Impressionante lo shift verso una NAO+ invernale, che abbiamo avuto nell'anno 2011
Pensa che invece nel 2010 si riteneva che l'ammanco di ghiacci artici portasse ad un VP disturbato e a una NAO, vi ricordate? Ragazzi, che cantonata
Del resto, intuitivamente era più probabile che andasse così più i ghiacci artici si fondono, più i serbatoi freddi diminuiscono in portata e più restano confinati ad alte latitudini, più l'autunno e la primavera "invadono" l'inverno. Inverno che torna in modo episodico, ma sempre discontinuo e occasionale
Lo studio citato dall'ottimo Elz mi pare chiaro.
i "salti" invernali della NAO e quindi anche AO sono ascrivibili ad una variabilità interna.
interessante invece il fatto che i ghiacci in area Labrador ed attigui influenzino la NAO estiva.
Evidentemente non c'è nessuna correlazione provata tra ammanco dei ghaicci artici e AO-NAO.
A penarci bene negli 7-8 anni abbiamo avuto record di AO-NAO di segno opposto che avvalorano questa tesi
Ha molto piu senso imho rifarsi per quanto attiene la NAO invernale a correlazioni di altro tipo sulle quali ci sono gia'state alcune verifiche.
Mi riferisco al diretto rapporto con l'elettromagnetisno solare che interviene con i propri massimi nella fase già di declino del ciclo solare.
Se così fosse ci sarebbe da attendersi uno start invernale con NAO saldamente positiva benché temperata da fattori che ne possono influenzare la continuità.
Un po' diverso il discorso relativo alla SNAO ( NAO estiva) onde per la minor intensità della corrente a getto polare possono operare maggiormente fattori essenzialmente effetto della circolazione atmosferica come elementi forzanti quali le SSTA.
Matteo
La differenza è nel fatto che le anomalie invernali, incluse alcune occasionali tipo 2009-10 e 2014-15 sono all'interno del range di variabilità interannuale, su così brevi periodi il segnale è dominato dalla variabilità interna e può cambiare da un anno all'altro come appunto accaduto in questo caso.
http://webext.cgd.ucar.edu/Multi-Cas...series.djf.png
In estate al contrario l'anomalia era già molto marcata al 2012 e da allora abbiamo avuto altri 2 anni molto anomali e 1 che non lo è stato, questo suggerisce che è presente una (o più probabilmente più di una) causa sistematica all'origine di questa anomalia, non vuole comunque dire che deve proseguire in eterno poichè lo stato di fondo cambia di continuo:
http://webext.cgd.ucar.edu/Multi-Cas...series.jja.png
Da notare che questa anomalia è stata in parte associata alla perdita di ghiacci in una specifica regione e poi a sua volta favorisce un pattern(dipolo artico) che è concausa della perdita di ghiaccio nell'interno dell'oceano artico oltre che delle piovose estati inglesi e di quelle calde del sud-est europa.
CVspG2pvqh.png
Ultima modifica di elz; 09/10/2015 alle 06:21
In effetti Matteo abbiamo un'inossidabile tendenza a dimenticare. Ma tant'è l'AP Index è passato di moda. Insomma guardando il tutto da amatore si rafforza in me l'odea che andrebbe guardato compreso e "pesato" il tutto per avere un quadro di massima accettabile. Questo non per togliere valore ai singoli studi, anzi, ma la necessità di un discorso più ampio si fa sempre più necessaria. Esistono tavoli di lavoro che implementano i vari studi? Ovviamente a livello ufficiale
come suggerito da Andrea , riporto qui dall' altra Discussione
mi riallaccio al discorso che si faceva riguardo alla anomalia dei ghiacci artici ed eventuale correlazione con shift climatico e vi lascio le conclusioni di uno studio recentissimo ( Stevens et al. , 10-2015 ) su un interrogativo riguardo alla correlazione " inverni freddi in Europa e anomalie positive nell' Artico più anomalie negative dei ghiacci :
(tradotto da Translate, ho fatto qualche correzione ... per renderlo leggibile alle persone .... )
", Esploriamo l'impatto della perdita di ghiaccio Artico e il correlato riscaldamento alle alte Latitudini delle SST sul clima invernale alle medie latitudini dell' Emisfero Nord.....
Il nostro modello mostra che non c'è influenza tra la perdita di ghiaccio nell' Artico ed aumento alle alte latitudini delle SST con la circolazione atmosferica a larga scala nel NH, rispetto ad indici come AO, PNA, e la frequenza di Blocking eurasiatico Invernale degli ultimi decenni. L'aumento osservato, negli inverni 1998-2012,
dei Blocking sembra invece essere una manifestazione di variabilità atmosferica interna .
. Le nostre simulazioni non supportano che la perdita di ghiaccio marino artico insieme con l'aumento SST alle alte latitudini possa portare ad una tendenza di un sistematico raffreddamento nel clima invernale Eurasiatico, ma la riduzione osservata nel ghiaccio marino artico associato al riscaldamento alle alte latitudini
potrebbe contribuire alla variabilità del clima invernale eurasiatico e quindi aumenta la probabilità che l' inverno in Eurasia prosegua il trend verso il freddo estremo "
Appena riesco, posto qualche Mappa / tabella illustrativa
Per quanto riguarda i dati postati da elz, oltre che interessanti, mi fanno ricordare l' Anomalia nel JS Pacifico , con conseguenti ripercussioni primarie sul clima Nord Americano, iniziate nel 2012 .
~~~ Always looking at the sky~~~
Gli inverni freddi in eurasia (prima degli ultimi anni) non erano conseguenza ne della perdita di ghiaccio artico ne dei forcing antropici ma semplicemente variabilità interna e ovviamente lo stesso può dirsi del recente reversal verso un pattern da cowl+ (basse pressioni sul nord della russia e nell'ultimo inverno in associazione con el nino anche sul nord pacifico):
What Caused the Recent ?Warm Arctic, Cold Continents? Trend Pattern in Winter Temperatures? - Sun - 2016 - Geophysical Research Letters - Wiley Online Library
http://www.cesm.ucar.edu/events/meet...cvcwg/lsun.pdf
La perdita di ghiaccio artico non influenza i pattern alle medie latitudini tuttavia come già riportato in numerosi studi è associata oltre che al riscaldamento nell'artico (ed aree di terra ai margini) anche ad una riduzione della varianza incluse alcune regioni remote nel nord america ed anche ad una riduzione degli estremi freddi nelle regioni di riduzione della copertura glaciale e limitrofe.
ar.png
Ultima modifica di elz; 12/05/2016 alle 11:05
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