Originariamente Scritto da
mat69
A mio parere non ci sono ancora elementi sufficienti per potersi sbilanciare sull'esito della dinamica ormai inquadrata a 7/8 giorni dai principali modelli.
Si tratta fondamentalmente di un intenso affondo polare con contributo artico operato dallo stesso vortice polare (o parte di esso) in situazione di evidente delocalizzazione rispetto al polo.
In questi casi il vortice assume connotati baroclini, almeno nella prima fase, in quanto vengono prodotti forti movimenti verticali dovuti alla turbolenza provocata dalla repentina discesa di aria fredda al di sopra di superfici inizialmente più calde.
Non meravigli quindi il fatto che gli stessi modelli mostrino un'evoluzione lenta da parte della depressione artica.
Il graduale successivo aumento della pressione al suolo è il risultato di queste dinamiche verticali una volta esperito il tentativo di generare una sostanziale quasi omotermia termica tra il suolo e la basse quote della tropo (fino a 850 hpa) fino alla creazione di un possibile strato di inversione (
hp termico o ibrido).
Nel mentre si producono queste azioni, il quibus sta sempre là
ovvero nei meridiani groenlandesi per capire se vi siano effettivamente le potenziali spinte dinamiche necessarie a creare un muro separatorio tra il grosso del vpt dislocato in area eurasiatica e ciò che ne resta in troposfera nel settore canadese.
Non faccio fatica a far riferimento a quanto detto all'inizio circa il fatto che la liberazione delle masse artiche in stratosfera sarebbe stato compito egregiamente assolvibile dalla sola wave 1 mentre per la troposfera sarebbe occorso un contributo fattivo di risposta da parte del flusso di calore atlantico stante anche le non trascurabili opposizioni da parte delle
SSTA le quali con particolare facilità producono, laddove di segno +, vorticità che inibiscono il collasso della struttura ( e contestuale incremento del forcing dinamico).
Per me siamo ancora in stato di .... attesa e che sia dolce o amara lo vedremo entro un paio di giorni.
Riaprendo la prospettiva in campo euratlantico, è evidente l'impatto di ciò sulle vicende europee in quanto mentre da una parte un muro di separazione tra le masse polari attraverso una forte ondulazione o addirittura un blocco è prodromico ad una risposta con connotati fortemente invernali artico- continentali (o pienamente artici), dall'altra il riaccorpamento delle masse polari rischierebbe di ridurre la dinamica in esame ad un burrascoso episodio invernale sul nord Europa.
In questa seconda malaugurata ipotesi le conseguenze per l'Europa centrale e il Mediterraneo potrebbero essere limitate ad una saccatura artica con tendenziale e-shift della struttura e ad un nuovo forte raffreddamento dell'area balcanica.
Si riprenderebbe con la consueta "tenzone" tra un settore europeo fortemente raffreddato e un rinvigorito vortice polare...
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