Filippo Casciani previsore di Meteodue.it/
Un complesso calcolo di correlazione statistica, sarebbe possibile anche con il profilo verticale dell'AO index o con il North Annular Mode, ma il tempo latita. In compenso, didatticamente, lascio l'andamento dell'inverno 2002-2003, dal quale si possono ricavare delle minime analogie di situazione:
L'anomalia gpt alla quota isobarica di 10 hPa tra il 1° e il 15 novembre 2002
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E quella avutasi nella prima metà del mese in corso
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Andamenti molto diversi a livello di AO al suolo, ovvio e anche in strato il NAM non toccò alcuna soglia: non ci aspettiamo che vada a finire come nel 2002, ma solo una considerazione didattica di similitudine stratosferica.
Ultima modifica di Massimo73; 18/11/2012 alle 08:58
Alessandro, io certamente ti ho detto che e' possibile un warming stratosferico da dopo la meta di dicembre e + possibilmente verso la fine, in linea + o meno con gli accadimeni di 1968 e 2003 (sfalzati tra loro di 30gg).
Si, e' probabile, il forte raffreddamento avutosi in queste fasi ne sta accellerando la possibilita' ..... aspettiamo a vedere che succede xche' la QBO- non sempre consente un buon coupling, ma la AO negativa x dicembre la darei all'80 - 90% e gli attriti potranno sentirsi in modo profondo.
se parlano di questo stratwarming siamo davvero sul filo del ridicolo
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Ma leggete bene quello che uno scrive oppure no?
Il col. Giuliacci parla di stratwarmig ALLA QUOTA DI 100 HPA.......e qui, direi che cascherebbe l'asino perchè 100 hpa di "propriamente stratosferico" hanno ben poco: siamo ai confini fra troposfera e stratosfera ma direi che la quota di 100 hpa è molto più assimilabile alla troposfera che non alla strato......e mi riferisco anche a foiano: inutile vedere le dinamiche a 100 hpa quando si parla di stratosfera perchè a quella quota siamo al limite delle correnti a getto, appena più in alto di queste e lì di "stratosferico" c'è ben poco laddove nella vera stratosfera, ovvero dai 50 hpa in sù, contano esclusivamente i processi fotochimisci, l'ozono e il raffreddamento radiativo.
Scusate scusate, il col. Giuliacci parla di stratosfera senza specificare quote:
"Dall’altra, il contemporaneo surriscaldamento della stratosfera tra i 120 e 240 gradi di latitudine est, ovvero a di sopra delle Aleutine e del Canada, circostanza che costringerebbe il vortice polare a fuoriuscire dalla sua sede e a “splittare” verso il continente europeo (vedi seconda immagine)."
Resta il fatto che la quota 100 hpa di strato ha e "sa" ben poco e non credo che sia un parametro di riferimento per parlare e comprendere dinamiche strato che considero tali solo dai 50 hpa in su.
Ne butto lì un'altra e un altro motivo per cui la dinamica di risposta S-T, in questo specifico caso mi lascia più di una perplessità.
Partiamo dal presupposto che di run i quali abbiano visto in troposfera un vortice polare tutt'altro che very strong, se ne sono visti già diversi anche nel long range quindi sotto presumibile effetto dell'ESE cold.
Ne prendo un altro a caso ove analizzo la dinamica presupposta dal modello su tutta la colonna tropo/strato:
prendo la relativa quota a 10 hpa:
anche in una prospettiva nel medio lungo:
strato stessa emissione:
Credo quindi ci sia ancora molto da osservare, partendo dal presupposto che il disaccoppiamento, per ora, mi pare pressochè palese
Matteo
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