Effetti ancora perduranti dell'assottigliamento del delta di gradiente polo/equatore?
delta-tropo-strato-inv.jpg
Ultima modifica di mat69; 24/04/2015 alle 17:19
Matteo
Chiaro.
Meno ghiacci artici -> oceano artico molto più caldo -> gpt+ in artico -> AO negativa / vortice polare debole in autunno -> diminuzione gradiente polo-equatore fino a ripresa VP in inverno inoltrato
Stratcooling inizio primaverile -> stratwarming con final warming in marzo/aprile -> gpt+ in artico -> AO negativa / vortice polare debole tra fine aprile e metà giugno -> diminuzione gradiente polo-equatore fino a ripresa VP in estate inoltrata
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Notare nei grafici sopra postati relativi alla stratosfera l'accenno verso una controtendenza rispetto la diminuzione del delta di gradiente .
Questo unitamente alla fase positiva dell'enso e quindi ad un maggior riscaldamento della troposfera tropicale potrebbero giocare a favore di dinamiche autunnali diverse rispetto quelle avute nelle ultime stagioni autunnali (in particolare le ultime 2).
Non mi sento di escludere un tendenziale maggior riassorbimento delle forti anomalìe che hanno contraddistinto l'AA. come pure di quelle relarive al NPM+ con maggior resilienza delle SSTA+ nel settore più propriamente della PDO.
Molto probabile che l'intensificazione del regime del Nino decorra a partire dal mese di luglio come, ritengo, altrettanto verosimile che il vps antartico possa vivere un inverno australe insolitamente disturbato...
Matteo
Un mio personalissimo ragionamento mattutino:
-La diminuzione del delta termico in questi ultimi anni tra polo ed equatore ha portato a questi shift stagionali. Parimenti in seno a questo diminuzione di "attriti" tra polo ed equatore abbiamo avuto una pervicace zonalità nella zona atlantico-europea.
Ora, mi chiedo: è la zonalità prevalente ad aver "appiattito" il delta termico, oppure è il delta termico diminuito ad aver "riproposto" la zonalità?
Sinceramente mi piace ragionare per "configurazioni" prevalenti.
Laddove è palese che l'AA ha indotto una serie di feedback sulla struttura del VP e sua evoluzione negli ultimi 2-3 anni è altresì vero che 5-10 anni fa i feedback innescati erano assai diversi.
O meglio a fronte di una "vita" del VP autunnale assai disturbata abbiamo avuti esiti invernali, primaverili ed estivi assai diversi.
Passiamo dal 2009-2010 al 2014-2015.
Potrebbe essere che in questo modificato setting del VP (AA, AD) influisca ancora più l'andamento dei cicli solari?
Personalmente non mi riesco a spiegare un bipolarismo configurativo così evidente nel giro di 4-5 anni stanti i perduranti effetti dell'AA.
Concordo con Matteo circa l'evoluzione autunnale.
Mediamente con ENSO++ a fine estate dovremo avere più energia in gioco in fase di raffreddamento del NH.
Nelle attuali dinamiche spiegate in maniera semplice ed efficace da tutti voi, due sono le cose interessanti a cui ritengo dobbiamo porre attenzione:
1) come detto da zago, capire come si evolverà il clima e i patetrn vari con l'accoppiata Enso++ e qbo-, e come un vigoroso Nino (dando per buona l'ipotesi che sia vigoroso) possa forzare o meno il delta di gradiente polo/equatore.
2) capire, ma per questo ci dovremo aggiornare fra un pò di anni, se siamo di fronte ad un calo strutturale dell'attività solare (appuntamento al prossimo massimo, ammesso che ci sarà) e come questa possa influire su quanto esposto da 4cast.
A dir poco affascinate non trovate?
"....[I]E vedrete il Figlio dell'uomo, seduto alla destra della Potenza, venire con le nubi del cielo[/I]."
[B]Gesù Cristo[/B] (Marco 14,62)
[B][URL="http://www.luceraweb.eu"]
[/URL][/B]
Anche io provo a esprimere il mio pensiero, partendo da tutte le ottime considerazioni riportate in questo bel thread.
La base del mio ragionamento e' semplice: il sistema tropo-strato e' in perenne "affanno" alla ricerca di un equilibrio (che per ovvi motivi non potra' mai raggiungere). Ogni piccola variazione apportata al sistema induce una serie di reazioni a catena che comportano inevitabili modifiche alla circolazione atmosferica (guardandola in "3D" come piace a Matteo ).
E' evidente che durante gli ultimi 10 anni circa il sistema abbia sperimentato un importante "rilascio" di calore (non interessa in questa fase indagarne la natura, sia essa antropica o naturale) che ha indotto importanti modifiche agli schemi circolatori che un po' tutti noi davamo per "assodati" e quindi "normali".
Bene, anche io come Giuseppe sono convinto che siamo ben lontani dall'aver raggiunto un nuovo equilibrio, come dimostrano le stagioni catterizzate da configurazioni prevalenti diametralmente opposte che abbiamo vissuto in questi ultimi anni.
E poiche' non mi pare che dal 2007 in poi la situazione media dell'Artico sia cambiata cosi' tanto da giustificare i repentini cambi di pattern prevalenti, credo che si debbano cercarne anche altrove le cause... E come ulteriore indiziato io vedo il sole.
Luca Bargagna
Il riscaldamento artico non comporta aumento della slp/gpt a 1000 hpa da cui sono calcolati l'AO e l'AD, al contrario le slp calano leggermente nell'artico, se c'è un impatto sull'AO è indotto da variazioni dinamiche non è conseguenza diretta di sst più elevate:
climindex.79.54.90.176.114.4.7.15.png
La tendenza ad ao/nao- è solo quanto si vede in esperimenti appositamente disegnati per studiare l'impatto della perdita di ghiacci, nella realtà variano molte altre cose con il gw ed i modelli climatici mostrano variazioni nella circolazione atmosferica che spesso sono di segno opposto a quanto previsto dalla sola amplificazione artica o incosistenti tra di loro:
http://www.columbia.edu/~lmp/paps/ba...15-inpress.pdf
Ad esempio mentre il gradiente polo/equatore in bassa troposfera si riduce al contrario in alta troposfera è previsto aumentare(su lungo termine, c'è molta variabiltà anche su scale multidecennali) e nei modelli la risposta alle medie latitudini dell'emisfero nord in inverno è sostanzialmente la somma dei due opposti trend:
http://www.met.reading.ac.uk/~ben/ho...t/stspread.pdf
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