Originariamente Scritto da
mat69
I SSWs (Sudden Stratospheric Warmings) sono così denominati in quanto la loro caratteristica, al fine di incidere sul
vps, si può riassumere in 2 parole: repentini (quindi improvvisi) e rapidi nel loro sviluppo.
Non è un caso che da qui nascano ulteriori definizioni di Stratalert / Geoalert (o Stratwarming).
Oggi alla stratosfera non si può chiedere molto senza che la troposfera offra un sostanziale contributo.
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Le dinamiche di natura fotochimica (riscaldamento per reazione di dissociazione dell'ozono a causa dei raggi U.V.) cominciano ad operare su tutta la colonna del
vps nel mese di febbraio quando il fenomeno radiativo inverso comincia a farsi più apprezzabile.
Peraltro sono stati molto poveri i contributi autunnali di Ozono stratosferico dalle regioni tropico/equatoriali verso il polo a causa dell'incremento del gradiente orizzontale e verticale a cui non ha certo dato un contributo positivo la
Qbo occidentale a tutte le quote stratosferiche (debole B&D Circulation).
Conseguentemente un lavoro finalizzato alla destrutturazione del vortice polare o, quantomeno, all'attenuazione delle velocità zonali, deve attuarsi attraverso ripetuti SSWs (Sudden Stratospheric Warmings) la cui intensità e rapida insorgenza sono certamente coadiuvate da processi di natura termica provenienti dai più bassi piani della troposfera.
Mancando quelli vengono meno i presupposti per impensierire il
vps il quale riceve modesti disturbi ben poco risolutivi per contribuire a stravolgere gli assetti emisferici creati in seguito all'ESE.
Alcuni segnali solo abbozzati vengono dal long range modellistico ove si scorge un modesto disturbo bilaterale alla massa del vortice polare (giusto l'intervento dei flussi di calore su entrambe le onde planetarie) e una tendenza pertanto ad una conformazione maggiormente ellittica.
Occorrerà IMHO vedere se a tale configurazione possa corrispondere in soldoni un netto abbassamento del fronte polare nelle pianure eurasiatiche le quali, complici masse artiche molto fredde, andrebbero incontro ad un consistente processo di inversione termica nei bassi strati.
Il punto di partenza allo stato attuale è quello e solo da lì si potrà pensare ad un'uscita da un pattern zonale estremamente coriaceo.
Ulteriori tempistiche legate ad altri eventi, quali la diminuzione del gradiente a causa della fase calante dell'
ENSO+ (che pare possa essere repentina), non appaiono di per sé compatibili con uno sblocco della situazione tale da consentire un reversal pattern già nel mese di gennaio.....
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