)?
    4) E' preferibile avere un dato più veritiero ma meno confrontabile con altri perchè usano schermi meno performanti o è meglio avere tutti dati un pò sballatini ma che provengono dalla stessa strumentazione?
    5) Nel caso ci fosse la possibilità di testare (entro nello specifico) il comportamento del proprio passivo Davis o autocostruito con uno ufficiale a poca distanza scoprendo che con la palpebra (o altro artifcio) i dati sono più allineati di prima, bisogna ignorare il miglioramento e mantenere il vecchio status?

    E' aperto il dibattito.
    Ultima modifica di Conte; 20/11/2007 alle 15:49
    Davis Vantage Pro2 wireless. LaCrosse WS 2300 cablata con schermo artigianale autoventilabile.
    "L'uomo non ha avuto il mondo in regalo dai suoi genitori, lo ha avuto in prestito dai propri figli"


  5. #45
    Uragano L'avatar di Conte
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    Predefinito Re: Palpebra ombreggiante per schermi passivi Davis (e non).

    Citazione Originariamente Scritto da Smad Visualizza Messaggio
    ...........Questo per dire che è vero che possiamo raggiungere ottimi risultati con gli accorgimenti più disparati ( si è parlato dai contenitori alimentari di alluminio fino allo scherzoso esempio dello scaldabagno) ma il tutto rimarrebbe confinato ad una situazione locale che quasi certamente non potrebbe essere riprodotta in un altro ambiente............





    P.S. Qualcuno chiedeva se esistono schermi solari di altri costruttori. Certamente sì, in alcuni casi (purtroppo) in abbinamento con il sensore, che può essere smontato. Ho rintracciato il link di uno che ricordo a memoria e che colpisce per la perfetta somiglianza con uno schermo autocostruito:

    http://www.simstrumenti.com/docs/WE710_IT.pdf
    Non credo. Mettere una palpebra (entro sempre nello specifico) ombreggiante è un artificio che è indipendente dall'ambiente circostante a meno che lo schermo non sia stato messo sottoterra o appiccicato ad un muro nero o a specchio dal lato scoperto.
    Se lo schermo si trova in un luogo piuttosto a norma l'escamotage funziona per chiunque.
    Sbaglio?

    Ho visto il pdf e penso che cmq quel passivo è studiato con quel sensore. Adottandolo per un sensore diverso forse potrebbe non dare il meglio di se. Quando si ha a che fare con un passivo cmq è necessario che sia ben studiato con uno standard di comprovata efficacia altrimenti resterebbero sempre dei dubbi sulla propria realizzazione. Invece, il bello degli autoventilati realizzati con un minimo di criterio è che l'aerazione forzata ci tutela ampiamente dall'aver realizzato una schermatura non proprio al top in quanto a materiali, vernici e morfologia costruttiva. Credo che sia chiaro a tutti che sia così. Inutile insistere che tale schermo non l'ha realizzato la NASA e che quindi potrebbe andar male anche perchè un'eventuale sovrastima di 0,1-0,2 °C rispetto ad uno standard risulterebbe magari ridicolo rispetto agli effetti di un posizionamento errato o forzato dai compromessi (parlo di meteoppassionati).
    Certo, avere un sistema di confronto standard taglia la testa al toro su eventuali dubbi ma io questi li riserverei ad uno schermo passivo, artigianale e non.
    Ultima modifica di Conte; 20/11/2007 alle 16:03
    Davis Vantage Pro2 wireless. LaCrosse WS 2300 cablata con schermo artigianale autoventilabile.
    "L'uomo non ha avuto il mondo in regalo dai suoi genitori, lo ha avuto in prestito dai propri figli"


  6. #46
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    Predefinito Re: Palpebra ombreggiante per schermi passivi Davis (e non).

    aggiungo alla discussione solo un link che la davis mette a disposizione in cui fa vedere proprio una comparazione tra i suoi prodotti ventilati e non contro la concorrenza in condizioni di poco vento e forte sole ( condizioni in cui il davis passifo fa un po schifo ) . forse usando una palpebra come dice conte questo gap sarebbe stato minore .

    http://www.davisnet.com/news/VP2vsCompData.pdf
    Ho dovuto cambiare la macchina e la ragazza : una succhiava troppo e una troppo poco e aggiungo ..
    Stazione Meteo Urbana Udine Sud . Lacrosse 2300 in schermo ventilato 24h autocostruito http://ramandolo.homeunix.net/

  7. #47
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    Predefinito Re: Palpebra ombreggiante per schermi passivi Davis (e non).

    Penso che la pagina che volevi linkare sia questa

    http://www.davisnet.com/news/ars_vs_c.pdf
    [

  8. #48
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    Predefinito Re: Palpebra ombreggiante per schermi passivi Davis (e non).

    ops si scusa sbagliato link
    Ho dovuto cambiare la macchina e la ragazza : una succhiava troppo e una troppo poco e aggiungo ..
    Stazione Meteo Urbana Udine Sud . Lacrosse 2300 in schermo ventilato 24h autocostruito http://ramandolo.homeunix.net/

  9. #49
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    Predefinito Re: Palpebra ombreggiante per schermi passivi Davis (e non).

    Conte che materiale consigli di usare per la palpebra? Ho letto che hai consigliato a thor di usare lamierini d'alluminio, ma in pratica come sono fatti? misura a piacere sottili qualche mm e flessibili?
    Altri materiali che consiglieresti? Legno magari è meglio evitarlo vero?
    [

  10. #50
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    Predefinito Re: Palpebra ombreggiante per schermi passivi Davis (e non).

    Sono emerse delle considerazioni interessanti.
    Farei subito una importante distinzione: le norme esistenti ci informano di schermare il sensore ma non entrano nel merito della fattura della schermatura, ovvero non esiste nessuna norma al riguardo. Al più, vengono suggeriti dei metodi collaudati come la capannina o lo schermo solare.
    Questo è un punto fermo importante perché, per tornare all’esempio degli schermi Davis, nessuno può dire che sono a norma e il semplice fatto che esistono in differenti modelli (leggi prestazioni) costituiscono, di per sé, una contraddizione.
    Del resto il ragionamento di Conte, per altro corretto, poggia proprio su questo paradosso: se ho uno schermo passivo Davis ed un Davis ventilato che producono risultati differenti (migliori quelli del ventilato) quale scelgo? Sento già la risposta in coro….
    Aggiungo. Se sono riuscito a costruire uno schermo autoventilato che fornisce risultati ancora migliori rispetto ai Davis, quale scelgo?
    Estendendo il concetto si potrebbe continuare all’infinito….ma ecco emergere di nuovo il problema di questa discussione. Se ognuno di noi trova una propria “situazione” ritenuta idonea come schermatura potremmo ritrovarci veramente con delle stazioni dotate di fogli di alluminio, di ombrelli da spiaggia o di scaldabagni forati…. I dati provenienti da queste stazioni non potrebbero essere processati correttamente. Per rispondere a Conte, è preferibile avere un dato meno veritiero ma confrontabile; si acquisirebbe il vantaggio, in fase di elaborazione, di poter studiare l’errore presunto dei dati e ricostruire un andamento realistico dei risultati.
    In quest’ottica anche la costruzione di una palpebra introdurrebbe una differenziazione strumentale tra stazione e stazione; basti pensare che ognuno potrebbe realizzarla con materiali o forme differenti oppure, ammesso che ci siano delle linee guida costruttive, non è detto che si riesca ad ottenere un omogeneo ed uniforme apporto migliorativo per tutte le stazioni.

    In ultimo, per non tralasciare il citato aspetto pratico, suggerirei di modificare gli schermi passivi in ventilati; questa, a mio avviso, è l’unica, vera, modifica fattibile.

    Ciao, Alessandro.

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